Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: AnonimaKim    29/05/2012    5 recensioni
La ragazza,ha poco più di sei anni quando la sua famiglia viene brutalmente uccisa dalla Mafia. Rimasta sola,coltiva in se stessa il desiderio di vendetta verso i tre assassini e giura di trovarne uno ad uno,vuole ucciderli.
La giovane ragazza crescerà,imparando le sofferenze del mondo,e perdendo la donna che l'aveva tirata su come una figlia. A quattordici anni,Courtney è di nuovo da sola,ma non si da per vinta. La ragazza farà conoscenza con due ragazzi poco più grandi di lei,che la aiuteranno a scovare tutti gli assassini dei suoi genitori.
Ma non sono gli unici
Incontrerà qualcun'altro,qualcuno che farà capire a se stessa,di essere molto più di una assassina vendicatrice.
Una ragazza,capace di amare
Dall'ultimo capitolo:
[A quel punto mi bastò solamente lasciarmi trasportare da quella dolce tortura che forse,avevo sottovalutato troppo in quella mia vita.
Quella notte aveva scalato la vetta delle più belle dalla mia vita,anche solo quando lui aveva posato quelle sue labbra calde sulle mie.
Pazza,completamente pazza...
Completamente innamorata...]
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Courtney, Duncan, Heather | Coppie: Duncan/Courtney
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Abbiate. Pietà. Di. Me!

Vi prego!!

Dopo profonde riflessioni senso e dopo giorni (se non mesi) che cerco di mettere in piedi questi tipi di “capitoli” finalmente mi esce fuori qualcosa di moderatamente decente.

Ultimo capitolo prima del Epilogo,mi sembra impossibile aver quasi finito....

Comunque le storie mie interiori senza senso ci sarà tempo alla fine di questa storia,adesso vi lasciò alla lettura di questa specie di roba che ho provato a mettere in piedi...con scarsi risultati.

 

*Abbiate pietà di me - Abbiate pietà di me - Abbiate pietà di me - Abbiate pietà di me*

 

 

 

 

 

Tonight...

It will be different...

 

 

 

 

-”Restando lì non combinerai proprio niente”- mi schernì una voce famigliare alle mie spalle. Mi girai provando a sfoggiare la miglior smorfia seccata che potessi fare,ma ero troppo agitata per concentrarmi sui miei stati d'animo. Era a meno di una metro da me,potevo bene distinguere che fosse di mezza testa più alto,forse un po' di più. L'unica luce presente era quella fioca delle stelle e della luna,oltre che quella delle lucine artificiali in giardino. Risultavo parecchio provocante con quei pantaloncini di tuta grigi così corti e con quella misera maglietta che lasciava intravedere il reggiseno sotto. Lo avevo messo,tanto per sentirmi un po' meno osservata,perché sapevo che lo avrebbe fatto. Perché ero dovuta andare a bussare alla sua porta in quello stato? Non potevo rivestirmi? Ovvio che no,troppo stupida. Senza maglietta a coprirgli il petto poteva assomigliare ai modelli delle riviste,solo molto meno ridicolo e molto,davvero molto più attraente. Per i pantaloni indossava i suoi soliti Jeans,forse ancora non aveva finito di svestirsi.

-”Chi ti ha detto che sto cercando te?!”- sbottai io incrociando le braccia. Mi guardò con un sorriso sghembo stampato in faccia.

-”Me lo fa dedurre il fatto che tu stia....bussando alla porta della mia camera”- sapevo che mi avrebbe incastrato con una frase del genere,ma ero decisa a a negare tutto fino a quando non avrei trovato qualcosa per tornarmene in camera,perché sapevo che se me ne fossi andata così mi avrebbe seguita.

-”Pensavo fossi tipo a cui piacevano le feste. Ero sicura che ti trovassi ancora...”-

-”E allora perché bussavi alla mia porta?”- mi chiese ancora,con quello sguardo strafottente sul viso. Scacco matto,ora ero fottuta.

-”Non lo so con precisione,mi andava penso”- risposi vaga,un po' quella era la verità.

Guardo provai a guardarlo il suo viso era finito a pochi centimetri dal mio,il suo respiro caldo mi irradiava la pelle del volto. I suoi occhi si accesero di una luce che conoscevo fin troppo bene,che mi piaceva da morire e allo stesso tempo di terrorizzava. Mai come in quel momento mi accorsi tutto in un colpo di quanta lussuria potessi leggergli dentro quei due zaffiri che improvvisamente mi sembrarono inquietanti. Sul suo volto l'immancabile ghigno malizioso si disegnò con precisione. Mentre lo fissavo come un uccellino smarrito e quasi impaurito mi inchiodò contro la porta della camera. Si avvicinò,ancora di più alle mie labbra. La scena del bacio che c'era stato tra noi la notte prima tormentava la mia mente.

-”Non è una bella mossa”- mi provocò. Capì che le sue parole si riferivano al mio quanto impresentabile abbigliamento. Ero in pigiama,non pronta per una serata di gala.

-”Non mi importa cosa ne pensi tu”- ribattei io con una smorfia che poteva assomigliare a quella contrariata di una bambina di sei anni.

-”Dovrebbe, visto che sta notte sarò io a decidere cosa fare”- sembrava essere uscito fuori di testa tutto in un istante,ma tuttavia non riuscivo ad avere un'eccessiva paura di quell'atteggiamento così impulsivo. Ho detto eccessivamente,non che non ne avessi affatto.

-”Non esserne tanto sicuro”-

Solo dopo aver sorriso sembrò aver recuperato il controllo di quel gesto,ma nei suoi occhi si poteva ancora distinguere quella luce. Avvicinò le sue labbra così tanto che le sentì sfiorare le mie. Scossa. Il suo respiro rendeva tutto più angosciante. Poi le sue labbra si spostarono,finendo vicine al mio orecchio.

-”Accompagnami dentro”- soffiò con un sussurro terribilmente seducente,quasi come se fosse impossibile dirgli di no. Avevo l'impressione di essere arrossita.

Spinse la porta alle nostre spalle e mi recai dentro molto vicina a lui,mentre mi stringeva saldamente per il braccio,così ché io non potessi in alcun modo scappare. Quando la porta si richiuse alle nostre spalle,la luce penetrava dalla grande vetrata della stanza,distinguevo appena i tratti del suo viso. Sentì,ancora una volta il suo respiro sul mio viso e le sue braccia cingermi forte la vita,come se mi stesse dicendo con i gesti di essere Sua. La sua mano calda si posò sulla mia guancia.

E poi mi baciò ancora,le sue labbra calde e umide affondarono nelle mie quando avevo già sentito la sua lingua toccare la mia. A quel contatto così nuovo,unico e immensamente bello non potei fare a meno di gemere,apprezzò particolarmente questo gesto così impulsivo. Gli postai una mano sul viso e gli accarezzai i capelli neri quasi argentati alla luce della luna,poi mi separai nel modo meno sgradevole possibile.

-”Dovremo parlare....chiarire”- mormorai nel tentativo di riprendere lucidità. Non rispose,né si intristì in alcun modo. Paziente e con quel solito sorriso mezzo divertito mi fece sedere sul letto e lui davanti a me,appoggiato con le braccia sul sofficissimo materasso e con il volto a pochi millimetri dal mio.

-”Allora?”- chiese poi,sicuro che non mi aspettassi una tale vicinanza,non per quel discorso serio che dovevo fare. Serio poi! Forse stavo esagerando.

-”Non credo che....che sia una buona idea”- farfugliai io in preda alla più totale agitazione. Si limitò ad annuire e abbassò lo sguardo posando le labbra sul mio collo. Con una basso mugolio mi fece cenno di andare avanti.

-”Insomma non credi che sia....insomma penso che ci conosciamo da troppo poco tempo e so che....abbiamo avuto modo di conoscerci molto bene ma.... insomma,non che io non ti sia riconoscente per avermi salvato la vita ma....ecco,forse potremo trovare un altro modo per poter pareggiare i conti”- ancora una volta,mi fece cenno di andare avanti. Non mi stava neanche ascoltando. Mi morsi il labbro inferiore, scossa,la più forte che avevo mai avuto. Sorrise.

-”Voglio te,solo te”- quelle parole mi fecero tamburellare il cuore nel petto. Tentò di baciarmi ma io cercai in tutti i modi di evitarlo. Avrei fatto una cazzata agitata e persa com'ero.

-”Dico sul serio,forse....”- tentai di formulare una frase ma lui mi zittì posandomi un dito sulle labbra.

-”Non ti ho salvato la vita per ottenere qualcosa in cambio. L'ho fatto perché io non ti voglio lasciare andare,perché dopo tanto tempo ho trovato la ragazza più fantastica dell'intero mondo. Mi piaci Courtney,mi piaci davvero”- le sue parole risuonarono così piene si sincerità che era impossibile non crederci. Mi sentì il cuore impazzito nel mio petto,batteva a una velocità folle.

-”Per questo dovrei concedermi a te?”- chiesi io con un sorriso forse un po' timido sul volto,non mi ero mai resa così ridicola. Ghignò.

-”Non saresti qui se non sentissi nulla per me,non saresti qui se non stessi decidendo se lasciarti andare o no”-

Era esattamente quello che stavo pensando. Da una parte non volevo,categoricamente venir contro ai miei ferri principi morali che avevo avuto fino ad adesso. Ripensai a le scene viste con Kassie,ripensai a quanto il sesso mi disgustasse,non mi importa di cosa pensavano gli altri. Ma da tutt'altra parte era l'unica cosa che volevo fare,con lui,in quel momento. A soli 15 anni,era con lui che volevo la prima volta,non mi importava di quanto travolgente o sfrenato potesse essere.

-”Secondo te? Che dovrei fare?”- pessima,pessima, inopportuna e inutile domanda.

-”Dipendesse da me Principessa....avrei già ceduto alla tentazione di strapparti il reggiseno di dosso”- l'immancabile ghigno si aprì sulle sue labbra. Arrossì,non potei farne a meno.

-”Gentile da parte tua non averlo fatto”- ironizzai mentre per l'ennesima volta cercava di spingermi indietro.

-”Non lo sarò più,promesso”- ghignò con un sorriso ammiccante. Poi mi lasciai finalmente baciare,mentre la mia schiena affondava nel soffice materasso e il mio capo si adagiava sul cuscino,facendomi quasi sprofondare per quanto era gonfio e soffice. I suoi baci carichi di foga erano come una droga insaziabile da cui non riuscivo a separarmi,la sua lingua calda lottava per conquistare spazio nella mia bocca,mi faceva sentire in qualche modo protetta,sopraffatta da quel piacere unico che presto sarebbe cresciuto. Le sue mosse erano veloci e forti,ogni suo minimo spostamento era pesante e quasi violento,ma riuscivo a percepire la dolcezza con qui lo faceva,anche se dovevo ammettere fosse difficile. Portai le mani nei suoi capelli neri con quelle sfumature colorate che amavo ogni secondo di più,mentre dolci baci mi ricoprivano il collo. Mi lasciai andare a quel piacere con un piccolo gemito che apprezzò,tornando a torturarmi le labbra, io le socchiusi, assaporando quel dolce sapore di caramello e di mandorla che mi stava inebriando e trasportando direttamente in paradiso. Gemetti, e lui ricambiò,afferrandomi la maglietta leggera e stringerla forte,poi provò a toglierla. Strinsi i suoi capelli nelle mie mani,cercando di sminuire quell'eccitazione che sentivo sorgere tra noi,fu completamente inutile. I nostri respiri erano ormai del tutto irregolari,veloci e profondi,segnavano il tempo che passava lento. Portò le mani sotto la mia maglietta con una mossa veloce e imprevedibile,il contatto non fece che rendermi ancora più vulnerabile a lui,avevo l'impressione di essere sua,solo sua e di nessun altro. Fui totalmente sorpresa quando separò le nostre bocche,poggiando la sua fronte sulla mia. Respirava,chiuse gli occhi,come per calmarsi. Io me ne stavo lì perplessa e segretamente intimidita dal quel gesto così inaspettato,portai le mani da dietro il suo capo sulle sue guance. Sorrise debolmente posando la sua mano sulla mia.

-”Va tutto bene?”- chiesi con un sussurro. Lui ghignò,quasi cattivo quasi volgare.

-”Tu mi stai facendo letteralmente andare fuori di testa”- il suo respiro accelerò,lo sentì allacciare ancora di più i nostri corpi e intrecciare le nostre gambe. La situazione era che il letto era disfatto,non c'era alcun bisogno di interrompere per mettersi più comodi. Arrossì,ancora una volta. Abbassai il capo e lui mi baciò fugace la fronte,richiudendo le labbra come per assaporare il gusto della mia pelle. Poi lo fece ancora,e ancora fino ad arrivare al mio orecchio, il suo corpo era ancora quasi del tutto schiacciato contro il mio.

Ghignò soffiando al mio orecchio -”Nessuna mi ha mai eccitato come stai facendo tu adesso”-

Mi chiesi cosa dovevo aver fatto di tanto incredibile,anzi a dire il vero...io non stavo facendo praticamente niente. Certo però....noi non avevamo ancora iniziato.

-”scusa”- mormorai,incapace di formulare una frase decente. Rise,quasi divertito da quella affermazione.

-”Sei ridicola”- ricongiunse le nostre bocche riportandomi a quel sapore di paradiso.

Sentivo in lontananza il rumore delle onde del mare,l'unico rumore dopo i nostri respiri pesanti,realizzai che la vetrata doveva essere leggermente aperta. Mi piaceva quella brezza marina,quell'odore di salsedine era buonissimo sulla sua pelle. Non ci mise molto a togliermi finalmente la maglietta,immediatamente sentì quello sguardo su di me che mi faceva andare fuori di testa,mentre lui lasciava cadere quel panno ai piedi del letto. Con le unghie graffiavo le sue spalle ogni volta che una scarica elettrica mi trasportava in quella dimensione parallela dove nulla a più senso e dove non c'è più ragione di pensare,di ragionare. Solo io e lui,nella più bella notte estiva dell'anno.

Prese le mie mani e le portò sul suo petto,sentì il rumore di un suono metallico e quando aprì gli occhi capì che si trattava della cinta dei suoi Jeans. Chiusi gli occhi ancora,quel gesto mi metteva un po' di imbarazzo. Un altro indumento,questa volta suo,cadde per terra,io cominciavo a sentirmi un po' inquieta,non sapevo cosa....

Sussultai quando sentì la sua mano calda accarezzarmi la gamba,lento si diresse verso qui corti pantaloncini di tuta che avevo. Mi graffiò quando me li tolse,mi sentivo lo stomaco sottosopra ogni volta che un gemito di piacere usciva dalle sue labbra,ogni volta che un ghigno di priva sulle sue labbra,ogni volta che mi mordeva il labbro e sopratutto mi faceva impazzire ogni suo minimo movimento,qualsiasi cosa facesse,anche minima,lo adoravo.

-”Principessa”- la sua voce ruppe il silenzio,le sue labbra si erano allontanate solo di pochi millimetri. Aprì gli occhi trovandomi davanti i due zaffiri più belli e fantastici del mondo,lui sorrise divertito.

-”Non ti mangio”- mi schernì,allora capì che si stava riferendo al mio tremore incontrollato.

-”Non mi mangi”- gli feci eco io,cercavo di calmarmi,cercavo di non apparire ridicola. Quello che mi aveva detto mi fece bene,soprattutto perché capì il suo desiderio di farmi sentire a mio agio,voleva farmi capire che gli importava di me,forse mi rispettava,almeno un po'.

Un altro bacio mise fine ai miei pensieri,uno veloce e fugace,le sue labbra si fecero strada sulla mia pelle arrivando poco sotto il mio orecchio. Continuava a baciarmi senza sosta,quasi come volesse saziarsi,quasi come se volesse assaggiarmi. Sentivo la sua lingua sulla pelle,calda e umida che mi stava letteralmente mandando fuori di testa. Ogni centimetro della mia pelle sotto le sue labbra veniva anche solo sfiorata,ero sicura che potesse udire il mio cuore,e questo lo sapevo dall'immancabile sorriso che si aprì sul suo viso,lui sapeva che stava facendo,lo sapeva di sicuro meglio di me. Strinsi le mani nei suoi capelli quando mi morse dolcemente il collo,ma forse dolcemente è un diminutivo. Mi lasciai sfuggire un gemito che poteva essere di piacere o di dolore,dipendeva dai punti di vista. Non mosse le sue labbra da lì,sentivo la sua mano abbassarmi lentamente le spalline del reggiseno che ancora portavo,non sapendo cosa fare decisi di concentrarmi sul contatto magnifico che mi offriva con le sue labbra che avevano ripreso a mordere le mie. Mi fasciò con le braccia,allacciando i nostri corpi così tanto che sentì il battito accelerato del mio e del suo cuore attraverso la pelle. La sua mano si avviò sulla mia schiena,sfiorandomi e facendomi rabbrividire di piacere,lo fece senza problemi e la stretta sul mio seno si allentò. Capì che metterlo era stato solo uno spreco di tempo,l'idea mi fece quasi ridere. Separò un secondo le nostre labbra e quasi con un ghigno di sfida posò la mano sul mio seno destro,io risposi unendo la mia mano alla sua,gli misi una mano dietro il capo e ricongiunsi le nostre bocche,stavolta fui io ad approfondire il bacio,lo sentì gemere di piacere e quasi emettere un piccolo ringhio soffocato. Con foga trasportò la mano libera sul mio fianco per poi afferrare l'ultimo indumento di colore grigiastro che mi era rimasto. Quella sensazione favolosa,quel suo sguardo dolce e allo stesso tempo eccitato,quel corpo così perfetto che mi stava dominando in modo così fantastico,il pensiero e la certezza che questa notte sarebbe stata la più bella della mia vita.

Prima di poter fare altro,separò le nostre bocche ancora una volta,sorrise ammiccante e capì che stava per parlare.

-”Ti devo lasciare per un'istante”- sussurrò e io rimasi a guardarlo perplessa e a dire il vero contrariata.

-”Cosa?”- farfugliai io già senza voce. Si divertiva a vedermi così confusa,io non avevo nulla in contrario,mi piaceva.

-”Sopravvivi senza di me per tre secondi?”- mi schernì baciandomi con sensualità sulla guancia. Se ne andò,lasciandomi sola per qualche minuto. Mi coprì del tutto con le lenzuola fresche e sospirai,mi chiesi se quello che stavo facendo aveva senso,mi chiesi se non fosse arrivato il momento per rinunciarci,infondo potevo ancora farlo,ero ancora in tempo. Ma non sarebbe servito a niente,io lo volevo,volevo davvero,non aveva senso quello che stavo pensando. Mi girai su un fianco stringendo le lenzuola a me,chiusi gli occhi e ascoltai il rumore del mare,in lontananza.

Dopo qualche altro secondo un respiro caldo mi irradiò la guancia,la sua mano mi accarezzò la spalla,aprì gli occhi e i suoi mi sembrarono,solo per questa volta,seri.

-”Ti stai tirando indietro?”- mi sfidò lui accattivate,accennai una risata e ricongiunsi i nostri visi.

-”E lasciarti con la soddisfazione di aver vinto?”- riportai le mie braccia dietro il suo collo mentre riprendevo a baciarlo.

-”Tu sei fantastica”- sussurrò e poi mi ritrovai ancora in suo pieno possesso. I nostri corpi erano allacciati,uniti,stretti l'uno all'altro,il mio petto era contro il suo.

Quando per la prima volta il suo bacino spinse contro il mio,separai le mie labbra dalle sue,sul mio viso comparve una smorfia di dolore e soffocai un gemito,qualcosa spingeva nel mio petto quasi come se non potessi trattenermi,sentivo oltre che l'evidente dolore,piacere. Ciò era strano,ma a quel punto non potevo dire di essermene pentita,anzi,se avessi avuto la possibilità di tornare indietro avrei rifatto la stessa identica cosa. Apri gli occhi,i due grandi zaffiri erano sempre lì,per me. Non disse niente,mi guardò soffocando un sorriso carico di sfida che probabilmente pensava mi avrebbe fatto arrabbiare,poggiò prima con delicatezza,e poi sempre con più foga,le sue labbra sulle mie,mordendomi il labbro così forte e così violentemente che dopo qualche secondo potevo ben distinguere anche il solo lontano sapore del sangue. Affondai le mie unghie nella sua pelle,non potevo respirare,ne ne avevo le sole forze. Quando lasciò andare le mie labbra,sentì un piccolo gemito di piacere uscire dalle sue labbra,mi chiesi perché io non mi lasciassi andare,invece di soffocare tutto dentro. Lo capì quando mi era impossibile trattenermi oltre,forse solo quando mi lasciai scappare un leggero orgasmo compresi completamente che forse non era tanto male.

A quel punto mi bastò solamente lasciarmi trasportare da quella dolce tortura che forse,avevo sottovalutato troppo in quella mia vita.

Quella notte aveva scalato la vetta delle più belle dalla mia vita,anche solo quando lui aveva posato quelle sue labbra calde sulle mie.

Pazza,completamente pazza...

Completamente innamorata

 

 

 


 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: AnonimaKim