Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Nat_Matryoshka    30/05/2012    8 recensioni
"Sono il bambino dall’infanzia tradita, che ha imparato troppo presto a sorridere e a comportarsi come un adulto. Chi sono veramente, ora che sono cresciuto?
Due lacrime mi solcano il viso, di matita o d’acqua, non importa, il pubblico non se ne accorgerà. Chi sono veramente, ora che devo divertire gli altri, anche se sono io il primo a soffrire?"
[Noah's Ark Circus centric]
Genere: Dark, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beast, Dagger, Joker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Questa sera assisteremo
al triste destino che il mondo ha donato ad alcuni
ai bambini che Dio ha abbandonato, che provocano brividi senza sosta.
Bambini che non riescono nemmeno a trascinarsi sulle loro membra storpie…”

 

 

 Rumore di vetri infranti

 

 

 

 

“Venite avanti, rispettabili signori e leggiadre signore! Il Circo dell’Arca di Noé è giunto in città, ed è pronto a deliziarvi con la sua compagnia di acrobati, domatori, giocolieri, animali e molto altro ancora! Non abbiate paura, unitevi a noi e al nostro fantastico spettacolo, non ve ne pentirete…”

La voce si perde lontana, portando con sé l’anticipazione e la curiosità del pubblico, che sciama attorno al giovane dai capelli arancio mentre presenta lo spettacolo, desideroso di sapere qualcosa di più sulla compagnia che percorre la strada tra le grida d’incitamento e le risate generali. Di compagnie circensi ne sono passate a non finire nella città di Londra, ma questa sembra avere qualcosa di speciale, stando ai cartelli: promette meraviglie (orrori) a non finire, animali esotici, spettacoli spaventosi e mozzafiato… ce n’è abbastanza perché ogni bambino tiri impaziente la gonna della mamma, supplicandola di portarlo allo spettacolo, perché ogni uomo, donna, ragazzo, di qualsiasi classe sociale, si avvicini affascinato al tendone, come un ape alla corolla di un fiore incantevole.

 

 
Oh, la deformità!
Deformità!
Venite avanti a vedere
Venite avanti a vedere!

 

 Sulla pista illuminata dai riflettori, il presentatore mostra orgoglioso la sua troupe, sorridendo al pubblico, godendosi la pioggia di applausi. L’abito dai colori brillanti lo rende visibile anche agli spettatori seduti più in fondo e, come se non bastasse, sta tirando in aria delle palline, iniziando la serata con un numero da giocoliere. Quando ancora questo tendone era un ammasso di stracci, e non esisteva un circo in cui raccogliersi, il figlio rifiutato di Karen Taylor, la prostituta dell’East End, girava per le strade malfamate privo del braccio destro, piangendo un destino che non gli spettava. Un incontro ha cambiato la sua vita, ha dovuto concedere molto, ma qualcosa di buono in fondo l’ha ottenuto: la mano scheletrica che lancia le palline, dalle dita sottili, bianche, spettrali. In condizioni normali, risulterebbe spaventoso, ma chi può farci caso, nel circo degli orrori e delle meraviglie?

… Guardate in alto, signori, e vedrete la nostra bambola, la bella bambina bianca come un giglio, un fiore dai petali di merletti, che avanza passo dopo passo lungo la corda tesa, leggera come una piuma, come i fiori che le coprono i capelli e il corpo. Il suo viso è stato deturpato dalla rabbia di coloro che si definivano “i suoi genitori”, ma che di materno e paterno avevano ben poco… non troviate che sia comunque bellissima, anche così? Nonostante abbia vissuto come una pezzente e una ladra per gran parte della sua vita, ora svetta sulle teste di coloro che non l’avrebbero mai degnata di uno sguardo se l’avessero incrociata a chiedere l’elemosina nella sporcizia dei vicoli. Com’è strana, e fantastica, la vita.

La vostra attenzione è già stata tratta da qualcos’altro, non è vero? Deve essere merito di Beast, la nostra affascinante domatrice di belve feroci, che con un semplice schiocco di frusta è capace di rimettere a posto esseri umani e animali, allo stesso modo. Se qualcuno ritrovasse per caso una sua foto di una decina di anni prima, non riconoscerebbe mai la silenziosa ragazzina vestita di stracci, senza una gamba dalla nascita, appoggiata alle stampelle per non perdere l’equilibrio, con gli occhi tristi di chi non crede nel futuro…
La bambina se n’è andata, ma qualcosa di lei è rimasto nella donna fiera, che gioca con la tigre come farebbe chiunque con un gattino: una gamba finta, così candida e levigata da sembrare vera, inquietante e rigida, in sostituzione alla sua che nessun miracolo potrebbe restituirle.

Continuate a guardare, signori, perdetevi nel nostro spettacolo, lasciatevi affascinare ancora una volta dalla troupe e dalle loro terribili storie. Ecco a voi Dagger, il lanciatore infallibile di coltelli che manca della gamba destra, tutto impettito nella sua bella camicia di raso a righe; ecco i piccoli Peter e Wendy, trapezisti, intrappolati a vita nei loro corpicini di bambini di sei anni, piccoli e storti a causa della malnutrizione, ma splendidi nei loro abiti di scena… ed ecco anche Jumbo che, al contrario, è cresciuto troppo in fretta per la sua giovane età, un goffo gigante che, come molti altri, ha subito sulla sua pelle le angherie dei genitori che avrebbero dovuto proteggerlo. E quel ragazzo silenzioso, che rimane in disparte pur partecipando allo spettacolo? Lo si direbbe normale, se non fosse per i serpenti che lo circondano e sembrano in qualche modo comunicare con lui.

 Cosa dite? Tutto questo non vi sembra normale? Suvvia, sono state le meraviglie del nostro circo ad attirarvi! Dietro ad un aspetto gradevole, il grottesco, rovescio inevitabile della medaglia. E, in fondo, siete stati voi stessi a chiederlo…

 

 Oh, sei qui, sei qui!

Vieni avanti a vedere!

Vieni avanti a vedere!

 

 

Sullo spiazzo di segatura, solo un anello delimita lo spazio tra noi e il mondo. Un confine minimo, l’ultimo avamposto che ci divide dal bel mondo che ogni sera accorre a riempirsi gli occhi di quanto può essere considerato terribile, deforme, spaventoso.  La nostra unica difesa di fronte a quanto ciò che c’è di sconosciuto, pronto a ferirci se solo abbassiamo la guardia.

Chi ha paura di noi?

Siamo spettri che vagano affamati in un territorio che non conoscete, anime dannate, bambini abbandonati che desideravano solo vivere come i loro coetanei, tra giochi e piccoli crucci quotidiani, e che invece sono costretti ad allestire ogni sera questo spettacolo per saziarvi, per campare. Perché voi (noi) esseri umani siete così strani, difficili da capire… un momento prima correte entusiasti e vi radunate sotto il tendone, quello dopo sul vostro viso si dipingono espressioni interdette, turbate. Forse non siete pienamente consci di ciò che desideriate veramente, o forse è solo una serie di capricci a muovere ogni vostra azione.
Ma bando alle ciance: il pubblico applaude, la musica continua a suonare, la serata va portata avanti comunque; il circo segue l’andirivieni del giorno e della notte, delle giornate che si susseguono come i fogli di un libro, veloci, inesorabili. Scorrono, scorrono, scorrono.

 

Sono il bambino dall’infanzia tradita, che ha imparato troppo presto a sorridere e a comportarsi come un adulto. Chi sono veramente, ora che sono cresciuto?
Due lacrime mi solcano il viso, di matita o d’acqua, non importa, il pubblico non se ne accorgerà. Chi sono veramente, ora che devo divertire gli altri, anche se sono io il primo a soffrire?

La mia mano è quella di uno scheletro, come la tua gamba, e la sua gamba. Anche il cuore non sembra essere umano: batte, è vero, ma resta immobile, come se fosse di piombo. Come si può considerare altrimenti un cuore che non palpita minimamente alla vista dei bambini che ogni giorno vengono rapiti e portati via, con la minaccia che sarebbero altri a soffrire al posto loro se qualcuno osasse ribellarsi?
Siamo la ladruncola che piange all’angolo della strada, senza più un occhio e senza una casa dove tornare, la giovane donna zoppa che maledice il suo destino, i due bambini dal fisico debilitato, il gigante buono, il ragazzino che si guadagna la vita con gli espedienti. Una mano si è tesa per noi, abbiamo ricevuto una speranza e dei nuovi arti, ma il prezzo da pagare è stato alto, forse troppo, ma nulla è troppo per chi deve contare solo su se stesso ogni giorno.
Camminiamo sulla fune, ci lanciami dal trapezio, insegniamo ad una tigre ad inchinarsi al pubblico: intorno a noi le grida attutiscono l’accartocciarsi dei pensieri, la loro foga nel sovrapporsi e nello sgretolarsi, come foglie d’autunno. Perché se la vita, ormai, si è ridotta ad un palcoscenico, tutto ciò che possiamo fare è recitare al meglio la nostra parte, completamente immedesimati in ciò che siamo diventati, perduti in noi stessi. Abbiamo sacrificato tutto, ma dobbiamo pensare a noi stessi, e l’ancora di salvezza che ci viene porta, seppure da un demone travestito da benefattore, è l’unica che ci resta.

Danziamo in cerchio sulla pista, senza peso, senza fretta. Uno-due, uno-due.

Lo spettacolo è finito, tutti se ne vanno: la scena chiude le porte di fronte al suo pubblico, ma dietro le quinte il lavoro continua, la troupe si muove. Domani si apriranno ai nostri occhi nuovi scenari, nuovi orizzonti, altri spettatori da deliziare e meravigliare si faranno avanti e vorranno prendere parte allo spettacolo di delizie e spaventosi segreti, che dietro la maschera di bellezza nasconde un cuore nero, corroso, ma allo stesso tempo ammaliante… ogni giorno, ogni mese, ogni anno, fino a che questo carillon sgangherato avrà la forza di girare, di tenersi in piedi per suonare la sua melodia.

Grida, risate, pianti, canzoni, rumore di vetri infranti, in un crescendo sempre più forte, sempre più alto…
E poi, silenzio.
Un silenzio che ferisce i timpani.

 

Venite signori, ad ammirare il circo dell’Arca di Noè! Fatevi abbagliare dalle sue luci, perdetevi nell’atmosfera di festa che sparge attorno, ma non fatevi ingannare: i veri mostri, da cui cercate di allontanarvi ridendo di loro, non siamo noi.

 

 

 

Note dell’autrice

Finalmente, dopo un periodo di indecisione e cincischiamenti vari, sono riuscita a pubblicare questa fanfiction, che vuole essere una sorta di tributo al Noah’s Ark Circus di Kuroshitsuji, uno degli arc narrativi che più mi ha ispirata e colpita. Ho amato Joker, Dagger, Beast e tutti gli altri, e vederli sparire dalla scena in così pochi numeri è stato davvero un peccato. Spero di essere riuscita a rendere con le parole le emozioni che mi ha trasmesso la lettura di quei volumi!
Parte della mia ispirazione – e dei ringraziamenti – sono dovuti anche al libro Il circo maledetto di Ann Featherstone (che leggevo al momento della stesura) e alla canzone sulla quale l’ho basata, Dark Wood Circus dei Vocaloid (Miku, Rin e Len). Se vi capita approfonditeli entrambi, meritano davvero!

Come al solito, ringrazio anticipatamente chi vorrà dire la sua con un commento o una critica, e le persone che mi spingono a scrivere e a non mollare nonostante spesso non sia soddisfatta dei miei lavori. (Bro :3)

Nat (ex Ino)

 

 

   
 
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