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Autore: All my Darkness    31/05/2012    20 recensioni
Due braccia forti mi raccolsero dalla parete e mi avvolsero con la stessa velocità con cui mi ero mossa: sbattei le palpebre e cacciai indietro le lacrime, riconoscendo d'un tratto chi mi stava abbracciando.
- Sono morta, vero?- sussurrai, contro la sua spalla.
- Si - la voce di Damon era arrochita dal troppo silenzio, o forse dall'emozione, o da entrambi.
- Ma ora sono viva.
- Benvenuta nel club delle creature sovrannaturali. Anzi, forse è ancora presto per dirlo.-
[...]
- Cos'hai? Hai bisogno del sangue, Elena...
- Ricordo tutto.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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'Cause you've broken my darkness Ciao a tutti! Purtroppo per voi sentivo il bisogno di dare una mia versione del risveglio di Elena, e ovviamente per me non può che essere Delena!
Un bacio grande a tutti, e buona lettura!

PS: e fatemi sapere se la mia prima one-shot è passabile! ;)


Silenzio.
Profondo silenzio.
Buio.
Poi, tutto.
Spalancai gli occhi e scattai a sedere, respirando a pieni polmoni quell'aria così strana, sembrava non colmarmi affatto, essere indesiderata dal mio corpo. 
Mi portai una mano alla gola, con un gemito strozzato.
- Elena.
Senza neanche rendermene conto mi ritrovai in piedi, dal lato opposto della stanza, contro il muro.
- Oh mio...
Due braccia forti mi raccolsero dalla parete e mi avvolsero con la stessa velocità con cui mi ero mossa: sbattei le palpebre e cacciai indietro le lacrime, riconoscendo d'un tratto chi mi stava abbracciando.
- Sono morta, vero?- sussurrai, contro la sua spalla.
- Si - la voce di Damon era arrochita dal troppo silenzio, o forse dall'emozione, o da entrambi.
- Ma ora sono viva.
- Benvenuta nel club delle creature sovrannaturali. Anzi, forse è ancora presto per dirlo.-
Mi scostai da quell'abbraccio, improvvisamente imbarazzata da quella vicinanza. Guardandomi intorno, riconobbi di trovarmi nel tetro sotterraneo della casa delle streghe: fuori era buio, ma alcune candele illuminavano debolmente la stanza.
- Perchè siamo quì?
- Perchè dobbiamo parlare.
Lo guardai interrogativa per un po', prima che qualcos'altro catturasse il mio sguardo.
C'era una sacca di sangue sigillata per terra.
Una lama incandescente mi trapassò la gola, mentre mille spilli sembrarono perforarmi il viso, dove, ne ero sicura, i miei occhi si stavano iniettando di rosso.
- Hai sete.
Non era un'accusa, o una domanda. Nei suoi occhi leggevo solo compassione e un velo di tristezza.
- Se bevo diventerò un vampiro.
- Se non bevi sarò costretto ad organizzare un funerale. Il tuo.
Mi schiacciai ancora di più alla parete, sentendomi ad un tratto più debole.
- Forse ti starai domandando perchè ci sono io quì, e non la tua scelta – calcò l'ultima parola con disprezzo, mentre i suoi occhi sembravano ardere – ma a quanto pare sono l'unico capace di tenerti testa se dovessi avere tendenze suicida, al contrario di qualcun' altro.- ringhiò le ultime due parole, un chiaro riferimento al fratello.
- Cosa hai intenzione di fare?
- Farti bere quel sangue.
- Non voglio.
Una smorfia seccata gli apparve sul viso, mentre la distanza tra noi si faceva sempre più marcata.
- Ma tu guarda, lo avevo intuito.- disse, sarcastico, ma senza perdere la calma.
La sua freddezza mi dava i brividi. - Non voglio... bere quel sangue, Damon. - balbettai, cercando invano il suo sguardo sfuggente.
Lui non rispose, avanzando con calma verso di me. - Non vuoi proprio?- mi chiese, cordialmente e un po' dispiaciuto. Rimasi sorpresa da quella reazione.
- No.- risposi, incerta sul suo comportamento.
In neanche un millesimo di secondo mi ritrovai il suo viso a pochi centimetri dal mio e le sue braccia a bloccarmi ogni via d'uscita, mentre l'azzurro tormentato delle iridi fiammeggiava di rabbia.
- Facciamo il punto della situazione. Mio fratello ti ha lasciato morire annegata per salvare la vita di uno stupido umano seguendo un tuo stupido suggerimento dettato dal tuo stupido spirito da martire ed ora ti ritrovi in transizione, e se non bevi quel sangue morirai sul serio, morire, Elena, mai sentita questa parola? E visto e considerato che ho la bellezza di un secolo e mezzo più di te e sei ancora in parte umana potrei anche soggiogarti per farlo, e non mi importa se mi odierai o mi odi già adesso!-
La vicinanza tra noi sembrava emettere scariche elettriche e sconvolgermi, mentre per un attimo annegavo in quello sguardo dai mille colori freddi quanto caldo di dolore.

... uno sconosciuto che abbia tutte le risposte?

... quello che vogliono tutti

... ed è proprio perchè ti amo

... un amore che ti divori

... pericolo

- Damon..
I ricordi mi si mostravano davanti agli occhi, nitidi come se li avessi vissuti.
Li avevo vissuti.
La mia espressione lo preoccupò: in un attimo abbandono la maschera di rabbia e mi prese il viso tra le mani, scrutandomi dentro.
- Cos'hai? Hai bisogno del sangue, Elena...
- Ricordo tutto.
Quelle due parole lo spiazzarono. - Cosa ricordi?



    ... chissà, se ci fossimo conosciuti prima

    ... sono Damon

    ... passione

    ... devi sentirtelo dire almeno una volta

    ... avventura

    ... io ti amo, Elena

    ... forse

    ... che non posso fare l'egoista con te


- Tutto.- la voce mi uscì più sottile di un sussurro, mentre il cuore perdeva lentamente battiti.
- Tutto cosa? Ti stai indebolendo...
- Noi ci siamo conosciuti per primi.
Il suo sguardo si fece interrogativo per un po', prima di illuminarsi di comprensione.
- Già.
- La notte in cui i miei genitori sono morti...
- Esattamente.
Il suo respiro sulla mia pelle mi dava le vertigini.
- Tu mi hai detto che mi amavi.
- Purtroppo si.
Si allontanò di scatto da me, facendo un passo indietro. - Avremo tutto il tempo di rimpiangere i tempi passati, ma per la tua sopravvivenza è fondamentale che...
- Perchè mi hai fatto dimenticare?- gridai, avvicinandomi di nuovo a lui con una velocità che mi sconvolse.
- Cosa sarebbe cambiato?- rispose lui, nello stesso tono, bloccando il mio incedere verso di lui – Sarà sempre Stefan, Elena, non importa chi hai conosciuto prima o una stupida dichiarazione!
- Invece si! Se avessi saputo prima... - incrociai il suo sguardo afflitto e il mio cuore perse due battiti - ... forse non saremmo quì, adesso.- conclusi, piano.
- Bene, ora che abbiamo ripassato l'uso del condizionale alias verbo dei rimpianti la smetti di giocare con la morte e bere quel maledettissimo sangue?-
Abbassai lo sguardo e in un attimo afferrai la sacca: sopra, l'etichetta indicava O positivo - Mystic Falls Hospital. Sentii i canini allungarsi al limite delle labbra e il sangue appannarmi la vista, mentre mordevo la plastica in più e più punti, prosciugandola, dando sfogo a quella sete che non si sarebbe mai placata. La sacca cadde a terra, vuota, e mi ritrovai a fissare Damon, spaventata.
- Benvenuta nel mondo dei vampiri.- disse lui, tristemente.
Mi pulii la bocca con la mano e la ritrassi, imbrattata di rosso. Le lacrime iniziarono a pungermi gli occhi.
- Sono diventata un mostro.- sussurrai, incapace di trattenere lacrime e parole.
Per la seconda volta mi ritrovai, senza rendermene conto, tra le braccia di Damon: sentivo il suo profumo fin dentro le ossa, il suo calore fondersi con il mio, tutto era amplificato, anche il mio bisogno di affetto. Mi aggrappai a lui come un'ancora di salvezza.
- E' buio fuori, se vuoi posso portarti da Stef...
- No.
La mia risposta secca sembrò turbarlo. - Depressione post-cambiamento di specie?
- Voglio stare quì. Con te.-
E non sapevo cosa mi aveva spinto a dire quelle parole, non sapevo perchè il mio cuore in teoria morto continuava a battere in fibrillazione a quel contatto, non sapevo perchè le sue parole, del passato contrapposte al presente e ai ricordi, continuavano a inondarmi la mente.
Vidi solo i suoi occhi spalancarsi dalla sorpresa, per poi sentirlo prendermi in braccio e salire di corsa delle scale. Il cielo era puntellato di stelle e il vento soffiava leggero, calmo.
- Questa super velocità mi sconvolge.- dissi, sedendomi sul tetto e abbracciando le ginocchia al petto.
- Ci farai l'abitudine. E' forte.
Risi del suo tono così naturale. - La sete non è altrettanto forte.
- Farai l'abitudine anche con quella. Più o meno.-
Un brivido mi percorse la schiena mentre lui mi cingeva le spalle con un braccio.
Passammo quella che sembrò un'eternità in silenzio.
- Cosa farò, adesso?
Percepii Damon alzare le spalle. - Fossi in te non resterei a Mystic Falls. Visto che tu e la tua fiamma vi siete ritrovati, che ne dite di un bel giretto in Europa? Praga, Roma, Parigi... avete l'imbarazzo della scelta e tutto il tempo del mondo. - il dolore, dolore puro trapelava da quella voce così meccanicamente leggera.
Un altro brivido. - Cosa farai tu, adesso?
La luce della luna lo illuminava di profilo, la figura quasi felina accanto a me, nero nel nero, azzurro nel blu. - Me ne andrò.-
Senza rendermene conto scattai in piedi.
- Che cosa?
- Sei un vampiro, non puoi più fingere di non aver sentito.
- Damon...- lo osservai guardare il cielo, immobile come se niente fosse.
- Non puoi andartene.
- Oh, si che posso. Perdonami la sincerità, ma non ho più nessun motivo per restare. Una macchina, una bottiglia di bourbon ed eccomi alla conquista del mondo.-
Non pensavo più.
Mi ritrovai in un attimo a saltare giù dal tetto, fuori, e a correre disperatamente tra gli alberi, mentre le lacrime non facevano in tempo a formarsi che il vento le spazzava via, gelide. 
Ero completamente in preda all mie emozioni: il buio della notte appariva sfocato ai miei occhi ultraterreni, non sentivo l'erba sotto i piedi, niente. Il terreno saliva, chissà dove mi stavo cacciando, ma non mi importava. Frenai nei pressi di una piccola radura e mi guardai intorno, trovandomi a picco con il vuoto: ai miei piedi vedevo tutta Mystic Falls come una ragnatela di luci, ero salita proprio in alto.

Cosa mi stava succedendo?

I brividi, il cuore a mille, il desiderio straziante di sentire la sua presenza, tutto quel dolore nell'apprendere che se ne sarebbe andato... e l'idea di parlare con Stefan, stare con Stefan... mi atterriva. Si, atterrire era il verbo giusto: il mio cuore era oppresso da quella scelta che avevo fatto.
- Sapere che me ne andrò ti suscita tanta tristezza?
Mi voltai di scatto.
- Non voglio perderti.
Quelle tre parole sembrarono animarlo profondamente e farlo sprofondare nello stesso istante.
- Hai scelto, Elena.
- Lo so, ma..
In un attimo si ritrovò accanto a me.
- Non posso rimanere, non puoi chiedermi di rimanere, Elena, mi sento morire solo a pensare di non vederti più ma... non posso!- esclamò, straziato, prendendomi il viso tra le mani – Non posso vederti con Stefan, non posso vedervi felici, non puoi pretendere che io ritorni a soffrire, dopo tutto questo... non posso! Non puoi!
- Io non voglio stare con Stefan.

Le parole uscirono dal cuore senza passare dal cervello e dalla coscienza, pure, libere come farfalle, e un macigno sembrò dissolversi nel mio petto. La convinzione prese il posto delle lacrime mentre nei suoi occhi passavano tutte le emozioni del mondo, indecise su quale far prevalere sull'altra.
- Elena...
- No, ascoltami tu, Damon! Adesso non ho più motivi per fingere, per mantenere le aspettative degli altri! Sono un vampiro!- sorrisi, indicando il mio corpo – Nessuno può più dirmi che puoi farmi del male... E non posso più avere paura che mi lascerai, perchè ti seguirò ovunque, posso farlo!- il mio sorriso si allargò, mentre lui mi osservava allibito, lasciando scivolare via le mani dal mio viso dallo stupore – Sono forte, dentro e fuori, ed è forte anche questo... – mi puntai un dito al petto, a sinistra, dove il mio cuore pulsava imperterrito – ... più di prima, lo senti? Non c'è niente che può trattenermi ormai, niente che io debba nascondere! Il mio cuore batte nonostante tutto, batte perchè...-
- ... batte perchè ti amo.
Sorrise amaramente. - Ami Stefan.
Avvicinai ancora di più il mio viso al suo.
- Amo te.- sussurrai, premendo le mie labbra contro le sue. 
Le sue braccia mi avvolsero esitanti, quasi insicure, mentre il suo respiro si scontrava con il mio.
- Dimmi che è vero. Ti prego.- disse, quasi senza distanziare i nostri volti.
Gli accarezzai i capelli, riprendendo a baciarlo.
- E' vero, Damon. Ed è per sempre.-
Il bacio si fece più urgente, passionale, le lingue si incrociarono e iniziarono a cercarsi, ad inseguirsi, mentre in un attimo la sua giacca finiva a terra insieme alla camicia e alla mia maglietta, velocemente seguiti da tutti gli altri vestiti. Ci unimmo senza aspettare, avevamo aspettato anche troppo e al limite del sopportabile per entrambi, l'erba fredda contro la mia schiena contrastava con il calore perfetto dei nostri corpi, ed era perfetto veramente: sembravamo fatti l'una per l'altra, lo eravamo sempre stati. Ma ero stata troppo ingenua, troppo masochista, troppo codarda per capirlo, per lasciare che la felicità si impadronisse di me, come non era mai successo.

- Sai, non è male l'idea del viaggetto in Europa. Non sono mai uscita dagli Stati Uniti.
Lo sentii ridere, deliziata di quel suono sincero e privo di sarcasmo. - Tutto quello che vorrai, amore mio. Per sempre.
- Per sempre.

  
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