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Autore: peetaswift5    31/05/2012    8 recensioni
Devo resistere. Devo resistere. Sta arrivando. Il cuore comincia a battermi dolorosamente nel petto per l’attesa.
'Calmati, Marvel. Lo stai facendo per lei'
Glimmer/Marvel
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I don't  know why I should care about the boy. 
Then I realize ..... 
He was my first victim.


L’odore della corteccia umida è insistente e soffocante. L’aria è satura di foglie morte e fango. Il caldo mi appiccica i vestiti addosso e lo stare rannicchiato mi fa ansimare. Ma non importa. Non importa. Non importa.

Una goccia di sudore mi scende lentamente lungo la schiena, e cerco di non pensare alla borraccia all’interno del mio zaino. Ho la lingua come cartavetrata, poca saliva in bocca e una voglia  assillante di bere. Ma devo resistere. Devo resistere. Devo resistere. Non posso fare rumore. Devo fare silenzio. Sta arrivando. Il cuore comincia a battermi dolorosamente nel petto per l’attesa. Non va bene così. Sto facendo rumore. Chiudo gli occhi e inspiro profondamente.

Calmati, Marvel. Lo stai facendo per lei. La sua immagine appare sotto le mie palpebre, splendente di luce propria. Il cuore rallenta e il respiro torna regolare. E’ sorprendente come riesca a calmarmi. Ancora con gli occhi chiusi, osservo la delicatezza dei suoi lineamenti, il sorriso dolce e i raggianti occhi verdi. E’ abbagliante. Dolorosamente bella.

Era. E’ questo che comporta la morte. Cambiare il tempo verbale quando ci si riferisce alla persona che non c’è più. Apro gli occhi e non mi sorprendo nel trovare le guance bagnate. Furia. Rabbia. Ecco cosa provo. Odio tutti quanti in questa fottutissima arena. Odio Clove, che non si è neppure sforzata di nascondere quel suo insulso sorrisetto trionfante quando  ha visto la sua foto nel cielo. Odio Cato che ha liquidato la sua morte con un “Era solo una bella ragazza. L’avrei fatta fuori comunque” e una risata di scherno. Odio il Ragazzo Innamorato, che ha avuto il coraggio che a me invece è mancato di confessare i propri sentimenti. E odio, più di tutti, la Ragazza in Fiamme, che l’ha ammazzata.

L’ha uccisa. E’ doloroso persino pensarlo. Ha ucciso Glimmer. La mia Glimmer. La ragazza del mio distretto, bella come il sole e non solo. Intelligente, esperta nel corpo a corpo, scaltra e astuta. La ragazza a cui il nostro stupido mentore ha ordinato di fare la parte della sciocca. La Glimmer che mi aveva confessato di essersi offerta volontaria per aiutare i suoi nonni che l’avevano cresciuta. Lei sosteneva di poterli aiutare in entrambi i modi: con i soldi in palio se avesse vinto, con una bocca in meno da sfamare se avesse perso. La ragazza che badava ai suoi fratelli minori. La ragazza che si sedette accanto a me il primo giorno di scuola. La ragazza che sapeva di basilico e cannella. La ragazza di cui sono innamorato da sempre, anche se non gliel’ho mai detto. Perché lei era troppo. Troppo per me.

Stringo forte i pugni, le unghie conficcate nei palmi. Farai soffrire la Ragazza in Fiamme, Marvel. La farai soffrire quasi quanto hai sofferto tu. Così lei capirà come ci si sente. Ma nessuno può capire il mio strazio. La mia sete di sangue. C’è un’unica cosa che possa calmarmi. La vendetta. Devo uccidere l’unica persona con cui quella schifosa, falsa ed egoista Ragazza in Fiamme abbia legato. Devo uccidere la bambina. E’ una cosa cattiva, ne sono consapevole. Ma ogni volta che la mia coscienza vacilla, ripenso a Glimmer e a come la coscienza di quella non abbia vacillato nemmeno per un istante quando ha gettato su di lei il nido degli aghi inseguitori.

Stronza. Come hai potuto? Il sapore amaro della bile mi riempie la bocca, mentre altre lacrime prendono a scorrere velocemente sul viso.  Mi viene voglia di vomitare. Ucciderò la bambina. Ammazzerò Clove e poi Cato. E per ultimo, riserverò la morte peggiore alla Ragazza in Fiamme. Non le permetterò di farcela. Dalla mia estrazione, ho sempre saputo che non sarei uscito vivo di qui. Mi sarei suicidato pur di permettere a Glimmer di tornare a casa. Ma quando è morta, ho giurato sulla mia vita che avrei provato a vincere sul serio. A vincere per lei. O almeno a vendicare la sua fine. Ho fatto buon viso a cattivo gioco con Cato e Clove. Loro mi considerano il loro zerbino. Un bravo assassino che però non ha la stoffa per vincere. Almeno non contro di loro. Ne sono convinti più o meno quanto erano convinti della stupidità di Glimmer.

Loro non sanno niente di niente. Mi brucia il palmo. Mi appoggio alla lancia e lo guardo. I tagli fatti dalle mie unghie sanguinano. Posso superarlo. Se penso a Glimmer, ogni ostacolo si riduce ad un banalissimo sassolino da sorpassare.

Sento uno scricchiolio impercettibile. Come se qualcuno cerchi di passare furtivamente sopra il manto di foglie secche. I miei sensi vanno in iperallerta. Cerco altri suoni, ma non ce ne sono. No. Non può essere stata una coincidenza. Qui c’è qualcuno. Ne sono certo. La bambina, l’alleata della Ragazza in Fiamme, si avvicina al centro di un piccolo spazio tra quattro grossi pini. Perfetto, esattamente dove ho piazzato la rete. Un sorriso mi attraversa il volto. Glimmer, questo è per te. La bambina si guarda circospetta attorno, come se qualcuno da qualche parte possa saltarle addosso da un momento all’altro. Il battito del cuore accelera, pompando adrenalina in tutto il corpo. I muscoli si tendono. E’ arrivato il momento. La bambina comincia a correre, sento i suoi passi più veloci che schiacciano le foglie. E poi, un urlo squarcia il silenzio. “Aiuto, aiuto!” grida con tutto il fiato che ha in corpo. “Aiutatemi, vi prego!” Quasi mi spiace per lei. Purtroppo, non c’è nessuno che possa aiutarla. Non qui. Non adesso. E’ il momento. Mi alzo da dietro il cespuglio con la mia lancia salda in mano. Il sudore che mi ricopre i palmi mi fa bruciare le ferite. Avanzo con passo sicuro. Sono ancora lontano ma riesco a vederla. Una bambina, indifesa più che mai che cerca di liberarsi dal groviglio di nodi. Appena mi vede, spalanca gli occhi terrorizzata e cerca di indietreggiare. O forse cerca di liberarsi? Non lo saprò mai.

“Aiuto! Per favore!” Continua a urlare. Perché lo fa? Non arriverà nessuno. La Ragazza in Fiamme non riuscirà ad aiutarla.Neanche io ci sono riuscito. Pensare a Glimmer, mangiata viva dagli aghi inseguitori con me che me la davo a gambe, mi da una scossa e mi ricorda una cosa. Io sono scappato. Sono un codardo. Pensavo che lei fosse dietro di me, ma non mi sono voltato per controllare. E ora questa cosa mi perseguiterà per sempre. Mi appoggio alla lancia e cado in ginocchio, sconvolto.

Non ti ho salvata. Non ti ho salvata. Perdonami, ti prego. Perdonami. Ripeto questa litania nelle mia testa, dondolandomi avanti e indietro con gli occhi brucianti. Potrei benissimo passare per pazzo. O per indifeso. In effetti, chiunque in questo momento potrebbe benissimo farmi fuori. E di certo, non glielo impedirei. La bambina smette di invocare aiuto e mi guarda. Non riesco a distinguere bene il suo viso, per colpa degli occhi offuscati e la distanza, ma ha smesso di tremare violentemente. Poi capisco. Nel suo sguardo non c’è ne terrore ne odio, o almeno non molto. Ciò che prevale è la pietà. Mi rialzo a fatica, le ginocchia sbucciate per essersi appoggiate su qualche tipo di roccia appuntita. Forse ha capito ciò che mi è successo. Faccio per voltarmi e andarmene quando lo sento. Il canto di una ghiandaia imitatrice. Quattro semplici note, che devono esserle state insegnate inconfutabilmente da un umano. Qui c’è qualcuno. Mi guardo attorno. Se le note per me non significano nulla, sulla bambina sortiscono un effetto tranquillante. Il suo viso brillante di lacrime comincia nuovamente ad agitarsi. “Katniss! Katniss!” Deve essere una sorta di segnale. La Ragazza in Fiamme è riuscita a raggiungerla. “Rue! Rue! Sto arrivando” urla lei di rimando. Non è stupida, non vuole che la senta la bambina. Vuole che il suo potenziale aggressore la lasci stare per concentrarsi su di lei. Per uccidere lei,in modo da salvarla.

Una fitta di dolore mi irradia nel petto. No. Io non l’ho salvata. E giuro su tutto quello che mi rimane che non ci riuscirà nemmeno lei. Glimmer, questo è per te. Perdonami amore mio. Alzo la lancia e prendo la mira. Glimmer non era un semplice tributo. La vendicherò e renderò la sua morte indimenticabile. Questo è il mio pegno per la ragazza che ho sempre amato. Tiro indietro il braccio e la scaglio con tutta la forza che ho in corpo verso la bambina, nello stesso istante in cui la Ragazza in Fiamme esce dalla boscaglia. Ha un arco in mano e la freccia già incoccata. Fissa atterrita il corpo della bambina, avvolta nella rete e con la lancia conficcata nello stomaco. Poi, la sua furia si trasferisce tutta su di me. Conosco già un secondo prima di lei le sue intenzioni. Invece di schivare o scappare, resto li, immobile. Ho fatto ciò che dovevo. Nello stesso modo in cui so che la sua freccia finirà contro di me, so per certo che ne Cato ne Clove vinceranno. Sarà lei. E’ sempre stato chiaro, sin dall’inizio. Ma, anche senza averla uccisa, le ho lasciato un segno permanente. Il pensiero che avrebbe potuto salvare quella bambina, se fosse arrivata qualche istante di anticipo. E questo, fa male più di ogni altra cosa. Lo so per esperienza.

Sto arrivando, amore mio. La Ragazza in Fiamme prende la mira. La freccia mi si conficca nel collo. Sento una specie di puntura d’insetto, solo più grande e molto più dolorosa. Cado di nuovo in ginocchio. Mi estraggo la freccia dal collo e la butto più in la, vicino a dei cespugli di more. Sento il sangue che si accumula nella gola, e poi nella bocca. Lo sputo, ma ricompare, facendomi soffocare. Poi ricado per terra,a pancia in giù. Fisso il terreno sotto di me, ormai colorato di rosso. Questi sono i miei ultimi istanti di vita. Il battito è debole e gli occhi mi si chiudono. All’improvviso, accanto alla mia guancia, vedo una pianta di basilico. Glimmer… Tutto ciò che succede intorno a me sciama. Mi concentro solo sull’odore fresco e puro, lo stesso odore della ragazza che amo. E allora mi accorgo che lei mi ha appena regalato qualcosa di molto prezioso. Un ultimo barlume. Un ultimo “Glimmer”, appunto, a cui aggrapparmi nell’oscurità che mi sta risucchiando. Sorrido, e chiudo gli occhi. E finalmente, dopo pochi istanti, la vedo. Sorridente e bellissima in un abito perlato. Mi porge la mano, splendente come una stella. Nel nostro mondo non abbiamo avuto possibilità. Ma forse, qui, saremmo davvero stati insieme. 






Ci tenevo giusto a spiegarvi un paio di cose:
1. Questa coppia, nonostante non sia molto amata, per me è molto bella. Lo so, ho gusti stranissimi :)
2. La storia è nata da una domanda che mi sono sempre posta: è stato un caso che Marvel abbia piazzato la rete per catturare e uccidere Rue? Oppure c'era qualcosa di più profondo sotto? 
3. Il titolo è invece un chiaro gioco di parole con i nomi dei protagonisti, e significa letteralmente 'L'ultimo meraviglioso barlume', ovvero la pianta di basilico a cui Marvel si aggrappa prima di morire.


Che altro dire? Enjoy e se vi è piaciuto mi piacerebbe saperlo con una recensione :)
Un bacio



  
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