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Autore: wordsaredeadlythings    31/05/2012    6 recensioni
Dalla shot:
- Secondo te io ho voglia di cioccolata? -
- Tutti hanno voglia di cioccolata! - esclamò l'altro, di rimando.
- Ho avuto una giornata di merda, il mio ginocchio è inutilizzabile, la testa sta per implodermi e di tutte le soluzioni che potevi offrirmi, tu opti per una cioccolata calda? -
- Certo! Con una cioccolata calda passa tutto - affermò Gerard, sorridendo.

Perché, nonostante tutto, ci vuole solo una persona che ci ami veramente per farci dimenticare una brutta giornata,
Enjoy It!
_Cris
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di Brutte giornate e Cioccolate Calde









Frank Iero aveva capito fin da subito che quella giornata sarebbe stata una merda.
Chiamatela preveggenza, sesto senso o casualità, ma fin da quando Frank aveva aperto gli occhi, quella mattina di dicembre, aveva capito che sarebbe stato un giorno orribile, uno di quei giorni tremendi che ricordi anche dopo anni ed anni.
Frank aprì gli occhi molto lentamente, quella mattina. Quasi non voleva credere che fosse già arrivato il giorno: sembravano passati solo cinque minuti da quando si era gettato sul suo letto per poi chiudere gli occhi, e l'idea che il sole fosse già alto gli fece rivoltare lo stomaco.
Evidentemente l'universo era totalmente contrario alla sua idea di ignorare il nuovo giorno ormai arrivato, visto che un timido raggio di sole andò a colpire proprio la palpebra destra di Frank. Il ragazzo mugugnò infastidito, nascondendo la testa sotto il cuscino, per poi sospirare.
Maledetto Gee, lui e i suoi attacchi di parlantina irrefrenabili improvvisi. La sera precedente lo aveva tenuto al telefono per almeno due ore, continuando a spoloquiare riguardo mille argomenti diversi che il cervello di Frank si era rifiutato di metabolizzare. Aveva continuato a mormorare "Ah ah" e "certo" fino alle due di notte, almeno fino a quando Gee non aveva deciso di smettere con quella tortura, chiudendo la chiamata.
Ma perché doveva sempre innamorarsi dei tipi strani? Era un problema serio, il suo, visto e considerato che continuando a frequentare tipi come Gerard, anche lui sarebbe diventato una diva senza possibilità di ritorno.
L'ipotesi lo fece mugugnare di nuovo, mentre si rigirava nel letto, alla ricerca di un motivo valido per uscire da quella culla di coperte calde e accoglienti. Doveva andare al lavoro, ma l'idea di rimanere in quel letto per tutto il giorno lo attirava da morire.
Aprì un occhio solo per sbirciare fuori dalla finestra semi-aperta: il cielo era grigio e tempestoso, cosa che lo incoraggiò ancora di più a rimanere nel suo lettuccio caldo. Ma non poteva farlo, o sarebbe stato licenziato, ed aveva assoluto bisogno di corde nuove per la sua Pansy. Quelle che utilizzava al momento erano rovinatissime, non sarebbero durate più di un giorno.
Con uno sbuffo, Frank Iero decise finalmente che forse era il caso di andare al lavoro, e così abbandonò con un sospiro il suo letto caldo ed accogliente per gettarsi nel crudele e freddo mondo esterno.
La prima cosa che fece Frank quando si alzò in piedi, fu inciampare sulle proprie Converse nere. Boccheggiò qualche istante e cercò di aggrapparsi al suo letto, ma non ci riuscì e finì comunque steso per terra. Nella caduta aveva sbattuto il ginocchio contro il pavimento, e ora pulsava e bruciava terribilmente.
- Cazzo - brontolò Frank, mettendosi seduto per poi premere la mano destra sulla parte lesa. Non appena sfiorò la sezione di pelle che aveva urtato il pavimento, ritrasse subito la mano: il dolore era lancinante.
Dopo qualche altra imprecazione, Frank riuscì finalmente a rimettersi in piedi. Il ginocchio gli faceva un male cane, ma non poteva rimanere seduto per terra, o avrebbe fatto tardi.
Questo pensiero lo spinse a controllare che ore fossero, e quando riuscì ad intravedere la sveglia dietro ad un pacchetto ormai vuoto di patatine, sgranò gli occhi e boccheggiò.
Le sette e quarantacinque. Non sarebbe mai arrivato in tempo.
Frank scattò immediatamente, imprecando e maledicendo Gerard in mille modi diversi, perché era colpa sua se si era dimenticato completamente di rimettere la sveglia. Agguantò un paio di jeans, una felpa, una maglietta e le famigerate Converse nere, per poi cominciare a svestirsi in tutta fretta. Riuscì a indossare jeans e tutto il resto in appena trenta secondi, ma dovette infilarsi le scarpe saltellando a destra e manca nel piccolo monolocale che aveva preso in affitto diversi mesi prima, dopo essere stato sfrattato dai precedenti tre.  
Non le allacciò nemmeno: afferrò portafogli, sigarette, accendino e cellulare, per poi gettarsi in corsa giù per le scale, sbattendo la porta di casa alle sue spalle. Rischiò di morire almeno tredici volte mentre raggiungeva il tanto agognato piano terra, per poi gettarsi fuori dalla sua palazzina, senza neanche degnarsi di salutare la portinaia.
Ebbe appena il tempo di fare quattro passi, quando sentì una goccia d'acqua colpire la punta del suo naso. A quella se ne aggiunsero altre due, e il ragazzo imprecò ancora, furibondo: aveva lasciato l'ombrello in casa.
Una signora con un cane lo fissò con aria sconcertata, mentre Frank continuava a correre e imprecare, inciampando almeno tre o quattro volte nei lacci delle sue scarpe. Riuscì miracolosamente a non cadere mai.
Quando raggiunse il suo posto di lavoro, ovvero un piccolo caffé nella periferia della città, era bagnato fradicio dalla testa ai piedi e furibondo, con un ginocchio dolorante e l'aria di chi vuole solo andare al patibolo.
Helen, una sua collega di lavoro, lo raggiunse con un asciugamano in mano ed un sorriso incoraggiante. Frank le lanciò un'occhiataccia, cercando di asciugarsi un po' i capelli, che si appiccicavano sul suo viso stremato.
- Hai due occhiaie da far paura - affermò la ragazza, osservandolo - E perché hai il cappuccio della felpa sul petto? E' una nuova moda? -
Frank abbassò lo sguardo ed imprecò ancora, mentre Helen scoppiava a ridere.
- Non c'è niente di divertente! - ringhiò il ragazzo, rifugiandosi in bagno per girarsi la felpa. Quando uscì era ancora disperato - Ho fatto una corsa assurda per non arrivare in ritardo! -
- Frank, oggi è sabato - affermò la ragazza con tranquillità - Il turno di mattina lo faccio io -
Frank la fissò come se non riuscisse a capire, poi ricollegò tutto ed imprecò.
- Ma perché sempre a me? Perché?! - esclamò, mentre Helen rideva fino alle lacrime.
Frank sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
- Be', sono bagnato fradicio, stanchissimo e ho un ginocchio dolorante, ma non posso tornare a casa perché non ho la macchina e non voglio uscire di nuovo con questo tempo - sospirò - Dimmi almeno che c'è qualcosa da fare -
- Be', puoi pulire i bagni, se vuoi -
Frank dignignò i denti e la osservò in silenzio.
- Perfetto - brontolò sarcasticamente, dirigendosi con aria incredibilmente disperata verso i bagni, mentre Helen continuava a ridere.
Fu in quel momento preciso che Frank Iero realizzò che quella era una giornata di merda.
Ed erano appena le otto e mezza.

*

Quando tornò a casa, quella sera, Frank era asciutto, ma la sua felpa preferita era sporca di caffé, le sue mani puzzavano di prodotti per la pulizia dei bagni, e la testa gli scoppiava per quanto faceva male. In più sul ginocchio era nata una grossa mora violacea, che minacciava di espandersi sempre di più.
Nonostante ciò, si rese subito conto che c'era qualcosa che non andava. Innanzitutto la porta si aprì al primo colpo, cosa strana in quanto solitamente ci voleva almeno mezz'ora e qualche cazzott
o prima che quella maledettissima serratura del paleolitico cedesse. Quando aprì la porta, sentì qualcuno canticchiare una canzone che non conosceva, e riconobbe subito la voce di Gerard.
"Ci manca solo lui e le sue manie di protagonismo" pensò il ragazzo, sbuffando.
Quando Gerard sentì lo sbuffo, si voltò subito in direzione di Frank e sorrise dolcemente.
"Okay, forse non è poi tanto male" pensò subito l'altro, abbozzando a sua volta un sorrisetto leggero.
- Brutta giornata? - domandò il più grande, indicando la macchia scura di caffé sulla felpa del ragazzo.
- Non dirmi niente - e sbuffò, togliendosi la felpa per poi gettarla a terra. Si lasciò cadere sul divano e Gerard lo raggiunse, sedendosi accanto a lui. Appoggiò una mano su quella dell'altro e lo guardò, aspettando che cominciasse a sfogarsi. - E' stato tremendo. Sono arrivato tardi al lavoro, ho sbattuto il ginocchio, ho dovuto pulire i bagni... è stato uno schifo -
- Capisco - affermò Gee, annuendo - Ti preparo un po' di cioccolata calda -
Frank, che aveva tenuto gli occhi chiusi fino a quel momento in un vano tentativo di cancellare il mal di testa, fissò Gerard come se lo stesse prendendo per il culo.
- Secondo te io ho voglia di cioccolata? -
- Tutti hanno voglia di cioccolata! - esclamò l'altro, di rimando.
- Ho avuto una giornata di merda, il mio ginocchio è inutilizzabile, la testa sta per implodermi e di tutte le soluzioni che potevi offrirmi, tu opti per una cioccolata calda? -
- Certo! Con una cioccolata calda passa tutto - affermò Gerard, sorridendo.
Frank scosse la testa, ma non riuscì a trattenere un sorriso, mentre Gerard si affaccendava ai fornelli per preparare quella benedetta cioccolata.
- Sei un drogato di cioccolata, lo sai? - affermò Frank, togliendosi le scarpe fradice e rimanendo in calzetti.
- Non è colpa mia se è fantastica - obbiettò Gee, mettendo un pentolino di latte sul fuoco.
- Se lo dici tu... -
Frank frugò tra le pieghe del divano per trovare il telecomando e, dopo alcuni istanti di estenuante ricerca, riuscì finalmente a trovarlo e ad accendere la TV. Fece zapping per alcuni minuti, mentre la testa continuava a pulsare freneticamente. Lasciò un canale dove stavano trasmettendo un film dell'orrore di terza categoria, per poi prendere a fissare lo schermo, senza vederlo.
Dopo alcuni minuti, vide Gee girarsi: teneva in mano due grandi tazze di cioccolata. Lo raggiunse e gliene porse una, accompagnando il tutto con un sorriso leggero.
Frank afferrò la tazza e soffiò sopra la cioccolata, mentre Gerard si avvicinava un po' di più a lui, lasciando che le loro braccia si sfiorassero dolcemente. La vicinanza di Gee sembrò fare subito bene a Frank, perché il mal di testa parve quasi attenuarsi. Magari era solo uno scherzo della sua percezione, ma stare accanto a Gerard lo faceva sentire meglio anche a livello fisico.
Frank sorseggiò la sua cioccolata e subito sorrise.
- Fai la cioccolata migliore del mondo, Gee - mormorò, mentre il più grande appoggiava la testa sulla sua spalla e si metteva a guardare il film.
- Lo so - mormorò, sorridendo appena.
Frank appoggiò la guancia sul capo del ragazzo, continuando a fissare la TV, in silenzio.
- Puoi spegnere la luce? - domandò il giovane Iero all'altro, che obbedì immediatamente, sporgendosi verso la parete per premere l'interruttore.
Il buio calò subito su di loro, e Frank sospirò appena, mentre Gee si accoccolava un po' di più contro il suo corpo. Frank passò un braccio sulle spalle dell'altro ed appoggiò nuovamente la guancia sulla sua nuca, sorridendo appena.
Appena finirono di bere le loro cioccolate, Frank intrecciò la sua mano con quella dell'altro e, chissà come, finirono entrambi sdraiati sul divano, in silenzio, a guardare quel film abbastanza stupido e senza senso.
Il ragazzo sorrise e lasciò un piccolo bacio sulla guancia del suo ragazzo, stringendolo a sé con dolcezza. Gee rispose alla stretta, sorridendo a sua volta.
Con Gee tutto era migliore, più colorato, meno triste.
Gee era un po' come la cioccolata: un po' di Gee, e passava tutto quanto.
E Frank realizzò che, nonostante tutta la sfiga di quella giornata, l'idea di tornare a casa da Gee rendeva ogni singolo giorno un po' migliore.




_Cris Corner

Prima cosa: Frankie, mi dispiace di averti gettato tutta questa sfiga addosso, davvero, ma oggi ho preso quattro a matematica e dovevo trovare un modo per sfogarmi (?).
Okay, seriamoci.
Questa Frerard è veramente da diabete, e molto corta, cosa che non andrà a genio a... be', a nessuno, suppongo.
Ormai mi sono abituata all'idea delle poche - o nulle - recensioni. Vorrei spronarvi comunque a lasciarmene una: sono neanche due minuti della vostra esistenza per rendere felice una povera nerd depressa come me. Me lo fate questo favorino? Grazie :3
Un bacione, e alla prossima Frerard!
_Cris












   
 
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