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Autore: greenbird    31/05/2012    0 recensioni
FF ambientata durante il manga. Hisashi e Akiko sono amici d'infanzia. Ora che lui ha fatto pace con il basket, le cose tra loro potrebbero cambiare... La storia è raccontata dal punto di vista di Akiko e Hisashi.
E' la mia prima FF, i commenti (anche negativi) sono ben accetti!
Slam Dunk e i relativi personaggi sono copyright di Inoue Takehiko.
Io ho creato solo i personaggi originali.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisashi Mitsui, Nuovo personaggio, Shinichi Maki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi qui, con altri due capitoli! Scusate se ci ho messo un po' più del solito, ma ho avuto da fare e la revisione è durata più del previsto! Buona lettura e, come sempre, grazie a tutti quelli che seguono la mia ff!

 

15.

Oooocchei. Calma. Calma e sangue freddo, Akiko.
Hisashi ti ha baciato. Il cuore mi batte ancora all'impazzata, mentre mi tolgo il vestito e lo sistemo sulla gruccia.
Di che hai paura?! Atsuko adesso esce con Maki.
Non può certo arrabbiarsi con te.
Quindi in pratica piaccio a Hisashi?!
Nooo, non è possibile.
Forse abbiamo bevuto troppo punch.
Sì, troppo. Decisamente.
E se invece fosse un bacio nato da una sua decisione cosciente?!
In effetti anche dopo la partita contro il Ryonan sembrava che stessimo per baciarci…
Gli interesso… io?! Non quell'altra?! Io?!
Che figata.
E adesso come andremo avanti?

–  Buongiorno.
Faccio un salto da far invidia a un grillo. Appena esco dalla classe, mi ritrovo davanti Hisashi. Sorride.
–  Bu… buongiorno... – balbetto. Improvvisamente non so più come mi chiamo. Ero convinta che stamattina, considerata l'ora tarda in cui siamo tornati a casa ieri, avesse preferito dormire e si sarebbe presentato solo agli allenamenti, come fa di solito in questi casi. Ecco perché io mi sono trascinata fuori dal letto e sono qui. E invece…
–  Lo so cosa pensi: credevi che io non fossi a scuola, – mi legge nel pensiero. Ok, perché mi sento come se non conoscessi Hisashi da una vita?! Tipo Haruko quando scambia due sillabe con Rukawa? Sorrido leggermente; mi sento una cretina. Oltretutto mi sta guardando con quel suo sguardo da… Hisashi. Lo conosco, quello sguardo. E' quello che ha quando si mette in testa di conquistare una ragazza. Ed è per me, stavolta!
–  Andiamo in terrazza, – dice, sorridendo. Lo guardo, stranita. – Terrazza. Di sopra… – aggiunge, puntando l'indice verso l'alto.
–  Sì… sì… devo… devo solo prendere il bento…
–  Ce l'hai in mano.
Prendo un bel respiro e riesco a sorridere. – Ok, andiamo allora.

 

 

Siamo seduti sul pavimento della terrazza; Akiko, nervosissima, sbocconcella il suo pranzo, io invece faccio onore alla cucina di mamma Hasegawa e mangio di gusto. Per come è messa in questo momento, riporterebbe a casa metà del cibo, quindi tanto vale approfittarne. Le getto un'occhiata. E' così carina mentre si concentra sul bento; penso che abbia contato mentalmente tutti i chicchi di riso! Io sono altrettanto nervoso, l'unica differenza è che so controllarmi. Finisco di mangiare e poi decido di parlare.
–  Dunque… – inizio. Akiko alza gli occhi su di me. – Parliamo un po'?
–  Di… cosa?
–  Di cosa, eh? – rispondo sornione. – Mah, di ieri sera, per esempio.
–  Già, è stata una bella festa, eh? – sorride, con la voce che le trema leggermente.
–  Già, proprio bella. Mi sono divertito. Tu?
–  Sì… sì, anche io...
–  Poi c'è stato anche quel finale, – dico, gettandole un'occhiata d'intesa.
–  Eh… sì… – arrossisce leggermente.
–  Il ballo di gruppo, dico…
–  Sì, infatti, – sorride, rilassandosi un secondo. – Il ballo di gruppo è stato bello!
–  Già… E poi… C'è stato…
Con un rapido movimento mi avvicino e le do un bacio sulle labbra. Akiko sgrana gli occhi.
–  Che vuol dire?! – chiede, improvvisamente tornata se stessa. – Perché adesso ti comporti così?!
Eccola, la mia Akiko!

 

 

Ok, che domanda cretina ho fatto?! “Perché ti comporti così?” Ma sei scema? Se uno ti bacia è perché gli piaci. E' solo che… che speravo in uno sviluppo del genere e ora che c'è stato… Non lo so, mi sembra di sognare!
–  Secondo te, perché? – sorride. E' un Hisashi che non ho mai visto. O meglio, che ho visto ma mai nei miei confronti. “Lei” era sempre un'altra.
–  Io… ti piaccio?
–  Sì. E a giudicare dal bacio di ieri sera, io piaccio a te, – risponde, con lo sguardo che brilla. Stupido, se fai così mi fai solo venire voglia di saltarti addosso!
–  Ma smettila! Siamo ancora ubriachi tutti e due, mi sa! – cerco di sdrammatizzare. Per tutta risposta, si fa serio e scuote la testa.
–  Senti, se stai facendo tutto questo per far ingelosire quella che ti piace, stai sbagliando. Dovremmo farlo in pubblico… Così lei ti vede e--
–  Non capisci? – mi interrompe. – Non c'è nessun'altra che mi piace. Eri tu, stupida. Sei stata tu sin dall'inizio.
–  Io?!
–  Sì, tu. E' per te che ho lasciato Atsuko. Ecco, l'ho detto.
Il sangue mi va alla testa e mi si gelano le mani. Le stringo, cercando di far ripartire la circolazione.
–  Stai scherzando.
–  Proprio no.

 

 

Mi scruta, seria, le sopracciglia leggermente aggrottate.
–  Stai dicendo che non sono più la tua migliore amica? – chiede, cauta.
–  Esatto.
–  E… da quando?
–  Poco dopo la rissa, ho capito che sei quella che mi piace. L'unica che mi conosce davvero, quella che mi può tenere testa. L'unica con cui voglio uscire. Quella che, se mi dice di no, si beccherà il trattamento Mitsui fino a sfinirla, – sorrido. – E lo sai che ottengo un appuntamento, prima o poi.
–  Quanto sarai scemo? Lo sai che ti sopporto da una vita, mica speri di spuntarla con me! – sorride.
–  Oh sì, invece. E lo sai che ce la faccio, – replico, avvicinando di nuovo il mio viso al suo.
Si tira leggermente indietro, sorridendo. – Non stuzzicarmi, Hisashi. O ti metterò veramente alla prova.
–  Fallo, – rispondo, serio. – Se vuoi, fallo. Sono pronto.
Stringe le labbra. Aspetto che dica qualcosa, poi, quando vedo che non accenna a parlare, faccio la domanda che mi frulla in testa. – E tu, da quanto ti sei innamorata di me?
–  E chi ha detto che lo sono?
Sgrano gli occhi. – Ma…
Akiko si mette a ridere; poi, leggermente imbarazzata, risponde. – All'inizio pensavo che fossi gelosa di te perché eri tornato te stesso e… e interagivi con altre ragazze, inclusa Atsuko. E poi ho capito che… che era sì gelosia ma anche altro…
Annuisco. – Lo stesso che è successo a me.
Mi guarda negli occhi. – Quindi adesso vorresti che noi stessimo tipo… insieme…?
Sorrido. – Tipo… sì.

 

 

Scendo dalla terrazza in uno stato di trance. Ancora non mi rendo conto di quello che è successo.Mi sento leggermente in imbarazzo, ora, perché so che da adesso in poi ogni gesto, ogni parola, non sarà più quello di due amici, ma quello di una coppia. Per me è una sensazione nuova. Mi sono comportata con Hisashi come una fidanzata per anni. Adesso sono davvero la sua ragazza.

 

 

–  Allora? Cos'è questa novità?! – chiede Ayako il giorno dopo, tutta contenta, durante la pausa pranzo.
–  Novità? – sorrido spavaldo, facendo spallucce. – Nessuna novità. E' solo che doveva finire così…
–  Ma sentilo! Sempre sicuro di te, eh, Mitsui? – ridacchia lei.
–  Cosa? Cos'è successo? – chiede Hanamichi.
–  Akiko e Mitsui stanno insieme, – sorride Ayako.
–  Cosa?! L'ho detto io! Sono un genio! – scoppia a ridere lui, al solito. – Si era capito durante la partita contro il Kainan che siete cotti!
–  Ma smettila! – ribatto.
–  Ha ragione! – dice Akiko. – Qualcuno qui, il n. 14 mi pare, era parecchio geloso…
–  Seee, ti piacerebbe! – mento. Ryota ride e fa l'occhiolino ad Akiko.
–  Hanamichi per una volta ha ragionissima, – le dice. – Dovevi vedere com'era furioso Mitsui dopo che ti ha visto parlare con Kiyota! E nel periodo in cui uscivi con lui, tu eri argomento tabù!
–  Miyagi, la pianti?!
–  Sta solo dicendo la verità, senpai, – dice Ayako, con aria innocente. – Che c'è di male?!
I tre scoppiano a ridere. Mio malgrado, sono costretto ad ammettere che avevano ragione, ma lo faccio con molto, molto piacere.

 

 

Questo fine settimana i miei non ci sono. Oggi è sabato e sono a casa con Haruko e Ayako. Hisashi è uscito per una serata tutta al maschile con Ryota, Hanamichi e Rukawa (sì, sono riusciti a trascinarlo fuori dal letto). Atsuko è fuori con Maki e altri amici a festeggiare il compleanno di una compagna di classe. E noi tre ragazze ci siamo organizzate una specie di pigiama party a casa mia. Abbiamo cenato in salone, tutte raggomitolate sul divano, senza tv né altra distrazione dai nostri discorsi. Tutte rigorosamente in pigiama e ciabatte. Per scherzo, Ayako mi ha anche messo i bigodini! Ci manca solo la maschera idratante e le fette di cetriolo sugli occhi e poi abbiamo coperto tutti gli stereotipi del pigiama party!
–  Ma non è che magari tu e Mitsui volevate passare del tempo insieme? – chiede timidamente Haruko.
–  Scherzi?! Con quel terremoto vivente ci convivo da una vita; questa giornata di pace è da segnare sul calendario come festa nazionale!
Ayako sorride. – Com'era Mitsui da piccolo?
E lì ho un lampo di genio. – Aspettate! – sorrido, e salgo in camera a prendere gli album di foto. Torno giù di corsa. – Ta daaaan! Ecco Hisashi da zero a quindici! Ci siamo tutti e tre. Mi piazzo tra loro due e sfoglio le pagine. Ci sono foto che nemmeno ricordavo di avere. Come quella al mare, in cui io, Hisashi e mia sorella mangiamo una pannocchia arrostita.
– Che bellina qui! – dice Haruko. – E' tua sorella? Che bella divisa…
–  Sì, alle medie siamo andati tutti e tre alle Takeishi. Poi Atsuko ha provato l'esame di ammissione al Kainan ed è stata accettata.
–  Uh, la foto con il trofeo da MVP! – esclama Ayako. – Era così alle medie?!
–  Eh già!
–  Nah, sta meglio con il taglio di adesso! – dice, facendo una piccola smorfia.
–  Vero?! – ribatto. – Piace anche a me di più adesso.
Giriamo pagina e vedo una foto che non so nemmeno se Hisashi sa o ricorda che c'è: lui con la sua prima divisa da titolare dello Shohoku. Quella che ha buttato dopo l'infortunio. Ayako sgrana gli occhi.
–  Questa è l'ultima? – chiede Haruko, gettandomi un'occhiata.
Annuisco. – Non ha più voluto farsi fotografare dopo che ha lasciato la squadra. E per fortuna, perché sennò, con la faccia truce che aveva, avrebbe disintegrato l'obiettivo! – rido.
–  Ma era così anche prima? – chiede Ayako. – Così rissoso, così difficile?
–  No, per niente. Certo aveva i suoi giorni no, ma per il resto era il classico ragazzo dalla battuta sempre pronta, sempre sorridente. Quello che ti faceva copiare i compiti se poteva -era anche bravo a scuola- e che alle ragazze chiedeva di poterli copiare con uno sguardo cui non si poteva dire di no. Per certi versi è così anche adesso, ma non sempre. Era molto bravo in campo, ma non era borioso. Aveva sempre voglia di imparare. Insegnava a me e allo stesso tempo sfruttava l'occasione per migliorarsi. Dopo l'infortunio ha alzato un muro, e stare con Tetsuo e gli altri non l'ha aiutato nei suoi rapporti interpersonali. Adesso è un po' un mix tra il vecchio e il nuovo. A volte non mi dispiace… altre veramente lo prenderei a testate!

 

 

Io e i ragazzi siamo al Vento di Mare, un disco pub che di recente ha perso un po' della clientela per via della concorrenza, il che significa più tavoli liberi, un po' meno casino e una pista dove ballare senza dover dividere una mattonella di 20x20 cm con altre tre persone. Mentre ci stiamo bevendo un drink, entra un gruppo di persone. Hanamichi salta su.
–  Nonno!
Ci giriamo e vediamo un bel gruppetto di studenti del Kainan, inclusi Maki e Atsuko, che si avvicinano per salutarci.
–  Che ci fate qui? – chiede Ryota.
–  Festeggiamo il compleanno di una nostra amica, – risponde Maki. – Ah, lei è Atsuko.
–  Ciao a tutti! – sorride lei. Gli altri la salutano e si presentano. – Noi due direi che ci conosciamo, – dice, guardandomi. Io sorrido.
–  E' la sorella di Akiko, – spiego. I ragazzi sanno che, a parte loro, nessuno sa ancora niente di me e di Akiko, quindi evitano qualsiasi commento.
–  Ehi, Rossoscimmia! – Kiyota si intromette nella conversazione. – Che cavolo ci fai tu qui?
–  Dovrei dirlo io! Siamo arrivati prima noi, smamma!
–  Smamma tu, è arrivato il Kainan!
–  Kainan un paio di--
–  Hanamichi, fai basta! Tra un po' ci buttano fuori per colpa tua! – sbotta Ryota, mentre Maki da' un'occhiataccia al suo numero 10.
–  Oh, ma siete dello Shohoku! – dice una ragazza, apparendo vicino ad Atsuko. – Io sono Mariko! Ho visto la vostra partita contro il Kainan! Mi siete piaciuti! Complimenti!
–  Sì, complimenti vivissimi! – scoppia a ridere Kiyota. – Per aver passato la palla a Takasago allo scadere del tempo!
–  Brutta Nobuscimmia--! – sbraita Hanamichi, mentre io e Ryota lo fermiamo dal prendere a testate quell'altro deficiente, che se ne frega altamente delle occhiatacce di tutti noi.
–  Ragazzi, venite al tavolo! E' il mio compleanno! – ci invita Mariko. – Vi offro un giro di bevuta!
–  Come dire di no a un così gentile invito? – sorride Ryota, e ci andiamo a sedere con gli altri.

La serata prosegue bene, siamo tutti un po' allegrotti perché Hanamichi e Kiyota sono riusciti a far fare al barman dei drink alcolici nonostante siamo tutti minorenni.
–  Ragazzi, che ne dite di ballare? – chiede Mariko. – Non accetto no, è il mio compleanno!
Noi quattro dello Shohoku cerchiamo di sottrarci, e a quel punto interviene Kiyota che mi guarda e ghigna.
–  Dai, Mitsui, non puoi rifiutare, ora che hai fatto vedere che ballerino sei! – dice, mimando YMCA con le braccia.
Gli occhi dei tre idioti che ho per compagni di squadra si voltano all'unisono su di me. Promemoria per la fine della serata: portare Kiyota in un angolo buio e prenderlo a cazzotti finché le forze non mi abbandonano.
Hanamichi, manco a dirlo, è il primo a scoppiare in una sonora risata. – Hai fatto cosa?! E non ce l'hai detto?!
–  Che vi dovevo dire?! – sbraito. – Non è che devo mettere i manifesti su cosa faccio io quando non mi alleno!
–  Eddai, Hisashi! – interviene Atsuko, con gli occhi le brillano. – Siete stati bravissimi!
–  Siete?! – sorride Ryota, che ancora si trattiene ma si vede che la risata gli sta salendo in gola.
–  Sì, siete! Erano lui, Maki, Jin e Kiyota!
E a quel punto anche Ryota scoppia a ridere insieme ad Hanamichi. Rukawa si limita a inarcare le sopracciglia, ma si vede che si sta divertendo pure lui a seguire la conversazione.
–  Pure il nonno e la Nobu-scimmia ?! – fa Hanamichi, piangendo dal ridere. – Uuh questo è troppo!
Gli mollo un pugno in testa in stile Akagi. – E smettila, demente!
–  Sei permaloso, Mitchan!
–  Sei tu che sei un idiota! Non c'è niente da ridere!
–  Infatti! – sbotta Kiyota, rivolto ad Hanamichi. – Che ti credi, che sono impedito come te nel ballo?!
–  Io impedito?! Senti un po', con chi credi di parlare?!
–  Perché non andate in pista a risolvere la questione? – propone Maki. – Così anche Sakuragi può farci vedere che cosa sa fare!
–  Ci puoi scommettere, nonno! Sono un genio anche nel ballo, io!
–  Maki, vieni a ballare anche tu? – chiede Atsuko.
–  No, grazie, preferisco vivere! – sorride lui, facendo cenno con la testa alle due scimmie che se ne vanno in pista quasi azzuffandosi. – Tu va'. Ti aspetto qui.
–  Ci penso io a lei, – sorrido. – Andiamo?

Io e Atsuko raggiungiamo gli altri in pista. Quei due idioti si stanno sfidando a suon di passi di ballo, io e gli altri balliamo un po' tutti insieme. Atsuko regge veramente poco l'alcol, credo che domani mattina si sveglierà con un mal di testa che la stenderà per tutta la giornata. Ma anche le sue amiche hanno bevuto un po' troppo.
–  Hisashi! – Atsuko urla nel mio orecchio per sovrastare la musica, mentre mi prende per un braccio. – Devo andare in bagno!
–  Va bene, vai!
–  No! Vieni con me, da sola non mi fido!
Mi guardo intorno a cercare una qualche sua amica, ma ormai mi ha già trascinato via. Arrivati al bagno, ondeggia di nuovo e la prendo al volo. – Mi sa che è meglio se dopo ti fai accompagnare a casa! – le dico. Lei alza gli occhi, sorride e in mezzo secondo mi getta le braccia al collo mentre mi ritrovo le sue labbra sulle mie. Sgrano gli occhi e la allontano con gentilezza. – Atsuko, sei ubriaca. Va' in bagno e poi ti riporto da Maki, credo sia ora che tu torni a casa.
–  Perché non mi ci porti tu…? – sorride maliziosa, passandomi di nuovo le braccia intorno al collo e stringendosi a me. – Ho casa libera tutto il fine settimana…
–  Non scherzare… – ribatto, cercando di non apparire troppo serio, allontanandola di nuovo e portandola verso il bagno. – Ti aspetto qui fuori e poi torni a casa. Con Maki, chiaro?
–  Va bene… – sorride. Poi sposta lo sguardo di poco e il sorriso le muore sulle labbra. Guardo nella stessa direzione e vedo Maki, a qualche metro, che ci sta fissando con uno sguardo che dice tutto. Ha visto.
–  Maki… – balbetta Atsuko, andando verso di lui. E' Maki invece che si muove verso di lei. Vedendo la sua faccia, d'istinto mi sposto verso Atsuko, per proteggerla. Non è il tipo da fare piazzate, ma un'espressione del genere, da lui, è anormale tanto quanto sentire Sendoh che urla.
Con la coda dell'occhio vedo Hanamichi e Ryota che smettono di ballare e guardano verso di noi, pronti a intervenire. Maki si ferma a un passo da me, gettandomi un'occhiataccia, ma riportando gli occhi subito su Atsuko.
–  Adesso è tutto chiaro, – le dice solo.
–  Ma… Maki, aspetta…
–  Non c'è altro da dire, – risponde lui, voltandoci le spalle e andando verso la porta del locale. Atsuko lo segue fuori.
Mi passo una mano sulla faccia e quando alzo gli occhi vedo Hanamichi e Ryota che mi fissano. Mi avvicino.
–  Ma ti ha baciato o sbaglio?! – fa Ryota, cauto, vedendo la mia espressione truce. Io annuisco.
–  E com'è che Maki non ti ha spezzato le gambe? – chiede Hanamichi, un sopracciglio inarcato.
–  Non lo so, – mormoro. Poi li fulmino con lo sguardo. – Guai a chi ne fa parola con Akiko. Sono stato chiaro?!

 

 

Mi sveglio di soprassalto. Lo sguardo vola verso i futon accanto al mio, ma Ayako e Haruko stanno dormendo. I rumori vengono dal piano di sopra. I miei non ci sono per tutto il fine settimana, quindi può essere solo Atsuko… o i ladri! In silenzio, esco dalla sala e salgo le scale. Mi tranquillizzo subito quando vedo la luce filtrare dalla stanza di mia sorella. Ma non è sola; ci sono altre due voci femminili che bisbigliano. Apro la porta: sedute sul letto con lei ci sono anche Mie e Yumiko.
–  Che succede? – chiedo sottovoce, entrando. – Stai male?
Le tre mi guardano. Mia sorella ha gli occhi lucidi, il mascara leggermente sciolto. Si asciuga una lacrima. – Ho combinato un gran casino con Maki…

Per il Kainan, al contrario dello Shohoku, la domenica è sacra e non si allenano mai. Mia sorella è di pessimo umore e con un mal di testa da post-sbornia, quindi voglio riuscire a capire cos'è successo, possibilmente dalla diretta voce di Maki. So che di solito la domenica pomeriggio si allena in un campetto non lontano da casa sua, l'ha detto la sera del festival scolastico, quindi faccio un salto nel suo quartiere sperando di avere fortuna. Mi sono portata la palla da basket in una sacca; così, nel caso in cui lui non fosse ancora lì, potrei ingannare il tempo nell'attesa che arrivi - sempre che arrivi, ovviamente. Mi metto a palleggiare all'incirca a metà campo, fissando il canestro. Quando mi sento pronta, scatto in avanti, continuando a palleggiare. Salto e, come mi ha insegnato Hisashi, appoggio la palla sul canestro. 2 punti! Riprendo la palla e continuo a esercitarmi sul lay-up, poi passo ai tiri liberi. Qui devo riprendere pratica, ma non sono poi così malaccio. I tiri da tre sono sempre stati il mio tiro preferito e anche quelli su cui mi sono beccata le sgridate più grandi da parte di Hisashi. Ma tutto il suo sgolarsi è servito a qualcosa. E poi adesso abbiamo anche ripreso ad allenarci insieme.
Certo in una partita non è che farei chissà che exploit, ma posso ritenermi soddisfatta.
–  Ma chi si vede!
–  Ciao, Kainan King! – sorrido, girandomi. Maki è sempre una bella visione. Anche solo con un paio di pantaloni della tuta neri, scarpe da ginnastica e una maglia nera a disegni bianchi. Sulle spalle ha una sacca per la palla da basket.
–  Sei davvero brava! Mitsui, eh? – sorride.
–  Oh yes! …aspetta, hai detto che sono brava?! Wow! Grazie!
Maki ride. – L'ho detto perché lo sei.
–  Ma immagino che avresti millemila appunti da farmi, – sorrido, un po' a disagio.
–  Nulla che Mitsui non possa correggere, – sorride, gentile. Non so che casino abbia combinato, ma in caso mia sorella è proprio scema a farsi scappare uno così.
Palleggio per qualche secondo. – So che non sono fatti miei, ma Atsuko è giù per qualcosa che è successo tra te e lei, ma non so di che si tratta. Magari posso aiutarla.
Annuisce. – Lo immaginavo. E' la prima volta che ti vedo qui e l'ho capito appena ti ho visto.
Posa la sacca a terra e mi fa cenno di passargli la palla, cosa che faccio subito. La fa palleggiare e poi infila un tiro libero come niente fosse. Riprende la palla e segna un altro tiro libero, e un altro ancora, sempre in silenzio. Io mi incanto a vedere i suoi movimenti precisi, cercando di memorizzarli.
–  Quindi non sai niente.
Scuoto la testa. – E' grave, quello che è successo?
–  Beh, non è morto nessuno, se è quello che intendi per grave. Ma… personalmente per me lo è. E… temo che sarai messa in mezzo pure tu, – dice, e fa un altro canestro.
–  Io?! – sgrano gli occhi. – Oddio, Maki, mi spaventi!
Smette di tirare a canestro e mi guarda. – Hasegawa, tu sai cosa vuol dire “in vino veritas”?
Scuoto la testa. Dal suono sembra una lingua importante. – Non sono granché ferrata nelle lingue straniere, a parte l'inglese, – sorrido, quasi a scusarmi.
Maki sorride. – E' latino. Significa “Nel vino c'è la verità”. Quando si beve un po' troppo si fanno e si dicono cose che di solito non si fanno o non si dicono… ma che spesso chi le fa o le dice vorrebbe fare o dire, ma si trattiene. Mi segui?
–  Sì. Vuoi dire che mia sorella ha avuto un attacco di “in vino veritas”?
Maki scoppia a ridere. – Oddio, questa non l'avevo mai sentita!
Rido anch'io. Una mezza idea si fa strada nella mia mente ma la scaccio. Lui finisce di ridere e mi guarda, ancora un po' divertito. – Esatto, – dice alla fine, e lo sguardo si rabbuia. Resto zitta e cerco di dominare la mia impazienza.
–  Ieri sera c'è stato il compleanno di Mariko, una nostra amica.
Annuisco.
–  Siamo andati al Vento di Mare, dopo cena, e abbiamo incontrato Mitsui e gli altri ragazzi dello Shohoku. Mariko li ha invitati al nostro tavolo e la serata è stata piacevole. Abbiamo bevuto tutti un po' troppo e, a un certo punto, eravamo tutti allegrotti. Poi Kiyota spiattella che Mitsui ha ballato YMCA e Sakuragi lo prende in giro. Insomma finisce che Mitsui, Sakuragi, Kiyota e Miyagi vanno a ballare, insieme a tua sorella e altre ragazze del Kainan, e io resto al tavolo con gli altri a chiacchierare. Dopo un po' mi alzo per andare anche io in pista e che cosa vedo? Atsuko che prende Mitsui per un braccio, lo porta in un angolo della pista e lo bacia.
Io sgrano gli occhi. – Mia sorella ha fatto cosa…?!
Maki annuisce. – Ci sono rimasto nello stesso modo. Si vedeva che Mitsui non ci stava ed è solo per questo che l'ho lasciato stare. Dopodiché mi hanno visto. Tua sorella ha provato a spiegarmi, se devo essere sincero, ma altrettanto sinceramente devo dirti che non mi interessano le spiegazioni. Quello che ho visto è abbastanza.
Mi metto una mano sulla bocca. Questo non è un gran casino. Questo è un casino epico. Di cui vengo a conoscenza da Maki.
–  Ecco perché ho detto che nel vino c'è la verità. Non è di me che è innamorata.
–  Non è possibile! – ribatto – Quando è rientrata, l'ho vista che piangeva! E ha detto “ho combinato un casino con Maki”! Una che non è innamorata non parla così!
–  Ma davvero? – dice, sarcastico. – Beh, magari poteva pensarci un attimo prima. Ieri sera mi ha detto di Mitsui e del fatto che stava con lui tempo fa... ma le spiegazioni non mi interessano granché in questo momento.
Stringo la mascella, mentre mille pensieri mi passano per la testa.
– Stai bene? – chiede lui dopo un po'. Devo avere una faccia sconvolta. Mi metto seduta per terra e Maki fa lo stesso.
–  Sì… – mormoro. – Anche tu non sai una novità. Io e Hisashi stiamo insieme. Anche se, in questo momento, credo che non arriveremo nemmeno a due settimane.
–  Tu e Mitsui cosa…?!
–  La sera del festival scolastico, dopo che ci siamo salutati, ti ricordi che sono andata a casa di Hisashi per far vedere al padre il mio vestito?
–  Sì, certo.
–  Ecco, quella sera ci siamo baciati e… beh, insomma stiamo insieme. O stavamo.
–  Tua sorella lo sa?
–  Non l'abbiamo detto in famiglia, volevamo gustarci un po' il momento per noi… e quel cretino rovina tutto! – concludo, alzando la voce.
–  Per quel poco che ho visto, lui l'ha respinta.
–  Non me l'ha detto! – ribatto, arrabbiata. – Mia sorella combina un casino del genere e non me l'ha detto! Che stronzo! Ed è anche passato a salutarmi prima dell'allenamento, oggi! Stasera lo strozzo e poi lo lascio.
Maki apre la bocca per dire qualcosa, ma lo blocco. – Non difenderlo! Non ci provare! Una cosa del genere va detta, non ci sono scusanti!
Lui alza le mani e sorride leggermente.
–  Quindi, – riprendo, – deduco che tra te e Atsuko non c'è margine di… ripresa?
–  Ne dubito fortemente. Non sono arrabbiato perché ho dovuto scoprire così chi era il suo ex, anche se avrei preferito saperlo prima… Ma ci sono rimasto male per il bacio. Voglio dire, che comportamento è?! Io sono stato sempre onesto con lei, e mi aspettavo lo stesso. Evidentemente abbiamo standard diversi.
Stringo le labbra e gli getto un'occhiata. E' triste, arrabbiato, deluso… tutto insieme. Vedere Maki in questo modo è veramente strano. Uno pensa che a lui tutto scivola addosso, che è un dio sceso in terra in grado di superare tutto… e poi scopri che è umano anche lui. E' quasi sconvolgente.
–  Mi dispiace davvero, Maki. Mia sorella di solito non beve. Forse è quello che l'ha fatta comportare in quel modo.
–  Com'è che hai detto? Non difenderla! Non ci provare! – dice, aggrottando le sopracciglia e guardandomi severamente. Resta zitto per qualche secondo. – E pensare che qualche giorno fa ci stavamo divertendo al festival scolastico… come sono stato cretino… – sospira.
Ne approfitto per cambiare argomento. – Già, YMCA a quanto pare è passata agli annali della storia adesso!
–  Non me lo ricordare! – esclama Maki, coprendosi il viso con la mano. – Il giorno dopo c'erano le foto esposte in bacheca! Dovevi vedere la folla lì intorno!
Scoppio a ridere. – Sul serio?! Oddio, e come l'ha presa Takato?!
–  E' arrivato davanti alla bacheca, ha guardato le foto, è rimasto in silenzio qualche secondo e poi ha detto…
Maki si alza, mette le mani dietro la schiena e assume un'espressione austera, imitando l'allenatore.
–  “Come avrei voluto essere lì a vedervi!”
Scoppio di nuovo a ridere. – Sul serio?!
Maki si mette a ridere e si risiede. – Sul serio! Io mi sono detto “ecco, adesso parte il sermone”, e invece lui avrebbe voluto esserci! A quel punto è arrivato un ragazzo e ha detto “Sensei, se vuole ho il video!”. E lui… se l'è guardato! E si è pure complimentato!
–  Noooo! E' un grande!
–  L'ha presa meglio del previsto! Io invece vorrei capire chi è il genio che è andato in uno di quei negozi aperti 24 ore su 24 per stampare le foto!
Continuo a ridere, immaginando la scena. – Scusa eh, ma non è mica da tutti i giorni vedere il grande Maki che balla YMCA!
–  Solo tu e Atsuko potevate riuscirci! – gli sfugge. E gli passa il sorriso.
Stringo le labbra e annuisco. Sembra passato un milione di anni da quella sera. Cambio velocemente argomento e ci mettiamo a parlare del più e del meno. Dopo un po' guardiamo l'orario e decido che è ora di lasciarlo ai suoi allenamenti in solitaria. Ci alziamo e raccolgo la palla.
–  Beh… – dice Maki, – è stato un piacere… Anche se avrei preferito parlare con te di cose più allegre…
–  Pure io l'avrei preferito, – rispondo, triste. Stringo le labbra. – Maki… mi dispiace tanto. Sul serio. Però, ti ripeto, mi è parso di capire che mia sorella si è pentita del suo gesto.
–  Poteva pensarci prima di baciare Mitsui, – risponde, in tono duro. – O poteva venire lei, qui, adesso.
Ci resto male e lui sorride appena. – Scusami. Sono arrabbiato e poco incline a giustificare tua sorella. Comunque, detto tra noi, se vedessi che lei veramente tiene a me, potrei anche… fare un passo nella sua direzione. Ma se fino a ora mi sono mosso io verso di lei, adesso è lei che deve muoversi verso di me, se è davvero come dici. E ne dubito, sinceramente.
Annuisco, poi raccolgo la palla e la rimetto nella sacca. – Buona serata, Maki. E scusa se sono stata impicciona. Forse dovevo dire ad Atsuko di venire qui, anziché venire io.
–  Non sei impicciona, – sorride. – Ed è stato meglio che sia venuta tu. Io e tua sorella avremmo solo finito per litigare. Buona serata anche a te. E non ammazzare troppo Mitsui.

  
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