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Autore: Shiki Ryougi    29/05/2012    2 recensioni
Una nonsense nata da un sogno.
Circondata da tutto e niente, le sembrava di essere ovunque e da nessuna parte.
Solo alcuni particolari apparivano distinti…
L’uomo senza volto, il suo sorriso che lacera l’anima e l’ondata di schegge di vetro.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Introspezione egocentrica'
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Sfumature di nebbia densa

 

Pezzi di vetro, acuminati ed opachi, la circondavano.

Alcuni giacevano a terra privi di vita, altri s’appropriavano della volontà dell’uomo senza volto, in piedi di fronte a lei.

Vibravano, s’infrangevano, scoppiavano in mille pezzi, duri come diamanti. Letali.

Il cuore della bambina accelerava, gli arti cominciavano a tremare e il respiro veniva a mancare.

Circondata da tutto e niente, le sembrava di essere ovunque e da nessuna parte.

Solo alcuni particolari apparivano distinti…

L’uomo senza  volto, il suo sorriso che lacera l’anima e l’ondata di schegge di vetro.

Cercò di urlare, ma non ci riuscì, la sua voce non aveva suono.

Voleva fuggire, ma non sapeva dove andare, non riusciva a pensare.

Cadde, mentre qualcosa le trapassava lo stomaco. Il dolore le pulsava nelle tempie, tutto intorno a lei sfumava e il mondo venne inghiottito da un fiume dalle tonalità grigie e nere.

 

C’era un prato verde, lei lì si svegliò.

Attraversato da piccole colline irregolari, esso risuonava delle risa e del chiacchiericcio delle persone che lo percorrevano.

Alcune sfrecciavano veloci, tanto che in una manciata di secondi scomparivano così come era comparse. Le parole venivano affidate al vento, confuse e sempre più lontane.

Altre ci mettevano settimane ad attraversarlo, parlando del meno e del più. Echi comunque lontani e insignificanti per la bambina, in quel momento seduta e circondata da margherite bianche e grandi.

­«Perché dormi?» le chiese un ragazzino, poco più grande di lei, comparso all’improvviso.

«Non dormo.»

«Sicura.»

Non rispose. Cosa poteva dire?

«Io sì e non riesco a svegliarmi.»

La bambina rimase ancora muta, le parole che avrebbe voluto dire le morirono in gola, mentre il ragazzino tornava ad essere di pura nebbia.

 

 

 

 

AUTRICE:

Cosa c’è da dire su questo pezzo?

Non saprei… è nato dai frammenti di un sogno che ho fatto qualche giorno fa.

Fa parte di me, di quella parte della mente in cui non ci è possibile accedere.

Sogno, apparentemente privo di senso, riadattato in una nonsense, piena di significato…

Vede un po’ voi.

Ciao.



   
 
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