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Autore: robsten23    31/05/2012    3 recensioni
Ho provato a immaginare cosa sarebbe successo se Damon dopo la telefonata di Elena, in cui lei gli dice di aver scelto Stefan, decidesse di non tornare a Mystic Falls. Damon riesce a mettersi in salvo, quindi non vede Alaric morire e non ha la più pallida idea della trasformazione di Elena. Che succederà se dopo quattro anni lui decidesse di ritornare? Come saranno cambiate le cose? E' una one shot prettamente Delena perchè a mio avviso Elena avrebbe dovuto scegliere Damon. Nonostante non l'abbia fatto io ci spererò fino alla fine perchè, che a dir si voglia, ciò che danno Damon ed Elena insieme è elettricità allo stato puro. Vi ho incuriosito? Correte a leggere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Simone…Simone…che tasto dolente

 

 

 

3x21 (Dialogo Stefan e Damon in macchina)

Che succederà quando Elena prenderà la sua decisione?

Sai come funzionano queste cose, Stefan. Farà una lista di pro e contro e, alla fine ci scaricherà entrambi.

E se non succede?

Allora sceglierà uno di noi.

Beh, se sceglie te..andrò via e vi lascerò essere felici senza dovervi preoccupare di me.

 E dopo 60 anni torneremo ad essere fratelli e niente di tutto questo avrà importanza, vero?

Si.

Va bene. Se sceglie te, anch'io lascerò la città. Tutto questo per una ragazza.

È una ragazza piuttosto speciale.

Si, è vero.

 

Erano passati quattro anni da quando avevo avuto quella conversazione con mio fratello, quattro anni che sembravano lunghi un’eternità, seppur al contrario dovevano sembrare insignificanti per chi come me aveva a disposizione l’eternità.

Quella notte, su quella macchina, io e Stefan ci eravamo fatti una promessa e io l’avevo mantenuta. Ero andato via lasciandoli soli perché Elena, come prevedibile, aveva scelto lui.

Me l’aveva detto una volta...è Stefan, sarà sempre Stefan...e così l’ultima volta che avevo sentito Elena era stato durante una conversazione telefonica, quella in cui mi informava della sua scelta dicendomi tra l’altro che, forse, le cose sarebbero state diverse se avesse conosciuto me per primo.

La verità era che lei mi aveva conosciuto davvero prima di Stefan, ma non poteva ricordarlo visto che l’incontro di quella notte avevo deciso di cancellarlo dalla sua memoria.

E così erano passati 4 anni, 2 mesi e 23 giorni da quella nostra ultima telefonata. Questo era il tempo trascorso da quando ero sparito per sempre da Mystic Falls.

Ricordavo ancora nitidamente quella notte. Non sapevo nemmeno come, ma dopo la telefonata con Elena ero riuscito a fuggire da quel luogo, lontano, molto lontano dove neppure Alaric era riuscito a trovarmi.

Alaric...il mio vecchio amico Alaric...chissà che fine avesse fatto. Anche se poco mi importava considerato che quello che era rimasto di lui era un corpo senza anima visto che del vecchio Rick non c’era più neppure l’ombra. Il mio migliore amico, forse l’unico che avevo mai avuto in vita mia, era morto qualche notte prima di quella, vicino a me, mentre per l’ultima volta bevevamo il nostro wiscky.

Dovevo ammettere che nei giorni a seguire quella notte avevo avuto la tentazione di tornare in città anche solo per rivedere per un istante Elena, ma alla fine avevo abbandonato quell’idea conscio del fatto che probabilmente rivedendola non sarei più riuscito ad andare via.

Nonostante fossi sicuro che nessuno si sarebbe preso la briglia di cercarmi, men che meno mio fratello vista la nostra promessa, avevo trascorso quegli ultimi quattro anni spostandomi da un posto all’altro. Non sapevo bene perché, ma non volevo correre il rischio di farmi trovare qualora qualcuno di loro avesse avuto la brillante idea di scoprire che fine avesse fatto il “buon” vecchio Damon.

Non avevo avuto più notizie di nessuno di loro, né le avevo cercate. Sapevo bene che per riuscire a “rifarmi una vita” dovevo tagliare tutti i ponti con il mio passato almeno fino a quando, come promesso a Stefan, ci saremmo ritrovati e avremmo onorato il legame di sangue che ci univa comportandoci da veri fratelli come solo negli ultimi tempi eravamo riusciti ad essere.

Adesso, però, dopo 4 anni, 2 mesi e 23 giorni da quella notte, senza comprenderne bene i motivi neanche io, mi ritrovavo di fronte quella casa, quella vecchia casa in cui in passato mi ero intrufolato quasi tutte le notti solo per il piacere di vederla dormire.

Ero tornato a Mystic Falls e pur non volendo ammetterlo provavo una strana sensazione, una sorta di paura nel vedere come la vita di tutte quelle persone fosse andata avanti senza di me, mentre la mia di esistenza era rimasta ferma sempre allo stesso punto.

Non avevo dimenticato Elena, non avevo smesso di pensarla, né di amarla.

Non avevo dimenticato Stefan, il fratello che troppo tardi avevo ritrovato.

Non avevo dimenticato Caroline e il suo essere un po’ svampita.

Non avevo dimenticato Jeremy, il ragazzino cresciuto troppo in fretta.

Non avevo dimenticato Bonnie, la strega che si era dimostrata nostra alleata nonostante tutto il dolore che aveva dovuto subire a causa dei vampiri.

Non avevo dimenticato Mystic Falls, la città che mi aveva dato e tolto tutto.

Era passato del tempo e dentro di me mi dicevo che una piccola visita non avrebbe fatto male a nessuno, men che meno ad Elena e Stefan che, ormai, dovevano essere una coppia ben solida e affiatata. La mia presenza per un piccolo saluto non avrebbe certamente cambiato le carte in tavola.

Diedi un’occhiata alla casa, ma compresi subito che era vuota segno che o Elena e Jeremy non c’erano oppure, cosa assai più probabile, che quella non era più la loro abitazione.

Mi decisi ad andare a casa mia, ma prima mi serviva una bella dosa di whisky, così mi fermai al Mystic Grill.

Non appena entrai notai con piacere che era tutto esattamente come lo avevo lasciato, tutto rigorosamente come lo ricordavo. Se mi soffermavo a guardare bene mi sembrava ancora di scorgere in lontananza me e Rick seduti al bancone a tracannare bicchieri di alcool.

Matt non doveva lavorare più lì o quanto meno non era di servizio quel giorno, il che mi fece sentire meglio. Forse, se mi fosse andata bene avrei potuto scoprire come procedeva la vita lì senza farmi notare da nessuno.

Consumai due bicchieri di whisky, poi mi diressi verso l’uscita già pronto ad andare a dare un’occhiata al vecchio pensionato della mia famiglia, che sicuramente doveva essere la nuova casa di Elena.

“Damon?” sentii dire da una voce stupita dietro di me.

Non mi serviva girarmi per comprendere a chi appartenesse quella voce, l’avrei riconosciuta tra mille e prima di voltarmi mi maledissi per aver deciso di tornare. Non avrei mai dovuto farlo. Avevano ragione tutti a definirmi un’idiota, lo ero davvero.

“Elena” dissi solamente prima di voltarmi a guardarla.

Era rimasta esattamente come la ricordavo, forse ancora più bella e fu esattamente nell’istante in cui i miei occhi color del ghiaccio incontrarono quelli cioccolato di lei che compresi che la mia era una malattia dalla quale non sarei stato più in grado di guarire. Era una malattia che la maggior parte della gente aspetta di avere tutta la vita. Hai il cuore straziato, ma non è come gli altri malanni, non ti uccide, anzi proprio l'opposto. In molti casi può far sentire una persona viva per la prima volta, nel mio caso vivo come non mi sentivo da tanto, troppo tempo...l'unico problema è che non c'era nessun rimedio in nessuna parte del mondo. E io lo sapevo bene, io che avevo girato città e città in quegli anni, io sapeva perfettamente che niente avrebbe mai potuto cambiare ciò che provavo.

La vidi osservarmi bene, come se davanti a lei non ci fossi davvero io, ma solo un’immagine magari frutto della sua fantasia. Approfittai del suo stupore per guardarla meglio e non mi ci volle molto per notare qualcosa di strano in lei, qualcosa di diverso, ma non sapevo bene definire cosa.

“Ti trovo bene” riuscii solamente a dirle.

Per la prima volta in vita mia mi sentivo in imbarazzo e questa sensazione non mi piaceva per nulla.

“Sto bene” mi rispose togliendosi dalla faccia l’espressione stupita.

“Hai qualcosa di diverso” le dissi e solo in quel momento notai l’anello che portava al dito, un anello talmente particolare che a vederlo mi faceva pensare solo una cosa, l’ultima cosa che avrei mai potuto immaginare.

Anche lei notò il mio sguardo posato sull’anello e così alzò la mano mostrandomelo bene.

“Esatto Damon, sono come te adesso” mi disse e per un momento mi sembrò come se mi mancasse l’aria.

No, decisamente questo non doveva succedere.

“Come è possibile? Voglio dire come è successo?” le domandai.

“Ti va se ci sediamo un attimo?” mi domandò lei quasi con paura.

Annuii con la testa e ci incamminammo poco più in là sedendoci nella panchina di fronte al Grill.

“La notte in cui Klaus è morto, Jeremy e Matt hanno pensato bene di portarmi via da questa città. Avevano paura mi succedesse qualcosa, ma non hanno fatto i conti con Rebekah. Io e Matt eravamo in macchina, stavamo percorrendo il Wickery Bridge e all’improvviso ci siamo ritrovati lei in mezzo alla strada. Matt ha cercato di evitarla e nel farlo la macchina è finita dentro il fiume. Poco dopo è arrivato Stefan e ha portato in salvo Matt e proprio mentre lo faceva il mio cuore ha smesso di battere” mi spiegò riassumendo brevemente quanto successo.

“Vorresti dirmi che Stefan ha salvato Matt quando tu eri ancora lì sotto? Vorresti dirmi che ha scelto di salvare Matt al tuo posto?” chiesi sconvolto.

Non potevo credere che mio fratello l’avesse fatto davvero.

“Sono stata io a chiederglielo. Non mi sarei mai perdonata di perdere anche Matt per colpa mia”.

“E non hai pensato che saresti morta tu salvando lui?”

“Quante volte tutti avete rischiato la vita per me? Ho solo fatto quello che chiunque di voi avesse fatto se mi fossi trovata io in pericolo”.

“Ok, è inutile discutere tanto non ne verremo fuori, ricordo quanto tu sia testarda. Posso anche comprendo le tue ragioni, ma diavolo quelle di Stefan non le posso accettare. Io non avrei avuto dubbi su chi salvare”.

“Non te l’avrei mai perdonato Damon. Non avrei mai potuto perdonarti se avessi scelto me a discapito di Matt”.

“Io avrei scelto te a discapito di chiunque”.

“È stato meglio così, allora”.

“Cosa?”

“Che quella sera sia arrivato Stefan e non tu”.

Rimasi in silenzio per qualche istante. Erano passati degli anni, ma non era cambiato nulla. Per lei erano sempre migliori le azioni di Stefan rispetto alle mie e, forse, tanti torti con il senno del poi non li aveva. In fondo agendo come aveva fatto Stefan si erano salvati entrambi, anche se questo aveva comportato la trasformazione di Elena. 

“Come hai fatto a diventare vampira? Non ricordo che tu abbia bevuto il nostro sangue”.

“È stata Meredith. Quando mi hanno portata in ospedale la mia situazione era più grave di quello che ha raccontato a voi, così mi aveva dato del sangue di vampiro per farmi guarire più velocemente”.

“E tu eri a conoscenza di questa cosa?”

“No, ovviamente”.

“E...” chiesi sperando che mi dicesse qualcosa in più.

“E niente Damon. Si vede che doveva andare così. In fondo questa vita non è così male” mi disse con una punta di sofferenza nella voce.

“Non sembrerebbe da come lo stai dicendo”.

“È così davvero. Questa vita va bene, ma mi manca qualcosa. Io sto bene, solo che non sono felice”.

Avrei voluto dirle tante cose, ma in quel momento non mi uscii nulla dalla bocca, forse perché l’unica cosa che riuscivo a pensare era al motivo per cui con Stefan non fosse felice. Stare con lui era quello che aveva sempre desiderato.

“Pensavo di non rivederti più” mi disse lei notando che io non avevo intenzione di parlare.

“Lo pensavo anche io” le risposi sincero.

“Sei sparito. Non sei tornato neppure per salutare”.

“Avevamo fatto una promessa io e Stefan. L’ho solo mantenuta. Salutarti sarebbe stato troppo”.

“E cosa hai fatto in tutto questo tempo?”

“Ho cercato di dimenticarti, ma tu non sei molto semplice da dimenticare” le rivelai sincero.

Mi sembrò di vederla sorridere nel sentire la mia affermazione, ma probabilmente era solo la mia mente che mi giocava strani scherzi.

Restammo in silenzio per un po’, poi lei riprese a parlare.

“Dimmi la verità. È solo per la promessa fatta a Stefan che non sei più tornato?”

“Mi piace credere che sia così, ma no, non è solo per questo. Non volevo vedervi insieme. Ho già visto troppe smancerie tra di voi che credo mi basteranno per l’eternità”.

“Potevi correre il rischio” mi disse come se fosse una cosa ovvia “in fondo ne hai corsi tanti da quando mi conosci” concluse.

“Non credi di chiedermi un pò troppo?” le chiesi alzando un sopracciglio.

Sembrava come se le fosse tutto dovuto e non era così. Semplicemente lei non capiva cosa significava guardare ogni giorno la donna che ami tra le braccia di un altro.

“Non è quello che hai chiesto anche tu a me?” mi domandò.

“Non capisco” le risposi ignorando davvero cosa volesse dirmi.

“Non sei stato tu il primo a chiedere troppo a me?”

“Scusa?” chiesi sconvolto.

Cosa diavolo avevo mai chiesto io a lei? L’unica cosa che le avevo involontariamente chiesto era di amarmi, ma non lo aveva mai fatto e nonostante tutto non gliene potevo fare una colpa perché nessuno meglio di me poteva sapere quanto fosse impossibile decidere chi amare.

“Non fare finta di niente. Chiedermi di dimenticare parti fondamentali della mia vita non è, forse, avermi chiesto troppo? L’hai fatto fin dal primo giorno in cui ci siamo conosciuti, o meglio la prima notte in cui ci siamo conosciuti, giusto?”

Restai basito un attimo. Come faceva lei a sapere di quella notte?

“Che stai cercando di dirmi?”

“La notte della morte di Klaus, quando ti ho telefonato ti ho detto che forse se ti avessi conosciuto prima di Stefan le cose sarebbero state diverse tra noi. In effetti io ti ho conosciuto prima di tuo fratello. Non è così Damon?”

“Come fai a ricordarlo?”

“Il momento della transizione ha portato a galla tutti i ricordi, anche quelli che mi hai cancellato quella sera a casa mia, quando mi hai detto di amarmi, ma di non meritarmi”.

“Era meglio così”.

“Per chi?”

“Per te”.

“Avresti dovuto lasciar scegliere a me cosa era meglio per me”.

“Infatti l’hai fatto. Hai scelto che il meglio per te fosse Stefan”.

“E che valore può avere una scelta quando nel momento in cui l’ho fatta ero all’oscuro di tante cose?”

“Saperle o no non avrebbe cambiato nulla”.

“Continui ad essere ostinato e a pensarla sempre a modo tuo. Mi dici che diavolo di problema hai Damon? Dimmelo perché ti giuro io non lo capisco” mi disse urlando.

“Qual è il mio problema? Vuoi saperlo davvero? Ti amo. Amo il tuo nome, amo il modo in cui mi guardi, amo il tuo magnifico sorriso, amo che quando ti vedo il mio umore cambia completamente anche se è il giorno peggiore della mia vita. Questo è il mio problema. E se ho fatto delle scelte è stato per proteggere il tuo amore per Stefan infischiandomene, invece, del mio nei tuoi confronti”.

“Chi te l’ha chiesto Damon? Chi ti ha chiesto tanto?”

La trasformazione l’aveva resa certamente più sicura di sé, più forte. O forse questo caratterino che stava tirando fuori era apparso in lei per dei motivi che mi erano sconosciuti. In fondo erano quattro anni che non ci vedevamo e io non potevo sapere cosa lei avesse passato in quegli anni.

“Ok Elena, lasciamo stare davvero. Non ha più importanza, ormai. Ciò che conta è che tu adesso stia con l’uomo che ami” le dissi nonostante sapessi quanto quelle parole mi facessero irreparabilmente male.

“Io non sto con nessuno” mi rispose senza troppi giri di parole.

“Scusa?” le chiesi non comprendendo.

“Io e Stefan non siamo mai tornati insieme, siamo solo amici. L’uomo che amo mi è venuto dietro per tanto tempo, ma nel momento in cui anche io ho compreso di amarlo lui è sparito”.

Che diavolo stava blaterando? Era forse impazzita.

“Che diavolo dici?”

“Quello che hai sentito. Da quando sono diventata una vampira sono cambiate tante cose, ma tu non eri qui quindi non puoi saperlo. Sei sparito e ti sei nascosti così bene che nessuno è mai riuscito a trovarti, nessuno nemmeno tuo fratello o gli incantesimi di localizzazione di Bonnie. E io non ho fatto altro che aspettare che il tempo passasse, e più speravo che passasse veloce più avevo come l’impressione che l’orologio si fosse fermato. Non ho fatto altro che aspettare te”.

Restai sconvolto da quelle parole. Non riuscivo a capire o, forse, non volevo capire avendo paura di essermele sognate.

“Elena...” provai a dire, ma lei mi interruppe.

“Elena niente. Ti vedo Damon, adesso ti vedo davvero e ora che guardo i tuoi occhi capisco quanto mi sei mancato e la sola idea che tu sparisca di nuovo mi fa morire perché io ti amo, ti amo, ti amo e ti amo” mi disse avvicinando il suo volto al mio e accarezzandomi una guancia.

Non potevo credere a quelle parole, non potevo credere di aver sprecato quattro anni della mia vita quando bastava tornare da lei per capire che si era resa conto di quello che io avevo sempre cercato di farle capire e cioè che provava qualcosa per me, qualcosa di forte.

Non riuscii a dire nulla perché l’unica cosa che mi venne da fare fu quella di posare le mie labbra sulle sue in un bacio passionale, ma delicato, intenso, ma morbido.

Quelle labbra non mi erano mai sembrate tanto meravigliose forse perché qualcosa mi diceva che, da quel momento, sarebbero state mie per sempre.

“Stupido vampiro che non sei altro c’è una cosa che devi sapere. La principessina che ero non esiste più, non sono più quella che perde la scarpetta e aspetta il principe mentre balla con tutte, io la scarpetta te la tiro in fronte, se balli con qualcuna. Rendo il concetto?” mi disse alzando un sopracciglio.

La guardai e non potei fare a meno di ridere della sua espressione gelosa.

“Dio quanto ti amo” riuscii a dirle sorridendole.

“Sei sicuro? Voglio dire sei sicuro di volermi? Perché adesso dovrai prendermi per l’eternità” mi fece notare.

“L’eternità sarà sempre troppo breve insieme a te”.

Avvicinai le mie labbra di nuovo alle sue e ripresi a baciarla conscio del fatto che non sarebbe finita lì e che presto l’avrei avuta mia in tutti i modi in cui una persona può esserlo.

“Avevi ragione tu” mi disse quando ci staccammo.

“Su cosa esattamente?”

“Vuoi un amore che ti divori, vuoi passione e avventura e anche un pò di pericolo. Ricordi?” mi disse pronunciando le parole che avevo usato io durante il nostro primo incontro, quello che avevo pensato bene di farle dimenticare.

Annuii senza sapere bene cosa aggiungere.

“Avevi ragione. Era esattamente questo quello di cui avevo bisogno ecco perché dopo la trasformazione non sono più riuscita a stare con Stefan. Era te che volevo, credo di aver voluto te sempre” mi disse mentre una lacrime solitaria usciva dai suoi occhi.

“Ehy, meglio tardi che mai” riuscii a dirle prima di asciugarle la guancia.

“Sempre il solito spaccone” aggiunse lei dandomi una botta sul braccio.

“Sempre” risposi io tornando a baciarla.

Ero certo che non mi sarei mai stancato di quei baci, quei baci che per troppo tempo avevo desiderato e che adesso erano per me e lo sarebbero stati sempre.

“Ah amore, era tuo il sangue” mi disse scansandosi appena per riuscire a parlare.

Mi sentii beato a sentire pronunciare la parola “amore” dalle sue labbra, consapevole che stavolta era riferito a me e un sorriso nacque spontaneo sul mio viso.

“Quale sangue?” chiesi quando mi ripresi non comprendendo bene a cosa si riferisse.

“Quello che mi ha fatto diventare come te. Meredith ha usato la fiala di sangue che ti aveva preso qualche tempo prima”.

La guardai per scorgere in lei una qualunque emozione visto che io non sapevo se essere contento o meno.

“Sono stata felice quando l’ho scoperto, era l’unica cosa che mi teneva legata a te e adesso pensare di trascorrere l’eternità insieme a te grazie al tuo di sangue è qualcosa di meraviglioso. Ci tenevo solo a dirtelo”.

La guardai sghembo e poi le sorrisi.

“Ricordami allora di ringraziare la dottoressa Fell non appena la vediamo”.

“Resterai qui per sempre?” mi chiese poco dopo.

“Resterò con te per sempre” la corressi io riprendendo a baciarla.

Non sapevo cosa sarebbe successo nelle nostre vite da quel momento in poi, ma sapevo che la felicità finalmente era arrivata anche per me.

Ero tornato a Mystic Falls solo per quella che credevo una breve visita e, invece, ci avevo trovato finalmente l’amore, l’unico amore che desideravo da quando avevo messo piede in quella cittadina.

Avevo sofferto, ma adesso Elena era mia e lo sarebbe stata sempre su questo non avevo dubbi perché ad oggi sapevo distinguere perfettamente ciò che era transitorio da ciò che era definitivo e proprio mentre baciavo la donna della mia esistenza sapevo con certezza che niente, nella mia vita, sarebbe stato più definitivo di quell’amore.

Damon e Elena.

Elena e Damon.

Finalmente era diventato “noi”.

Oggi, domani e per sempre.

 

 

 

 

Robsten23…

  
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