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Autore: AllTimeAlice    01/06/2012    3 recensioni
Piegai la testa da un lato. La verità era che nemmeno io sapevo perché l’avessi fatto. Buttarmi in acqua e salvare quell’umano era stato un gesto spontaneo, che non mi spiegavo. Decisamente non nel mio stile. Sbuffai. Non piacevano i rompicapi. Una folata di vento ed ero davanti alla casa della donna che di solito soggiogavo perché mi offrisse alloggio.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciaooo :3
Sono ancora qui. Boh, forse è perché è finalmente Giugno e mi è venuta voglia di scrivere v.v
Coooomunque, fino ad ora ho pubblicato, su TVD, sempre e solo one-shot, stamattina invece mi sono svegliata e per qualche motivo strano ho deciso che voglio scrivere una long, quindi eccomi qui. A dir la verità non è la mia prima long in assoluto, c’è anche questa:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=977580&i=1  che ho iniziato e ho intenzione di continuare, ma è una storia completamente inventata. Invece questa che state per leggere è la mia prima long su The Vampire Diaries, non sono abituata quindi perdonatemi se farà eccessivamente schifo o se non sarò puntale nel postare i capitoli. Anyway, il titolo è provvisorio, ho messo quello perché non avevo idee e stavo ascoltando gli All Time Low  LOL.  Comunque sia, ho detto diverse volte che adoro tutti i team dello show (anche alcuni inesistenti xD) quindi questa FF non si focalizzerà solo su una coppia, ma è un po’ su tutti i personaggi.  Vi sto già annoiando? Probabilmente si. Sparisco e vi lascio finalmente leggere.
Tanto amore per tutti.
Alice.

                                                                                 



POV  Matt

« Matt! Oh mio dio! »
Furono le ultime parole che sentii. Sotto di noi il vuoto. Il tempo sembrava scorrere a rallentatore mentre precipitavamo giù dal Wickery Bridge. Avevo sterzato in fretta per evitare di travolgere una ragazza bionda. Rebekah. La macchina stava volando giù dal ponte, Elena urlava, io stesso urlavo. Ma era come se assistessi alla scena dall’esterno. Come se stessi guardando un film e che quello che stava per incontrare morta certa non fossi io. L’impatto con l’acqua fu tanto violento che i finestrini andarono in mille pezzi, uno dei quali mi si conficcò nella spalla, rendendo immediatamente l’intera scena più vera. Elena era riuscita a liberarsi dalla cintura. Io per qualche strana ragione non ci riuscivo. Ero bloccato in auto. Stavo affondando con essa. Elena provava ad aiutarmi ma iniziava a mancarle il fiato. La guardai fissa negli occhi ordinandole mentalmente di salvarsi e lasciarmi lì. La ragazza, che un tempo avevo amato, esitò per un secondo.
Stava per affogare anche lei quando si decise a nuotare per tornare in superficie. La guardai allontanarsi dall’auto e avvicinarsi alla superficie mentre lentamente perdevo le forze, la vista veniva meno e tutto si faceva piatto. Buio. Nessun suono, il nulla totale. La fine. La mia ora.
Subito il cielo illuminato dalle stelle mi riempì la visuale. Ero morto? No. Elena si chinò su di me e mi aiutò a mettermi seduto. Ero sull’asfalto, la maglietta sporca di sangue. Mi voltai verso Elena e solo allora mi resi conto che non era Elena. Era la sua copia esatta. Non ci misi molto a capire. Katherine. Mi guardai intorno, di Elena neanche l’ombra. Mi alzai e mi precipitai a guardare giù dal ponte. Elena era ancora in acqua, vicina alla riva, disperata mentre guardava il fondale credendomi morto là sotto.
« Non c’è di che. »
Disse Katherine alle mie spalle. Mi voltai un poco interdetto. Era bagnata. Mi aveva salvato lei. Mi rivolse un sorriso mentre si strizzava i capelli. Tornai a guardare Elena giù dal ponte. Urlai sperando che mi sentisse, ma ero troppo lontano. Dopo qualche secondo Damon, che era appena arrivato da lei, l’aveva convinta ad uscire dall’acqua e la stava portando via. Nessuno dei due si era accorto di me o di Katherine. Mi voltai nuovamente verso la vampira e ricambiai debolmente il suo sorriso.
« Grazie. »
Mormorai incerto.
« Ma perché l’hai fatto? »
La mia domanda era più che lecita. A Katherine importava solo di Katherine, perché mi aveva salvato la vita?
« Stavi morendo Donovan. »
Fu la sua risposta.
« Da quando ti importa? »
« Perché deve esserci una motivazione? Non posso averlo semplicemente fatto? »
Mi chiese di rimando. Tacqui. Non sapevo cosa rispondere. Mi aveva preso alla sprovvista.
« Sali in macchina. Andiamo a dire ad Elena che sei vivo, così magari la smette di frignare. »
Disse lei dopo avermi osservato per alcuni secondi. Obbedii e mi sedetti in macchina con lei. Katherine guidava guardando dritta davanti a se, non mi degnava di uno sguardo ne di una parola. Era la situazione più strana che avessi mai vissuto. Improvvisamente mi ricordai di essermi ferito cadendo in acqua e controllai la ferita sotto la manica sinistra, ma era scomparsa. La mia pelle era intatta, il taglio non c’era più. Mi voltai di scatto verso di Katherine, spaventato.
« Il mio sangue ti ha guarito. »
Disse lei come a risposta ad una domanda che ancora non le avevo posto.
« Il tuo sangue? Sono … sono un vampiro? »
Chiesi in preda al panico.
« Certo che no! »
Scoppiò a ridere.
« Eri svenuto sott’acqua, ti ho portato fuori appena in tempo. Ti ho dato il mio sangue perché ti riprendessi in fretta e per curare quel brutto taglio sulla spalla. Non ti ho trasformato e non ho intenzione di farlo. »
Tirai un sospiro di sollievo accasciandomi contro il sedile. Non riuscivo a spiegarmi perché mi avesse salvato, ma le ero grato. Non volevo morire. Avevo ancora così tante cose da poter fare nella mia vita.
« Katherine.. »
La vampira mi guardò.
« Grazie mille. »
Sorrise e tornò a guardare la strada.



POV Elena

Nella mia mente le immagini dell’incidente con i miei e quello appena successo con Matt continuavano a sovrapporsi senza darmi pace. I miei occhi piangevano tutte le lacrime che avevo a stento trattenuto fino a quel momento. Matt era morto. Non ero riuscita a fare niente per salvarlo dall’auto. Era affondato con essa sotto i miei occhi. Ancora una volta avevo perso qualcuno. Mi sentivo morire dentro. Ero al pensionato dei Salvatore, rannicchiata sulla poltrona in salotto. Damon cercava di calmarmi, seduto poco distante da me, ma non era mai stato così lontano come allora. Le sue parole mi giungevano ovattate, nella mia mente c’era solo impresso il viso di Matt, il mio migliore amico, tutto ciò che mi teneva ancora legata alla mia umanità, nonostante il mio mondo ultimamente di umano avesse ben poco. Ed ora l’avevo perso. Non c’era più. Tutte le persone a cui tenevo morivano, una dopo l’altra. Era ingiusto, straziante, troppo da sopportare. Damon si arrese e smise di provare a calmarmi. Alzai di poco lo sguardo su lui. La sua solita espressione beffarda era sparita. Odiava vedermi in quello stato e odiava ancora di più non poter far niente a riguardo. Gli rivolsi un debole sorriso, per ringraziarlo di essere lì e non avermi lasciata sola, e si, anche per avermi salvato la vita. Quando ero uscita dall’auto, ero riuscita a nuotare quasi fino alla superficie, ma avevo già perso troppo tempo sott’acqua e non avevo più ossigeno.  Stavo affogando quando Damon era arrivato ed era riuscito a riportarmi in superficie appena in tempo. Ancora una volta mi aveva salvato la vita. Era una cosa che faceva spesso ultimamente. Avrebbe lasciato che lo odiassi per l’eternità se questo significava che mi avrebbe salvato.
« Grazie..»
Mormorai con voce strozzata. Il vampiro fece un cenno col capo e nessuno dei due osò dire una parola. Passarono i minuti più lenti della mia vita e dopo un insopportabile silenzio, rotto solamente dai miei singhiozzi, Damon si alzò dal divano e si versò da bere. Inaspettatamente mi scoprii a fissarlo. Su quell’auto, prima che cadessimo dal ponte, stavo per rispondere alla chiamata di Damon. Stavo per dirgli che lo lasciavo andare, che i miei sentimenti per lui non potevano competere con quelli per Stefan. Non era successo, non gli avevo detto niente, la macchina era volata giù dal ponte prima che potessi rispondere.. eppure sembrava quasi che lui lo sapesse. Scossi la testa, ero semplicemente scossa per l’accaduto. Abbassai lo sguardo e le lacrime ricominciarono a premere nei miei occhi. Non potevo più vivere così, non potevo continuare a lasciare che le persone intorno a me morissero a causa mia, era ingiusto, e quel senso di colpa era insopportabile. Sentivo lo sguardo di Damon sulla schiena, ma non osai voltarmi.
« Toc, toc … è il paga bollette!»
Katherine fece irruzione nel silenzio della stanza mimando il gesto di bussare. Le rivolsi un occhiata piena d’odio. Le sembrava forse il momento di scherzare? Quanto era stronza.
« Hei Elena..»
Matt spuntò da dietro Katherine e mi venne incontro. Mi alzai mentre ancora piangevo e corsi ad abbracciarlo. Non ci potevo credere. Era vivo. Lo strinsi forte e lo lasciai andare solo quando mi resi conto che lo stavo strangolando.
« Oh mio dio Matt…io..io ero convinta di averti visto affogare…io..»
« Sto bene, Katherine mi ha tirato fuori dall’auto..»
Rispose Matt abbracciandomi nuovamente. Con la coda dell’occhio vidi Katherine sorridere, voltarsi e andarsene. Era una stronza, manipolatrice e sicuramente c’era qualcosa sotto, ma le ero grata per aver salvato Matt. Non potevo immaginare cosa avrei fatto se fosse morto davvero.
« E’ tardi e mi gira la testa..voglio solo andare a casa. Ci vediamo domani okay? »
Mi disse il mio migliore amico staccandosi da quell’abbraccio.
« Certo. »
Risposi. Lo accompagnai alla porta del pensionato.
« Vuoi che ti accompagni a casa? »
Mi chiese accennando un sorriso.
« No grazie, vai pure.. Io..vado tra un po’. »
Risposi lanciando un occhiata verso l’interno della casa. Matt si voltò e iniziò a camminare verso casa sua.
Io tornai dentro e tornai in salotto. Andai da Damon, che si voltò a guardarmi negli occhi.
« Grazie per avermi salvato la vita. Ancora. »
« Non c’è di che. »
Rispose con un mezzo sorriso.
« Mi dispiace Damon..»
« Per cosa? »
Mi chiese guardandomi serio.
« Prima che l’auto cadesse dal ponte, io..stavo per dirti una cosa..»
Presi fiato.
« Niente, sono solo contenta di non averlo detto. »
Damon mi guardava apparentemente senza capire, ma in fondo ero convinta che sapesse esattamente a cosa mi riferissi.
« E’ stata un lunga giornata Elena. Forse è meglio che vai a riposarti. »
Disse allontanandosi da me per tornare verso il tavolino degli alcolici. Annuii e mi incamminai verso la porta. Mi fermai e mi voltai.
« Buonanotte, Damon. »
« Buonanotte, Elena. »
 


POV Katherine

Dopo aver lasciato la stanza ero salita al piano di sopra. Avevo assistito a tutta la scenetta tra Damon e Elena e dopo essermi assicurata che la ragazza avesse lasciato il pensionato ero scesa in salotto.
« Oh, sei ancora qui. »
Esclamò Damon nel vedermi entrare nella stanza.  Afferrai un bicchiere di un alcolico qualunque, mi sedetti sul divano e me lo portai alle labbra.
« “E’ stata una lunga giornata Elena” »
Lo scimmiottai e mi tirò un cuscino.
« Nessuno ti ha insegnato che spiare le persone non è un comportamento educato? »
Risi divertita. Quella era una mia frase. Il 1864. Sospirai.
« Vedo che non hai mai smesso di pensare a me.»
Lo guardai maliziosa. Damon mi ignorò e continuò a sorseggiare qualunque cosa stesse bevendo.
« Allora Katherine..dimmi, perché hai salvato Matt Donovan? »
Finsi di pensare alla risposta.
« Voglio competere con Stefan l’eroe. »
Risposi scoppiando a ridere. Anche Damon sorrise.
« Qualunque sia il tuo vero motivo, grazie. Non sarei riuscito a sopportare per molto il pianto straziante di Elena..»
« Elena, Elena, Elena … sempre e solo Elena.»
Lo interruppi.
« Tu e Stefan siete diventati monotoni. »
Damon non rispose.
« Buonanotte Katherine. Me ne vado a dormire, è stata un  lunga giornata. »
Colpito nel suo punto debole, mi stava buttando fuori di casa.
Me ne andai senza troppi convenevoli. Iniziai a camminare per le strade di Mystic Falls. Di notte era tutto più bello. C’erano poche persone in giro e nessuno faceva caso a me. La città era sempre sostanzialmente la stessa e la cosa mi confortava. Sapevo che ovunque fossi andata, qualunque cosa avessi fatto, sarei sempre potuta tornare lì e trovare tutto come l’avevo lasciato. Scacciai quel pensiero. La parte della sentimentale non mi si addiceva per niente.
Continuai a vagare senza meta. In fondo non avevo un posto dove stare e non avevo neanche idea di perché fossi tornata. Mi trovai davanti ad una casa che avevo già visto, ma non era quella dei Gilbert, ne tantomeno il pensionato.
Mi avvicinai alla porta e lessi il nome sul campanello. Donovan.
Certo, la casa di Matt. Ero venuta qui spesso quando seguivo Elena cercando di capire chi fosse. Erano passati forse tre anni da allora. In quel periodo ero convinta che quella ragazza potesse essere la prima doppleganger. Scoppiai a ridere. Quell’insulsa umana, la mia antenata? Era assurdo. Elena Gilbert non sarebbe mai potuta essere un vampiro.
Girai intorno alla casa e mi fermai davanti alla finestra. Dentro potevo vedere Matt Donovan che dormiva sul divano. Piegai la testa da un lato. La verità era che nemmeno io sapevo perché l’avessi fatto. Buttarmi in acqua e salvare quell’umano era stato un gesto spontaneo, che non mi spiegavo. Decisamente non nel mio stile. Sbuffai.
Non piacevano i rompicapi. Una folata di vento ed ero davanti alla casa della donna che di solito soggiogavo perché mi offrisse alloggio. 
  
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