Perchè quella donna non era qui a rincorrermi come sempre? Perchè non era qui ad imbarazzarsi e diventare rossa come le fiamme di Natsu quando io le parlavo? Perchè non era qui, e io non potevo sentirla balbettare qualcosa per il suo Gray-sama?

 

- Due settimane prima -

 

«Juvia, non ce la faccio più! Non posso vivere con te che mi spii per ogni cosa che faccio, non posso vivere con il tuo fiato sul collo, sono stanco!» urlai disperato.

Le mie parole rimbombarono per tutta la Gilda. Non ne potevo più di continuare ad essere spiato mentre mi allenavo per riuscire a sconfiggere quel cretino di Natsu o per diventare un Mago di Classe S. Non ne potevo più di venire seguito in ogni posto in cui andavo, non ne potevo più di lei.

Juvia mi guardò paonazza, con le lacrime negli occhi. Tutta la Gilda ci guardava. Lucy alternava lo sguardo da Juvia, che guardava preoccupata, a me, che mi lanciava occhiatacce. Natsu mi guardava con gli occhi sgranati, e non mi staccava lo sguardo di dosso. Feci spallucce e mi girai, andando a sedermi in uno degli sgabelli del bar, mentre chiedevo a Mirajane di servirmi qualcosa di freddo da bere.

«Dovresti scusarti, Gray!» mi gridò Lucy. Non mi girai.

«N,no! J,juvia ha sbagliato, doveva capirlo che facendo così poteva dare fastidio a G,gray-sama» disse inaspettatamente Juvia, per poi tirare su col naso piuttosto rumorosamente. Mi girai di scatto e feci cadere col gomito il bicchiere che mi stava porgendo Mirajane.
 

Juvia mi guardò. Sostenne il mio sguardo per la prima volta. E per la prima volta vidi quanto era determinata. Per la prima volta vidi quanto era donna. Si era asciugata le lacrime e mi guardava senza distogliere lo sguardo. Poi, con grande sorpresa di tutti se ne andò senza mai girarsi. E non tornò.

Fu una settimana infernale per me. Continuavano a ripetermi che dovevo andare a cercarla, che dovevo scusarmi. Quello sguardo finale mi aveva scombussolato. Mai avevo visto una donna guardarmi con quegli occhi. Mai avevo visto Juvia guardarmi così. Mai avevo creduto che lei potesse sostenere il mio sguardo!

«Adesso basta!» tuonai, sbattendo un pugno sul tavolo.

Uscii dalla Gilda con le grida dei miei compagni che mi inseguivano, ma quella di Natsu spuntò tra tutte «Lasciatelo stare» disse con tono piatto.

Anche se eravamo nemici giurati, lui riusciva a capirmi. Sempre.
 

Girai interamente Magnolia a cercarla per due settimane, finchè non la trovai. Se ne stava sotto un albero, all'ombra dal sole, e aveva la testa tra le mani. Mi preoccupai immediatamente. Aveva mangiato? Aveva fame? Era ferita? Come stava?

Mi precipitai da lei.

«Juvia!» ti prego, guardami, pensai tra me e me.

E fu così.

Lei alzò la testa e mi guardò. Mi guardò con quegli occhi così blu, così profondi. Quegli occhi che l'ultima volta erano pieni di lacrime.

«G,g,gray-sama» balbettò lei incredula.

«Scusami, Juvia!» le dissi mettendomi una mano tra i capelli. Non ero mai stato un granchè a farmi perdonare.

«Io, d,davvero non, v,volevo che G,gray-s,sama.. n,non..» continuava a dire frasi dicontinue stropicciandosi gli occhi con le mani.

La guardai intenerito. Possibile che non mi fossi accorto che non potevo fare a meno di lei? Che la sua presenza migliorava una mia fottutissima giornata? Le presi una mano e, diventando rosso, balbettai, si, balbettai

«T,torniamo a casa, Juvia». Lei strinse la mia mano e, tra le lacrime, mi sorrise. Potevo ritenermi perdonato? La guardai. Si, potevo ritenermi perdonato. 

E fortunato, molto.