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Autore: xlarrystrenght    01/06/2012    1 recensioni
“A volte, quando ami, accade che lo dici nel modo peggiore, perchè se fosse tutto chiaro e limpido non sarebbe AMORE. AMORE è CONFUSIONE, PASSIONE, DISORDINE E ANCORA TANTO PIU'. E non sempre, quando impazzisci dentro, sai aspettare.” – F.Moccia
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*coff coff*
Eccomi qui con un'altra one shot. L'ho scritta in un'ora,non sono convintissima del risultato ma va bene. 
Fatemi sapere che ve ne pare, vi prego. 
Un bacio, Sarah. (su Twitter sono @noStylesnoparty, seguitemi se vi va :3)





Don't let memories go, of me and you.


“A volte, quando ami, accade che lo dici nel modo peggiore, perchè se fosse tutto chiaro e limpido non sarebbe AMORE. AMORE è CONFUSIONE, PASSIONE, DISORDINE E ANCORA TANTO PIU'. E non sempre, quando impazzisci dentro, sai aspettare.” – F.Moccia
 
Eccolo lì, come tutte le mattine, appoggiato alla colonna centrale nell’altrio della scuola.
Come ogni mattina entro e raggiungo le mie amiche poco distanti da lui. E’ tutta una tattica per poterlo osservare.
‘Beth, sei con noi? Ohi, ci sei?’
‘Ehm, si.. Cioè, no. Scusate ragazze. Dicevate?’
‘Non posso crederci, ho parlato per dieci minuti e tu non mi hai ascoltato.’
‘Davvero Dafne, scusa. Non l’ho fatto apposta, è solo che..’
‘Solo che ..?’ ‘Oh’ dice, alzando gli occhi verso il centro dell’atrio.
‘Devi dimenticarlo. Ragazzi del genere non filano dietro a persone come noi. Guardalo,  è uno dei ragazzi più popolari della scuola, uno dei ragazzi più popolari di questi tempi in tutto il mondo. Non dimenticarti che è il leader della tua band preferita.’
‘Così non sei d’aiuto.’ Prendo la mia roba e corro in classe.
All’uscita da scuola, come sempre, prendo l’autobus e mi dirigo a casa.
Entro in casa e appoggio le chiavi sul mobiletto nell’ingresso, tenendo lo sguardo fisso allo specchio. Eccomi lì, soliti capelli neri, soliti occhi marroni, solita Beth. Nella mia vita non succede mai nulla di nuovo. Vivo di musica, di concerti, e a quanto pare di illusioni.
La mia vita è cambiata dal 2005, la prima volta che lo vidi. Era un ragazzino a quei tempi, sono passati sette anni da allora. Bill, conosciuto per essere il famoso leader dei Tokio Hotel, ma meglio conosciuto per me come ‘colui che mi ha rapito il cuore’. Si, sono abbastanza fissata.
Non ci ho mai parlato, e a dirlo sembra strano. Potreste pensare che io sia pazza, il mio idolo viene a scuola con me ed io, non ho mai avuto una conversazione con lui. Il fatto è che ogni volta che me lo trovo davanti, il mio stomaco si torce, la mia voce si spegne e il mio cervello va in tilt.
Ora entrambi abbiamo ventidue anni, frequentiamo l’università a Berlino. Io sono nata e cresciuta in una piccola città, Magdeburgo.
Non ho fratelli, non ho sorelle.
Quando penso al piccolo Bill, con lunghi capelli neri, lo smalto alle unghie e il trucco pesante sugl’occhi mi viene una fitta assoluta al cuore. Ora è cambiato. I capelli sono corti e grigi, i tatuaggi e i pearcing sono aumentati, e il successo anche.
Non sa chi sono, e questo mi fa star male.
Ma non posso andare avanti così, deve sapere che lui, per me, è una fonte di ispirazione.

‘Dafne, ehy, ti ricordi della conversazione di oggi? In cui mi hai detto che lui non potrebbe mai filare dietro a persone come noi, come me?’ dico, appena sento che la mia amica ha accettato la chiamata.
‘Si, dove vuoi arrivare?’
‘E’ ora che lui si renda conto che io sono qui, che anche se qualcosa va male, a lui o alla band, io ci sono. Ho bisogno di dirgli quanto lui sia importante per me, anche se risulterà banale’
‘E come pensi di farlo? Ti presenterai domani a scuola andando da lui e ‘ciao, sono Beth, tua grande fan. Sbavo ogni volta che ti vedo e mi rendo ridicola per questo. Con le mie amiche parlo solo di te, di voi, di te, di voi ….’?
‘Oddio no, un modo lo troverò. Il problema è riuscire a parlare davanti a lui. E se poi…’
‘Ma vai a cagare Beth, se lo vuoi fare lo fai davvero, senza storie. Pronta?’
‘Okay. Ready, set, go.’

Diamo un senso alla mia vita. Obbiettivo numero uno: parlare con Bill.
Poi si vedrà.

Non posso credere sia già mattina, prendo su le prime cose che mi capitano, mi vesto scendendo le scale, saluto i miei, e corro a prendere l’autobus. Le cuffie nelle orecchie e parte ‘Jung und nicht mehr Jugendfrei’ è una delle mie canzoni preferite.
Arrivo e solita routine, solo che stavolta appoggio lo zaino vicino alle ragazze, guardo Dafne aspettando un’approvazione e vado da lui.
Ho il cuore che va a mille, non si ferma più.
‘Ehy, ciao’ dico io, schiarendomi la gola.
‘Ciao!’
‘Hai un  po’ di tempo prima delle lezioni?’
‘Certo, perché no.’

Si accende una sigaretta e ci incamminiamo verso il bar più vicino.
‘Okay, ora che sono qui con te, che succede?’
‘Vorrei parlarti, .. si. Parlarti da fan, a idolo.’
‘Quindi tu saresti una mia fan?’
‘Sette anni fa suonavi in un piccolo bar nella tua città, per puro caso sono passata di lì e, sbam. Hai fatto colpo. La tua voce, i tuoi occhi. I tuoi piccoli, e un po’ bizzarri, non offenderti, passi di danza. Gli assoli di Tom, Georg e Gustav. Da lì è iniziato il mio cammino con voi. Tu cambiavi e per me rimanevi lo stesso Bill di sempre. Ed ora sei qui, davanti a me. Sai, questo momento l’avrei  immaginato diverso. Nella mia testa queste parole non sarebbero mai uscite, sarei rimasta a fissarti senza dire niente, mentre ora.. sto dicendo troppo’
‘Se solo potessi avere incontri come questi ogni giorno, la mia vita sarebbe migliore. Ascoltati, queste parole mi fanno sentire speciale’
‘E ora, che fan sarei se non ti chiedessi neanche un autografo?’
Sta ridendo. Non posso credere che quel sorriso sia davvero così vicino a me. Sto andando in fiamme.
Letteralmente.
‘Ecco Bill, ora che sai quanto tu possa essere speciale per me, devi sapere che la tua musica mi ha insegnato tante cose, e me le hai insegnate anche tu.’


Sono passati tanti anni dall’ultima volta che ho visto Bill. Siamo usciti per un po’, come amici. Ora lui e i ragazzi sono a Los Angeles. Nuovo album, nuovo tour.  Io ho persino un compagno, Darren, ed un figlio, Will.  Ci ho messo un po’ di tempo a capire che ero troppo grande per rincorrere un sogno come quello di essere felice e contenta con il mio idolo, ma questo mi ha aiutato ad andare avanti. Con mio marito a volte parlo di Bill, mio figlio invece è troppo piccolo e non potrebbe capire. Tra qualche anno potrò raccontarglielo. Non ho più contatti con Bill, ma ho ancora il suo numero.

‘Amore, vai ad aprire tu? Hanno citofonato!’
‘Beth, è posta per te!’

“Ehy Beth, quanti anni sono passati ormai?
So di essere sparito, ma qui in America non ci si ferma mai. La tua vita? Come procede?
Spero che anche se sei cresciuta di qualche anno ti ricorderai di come ci si sente ad essere fan, perché se non è così allora noi abbiamo perso la nostra fan numero uno.
Volevo togliermi un peso, che ho da un po’.
Sai  quando, quella mattina, tu mi hai detto che per te ero fonte di ispirazione? Ecco, tu mi hai insegnato che le persone non sono tutte uguali. Mi hai insegnato che non si è mai troppo grandi per inseguire i proprio sogni. Io ero il tuo.  Ed ora, come dire. Mi manca non sentirmi più osservato la mattina. Mi mancano le fan come te, quelle vere.
E poi, cosa dire di più? Niente, spero solo di rivederti presto. Non deludermi.
Mi dicesti che non ci avresti mai abbandonato, ti prego, non farlo.
Spero che tutto vada bene, lì. Ovunque e con chiunque tu sia ora.

Bill K.”

 
Non può che scendermi una lacrima. Certo, io sono qui. And I’ll always be.

Fur immer Jetzt. 
   
 
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