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Autore: Claudia Ponto    29/05/2012    1 recensioni
[Le avventure di Jackie Chan]Strikemaster Ice, DJ Fist and MC Cobra scappano dalla prigione nella quale erano detenuti grazie all'intervento inaspettato di una giovane ragazzina. Una volta tornati a San Francisco, assistono al ritorno di Drago, il demone che aveva quasi conquistato il mondo e di cui loro erano i suoi seguaci, scoprendo che esso è profondamente legato con la ragazza che li ha liberati.Proveniente dal cartone animato Le avventure di Jackie chan. *ATTENZIONE: la storia ha il rating Verde, ma si avvisa la presenza di parole pesanti e parolaccie*
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  Capitolo 11: L’ultimo tesoro.
 
Drago non amava affatto l’acqua, anzi, la odiava con tutto il cuore.
Però aveva bisogno di un potere legato a quell’elemento per ricaricare il Chi del Demone dell’Acqua, l’ultimo che gli restava per completare la trasformazione finale.
Tra i vari “candidati” ne aveva individuato uno situato negli abissi del Mar Mediterraneo, al largo delle coste dell’Italia: il demone aveva deciso di affrontare da solo quella importante missione; un pretesto per starsene per i fatti suoi e meditare su ciò che avrebbe dovuto fare una volta ritrasformatosi in un essere immortale.
Su parecchie cose non aveva avuto dubbi ed aveva già deciso come comportarsi…
Per altre invece era per la prima volta confuso, è questo perché riguardava sua sorella.
 
Da quando si era reso conto che erano di nuovo insieme non era più lo stesso, non sapeva come comportarsi con lei, avrebbe osato dire che era “imbarazzato” nel ricoprire nuovamente le vesti di fratello maggiore, cosa che non aveva mai davvero fatto dalla loro riunione.
Ma dopo gli ultimi eventi… non capiva più in che fare con Winter: aveva passato così tanto tempo dal loro ritrovamento a trattarla come una sconosciuta che aveva dimenticato chi lei fosse veramente, solo dopo che aveva tentato di ucciderlo si rese conto di che razza sbaglio aveva commesso.
Era sua sorella, eppure non riusciva più ad avvertire quel legame di sangue che da piccoli lo faceva finire nei guai per difenderla, il fatto che volesse rieducarla era solo per gettare macchie di vergogna sulla loro specie, non per aiutarla.
Niente era come prima.
Winter non gli aveva fatto notare questa cosa fino al giorno dell’incidente, se tale poteva definirlo; apparentemente sembrava che non le importasse nulla della mancanza di attenzione, cosa di cui si era ricreduto. Sua sorella... era arrabbiata con lui… l’aveva maltratta e ne aveva pagato le conseguenze, rischiando di fare una brutta fine.
 
Improvvisamente il gorgo che aveva generato con il Chi del Vento finalmente raggiunse il fondo del mare, alghe e pesci giacevano sugli scogli sommersi insieme a crostacei e rifiuti di navi. Lì in mezzo, nascosto da un sottile strato di sabbia c’era una colonna greca ricoperta di molluschi e antiche parole greche, in realtà simboli magici mascherati in parole apparentemente senza senso per chi l’avesse mai trovata.
Pronunciò complesse formule per attivare quei segni e far sparire la colonna, rivelandosi un contenitore che celava al suo interno un talismano a forma di tridente appartenuto ad un antico mago spacciatosi per divinità, ricolmo del potere di cui aveva bisogno. Con cautela prese l’oggetto, pronto ad assorbirlo, ma un arpione glielo impedì, sfiorandogli di striscio il volto: dagli abissi apparvero delle nereidi, creature mitologiche dalle fattezze quasi umane ma composte di sola acqua che nonostante avessero elementi femminili che le rendevano aggraziate e affascinanti, erano in realtà dei mostri. Tali creature tentarono di fermarlo trascinandolo nel mare per affogarlo o lanciandogli addosso acuminati arpioni, erano i custodi del tesoro e non avrebbero permesso a nessuno di portarlo via.
Potevano andare all’inferno, non avrebbe abbandonato il suo caricatore.
Il demone spiccò il volo mentre il gorgo si richiudeva su di lui, inseguito dalle nereidi che gli stavano dietro sibilando, stringendo al petto il prezioso bottino. Era quasi fuori quando improvvisamente una nereide gli saltò addosso, graffiandoli braccia e mani che per il dolore lo costrinsero a mollare il talismano che precipitò giù, in balia delle creature del mare che senza esitazione gli si accanirono contro distruggendolo, riducendolo in frammenti minuscoli che si dispersero nell’oscurità degli abissi, trasportati via dalla corrente.
<< NO! >> urlò Drago.
Le nereidi, non appena il loro tesoro scomparse, si ritirarono nel loro mondo, consapevoli che più nessuno avrebbe più potuto depredare quel che apparteneva al loro.
 
Drago tornò in America incazzato.
Aveva perso un’occasione d’oro, il suo ritorno in scena doveva essere rimandato.
Atterrò in cima al Goldengate Bridge e innervosito camminò sopra i cavi d’acciaio mentre sotto di lui le macchine percorrevano le varie corsie del ponte rosso da una parte all’altra dell’isola.
Vi rimase a lungo fino a quando la rabbia non si attenuò, decidendo finalmente di tornare dal gruppo: la Vecchia San Francisco era ancora mezza distrutta e sotto il controllo della polizia, lui e la banda si erano trasferiti al Golden Gate Park, il più vasto parco della città che vantava musei, piste ciclabili, giardini e addirittura uno stadio, oltre a centinaia di altre cose.
Proprio nello stadio, con la scusa che in quel periodo era chiuso per restauro, si erano sistemati fino a quando le acque non si sarebbero calmate; grazie inoltre alla grandezza del parco in sé i posti per nascondersi erano molti. Entrò dentro la struttura spostando i vari teloni che ostruivano le uscite, facendo attenzione a non inciampare negli attrezzi da lavoro dimenticati, cancellando con la coda le impronte nella polvere che si lasciava dietro; i tre umani nella loro forma originali erano lì vicino che ingannavano il tempo improvvisando una partita di baseball, usando pesanti martelli come mazze e pezzi di cemento come palle.
Quando si resero conto che era tornato, mollarono tutto e lo raggiunsero.
<< Come è andata boss? >> gli chiese uno di loro.
<< Da schifo. Il potere che avevo trovato è stato distrutto. >> rispose lui ringhiando a denti stretti.
<< Merda! Quindi sei ancora fregato yo! >>
<< Purtroppo. >>
<< Che intendi combinare adesso? >>
<< Sono stressato. Ho intenzione di prendermi qualche giorno di riposo prima di tentare un’altra missione… piuttosto, dov’è mia sorella? >>
<< La piccola serial killer? Lontano da noi per fortuna, you feel me? >>
 
Drago capì subito dove trovare Winter.
Il giardino stile giapponese era la zona più splendida di quel posto, con templi e sculture in stile orientale circondate da laghetti su cui galleggiavano fiori di loto bianchi, bonsai potati accuratamente e alberi frondosi come a voler nascondere in un mantello verde l’aura incantata di quel luogo.
Non era davvero qualcosa proveniente dall’antico oriente, ma bastava a far ricordare alla giovane demone la casa abbandonata molti anni fa.
La ragazzina si trovava proprio lì, a camminare per le stradine circostanti l’area giapponese con aria malinconica, sospirando continuamente, gli umani non le degnavano di uno sguardo distratti com’erano dalla loro egoistica felicità. Voleva raggiungerla e provare a tranquillizzarla, ma era esitante a tutto ciò, non era nella sua natura fare cose simili; le si avvicinò solo quando si assicurò che non ci fosse nessuno nei paragi, subito lei cacciò via quell’espressione di tristezza e gli corse incontro per sapere, impaziente, le ultime notizie.
 << Andrà meglio la prossima volta, non devi arrenderti! Adesso ti cerco subito un altro sostituto del Chi dell’Acqua! >>
Era sorprendente il suo ottimismo.
Innaturale dopo ciò che avevano passato.
Per sicurezza sia sua e che personale, Drago le aveva cancellato la memoria degli ultimi eventi con un incantesimo, al suo risveglio non aveva più pallida idea di ciò che era successo, tornando affettuosa e rompiscatole come prima. Dalla sua vitalità non si poteva immaginare che aveva tentato di ucciderlo, per quanto riguardava L’Ice Crew gli aveva proibito di dire anche una sola parola su ciò che era avvenuto.
Se solo avessero osato svelare anche una minima parte gli avrebbe tagliato la lingua.
<< Lascia stare, ho bisogno di una vacanza, mi sono spaccato la schiena fin troppo nell’ultimo periodo. >>
<< In vacanza? Proprio adesso? Ne sei sicuro? >>
<< Si, credimi. >>
<< Allora… cosa vuoi fare adesso? Non è da te non fare niente. >>
<< Un semplice giro. >>
Winter non avrebbe mai creduto di vedere suo fratello perdere tempo.
Lui era un tipo molto attivo, fin da quando erano bambini non stava fermo un attimo volendo fare tutto di fretta; dopotutto, forse era un bene dopo quel che avevano passato in quell’intenso mese.
Per non parlare dell’ultimo scontro con il mezzo demone… dopo quel giorno non ricordava un granchè…
Memoria a parte, era un piacere poter passeggiare nuovamente insieme a lui tra i grattacieli della città, non avrebbe mai creduto che sarebbe stata felice di fare qualcosa di così normale; non si parlavano ma la sua sola presenza gli bastava per quel poco tempo che potevano permettersi insieme, non voleva lamentarsi di quella piccola opportunità di stare vicino al suo unico parente.
<< Insomma… lo sai che i capelli corti ti stanno davvero bene? >> esordì ad un certo punto Drago. Winter per la sorpresa rischiò di cadere giù dal palazzo, recuperando l’equilibrio all’ultimo secondo. Si voltò verso di lui con gli occhi sgranati, il drago con aria imbarazzata che ruggiva lievemente. Drago non era tipo da complimenti, al contrario, gli divertiva stroncare anche il più banale pregio di una persona, se proprio doveva fare un commento lo diceva con un entusiasmo da funerale.
<< Grazie…? >> fu la sua risposta, incerta.
Scese il silenzio tra i due.
Silenzio per modo di dire data la continua eco dei clacson, delle ruote delle macchine che stridevano sull’asfalto e il vociare degli umani.
Visibilmente agitato, se ne sparì per un attimo saltando giù dal grattacielo per poi tornare dopo solo qualche istante con una busta piena di cibo cinese. Senza dire molto cominciarono a mangiare, ammirando la futuristica San Francisco muoversi attivamente davanti ai loro occhi.
<< Toglimi una curiosità, da quanto tempo sei diventata così… sprezzante del pericolo? Una volta eri più… vanitosa e non avresti mosso un dito per salvarmi pur di non spezzarti un’unghia…. >>
Un’altra domanda che Winter non si aspettava.
Stava cominciando a preoccuparsi.
Va bene il fatto degli apprezzamenti, ma interessarsi al suo cambiamento di vita…
Un individuo poteva diventare una Dragqueen e a Drago non gliene sarebbe potuto fregare di meno.
<< Ho capito che fare la principessa era una gran rottura. >> si limitò a dire la ragazza.
<< Non lo metto in dubbio… e devo ammettere che… questo look ti sta bene. >>
Fratello e sorella si guardarono faccia a faccia con due umori differenti: la ragazzina che non comprendeva per niente quell’improvviso interessamento nei suoi confronti da parte di quel fratello troppo preso dai suoi obiettivi sulla distruzione dell’umanità; e Drago che voleva solo recuperare il tempo perduto, senza avere la più pallida idea di come comportarsi.
Quest’ultimo tentò ancora di fare qualcosa dando inizio ad assurdi discorsi o proponendo impensabili attività tra fratelli, tutte proposte che lasciarono senza parole Winter. Finalmente il demone fece una pausa in cui aspettò una qualunque risposta… e la ottenne eccome, solo non nel modo in cui lui sperava.
<< Devoandareasistemaredeilibricivediamopiùtardi! >> disse tutto d’un fiato Winter, scappando via all’istante prima che Drago potesse fermarla.
Imprecò ad alta voce; non capiva in cosa avesse sbagliato.
 
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Drago se ne stava appollaiato su un albero da solo, imbronciato e di pessimo umore.
Vedendo il loro capo alterato, L’Ice Crew gli si avvicinò per tirargli su il morale.
Normalmente se ne starebbero stati alla larga soprattutto dopo con il casino di Varosha, sapendo bene di correre il rischio di bruciarsi le chiappe, però era meglio provare a guadagnarsi qualcosa sperando di fare bella figura.
<< Yo boss, vuoi un hamburger? >>
<< Lasciatemi in pace. >>
Le foglie dell’albero si raggrinzirono all’istante, accartocciandosi su se stesse e diventando grigio cenere a causa dell’aura calda emanata dal dragone. Ice si arrampicò sull’albero e gli porse una futuristica nintendo ds color oro.
<< Dai dude, vieni a spassartela. Abbiamo preso un sacco di roba ieri che vale un mucchio di soldi. >>
<< Levatevi dai piedi. >>
<< Che umore nero, che ti hanno combinato testa calda? >>
<< Ho detto di lasciarmi in pace! >>
<< Scommetto che la shrimp l’ha fatto incazzare. >>
Drago udì chiaramente il commentò sottovoce di Cobra, lanciandogli addosso un ramo d’albero di tutta risposta.
Il demone scese dall’albero grugnendo sonoramente e se ne andò, prima di seguirlo Ice e Fist dovettero aiutare il compagno steso a terra, incapace di farlo da solo a causa della spalla ancora bloccata dalla ferita riportata nella città fantasma. L’unica ragione per cui gli stettero dietro era per convincerlo una volta per tutte di far fuori dal gioco la sorella, avevano assistito al casino e la “fiducia” nei suoi confronti era diventata praticamente nulla: non avevano intenzione di finire con una freccia conficcata nella schiena.
Invece Drago la teneva ancora con sé, le aveva fatto dimenticare la sua grandissima stronzata e la trattava come se fosse ancora la sua schiavetta favorita.
Drago non era stupido, con quell’atteggiamento però cominciavano ad avere dei seri dubbi, non capivano che cosa il cervello gli dicesse.
Tentarono di fargli capire che stava sbagliando di grosso anche quando Drago tentò di seminarli attraversando Stow Lake, creando un sentiero di terra che emerse dal fondale, fermandosi al centro del lago esasperato.
<< Non siete i miei baby-sitter! Gli affari miei me li gestisco da solo! >> gli urlò da lontano.
<< Andiamo D-man, sfogati! Con noi puoi aprire bocca, lo sai bene! Cos’è che ti ha fatto stavolta la serpe yo? >> gli chiese Cobra.
<< Niente! è questo il punto! Lei non mi ha fatto niente! >>
<< Niente? Yo dude! Ti voleva infilzare il culo! >>
<< Perché l’ho trattata di merda! Per me è ancora piccola ma ormai è maturata come demone! è io non so come comportarmi! Non so come farmi… perdonare! >>
<< Perdonare? D-man, ti rendi conto che stai sparando minchiate?! >>
<< Scusa la domanda yo, ma perché dovresti farti perdonare? >>
Drago non rispose, non aveva voglia di rivelare quel che era personale.
Non erano affari loro.
Vide in lontananza, in quel momento, sua sorella arrampicata su un albero, crogiolata all’ombra della folta chioma di foglie, la coda a penzoloni, intenta ad accarezzare gli uccellini di un nido proprio davanti a lei che cinguettavano sonoramente. La chiamò all’istante ignorando così gli umani, lei ricambiò con un debole cenno della mano, stringendosi le spalle in segno di imbarazzo.
Il demone sospirò, la confusione che si fece nuovamente gioco di lui.
<< Devo fare qualcosa per lei… >> disse a se stesso.
Uno stridulo verso rovinò la quiete.
L’ombra di qualcosa di enorme oscurò il sole, un forte vento soffiò sollevando letteralmente in aria la gente nei dintorni e spezzò gli alberi. Dal cielo scese in picchiata un’enorme rapace dall’aspetto sia animale che umano: le ali e le zampe erano simili a quelli di un condor, il piumaggio marrone scuro con macchie nere sparse sopra, il volto, il petto e il bacino invece somiglianti a quelli di una donna, la pelle cadente e rugosa di un giallo sporco, gli occhi infossati e la bocca priva di labbra che metteva in mostra i denti appuntiti.
Un’arpia, ecco cos’era.
Drago gli lanciò delle sfere di fuoco per abbatterla, agilmente però la bestia riuscì a schivarlo. Stranamente non si avventò contro di lui, puntò un altro obiettivo, dirigendosi in picchiata contro la macchia d’alberi per afferrare la giovane demone e portarla via. Winter si dimenò e ricoprì di ghiaccio il proprio corpo per tentare di liberarsi, ma l’arpia non risentì di nulla e continuò a volare.
Drago spiccò il volo subito dopo, portandosi dietro i tre gangster.
Dovette compiere un immenso sforzo per non perdere di vista la mitologica creatura, sfruttando tutto il Chi del Cielo per dar forza alle ali; l’immenso parco di San Francisco lasciò posto alla costa e al mare, con le onde schiumose che si infrangevano tra di loro. Fu lì, con stupore di tutti, che la bestia mollò la preda, facendola precipitare in mare: nessuno notò l’improvviso slancio nel cielo della creatura che sparì in un istante, si concentrarono sulla ragazza che con un urlò finì a mollo, Drago lasciò andare i gangster e si gettò in picchiata al salvataggio; l’impattò veloce con l’acqua fece male ma non si fermò, cominciò a nuotare rapidamente verso la ragazzina che si agitava furiosamente nel vano tentativo di raggiungere la superficie, trattenendo il respiro con difficoltà e andando sempre più a fondo.
 
L’Ice Crew tornò a riva fradicio dalla testa ai piedi.
Si accasciarono sulla spiaggia annaspando affaticati sulla sabbia, tossendo fino allo sfinimento a causa dell’acqua salata nei polmoni.
Scrutarono l’orizzonte alla ricerca dei due demoni tra le onde dell’oceano agitato, i gabbiani che lo sorvolavano in cerca di cibo e le navi cargo all’orizzonte che lo solcavano. L’assenza fece pensare che non c’era più nulla da fare, quando all’improvviso una colonna d’acqua si eresse proprio davanti a loro, innalzandosi alta più che mai prima di “crollare” da un lato e schiantarsi sulla spiaggia con un esplosione, rapidamente assorbita dalla sabbia che non ne lasciò traccia, solo due figure mezze affogate.
 
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Drago sbuffava ripetutamente, le braccia incrociate e la coda arricciata su se stessa per il nervosismo. La sorella era ai suoi piedi che piangeva, i capelli raccolti all’indietro disordinatamente, poco distante da un leone di montagna morto.
<< Non piangere. >>
<< Io non sto piangendo… >>
Il piccolo demone rise, picchiettando la testa della piccola accanto a lui.
<< Questo dimostra che io avevo ragione: sei una piagnucolona! >>
<< Non è vero! Io sono coraggiosa! >>
<< Invece hai paura di tutto perché sei piccola. >>
La bambina mise il broncio, continuando a piangere sia per l’offesa che per lo spavento causato dal grosso felino che suo fratello aveva abbattuto. Improvvisamente questo la prese in braccio e le accarezzò la testa,stringendola forte a sé.
<< Non ti preoccupare sorellina, ti aiuterò io a diventare coraggiosa. >>
<< Davvero? >>
<< Certo! Io sono un demone grande adesso! Sono il più forte di tutti! E non permetterò a nessuno di farti del male! Fidati di me! >>
<< Io ti credo fratellone! >>
 
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Winter si svegliò sussultando.
Respirò a fondo, soffocata dalla mancanza d’aria.
Si strinse il petto, aggrappandosi al bordo dell’amaca nella quale era stata adagiata, disturbata dal debole dondolio causato dal costante muoversi.
La sensazione di soffocamento ebbe presto fine, si sentiva male e gli occhi le lacrimavano, si accorse di essere all’interno dello spogliatoio dello stadio, quello del Golden Gate Park, i suoi effetti personali sistemati con cura lì vicino, all’esterno della stanza sentiva un debole vociare oltre al verso dei grilli che indicavano che fuori era giunta la notte.
Non ricordava come ci fosse finita lì.
L’ultima cosa che rammentava con chiarezza era suo fratello le faceva delle strane richieste e poi… il vuoto totale.
Che diamine era successo?
Scesa dall’amaca, non appena fece un passo cadde a terra in ginocchio per vomitare, dovette sforzarsi per rialzarsi sulle proprie gambe e uscire dalla stanza seppur barcollando; poco distante scorse nell’oscurità del campo da gioco suo fratello che a bassa voce discuteva con gli umani, seduti intorno ad una lampada elettrica.
<< Fratellone… >> lo chiamò lei a bassa voce, la mano sullo stomaco che le bruciava.
Il demone si voltò all’istante, prendendola in braccio prima che cadesse a terra per la seconda volta.
<< Non mi sento molto bene… >> disse lei.
Drago non disse nulla, non incrociò mai il suo sguardo, evitandolo continuamente.
<< Che c’è? >> gli chiese, notando quella cosa.
<< Winter, mi devi raccontare che cosa hai fatto in questi 3 anni: che cosa è successo? >>
<< Per quale motivo….? >>
<< Rispondimi ti prego! è successo qualcosa di  che ti ha cambiato?! >>
<< Io non sono cambiata! Di che diamine stai parlando?! >>
Winter stava cominciando a scocciarsi di quella situazione.
Lei cambiata? Era lui quello che si stava comportando in modo assurdo!
Si stava innervosendo, tentò di allontanarsi ma Drago la trattenne chiedendole continuamente i suoi 3 anni perduti, fu solo allora che si rese conto del vero motivo di quel comportamento: la sua mano e metà braccio erano ricoperti di squame, così come una parte del viso che si toccò raccapricciata da quella sorpresa, la coda biforcuta era sostituita da una sorta di pinna di pesce e sulla testa aveva qualcosa simile ad una cresta. Rabbrividì sentendo quella roba viscida sul proprio corpo, creò con il ghiaccio uno specchio che riflettesse il suo volto e rimase sconvolta nel scoprire che stava diventando una specie di mezzo pesce.
<< Winter, come fai ad avere il Chi del Demone dell’Acqua? >>
 
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La mutazione non era completa, ma le faceva comunque impressione.
Drago le aveva detto che quel fenomeno era dovuto alla presenza del Chi dell’Acqua nel suo corpo, quello che stava cercando di ricaricare.
Come se non bastasse, quel potere che manifestava era l’originale che un tempo apparteneva al demone dell’acqua.
Winter non aveva idea di come fosse finito nel suo corpo, Drago non riusciva a crederci eppure capì che stava dicendo la verità, era impossibile per lei mentirgli, se ne accorgeva subito quando ci provava… ma… non riusciva ad accettarlo.
Per tutta la notte avevano discusso, entrambi volevano sapere una verità che nessuno conosceva.
Stanca di quella discussione stupida, Winter se n’era andata via di corsa.
Drago la inseguì, non voleva certo farla finita in quel modo: la demone si era nascosta su un centro commerciale rivestito completamente di vetro, a parte il tetto a piramide costruito con del materiale nero sulla quale si trovava, lo specchio tra le mani che rifletteva un’immagine che non le apparteneva.
<< Vattene via, non voglio parlarti. >> disse a Drago, di cui avvertì la presenza.
<< Voglio solo capire. >> le rispose, sedendosi accanto a lei poco dopo.
<< Anche io lo vorrei! >> replicò Winter, alzandosi per andarsene.
Drago la tirò per la coda, rimettendola a sedere.
<< Winter, mi dispiace di averti trattato male, ma voglio sapere com’è possibile questa cosa, e tu sai che odio quel che non riesco a comprendere. E poi…>>
<< “E poi” cosa?! Credi che ti abbia nascosto apposta questo Chi per usarlo contro di te?! Pensi che abbia intenzione di tradirti?! >>
Drago ebbe un nodo alla gola, d’istinto avrebbe risposto con “ciò che sapeva” ma si trattenne a forza per tenere la bocca chiusa.
<< Non ho mai detto una cosa simile. >> si limitò a dire.
<< Scommetto che l’hai pensato! >>
<< Come puoi accusarmi di questo?! >>
<< Anche a te verrebbe di fare “accuse” simili dopo che hai sentito tuo fratello dar maggior retta a degli schifosi umani, invece di credere a chi non può mentire con te! >>
Il drago non potè replicare: non poteva negare che L’Ice Crew gli avevano messo la pulce nell’orecchio suggerendogli che sua sorella avrebbe potuto tradirlo dopo quel che aveva fatto a Varosha. Quel “tradimento” però era stato scatenato per colpa sua, sua sorella aveva solo reagito per difendersi, se così poteva definirlo.
Che cazzo di situazione, pensò.
Non sapeva a chi e cosa credere.
Ad un tratto si rese conto che la ragazzina si era rannicchiata su se stessa, la coda arrotolata intorno alle gambe come segno di grande tristezza: la prese e la strinse al suo petto, appoggiandole la testa all’altezza del cuore, cominciando ad intonare la nenia della loro infanzia, tanto cara alla sorella che avvertì nostalgia in quel gesto che la colse di sorpresa. Spesso, quando da piccola durante gli allenamenti si faceva male, era abitudine di Drago confortarla in quel modo, una sorta di coccola che nonostante la sua natura feroce riusciva ad infondere affetto.
Non pensava che fosse ancora capace di farlo.
<< Andiamo piccoletta, non fare così. Sei una demone adulta ormai, non più una cucciolotta. Troveremo insieme una spiegazione a questo mistero. >>
<< Mi piacerebbe crederci… >>
<< Da quando ti abbatti al primo ostacolo? Con la tua intelligenza risolveremo questa cosa entro cena. >>
<< Certo, come no. >>
<< Stiamo a vedere. >>
<< Guarda il lato positivo: adesso hai un Chi con cui darmi una mano. >>
<< Non credo che mi servirà a molto… >>
<< Perché? >>
<< Ho le mie buone ragioni! >>
<< Spiegamelo. >>
Winter di colpo arrossì, si avvicinò a Drago per sussurrargli nell’orecchio qual’era il suo problema.
<< Oh… capisco. >>
 
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L’Ice Crew se n’era andato sulla spiaggia ad abbronzarsi.
Il parco era una roba pallosa, non c’era niente di figo per spassarsela, nemmeno uno straccio di gruppi di lotte clandestine, riponendo le loro speranze di divertimento nella costa a pochi passi dall’area erbosa, augurandosi di non avere scocciature che rovinassero il loro unico giorno di vacanza.
Se avessero avuto una tavola da surf si sarebbero fatti una cavalcata sulle onde perfette del mare, tentando magari di far colpo su qualche bella ragazza dalle curve mozzafiato e il seno sodo su cui posare gli occhi…. Purtroppo non c’era nessuno su cui provare a flirtare, erano da soli insieme ai granchi, le stelle marine, i paguri che si trascinavano dietro le conchiglie per crearsi la tana… e due demoni unici della loro specie.
Furono sorpresi di vedere fratello e sorella da quelle parti, da come si comportavano sembrava che avessero sistemato le cose tra loro, apparentemente, ma non capivano per qual motivo Drago fosse nell’acqua che tanto odiava, facendo segno alla piccoletta di venire da lui. Il demone era a petto nudo e in pantaloni, la sorella invece indossava una muta da surf blu scuro con dei motivi gialli a righe sulle spalle e sulle gambe, ancora in “modalità” mezzo pesce
<< Avanti, non fare la bambina! >>
<< Ho detto di no! >>
<< Guarda che non è così male! >>
<< “disse il demone che odiava l’acqua”. >>
<< Smettila di fare i capricci e metti le zampe a mollo! >>
<< Scordatelo! >>
<< Yo dude, che si combina da queste parti? >>
All’arrivo dell’Ice Crew, Winter tentò di defilarsi, Drago però la prese prima che ci riuscisse, attorcigliando la sua coda intorno alla mano. Era chiara la ragione di quell’atteggiamento tutto fuorché normale, gli umani sghignazzarono mentre Winter cercava di trascinarsi via dalla riva, affondando le mani nella sabbia.
<< Yo D, non vorrai insegnare alla pulce ad usare il Chi? Sprechi tempo dude, ti farà solo impazzire: lei non ha gli attributi per fare una roba tosta come questa, you feel me? >>
Un calcio nei gioielli di famiglia interruppe Ice bruscamente, si accasciò in ginocchio urlando stridulo mentre gli altri maschietti distoglievano lo sguardo impressionati.
<< Adesso neanche tu hai gli attributi, you feel it? >> gli chiese Winter con molta soddisfazione.
<< Smettila di giocare Winter, abbiamo del lavoro da fare. >> le disse Drago, tentando di trascinarla in acqua. Con uno strattone la ragazzina riuscì a liberarsi, rotolando in avanti per allontanarsi.
<< Ti ho detto che non entro in acqua per nulla al mondo! >> replicò lei, cominciando a correre.
<< Torna subito qui signorina! >>
<< Yo D-man, perché la demonietta impazzisce per così poco? Non le gusta l’ebbrezza da pesce? >>
<< Non è questo il punto! Mia sorella non sa nuotare! >>
 
I tre gangster non avevano affatto capito le intenzioni del loro capo, per questo motivo se la risero più di prima. Assistettero alla scena in disparte ( soprattutto per non correre il rischio di finire con gli attributi a pezzi ) sorseggiando una birra ghiacciata, una scusa a dire la verità per farsi quattro risate alle spalle di entrambi i demoni: Drago fu costretto ad inseguire Winter pur di portare a termine il suo scopo, non capiva affatto perché fosse così testardamente restia a non imparare a nuotare, era ridicolo!
Finalmente, dopo un’ora di rincorsa, riuscì ad acchiappare la sorella, placandola con una mossa stile wrestling, sollevandola di peso e caricandosela sulle spalle con soddisfazione; nel tentativo di liberarsi la giovane demone fece finire entrambi nell’elemento che tanto disprezzava, accompagnati dalle risate divertite del trio.
<< Finalmente a mollo. >> disse il demone con una risata sorniona.
<< Ti odio… >> si limitò a dire lei alterata.
<< Piantala, un paio di lezioni e nuoterai meglio di un pesce. >>
<< Non ho mai imparato a nuotare e intendo continuare per questa strada! >>
<< Come fai ad avere paura dell’acqua sapendo che la usi sotto forma di ghiaccio? >>
<< Io non ho paura! Io… io non amo bagnarmi le squame! >>
<< Sei ridicola. >>
<< E tu un rompipalle. >>
<< Non è così difficile Winter, devi solo muovere braccia e gambe insieme! >>
<< Parla per te! Io sono un demone che striscia, non che nuota! >>
<< Tecnicamente i serpenti sarebbero in grado di nuotare. >>
<< Il punto è che mi scoccia! >>
Nonostante le proteste Winter non fu in grado di tornare a riva, suo fratello diede inizio alle lezioni: la ragazzina praticamente galleggiava come un sasso, non appena la lasciava andare per permetterle di provare a nuotare da sola affondava all’istante, agitandosi inutilmente.
Chi dell’Acqua o no, non era proprio capace di stare a mollo.
L’Ice Crew nel frattempo si divertiva ad assistere allo spettacolo, incitando in modo ironico la giovane per renderla ancora più ridicola, scommettendo tra di loro quanto sarebbe durata.
Il tramonto giunse veloce tra una lezione di nuoto e l’altra, quando il cielo divenne di un chiaro arancione, i demoni interruppero ciò che stavano facendo per potersi finalmente riposare e scaldarsi grazie al fuoco del falò realizzato: tornata a riva, Winter salì sopra il cofano della macchina con la quale erano venuti scrollandosi l’acqua di dosso, accolta dall’ironico applauso della Crew.
<< Non posso credere che la signorina “Wikipedia” non sappia nuotare. >> commentò rallegrato Ice.
<< Spiffera tutto ragazzina, ti sei divertita? >> le chiese Cobra.
<< Nemmeno un po’! >>
<< Smettila di lamentarti Winter, devi solo farci l’abitudine. Considerala una specie allenamento per cogliere di sorpresa gli umani sott’acqua. >> le disse Drago avvolgendola in uno asciugamano peloso.
Per mangiare, catturarono qualche pesce e crostaceo improvvisando una grigliata, l’atmosfera era tranquilla e in giro non c’era nessuno a dargli fastidio. L’odore di pesce impregnò la salmastra aria marina, piccole particelle di fuoco zampillavano tra le fiamme per poi cadere sulla sabbia e sparire in un attimo, i gabbiani che solcavano l’orizzonte per raggiungere i loro nidi. Drago era sdraiato sulla sabbia ormai fredda, rispondendo distrattamente alla conversazione con gli umani per la stanchezza, intervenendo con più attenzione solo quando cercavano di dar fastidio a Winter che si era addormentata lì accanto.
<< Dateci un taglio ragazzi e lasciatela riposare, è stata una giornataccia per lei. Ha bisogno di dormire…. e anche io. >>
<< Vogliamo solo stuzzicarla un po’ D-man. >>
<< Ho detto di no. >>
<< Yo dude, sei palloso di brutto in questo periodo. Ma toglici un’idea boss: perché non lo assorbi il Chi? Non ti serve per trasformarti in una superstar? >>
<< Si… ma ho un progetto in mente. Forse lasciargli quel potere mi semplificherà gran parte del lavoro. >>
<< Per “lavoro” intendi vendetta? >>
<< E non ti passa per la zucca che potrebbe farti il culo come una capanna per lo stesso motivo? Yo boss, che combinerai se la mocciosa rimette il cervello a posto, e ricorda il casino che ti ha fatto? >>
Drago non rispose, ma ciò non voleva dire che non aveva pensato a quella eventualità.
Era troppo presto per discutere di quell’argomento nonostante le idee a tal proposito fossero chiare. Si permise di fantasticare sul futuro, sorridendo alla catastrofica immaginazione che aveva in mente, l’esperienza personale però gli diceva di andarci cauto e di non lasciarsi andare dalla follia. Un debole mormorio lo fece voltare verso la sorella, sembrava che stesse parlando nel sonno e questo lo divertì, lei aveva sempre avuto il sonno pesante ed era sempre stato difficile svegliarla.
<< Per essere parenti non vi somigliate molto. >> fu il commento improvviso di Ice.
Drago si voltò di scatto verso di lui infastidito, il ragazzo biondo alzò le braccia e si affrettò a spiegare.
<< Yo, voglio dire… tu sei un drago e lei una serpe, avete Chi differenti e anche modi di fare differenti. Insomma, voi davvero…. insomma, you feel me? >>
<< Siamo nati dalla stessa madre e abbiamo lo stesso padre se è questo che stai insinuando. >>
<< Yeah, abbiamo conosciuto il tuo vecchio ma non ci ha mai raccontato come… >>
<< La discussione termina qui! >>
Il demone si allontanò alterato, lasciando il trio con parecchi dubbi.
 
Si accamparono sulla spiaggia per la notte, il dragone aveva intenzione di riprendere le lezioni alle prime luci dell’alba. La notte non fu necessario coprirsi con sacchi a pelo o mettersi in una tenda, sebbene fosse ancora Aprile sembrava che l’estate fosse già arrivata in tutto il suo calore; a far da sveglia ci pensarono gli uccelli marini e le urla dei surfisti mattinieri che si gettavano nell’acqua ancora gelida.
Winter nonostante il chiasso continuava a dormire, Drago era seduto accanto a lei, punzecchiandola per costringerla ad alzarsi. In realtà lo faceva solo per divertirsi come ai vecchi tempi, nostalgico delle sue arrabbiature a cui sapeva tenere testa e che sfruttava per farsi qualche risata.
Sembrava passata un’eternità dall’ultima volta che si era divertito alle sue spalle… troppo tempo. 
<< Lasciami dormire altri 30 minuti…. >> mormorò ad un certo punto la ragazzina..
<< Niente da fare pigrona, con me al comando non si poltrisce. >> le disse.
Con un grugnito la ragazzina si alzò sbadigliando, grattandosi continuamente per il fastidio provocato dalle squame che ancora aveva addosso, tra l’altro molto più appiccicose di prima. Si guardò nuovamente allo specchio e sospirò, vedersi in quello stato la demoralizzava.
<< Su col morale pulce, se non riesci a stare a galla possiamo usarti come attrazione per il circo. >>
<< Fottiti. >>
<< Andiamo Wikipedia, mettici almeno un po’ di adrenalina, hai una roba cool che tutti vorrebbero. Roba che ti fa sentire un dio! >>
<< Preferisco tenermi il mio Chi originale. >>
<< Whooo che gelo, credevo che tutti i demoni fossero entusiasti nel drogarsi di forza, perché tu non fai lo stesso? >>
Strikemaster Ice si aspettò una risposta acida e cattiva, ma incredibilmente, per la prima volta, Winter non rispose, il suo volto contratto in una smorfia triste. Era un’opportunità preziosa per prenderla in giro, ma rimase talmente sorpreso da non riuscire a dire un insulto.
Improvvisamente la ragazzina si allontanò in fretta per raggiungere suo fratello, lasciandolo a pensare.
Prima che il secondo round avesse inizio, le urla stavolta impregnate di terrore dei surfisti li interruppero: gli sportivi del mare non stavano schiamazzando per il divertimento di solcare le onde, erano inseguiti da creature simili ad anguille dalle lunghe e appuntite creste verde smeraldo, i corpi lunghi e sinuosi di un verde più scuro chiazzato da piccole macchie nere, barbigli situati sopra le bocche simili a quelle di uno squalo bianco, macchiate di sangue e pezzi di carne. Molti di quei giovani erano feriti in modo più o meno grave, a fatica riuscirono a trascinarsi sulla spiaggia aiutati dai loro compagni, scampando da quelle bestie che battevano furiosamente i denti tra loro.
Ne contarono almeno 7 e tutti enormi quanto un leone.
Drago rivelò che erano Leviatani, la rivelazione stupì gli umani che non riuscirono a credere che quelle bestie fossero le creature leggendarie descritte nei miti come draghi o serpenti, scatenando una sorta di delusione. La “scusa” dei demoni fu che era tutta questione di fantasia umana, descrivendola come un difetto comune nella loro specie.
<< Creepy… Fortuna che non stanno sulla terra ferma. >> disse Cobra… le cui parole vennero subito dopo smentite quando le “anguille” strisciarono come serpenti sulla sabbia.
<< Sfortuna che non sia così. >> commentò Drago.
I mostri mitologici invasero la striscia di terra inseguendo qualunque cosa si muovesse, i loro corpi luccicavano sotto il sole e gli occhi sembravano vitrei, i barbigli vibravano debolmente e si arricciavano ripetutamente.
<< è il tuo momento sorellina: uccidili. >>
<< Prego?! >>
<< Per poter imparare a padroneggiare all’istante i tuoi nuovi poteri questa è decisamente l’occasione perfetta. >>
<< Ma tu sei scemo! Non ho intenzione di rischiare la pelle per poter usare una cosa che non mi interessa! >>
Inutili proteste.
Drago spinse Winter verso un Leviatano, dandole un calcio sulla schiena: la grossa bestia si fermò per contemplare la ragazzina che rimase immobile tentando di escogitare qualcosa; soprattutto quando la creatura la “esaminò” usando i barbigli che le scivolarono addosso come dei tentacoli. Winter inorridì per il disgusto, Drago la fissava sperando che quella prova l’aiutasse a recuperare la sicurezza in sé stessa, il suo equilibrio demoniaco danneggiato: sapeva che era così, non aveva alcun dubbio, in quello stato non poteva aiutarlo per quanto si sforzasse a voler dimostrare la fedeltà nei suoi confronti… in particolar modo dopo che il mondo sarebbe stato nelle sue mani.
Ad un tratto la ragazza cominciò ad attaccare con schegge di ghiaccio che si frantumavano sulla testa del Leviatano in mille pezzi senza causare alcun danno, limitandosi a dondolare la testa avanti e indietro con fare confuso. Non andava bene… per quanto forti potessero essere i Leviatani, il potere di Winter era pur sempre un’arma mortale, invece non li stava nemmeno graffiando e questo fu la conferma per il demone che sua sorella non stava bene.
Ed era in gran parte colpa sua.
<< Scansati Yo! >> distratto com’era, ci mancò poco che uno di quei bastardi gli staccasse la testa.
Il resto del branco aveva finalmente la sua presenza e quella dell’Ice Crew, affamati e assetati di sangue e morte.
 
Winter si rese conto che fratello e gli umani erano anch’essi alle prese con i mostri.
Chi dell’Acqua o no, non stava concludendo niente.
Il caldo le creava già problemi per il semplice fatto che fosse un essere di ghiaccio, da quando si era manifestato il secondo Chi si sentiva sempre peggio, in particolar modo disidratata, le squame che le bruciavano interamente il corpo come se fosse in fiamme, il fiato che le mancava sempre più fino al soffocamento.
Maledisse con tutta se stessa quel dannato potere mai chiesto.
Non era mai stata megalomane come Drago, che aveva sempre voluto accrescere il proprio potere demoniaco, era sempre stata fiera delle sue “normali” capacità e non avrebbe cambiato nulla di sé stessa nemmeno per tutti i libri di magia oscura del mondo. Alla prima occasione se ne sarebbe liberata…  Anche perché lei… non si sentiva degna di questo.
Improvvisamente ebbe delle palpitazioni al cuore, violente.
Le sue condizioni stavano peggiorando; odio o no, si ritrovò costretta a gettarsi nelle chiare e fresche acque prima di peggiorare.
La freschezza dell’ambiente marino la fece riprendere velocemente, tenne chiusi gli occhi e trattenne il respiro con vigore prima di rendersi conto che lì sotto poteva respirare e i suoi occhi non bruciavano a contatto con il sale disciolto, proprio come un pesce, solo muoversi allo stesso modo ancora non era capace. Galleggiò nel fondale per abituarsi al nuovo ambiente, guardandosi intorno si rese conto che erano stati trascinati lì sotto dai Leviatani anche gli altri, mezzi affogati che tentavano di liberarsi dalla presa mortale.
Con quel poco che aveva imparato “nuotò” verso di loro, o almeno ci provò, sforzandosi di raggiungerli: 3 esemplari si avventarono contro di lei dandole testate o colpi di coda, azzardando morsi leggeri di avvertimento ma sempre più vicini fare male sul serio.
Il Ghiaccio suo elemento non aveva funzionato, capendo di non poterci fare niente si rese conto che doveva, a quel punto, sfruttare il dono demoniaco nel suo corpo.
Non aveva mai usato differenti poteri al di fuori della magia, eppure quando riuscì a comandare l’acqua fu di una semplicità incredibile, entusiasmante, si sentiva in perfetta sintonia; sfrecciò rapidamente come un missile ad un pelo dalla superficie del mare dividendola a metà, tutto il branco di Leviatani si mise alla sua caccia attirato forse dall’eccitazione che emanava, lasciando andare le prede che nuotarono verso riva.
Diamine, si sentiva benissimo!
Mai prima d’ora nella sua vita aveva apprezzato una cosa simile!
Doveva ammettere che quella sensazione le piaceva!
Ora comprendeva il motivo per cui Drago era ossessionato da quella cosa….
Erano anni che non si sentiva così bene!
Le piaceva! Le piaceva davvero!
Si lasciò andare a quel turbine di emozioni, si fece prendere il sopravvento come ci fosse una specie di entità superiore che le diceva cosa fare, “entità” a cui dava volentieri ascolto. Non le importava nemmeno di correre il rischio di perdere il controllo, non si sarebbe fermata proprio ora, sul più bello.
Un Leviatano riuscì ad azzannarle un braccio, ma invece del dolore si scatenò una scarica di adrenalina che involontariamente le fece sprigionare ghiaccio e acqua dal corpo, trafiggendo o tramortendo i serpenti marini intono a lei. Quelli non  rimasti feriti si ripresero all’istante, sibilarono talmente stridulo che le bolle emanate dalle loro bocche scoppiando intorbidirono l’acqua, le creste vibrarono e le lingue uscirono dalle bocce nello stesso modo in cui lo facevano i serpenti, solo con una tale rapidità che frustarono la giovane demone come una sorta di frusta, procurandogli lividi su tutto il corpo.
Non le piacque la cosa.
Decisamente no.
 
Le diede fastidio.
Molto.
Non le piaceva…. affatto… essere… colpita in quel modo.
 
Non permetteva a niente e a NESSUNO di farle quello.
 
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L’Ice Crew  si ritrovò ad implorare Drago a non andare in mare.
Con uno sforzo immane lo costrinsero a rimanere sulla spiaggia per impedirgli di gettarsi tra le fauci delle bestie che li avevano quasi ammazzati e che ora si trovavano interessati a Winter.
Gli dicevano che era fottuta, che probabilmente era già morta divorata, di non rischiare la propria pelle per qualcosa che era sicuramente andato perduto.
Drago però non ci voleva credere e non lo accettava, rinnegando l’idea che sua sorella potesse essere perita così facilmente.
 
Solo quanto la terra vibrò si fermò
Lo tsunami che apparve dal nulla, con blocchi di ghiaccio che apparvero dal fondale fino alla cima dell’onda, fu uno spettacolo scioccante che colse tutti di sorpresa, l’ombra creata oscurò la spiaggia…. e lo schianto fu imponente.
Per un lunghissimo minuto l’acqua sommerse quasi tutta la costa, lì dove la gente prendeva il sole ora nuotavano pesci, la sabbia che turbinava su se stessa creando dei vortici e il giocattolo di qualche bambino che veniva portato via dalla corrente. Drago riuscì a mettere in salvo sé stesso e L’Ice Crew prima che lo tsunami li travolgesse, ammirando scioccati il disastro scatenato: a largo della costa si formò un gorgo enorme che stava lentamente riportando il mare al suo stato originale, in parte congelato da lastre di ghiaccio enormi e iceberg arenati a poche miglia.
I Leviatani giacevano morti sulle bianche lastre gelate o galleggiando nell’acqua ricoperti di sangue, alcuni a pezzi e altri invece addirittura quasi triturati.
Winter emerse poco dopo.
Ormai il 90% del suo corpo erano ricoperto di squame azzurre, con tratti molto più “ittici” di prima, ciocche di capelli ondulavano come tentacoli, le mani palmate e la coda simile a quella di una sirena. Il demone mollò il terzetto che cadde in acqua per raggiungere la sorella, stringendola a sé con sollievo.
<< Avevi ragione fratellone, è davvero fantastico…. >> le disse.
<< …Sei fortunato che non abbia deciso di usarlo contro di te per ciò che mi hai fatto a Varosha. >>
Drago si paralizzò.
Quelle parole furono taglienti come la lama di una spada.
Sciolse l’abbraccio, rendendosi conto dello sguardo furioso che gli stava rivolgendo.
Ricordava tutto.
Rimase immobile, in attesa di una qualsiasi reazione, pronto a reagire in qualunque modo sarebbe stato necessario.
Winter tese una mano verso di lui, Drago non capì cosa volesse significare e la guardò con perplessità.
<< È meglio che lo prenda tu questo Chi… prima che faccia qualcosa di cui pentirmi. >>
Drago non disse una parola ma era visibilmente stupito. Timidamente alzò la mano verso quella della sorella, nel suo movimento si notava l’insicurezza di ciò che faceva, in particolar modo con lentezza, come a voler ritardare il gesto.
 
L’improvvisa mano di sabbia che emerse dal fondale prese Winter talmente velocemente che non fece in tempo a rendersene conto.
Venne trascinata all’indietro e sprofondò nel fondale, il ghiaccio e l’acqua svanirono all’istante in una sorta di implosione, senza un grido ad allarmare l’azione avvenuta.
Accadde tutto in fretta.
E quando Drago si rese conto che Winter era sparita, era già troppo tardi.
  
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