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Autore: Seiten Shiwa    31/05/2012    4 recensioni
Queste… queste sono le parole che non t’ho mai detto. Mai più mi sentirai pronunciarle… - prendo fiato
– perché non c’è altro giorno o altro motivo se non “oggi” e “tu” per cui io deva regalartele. –
e il mio sguardo non si posa su di te, ma su chi hai affianco
– no, non ho smesso di farlo, se è questo che tu stai pensando di me ora.
Non ho smesso di amarti. Non potrò mai farlo.
È difficile smettere di amare qualcuno che a malapena credevo di conoscere.
Sì, perché credevo di conoscerti, ma non era così. Abbiamo passato alcuni anni insieme, eppure, solo ora, mi rendo conto che non t’ho mai conosciuto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AUGURI MIO CARISSIMO IRISH BAY BOY!!! *_____*
Questa è per te…

 

Premessa: Mi è sbucata in mente come un fungo, leggendo distrattamente degli aforismi.

Tra di essi c’era la frase “È difficile smettere di amare qualcuno che a malapena credevo di conoscere” che appartiene al film “Le cose che non ti ho detto mai”, da cui ho preso spunto per il titolo.

 

Ovviamente, non voglio insinuare nulla di reale su Colin e Jared, o su una loro presunta relazione, ma… se oggi accadesse ciò che ho scritto.. beh… propongo di renderla UNA FESTA MONDIALE!

 

Niente spoiler, e godetevela. ^____^

 

Dediche particolari: La dedica che si trova tra le righe di questa piccola one-shot, stavolta, va ad una persona speciale.

Speciale a distanza di anni. Nulla cambierà tutto questo. E tu lo sai.

Tu sai chi sei, e so che probabilmente non leggerai mai neppure questa storia.

Ma non importa.

Io e te abbiamo sempre conosciuto le parole che non ci siamo mai detti…

Mi manchi…. E… e ti auguro il meglio.

 

Le parole che non t’ho mai detto

 

Mi schiarisco la voce, ed apro il foglio tra le mie mani: tremanti.

 

«Queste… queste sono le parole che non t’ho mai detto. Mai più mi sentirai pronunciarle… - prendo fiato

– perché non c’è altro giorno o altro motivo se non “oggi” e “tu” per cui io deva regalartele. –

e il mio sguardo non si posa su di te, ma su chi hai affianco

– no, non ho smesso di farlo, se è questo che tu stai pensando di me ora.
Non ho smesso di amarti. Non potrò mai farlo.

È difficile smettere di amare qualcuno che a malapena credevo di conoscere.

Sì, perché credevo di conoscerti, ma non era così. Abbiamo passato alcuni anni insieme, eppure, solo ora, mi rendo conto che non t’ho mai conosciuto.

E ora, per me, essere qui, di fronte a te… è davvero uno strazio. È difficile… molto difficile…

È fin troppo difficile ammettere che la persona che ora hai affianco, passerà il resto della tua vita con te.

Perché quello.. quello era ciò che volevo fare io.

Gelosia? Ovviamente sì.

Possessività? … e c’è da chiederlo?!

Dannazione… è così dura lasciar andare, ed ancora più dura è accettare di dover lasciar andare la persona che io abbia mai amato in tutta la mia vita….

… Cazzo… -

mi asciugo una lacrima

– è così… così straziante per questo mio povero cuore.

… se lo avessi saputo prima, avrei evitato al mio cuore di innamorarsi di te. Gli avrei evitato questo dolore, se… se solo avessi saputo…

se avessi saputo di te e te

e il mio sguardo rimane sempre posato su chi ti sta affianco, che stringe la tua mano sul proprio ginocchio

– molto prima… avrei cercato di farmene una ragione, davvero.

Invece no, oggi sono qui, così come mi hai chiesto.

Sono qui, perché te lo devo. Per rispetto.

 

All’inizio avrei pensato che non avrei mai accettato una tale proposta, ma ho deciso alla fine di assecondarti.

D’altronde, non ho più nulla da perdere, ora che ho perso te.

 

Quante volte, con fatica, ho messo da parte la mia anima, la mia persona, per te? Per fare spazio a te?

Così tanto spazio… che ti sei preso tutto… e ora… ora davvero, il mio cuore è così pieno di te, che non c’è più posto per me.

Non vedo neppure un posto per una futura rinascita. Non vedo nulla.

Vedo solo te… te e la persona che ami… -

 

Prendo nuovamente fiato, mordendomi un labbro, trattenendo le lacrime.

Chiudo gli occhi, e mi sfugge un sospiro dalla bocca che si socchiude appena.

 

- quello che voglio dirti… è che… spero che tu sia felice.

Devi esserlo. Perché seppure io ti rivoglia in dietro, e magari rimango in una stupida attesa, stupida speranza che la persona che ami ti molli ora, qui, e se ne vada, uscendo da quella porta –

 

indico la porta giù in fondo alle vostre spalle

 

– dall’altra parte, cerco di accettare la situazione, e provo col mio cuore straziato ad augurarti il meglio, ad augurarti la felicità, la gioia, e la serenità…

e tutte quelle cose che leggevo nei tuoi occhi azzurri, che erano rivolte a me… quando, anni fa, sul set di un film, mi dicesti di amarmi, e di provarle con me, per me, quelle sensazioni.

 

Credevo di essere l’unica persona a fartele provare.

Credo di averci messo non so quanto tempo ad accettare che tra me e te non era solo sesso. Non lo era per me.

E credo di averci messo anche non so quanti anni, a capire che poi tutto era finito.

 

Tu, quella mattina, uscisti dal mio letto, io ti guardai ancora col sonno negli occhi, tu non ti voltasti, ti rivestisti in silenzio, e l’unica cosa che uscì dalle tue labbra fu un misero “io.. io.. credo di non amarti più… è finita…o almeno… non provo più nulla”.

 

Provare più nulla.

No, io provo ancora. Provo ancora tutto, provo ancora troppo! –

 

Abbasso la testa: i pochi capelli non più troppo corti, ormai allungati da qualche mese, mi ricadono sugli occhi, e spero possano nascondere la rabbia che potresti leggervi dentro.

Rabbia e rancore.

Ma al contempo, voglia di augurarti il meglio.

Perché a chi si ama, si può solo augurare il meglio.

 

- Vorrei… vorrei… -

 

mi trema la voce, mentre invoglio l’orgoglio a continuare a rimanere in silenzio, per ascoltare la mia coscienza

 

- vorrei metterti le mani al collo…

sì, vorrei strangolarti, e poi, poi baciarti sulle labbra, e dire che sei mio.

Vorrei affogare nell’alcool, nella droga… ma so che non servirebbe a nulla.

 

Nessun nuovo film, nessun nuovo ingaggio potrebbe allietarmi l’anima.

Questa ferita poteva risanarsi solo col tuo amore, col tuo ritorno.

Ma, ahimè, devo lasciarti andare…

 

e quest’ammissione.. mi costa l’orgoglio, Jay…

mi costa un altro squarcio sul cuore, mi costa l’anima, mi costa anche una dignità…

una dignità che credo di aver perso da quando ho iniziato a scopare chiunque mi capitasse sotto mano.

 

E tu sai, tu sai bene, che mi piaceva farlo, ma non con tutti tutti…

Ora invece chiunque mi va bene.

Chiunque mi sbatta o si lasci sbattere, mi va bene.
Chiunque non mi faccia pensare per almeno un ora, per una notte, per un po’ di tempo…

 

Qualsiasi cosa andrebbe bene per non pensare.

 

Sesso, alcool, droga…

 

Che fine patetica ho finito per fare… eh?! –

 

Abbassi il viso, sentendoti colpevole.

 

- no.. non farmi quegli occhi da Bambi smarrito.

non farmeli… ti prego.

 

Finirei per saltarti di nuovo addosso…

 

E ora… non posso più.

 

Perché c’è lui, e io… io non sono lui.

 

Non posso darti quello che ti da lui, non ho nulla di quello che ha lui.

 

E non ti parlo di bellezza.

Ce l’ho anche io. Ce l’hai tu, ce l’ha lui.

Non ti parlo di soldi.

Ce l’ho io, come ce li hai tu, come ce li ha lui.

 

Ti parlo di felicità. Quella che lui ti fa provare ogni giorno.

Io non ce l’ho, come potrei fartela provare?

 

L’ho persa, Jay… l’ho persa da quel giorno.

 

Com’è brutto il giorno in cui una persona si accorge di essere sola.

 

Per me è stato terribile.

Vivo con quest’incubo ogni giorno.

E desidero svegliarmi… -

 

Finalmente mi lascio andare alle lacrime.

Non riesco più a trattenerle.

 

- dannazione, basterebbe così poco… davvero!

Te, come sempre nelle vesti del principe azzurro, potresti venire da me, mi potresti regalare un bacio, e potresti liberarmi da questo inferno.

 

Ma devo accettarlo: tra me e te non poteva funzionare, non ha mai potuto funzione.

Troppo diversi.

 

Fare l’attore è un lavoro difficile. Tu sei un musicista.

Era impossibile conciliare le due cose.

 

Ma… con me. Con me era difficile conciliare le cose!

Con lui no….

Evidentemente con lui no…

Perché lui ha fatto di tutto per starti vicino anche quando non potevate, non dovevate.

 

C’è stato sempre. Più di me.

 

C’è stato in tutti quei momenti in cui una persona come me era troppo impegnata a far carriera, a pensare al proprio bene, al proprio futuro, alla realizzazione dei propri sogni.

 

Forse è per questo che s’è spezzato ciò che c’era fra noi.

Tu.. tu, ti sei sempre fatto in quattro: per i tuoi sogni e per me.

Io pensavo a me. Esisteva solo il mio mondo.

 

Ma non per questo t’ho amato meno di come ti amo ora.

 

Ho pensato spesso a me, al mio mondo, la mia carriera, la mia immagine…

E se l’ho fatto, era per non pensare, per non accettare, che in realtà… il mio tutto eri tu!

 

Cazzo, eri tu Jay!

 

Il mio tutto eri tu, cazzo!–

 

Ho alzato così tanto la voce, che anche chi non ci stava ascoltando, ora mi fissa, sconvolto.

 

- eri tu… eri tu… eri tu Jay…

cazzo, eri tu JARED! IO TI AMO CAZZO!! – urlo e sospiro, sentendomi un uragano dentro.

 

Lascio che il foglio, ormai stropicciato dalle mie mani, e bagnato dalle mie lacrime cada a terra.

A terra come sono io.

 

Non ho seguito neppure metà delle parole che avevo scritto.

Non potevo farcela, non ce l’avrei mai fatta.

Non in questo modo.

Non amandoti ancora.

 

Non sapendo che ti ho perso per sempre.

Non sapendo che non mi amerai più.

 

Mi passo le mani tra i capelli corti, e cerco di respirare normalmente.

Ma quello che ne esce sono solo singulti.

 

Ad occhi chiusi, non mi accorgo che invece tu, hai lasciato per un attimo la tua posizione affianco a lui, e mi sei corso vicino, sostando ora dietro di me.

Mi tieni le mani sulle spalle, e cerchi in qualche modo di consolarmi.

 

Mi giro e mi getto tra le tue braccia.

Mi accogli, e mi conforti, mi carezzi la schiena, mi abbracci tra le tue sottili ma robuste braccia.

 

Ma è solo l’abbraccio di un amico.

Di un uomo che non mi ama più, mi vuole solo bene.

 

Mi mordo a sangue il labbro superiore, stringendoti di più a me.

 

Una stretta che ti toglie il fiato.

 

E mi dico, che no, neppure legarti a me potrebbe risolvere la situazione. No, nulla può curare questo dolore.

 

Devo imparare ad accettare…. Accettare.

 

Mi scanso lentamente da te, e ti guardo negli occhi.

 

Tu mi osservi,  e non sai se sorridermi o dire qualcosa.

Sei indeciso se parlare o continuare a rimanere in silenzio: sei indeciso su cosa dire, su cosa dirmi.

 

Mi chino a prendere il foglio di carta caduto a terra.

E te lo metto nella mano sinistra.

Guardi il mio gesto a metà tra l’incuriosito e lo smarrito.

 

Prendo, poi, la tua mano destra, ne bacio il palmo, e le tue labbra si schiudono per la sorpresa.

 

Poi, con quella tua stessa mano tra le mie, ti trascino con me, dietro di me.

 

Ritorniamo insieme di fronte a lui.

 

Lo guardo negli occhi. Lui guarda i miei.

 

- te lo affido….

Te lo affido e non farlo soffrire.

O t’ammazzo… giuro sui frammenti del mio cuore infranto, ultima cosa che mi rimane cara, che ti verrò a cercare, e t’ammazzerò se lo farai soffrire! –

 

Prendo la sua mano e vi poggio sopra la tua.

 

-         Auguri Jared… -

 

E tu mi guardi sorridendo, imbarazzato.

 

-         Auguri Farrell…. » ciancico tra i denti, sforzandomi di non ringhiare il suo nome.

 

Lui sorride, e mi posa una mano sulla spalla.

 

«… Grazie Cameron….».

 

Con sforzo sovraumano vi accenno un ultimo sorriso, per poi andarmene via a passi svelti, mentre il prete riprende la cerimonia, e voi ufficializzate le vostre promesse reciproche, il vostro amore.

 

Alla fine della navata di questa chiesetta di Dublino, ricca di parenti ed amici stretti, mi giro solo un attimo.

Un attimo appena, tanto quanto basta per sentir dire

 

«adesso può baciare lo sposo…»

 

e vedervi baciare, ed abbracciare.

 

Stringo l’estremità della lunga gonna del vestito in un pugno, per poco non la strappo.

 

Lacrime continuano a rigare il mio viso.

Scuoto la testa, fuggendo finalmente via da quel luogo.

 

Ho esaudito la tua richiesta Jared.

Hai avuto il tuo regalo di nozze.

E tu, Farrell…

 

Oggi, il tuo regalo di compleanno è stato doppio…

 

Avrai Jared tutto per te finalmente…

Assieme a tutte le parole che non gli ho mai detto.

 

 

 

 

…Appena svegliata, ancora rincoglionita, giro per casa in mutande e canottiera bianca, col gatto che mi si struscia tra le gambe, rischiando di farmi inciampare, reclamando cibo.

 

Il campanello della porta all’improvviso.

 

Corro alla porta, evitando di pestare il mio bellissimo gatto bianco.

 

Non mi degno di controllare chi sia.

Apro.

 

Tu, ed i tuoi occhi azzurri.

Mi porgi una lettera.

E poche parole.

 

«… mi sposo… il 31 maggio 2012… » fai una pausa «mi sposo e… vorrei.. vorrei tu ci fossi…»

 

Ti guardo come un leone affamato guarda una gazzella.

T’ucciderei.

 

Con quale coraggio?

Dopo.. dopo avermi detto di non amarmi? Dopo avermi lasciato per.. per.. per uomo!?

 

«… ti prego, non guardarmi così Cameron.. io… io ci terrei tanto, davvero.. sei.. sei mia amica, ecco… e… ci tengo davvero.. spero ci sarai. »

 

Amica?! Con quale coraggio mi chiami “amica”?!

Stai per andartene. Vedo già la tua schiena.

 

«… venire.. a che pro? »

 

« mi farebbe piacere, tutto qui. » ti fermi e mi rispondi senza voltarti.

 

« per dirti cosa? CONGRATULAZIONI?! » mi sfugge una risata sarcastica.

 

«per dirmi… » allarghi le braccia e alzi il viso al cielo, poi ti giri,e sembri davvero perso in alcuni pensieri « non lo so… non mi aspetto che tu  mi dica qualcosa! Ok? Lo so, ti ho fatto soffrire, ma davvero, Cameron… ti voglio bene, e vorrei.. vorrei che per una cazzo di volta, tu fossi felice per me! E non guardassi il tuo fottuto lato egoista!! ».

 

Le tue parole mi ghiacciano sul posto.

Io ti amo, tu mi scarichi e mi inviti al tuo matrimonio felice con un uomo…

E io sono l’egoista?!

 

Mi riempio i polmoni d’aria, come quando carichi in fretta una pistola per sparare un colpo, per sparare la prima cazzata cattiva che mi venga in mente.

Ma non mi viene nulla in mente.

La mia mente è vuota, completamente svuotata dalla tua presenza, dalla tua notizia, da questo cazzo di lettera che tengo in mano, e rischio di stracciarla da un momento all’altro.

 

« … non ti prometto nulla…. » dico, voltandoti le spalle, stando per chiudere la porta.

 

«… sarebbe ora… tu accettassi la situazione.. e confidassi a te stessa… le parole che non ti sei mai detta…»

 

« o le parole che non t’ho mai detto? » giro di poco il viso, per guardarti oltre le spalle.

 

«forse… c’hai mai pensato.. che sono le parole che non m’hai mai detto che mi hanno allontanato da te? » ed il tuo sguardo sembra rattristato. Non sembra una ripicca. Sembra più un’ammissione di un tempo in cui tu, Jared Leto l’invincibile, abbia sofferto a causa di qualcuno: causa mia.

 

«… e dovrei proprio dirtele il giorno… il giorno che sposerai quel drogato di un irlandese?! »

 

«lui per lo meno ha smesso con l’alcool… tu quando smetterai col tuo orgoglio? »

 

Mi giro di scatto, non prima di fulminarti con i miei occhi.

Punzecchi ancora, Jared?!

Non ti basta avermi appena accoltellato con questo invito?

 

Scuoti la testa, agitando le mani di fronte a te.

 

« non importa… non importa, Cameron.. non fa nulla… non fa nulla se non vorrai venire… solo.. mi pareva giusto invitarti… sei stata una persona importante per me. Lo sei ancora… anche se tu, accecata troppo da te stessa, non l’abbia mai visto… non importa…»

 

Te ne vai, senza lasciarmi possibilità di replica.

Lasciandomi senza parole.

Le parole, che prometto, un giorno ti dirò.



Fine.
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