Un cappello da strega viola si muove tra gli scaffali della biblioteca.
Nell’aria sopra di lui un demone dalle ali metalliche svolazza pigramente.
-Manca meno di una settimana, e devo ancora scrivere la storia natalizia!- sbuffa una voce femminile.
-Così poco tempo e non ho uno straccio d’idea!-
-Sei stressante... Fattucchiera, non sai cosa scrivere, non scrivere. Punto.-
-Devo, scrivere qualcosa, qualsiasi cosa! È una questione di principio!-
Il demone si appoggia all’estremità di una scaffalatura, osservando indolente la figura vestita di viola che parla sotto di se.
Lei volta il viso verso l’essere, mostrando all’aria alcune ciocche castane e le labbra color vinaccia.
-Fatti venire un’idea!- sussurra aspramente.
-Perché dovrei?- ribatte piccato.
Se qualcuno li potesse vedere, vedrebbe gli occhi di lei sgranarsi.
-Sei la mia musa, Idiota! Hai presente l’entità superiore che dovrebbe dare l’ispirazione a noi comuni mortali? Disgraziatamente tu sei registrato sotto il mio nome con il titolo di Musa Ispiratrice Personale. Quindi lavora!-
-Non posso. Il neurone è in ferie.- commenta serafico.
-Vengo lì e ti strozzo!- urla un po’ meno serafica.
-Da quando sai arrampicarti, fattucchiera?-
-Ti spezzerò ogni grammo di materia solida a tua disposizione, demone dei miei ciufoli!-
- Dei tuoi ciufoli?-
-Retrogrado di stato inferiore al microrganismo monocellurare in stato embrionale, spazzatura cosmica nell’infinito bidone spaziale, inventati qualcosa! Qualsiasi. cosa.-
Lui sogghigna divertito.
-Una bella Vm18! Poi se ci sono scene che non capisci posso sempre mostrartele.-
Riceve addosso vari volumi, accompagnati da epiteti poco carini sulla sua natura.
Sbuffando le ordina di prendere carta e penna, intanto lui un’idea la trova.
-Una storiella natalizia, la mielenza è scontata.. Scrivi strega delle mie pantofole.-
-Pantofole?-
Sbuffa nuovamente ed inizia la narrazione.
-Palle di neve e zucchero filato...disse il giovane appena stregato.-
-Sono rime! Tu non le sai fare le rime!-
-Ah... Peccato
disse il pino
al lontano pellegrino.-
Il silenzio crea il gelo.
-Ch’io sia strana non lo celo
ma la tua parlata
ha assunto una forma scalettata.-
Lui la guarda in modo assorto
-Dimmi, forse ti feci torto?
Le tue rime fanno pena,
dunque mangiai pesante a cena,
cerca almeno di non trascrivere
anche quello che non fa ridere!
Case, alberi, folletti di Natale
Ginestre e accusa legale,
spiegami tosto
il motivo per cui la favella non va a posto
si interrompe a metà riga
nun ci capisco più una spiga!-
-Taci, taci, maledetto
non pensar a ciò che va letto
se tornerò alla normalità
quella carta brucerà pure oltre l’eternità
e tu, mio piccolo demonio
diventerai un atomo di carbonio
peste, fiumi, mari rosa
non mi spiego questa cosa.
Stupida musa del coretto
attiva subito quel cervelletto
Che così non ci voglio restare
A parlare in prosa voglio tornare!-
Gli si avvicina minacciosa
armata più che a iosa
ma il poveretto non connette
il neurone partito per le alte vette.
Ancora non sanno che li ha colpiti
quel bacillo delle rimatiti
che più delle baciate non sa fare
studiando ancora l’elementare
Son vittime a caso
lui le ha scelte a naso
cascando male
data la musa e quello che vale.
Nemici giurati son dei bei versi
poiché troppo presi dai cieli tersi
nella lontana infanzia non seguitarono
le dotte lezioni non rimembrarono
ed eccoli oggi, ragazzi ignoranti
che di non saper far rime ne fan vanti.
Si dicono odiati dalla poesia
narrano solo di passanti per via
caravelle, nibbi e fortunale
per lor la poesia si fa viva a natale
con strofe strane
che non azzittiscono neppure le rane.
Ma pensate al povero Bacillo
che ignora tutti, pure il buon grillo
convinto che nella testa di quel tegame
di sicuro passerà l’esame,
in fin dei conti ha infettato una musa,
anche se acida, che la fantasia usa
e con lei ha preso anche la sua protetta
altro che mercato e super offerta!
S’inchinano i commedianti
a dame e furfanti
una sola cura questi effetti può lenire
ma per essa la storia deve finire,
solo chiudendo il sipario
i due smetteran di parlare,
e poi c’è un orario
da rispettare.
Tempesta, fritto misto magistrale
vorrei augurarvi un Buon Natale
perdonatemi questa follia
a volte la testa se ne va via
Un grande bacio dal Caos a tutti
Credo che andrò a gettarmi tra i flutti...
Tsukino Chan