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Autore: starfish    17/12/2006    5 recensioni
Questa storia prende il via alla fine della saga della Soul Society, per cui ci saranno un pochino di spoiler, oltre che alla mia interpretazione di un personaggio che apparirà nel capitolo 215 del manga.....rukia è riuscita a evitare l'esecuzione, ma gli shinigami non sono poi così tanto disposti a insabbiare la questione....ichigoXrukia, ma dopo un pò di capitoli
Genere: Romantico, Triste, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kuchiki Ruchia, Kurosaki Ichigo
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Bleach ff

SAAAALVEEEEE!!!!!

sarei una bugiarda se vi dicessi che questa è la mia prima fanfic, quindi non lo dirò!!!! vi chiedo solo di essere clementi perchè ultimamente sono diventata quasi dislessica. QUASI E QUESTO NON VA BENE!!!!!

beh non vi annoio oltre, anche perchè ho finito le boiate da dire....an, una cosa. La storia è ambientata immediatamente dopo il salvataggio di rukia e l'ascesa di aizen, prima che ichigo e gli altri tornino a casa, ma gli eventi da qui in poi prendono una piega molto diversa dal manga, ma state attenti perchè vi saranno alcuni spoiler!!!!!!

 

 

Rimase lì.

In piedi, al centro della stanza, dritta come un fuso e i nervi a fior di pelle.

Le quindici paia di pupille che la fissavano, le sentiva bruciare sulla nuca, cosa che non contribuiva di certo ad allentare la stretta dei nervi sulla carne.

Lo sguardo le cadde su Renji. Lui dissimulò la smorfia densa di preoccupazione con un cenno del capo, tutto sarebbe andato bene, nulla era peggio della pena di morte, per cui perchè tormentarsi?

Ichigo era accanto al rosso, la solita espressione perennemente arrabbiata del suo viso era sostituita da una assolutamente indecifrabile, un minestrone di rabbia, tensione, ansia,....e cos'altro?

Prima di poter rispondere alla domanda, l'attenzione della ragazza fu catturata da un vecchio che avanzava dalla schiera dei tredici capitani dalle tuniche bianche.

Nemmeno una mosca osò volare quando l'anziano shinigami si fermò, schiarendosi la voce con pochi colpi di tosse.

-Kuchiki Rukia, membro della tredicesima brigata, sei stata condannata a morte per i reati di trasferimento non autorizzato di potere spirituale e permanenza oltre il tempo concesso nel mondo dei vivi, due giorni fa dovevi essere giustiziata per mezzo della Soukyoku, secondo la decisione della Consiglio dei 46. Confermi che quanto detto corrisponde a realtà?-

-Sì, Yamamoto Taichou- Non si sa come era riuscita a camuffare la tensione che la faceva sentire come un lupo in trappola.

Tutto bene, andrà tutto bene....Renji ha ragione, nulla può essere peggio della pena di morte....nulla.....nulla......

-.....nonostante l'indubbia gravità delle tue azioni, a causa delle circostanze attuali la tua esecuzione non potrà avere luogo. Sarai graziata dalla pena di morte.- Il vecchio aveva ripreso a parlare, e lei non se n'era nemmeno accorta, impegnata in un improbabile training autogeno.

Sentì diversi sospiri di sollievo. Uno, tre, quattro...non era riuscita a contarli, e nemmeno aveva importanza. Anche se il pericolo era ormai scampato, i suoi muscoli e nervi non davano segno di voler allentare la presa.

Perchè?

Non ci avrebbe messo molto a capirlo.

Come dice un vecchio detto, i guai non vengono mai da soli.

-Tuttavia- Yamamoto aveva tacitato tutti semplicemente aprendo bocca -i nuovi membri del Consiglio dei 46 hanno deciso che i tuoi crimini non debbano restare impuniti. A partire da questo momento, il Consiglio del Gotei 13 ti condanna all'esilio nella piana di Ranjutsu per il periodo complessivo di un anno. Partirai entro la mezzanotte di oggi, e non avrai diritto a ritornare nel Seiretei se non fra un anno esatto. La tua zanpakuto dovrà essere inibita del suo potere e tenuta in custodia da membri specializzati della 1a brigata. Oltre all'uso della spada, e ovviamente, al divieto assoluto di comunicare con qualsiasi konpaku o shinigami, ti sarà assolutamente vietato l'uso del potere spirituale e di qualsiasi forma di magia demoniaca, pertanto, prima della partenza, ti verrà imposto un sigillo perchè tu non possa violare tali restrizioni.-

Che cosa strana, come le parole pronunciate in tono pacatamente neutro dal vecchio potessero avere l'effetto di scatenare un coro di proteste, di lamenti, di urla e di un assordante silenzio nel profondo di un anima.

-ZITTI!!!!Questa è una decisione del Consiglio, e pertanto inoppugnabile. Chiunque voglia contestarla dovrà passare sul mio cadavere!!- Lo sguardo dello shinigami guizzò verso Juushiro Ukitake, capitano della 13a brigata a Byakuya Kuchiki, fratello maggiore della condannata, fino a Renji Abarai e infine a Ichigo Kurosaki, le cui proteste infiammate si erano elevate al di sopra della calca.

Tornato che fu il silenzio, anche se la tensione nell'aria si sarebbe potuta tagliare con un coltello, si voltò verso Rukia, congedandola con un cenno del capo.

Dopo un inchino rigido, la ragazza si voltò e uscì in fretta dalla stanza.

Prima di chiudere la porta, avrebbe giurato di aver sentito una sensazione sgradevole trafiggerle la schiena come un brivido gelido, ma, velocemente com'era venuta, sparì.

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L'incisione sull'avambraccio le bruciava, e a niente era servito bagnarla con acqua o leccarla, inumidendola con saliva calda, il poco piacevole sfrigolio non accennava a diminuire.

Mentre camminava verso la sua stanza per prepararsi a levare le tende, contemplò il simbolo lucido e fresco d'inchiostro scolpito sulla sua pelle. A prima vista sarebbe potuto sembrare un normalissimo tatuaggio, ben fatto, con linee azzurre affilate e eleganti, tracciate a formare il kanji della parola "gabbia". Un'apparenza totalmente inoffensiva. Ma lì stava la fregatura. Nessun tatuaggio avrebbe potuto fare ciò che QUELLO poteva fare, ovverossia fulminare con una poderosa scarica elettrica il corpo della sfortunata ragazza al solo accenno di utilizzo del suo potere spirituale.

Ridendo e scherzando il malefico scarabocchio l'aveva fulminata già tre o quattro volte.....

Con un sospiro, fece scorrere il tatami ed entrò nella sua stanza, in mano la sacca che avrebbe costituito il suo unico bagaglio, quando si accorse che non era esattamente sola.

Sospirò un'altra volta, seccata, dirigendosi verso il futon.

-Che cavolo siete venuti a fare?-

-Che cavolo stai facendo TU, piuttosto.- Una chioma rossa era emersa dalla penombra.

-Preparo i bagagli, ovvio.-

-Non intendevo quello!!-

-E allora che vuoi!??!! Sei venuto a dirmi che non è giusto??? Che non devo andarmene?? Che devo ribellarmi!!??! che è molto meglio farsi giustiziare?!??! O cos'altro?!?!-

Renji fu messo a tacere inaspettatamente,sorpreso dalla foga di lei, prima di recuperare l'uso della parola.

-...non è questo!!..è...è.....E' UN SUICIDIO, CHE CAZZO!!!Se vai laggiù, di te tornerà un osso spolpato!! Nè io, nè Ichigo, nè qualsiasi altro shinigami che conosci potrebbe passare per quel postaccio maledetto e avere speranze di ritornare indietro, figuriamoci te!! -

La ragazza non rispose. Si sedette sulla coperta e ripose dentro lo zaino un cambio d'abiti, un futon ripiegato, bende e cerotti, e una piccola torcia.

Prima di infilare quest'ultima dentro la sacca , ruppe il silenzio in tono tagliente -Un suicidio è rimanere qui ad ascoltare le tue assillanti quanto inutili prediche. Non sono più una bambina da rimproverare, è da un bel pò che ho avuto le mestruazioni e non ho bisogno di uno scemo che mi dica cosa è giusto o sbagliato. Se non riesci a trattenerti dal farmi una paternale, puoi anche andartene. Là fuori ci sono un mucchio di persone che aspettano che tu le sculacci e che non hanno niente di meglio da fare che subirsi i tuoi predicozzi, anche se dubito che riusciranno a distogliere l'attenzione da quelle tue idiotissime sopracciglia, SIGNOR TENENTE DALLE SOPRACCIGLIA ASSURDE-

Fu più il commento delle sopracciglia che tutto il resto a spingere il giovane tenente dai capelli rossi a mandare a fanculo la ragazza, con l'augurio di tirare le cuoia, prima di andarsene dalla stanza, incazzato nero.

Rukia strinse gli occhi quando la porta sbattè con violenza, e avrebbe continuato a fare i bagagli, se non fosse stato per Ichigo, in piedi, appoggiato alla parete.

-Sei anche tu qui per farmi la predica? Perchè se è così, puoi seguire il tuo degno compare fuori da qua e lasciarmi fare i bagagli in pace-

L'arancione sbuffò -Non ti preoccupare. Non ho nessuna intenzione di disturbare la tua nuova meravigliosa condizione di esiliata. Immagino che ti piaccia, crogiolarti nell'impassibile stoicismo di vittima che non batte ciglio di fronte all'ascia del boia e che rifiuta ogni aiuto per mostrare a tutti quanto è figo morire fregandosene degli altri-

La mora si irrigidì -Io non sto andando a morire, e tantomeno mi alletta l'idea di tirare le cuoia!!-

-Si vede!! Non batti ciglio quando ti dicono di andartene, noi ci preoccupiamo e mentre cerchiamo di capire cos'hai, o almeno di tirarti su il morale, e tu ci prendi a pesci in faccia!! Sei solo un'immatura irresponsabile, se pensi di dimenticare tutto o di infischiartene delle persone rifugiandoti dietro scuse patetiche quali "è la legge e non ci si può far nulla" " mi sono già rassegnata" e "non voglio aiuto perchè non voglio che qualcuno si faccia male", tutte cazzate che spari per nascondere il fatto che ti PIACE l'idea di morire e che ti PIACE l'idea che qualcuno si faccia ammazzare per te o crepi d'ansia fino a quando non ti vede penzolare dalla forca-

Lo schiaffo che avrebbe ricevuto due nanosecondi più tardi se lo sarebbe ricordato per un bel pò.

In effetti fu abbastanza per farlo zittire.

Lei continuava a tenere la testa china, la voce rotta quando parlò.

-Razza di deficente. Non sai nulla di me, e non hai nessun dirito di sparare idiozie su una persona che nemmeno conosci,RAGAZZINO. Se sei così imbecille da pensare che io sia una bastarda insensibile menefreghista, allora te ne puoi anche andare all'inferno! Se fossi stata l'immatura irresponsabile che dici tu, me ne sarei sbattuta alla grande mentre tu facevi il fighetto e lo spaccone con quell'hollow, senza ficcarmi in tutti questi casini!-

Non voleva. Non voleva spingersi così lontano e rammentargli quella dannata notte.

Ma il senso di colpa durò un attimo.

Ripresosi dallo stupore iniziale, ichigo aveva iniziato un litigio pesante, e lei non ci aveva pensato due volte nel raccogliere le provocazioni di lui. Continuarono a strillare e insultarsi per una buona mezz'ora, scambiandosi improperi delle quali entrambi poi si pentirono, finchè dovettero smettere perchè mancava loro il fiato.

Inginocchiata a terra, Rukia ansimava pesantemente, e la testa le girava. Tale era stata la litigata. Ma almeno si era sfogata. Scoprì di stare meglio di prima, l'ansia e la tensione erano sparite, per ora.

A mente lucida, si scoprì dispiaciuta per il ragazzo. Lui voleva solo aiutarla, darle una mano, e lei lo aveva respinto, cercando di difendere quel poco di orgoglio che le rimaneva, se così poteva essere chiamato.

Incrociò lo sguardo del giovane, e l'espressione indecifrabile di poco prima si palesò davanti a lei, mostrando rabbia, dolore, preoccupazione e frustrazione.

-......anche tu sei convinto che morirò là, non è vero?-

-....-

-si, è così. E suppongo che ti stia chiedendo perchè io non sia minimamente preoccupata, anzi, sia quasi sollevata, no?-

-....che differenza fa?? morire qui giustiziata, o lì, sola come un cane, a morire di morte lenta?!?!' alla fine quei bastardi hanno fatto quello che volevano, e cioè sbarazzandosi di te con una merdosa manovra burocratica!! COME CAZZO FAI A RESTARE COSì IMPASSIBILE!??! COME CAVOLO FAI A DIRE CHE LA DIFFERENZA C'E'?- l'amarezza nel tono della voce stupì anche ichigo.

-Scusami tanto, ma io preferisco avere anche solo una, miserrima possibilità di sopravvivere alla morte al posto dello zero assoluto! Se vado nello Ranjutsu, ho qualche possibilità di cavarmela, mentre qui non ne ho nessuna!! tu cosa preferiresti al posto mio!??!?-

Un'ombra di dolore attraversò il viso del suo interlocutore, che non rispose e chinò il capo.

Quando rialzò lo sguardo, vide che Rukia gli tendeva la mano.

-facciamo una scommessa.-

L'arancione si stupì -Cosa?? ma che stai dicendo??-

Lei proseguì, imperturbabile.

-Sì, una scommessa. Tu sei convinto che io non tornerò mai, verò? Beh, scommettiamo. Se io non tornerò dall'esilio, come credi tu, avrai vinto la scommessa e ti sarai liberato di una rompiballe immatura che ha rischiato di farti uccidere innumerevoli volte. Se invece io torno e tu perdi la faccia, oltre che la scommessa....dovrai fare un giro completo per TUTTA la Soul Society in mutande. Questa penitenza è particolarmente umiliante perchè tu capisca che non sono così gracile e indifesa come dò a vedere.- si interruppe per guardarlo negli occhi, risoluta e decisa. -Allora,ci stai?-

Ichigo sbuffò -Ma per favore, una scommessa....-

-Non è solo una scommessa, stolto. E' anche una promessa. Io ritornerò qui, fra un anno, viva e vegeta. E tu farai un giro per il Seiretei in mutande.-

Lui la guardò, desiderando con tutto sè stesso di poter credere a quanto lei diceva, voleva crederci ardentemente, ma la ragione gli impediva di prendere quella candida manina, così fragile e al tempo stesso tanto forte da elargire generosi pugni.

-Tornerò.-

Improvvisamente le agguantò la mano con foga, e lei ricambiò la stretta.

Mano piccola sepolta in una mano grande.

Era la prima volta che si toccavano così, volontariamente, senza l' urgenza delle missioni contro gli hollow o dell'ansia nel sostenersi in battaglia.

Rimasero per un pò così, con le mani intrecciate stranamente calde,le guance in fiamme per l'inaspettato significato di quel contatto fisico, poi si separarono.

Pochi minuti dopo Rukia si trovava davanti al cancello aperto del Seiretei, una folata di gelido vento notturno le scompigliava i capelli e la attirava verso l'ignoto.

Si voltò verso ichigo, seduto su un muro, immobile. Sembrava una statua. I capelli rischiarati dai raggi lunari e il volto in ombra.

Si issò la sacca di tela sulla schiena e corse verso il grande cancello, fermandosi solo quando l'ebbe oltrepassato.

-Cerca di non fartela sotto la prima notte all'aperto!-

La voce di Ichigo la raggiunse appena in tempo, e lui che la salutava con un cenno della mano fu l'ultima cosa che vide prima che un sonoro tonfo le impedisse la vista di cosa succedeva oltre la muraglia.

Il cancello era chiuso.

........

Silenzio. Solo il vento che agitava le foglie degli alberi.

........

-maledetti bastardi!! se rallentavo anche solo un pò mi avrebbero pinzato fra i battenti, quei figli di cane!!-

Rukia, che, dopo la chiusura del cancello, si era voltata a contemplare la boscaglia che la separava dal Ranjutsu, trasalì e si voltò.

- TU!?!?!?!?!??!??!- Esclamò sgranando gli occhi.

La nuova arrivata snudò le zanne in un ghigno divertito.

 

 

FINITOOOOHHHHHHH!!!! beh gente sono le due di notte e io sono stanca morta, tenete conto anche di questo se volete linciarmi!!! commentate commentate commentate, anche negativamente!!!! SONO COSì DISPERATA CHE MI VA BENE TUTTOOOOOOOO ^_^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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