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Autore: ninabanquo    01/06/2012    3 recensioni
"-Perchè non mi hai presentato ai tuoi?- chiese a bruciapelo il rosso.
-Perchè TU non mi hai presentato ai tuoi?- Rukawa rigirò la domanda, gli sembrò lecito.
Hanamichi perse la pazienza."
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Meet the parents


Ci sono momenti nella vita di ogni coppia in cui tocca fare un bilancio della propria relazione: analizzare, definire, dare un nome a ciò che sembra ancora confuso. A che punto siamo giunti? Dove arriveremo? Cosa siamo?

Come si definisce una relazione?

Si passa da conoscenti ad amici, da amici ad amanti e da amanti a fidanzati. E' più o meno il procedimento standard che accomuna la maggior parte delle coppie oggigiorno ma non è difficile trovare variazioni su tema: spesso ci si ritrova ad essere amanti di sconosciuti e magari ci accorgiamo dopo tanti anni che la persona accanto a noi è un'amica e nulla più. Potresti pure innamorarti del tuo peggior nemico.
Ne sapeva qualcosa Hanamichi Sakuragi. Non un singolo momento della sua giovane esistenza era stato caratterizzato dall'ordinarietà della società borghese che pretende che un ipotetico TU definisca ogni cosa, etichettando comportamenti per non lasciare niente di indefinito perchè l'ignoto non è controllabile e il diverso fa paura. Ti convincono già da piccolo a seguire i binari percorsi da molti altri prima di te: studiare, trovare un lavoro sicuro, farsi una famiglia, aprire un mutuo e finalmente morire felice, dopo aver trascorso gli anni della pensione seminando pomodori nell'orticello di casa.
Come si definisce una relazione?

Non era una domanda che lui si poneva spesso, il giovane Hanamichi. Preferiva viversi la sua storia e lasciare libera la mente da pensieri fini a se stessi, non portavano a niente di buono. Per la precisione, aveva smesso di torturarsi mentalmente l'anno prima, quando realizzò (e accettò) di provare un insolito interesse morboso nei confronti del suo rivale per antonomasia. Il periodo della riabilitazione alla schiena fu per il ragazzo il momento della scoperta di se stesso, della rivelazione assoluta, pari all'illuminazione raggiunta dopo uno stato di eremitaggio: era gay e terribilmente attratto da Kaede Rukawa. Sessualmente, si intende.
Era stato Kaede stesso a renderlo consapevole, abusando del rosso in un momento di distrazione sulla spiaggia dove si affacciava il centro di riabilitazione. Da quel momento i rapporti con il compagno di squadra non cambiarono minimamente, i pugni continuavano a essere sinceri e a far tremendamente male ma iniziarono ad alternarli ad attività più piacevoli e passionali e, con il passare dei mesi, si resero conto che in fin dei conti potevano anche sopportarsi a vicenda, a patto di non prendersi troppo sul serio. Si trattava solo di una "amicizia con benefici" e i sentimenti non erano contemplati in questa storia, dopotutto c'era ancora una velata antipatia reciproca dovuta ai continui scontri tra due menti così diverse tra loro.
Eppure questi tipi di rapporti ibridi non rimangono mai invariati e portano in genere a due conclusioni: la rottura o l'amore. I due ragazzi in effetti non avevano mai parlato di ciò che li legava, o meglio, se c'era effettivamente qualcosa che li legava oltre al sesso. Non si erano mai definiti "fidanzati", non uscivano quasi mai assieme, non si scambiavano né regali né parole dolci e continuò così per circa sei mesi.
Finchè una sera Rukawa si rese conto di essersi innamorato della scimmia rossa. Mentre mangiavano distrattamente guardando la tv a casa di Sakuragi, la volpe osservò attentamente il ragazzo di fronte a sè: seduto in modo alquanto sgraziato, stava letteralmente divorando la coscia di pollo che aveva in mano, rumorosamente, sporcandosi la maglietta con l'olio e il grasso che colava copioso dal mento. Così Kaede,  la bocca aperta dallo stupore per la visione che aveva davanti, afferrò tremante la mano del rosso (quella che teneva il pollo), avvicinò il viso e lo guardò fisso negli occhi, cercando di penetrare l'anima dell'altro e di comunicare quello che provava con il suo sguardo. Hanamichi in silenzio osservava stranito e perplesso, aspettando che l'altro dicesse qualcosa così da poter tornare a spolpare il delizioso pollo. Nell'incertezza del momento, pensò bene di ruttare in faccia al volpino. Che in quel momento capì di voler passare il resto della sua vita con il rosso. - Ti amo, idiota.- e gli regalò il bacio più dolce, più amorevole e più unto che gli avesse mai dato. Sakuragi, dal canto suo, pensò per prima cosa che, se era riuscito a confessargli il suo amore in quelle condizioni, il compagno doveva essere per forza sincero. La seconda cosa che pensò fu che finalmente anche Rukawa c'era arrivato (lui era un genio, indi per cui aveva capito diverse settimane prima di essersene innamorato). - Ti amo anche io, stupido di un Rukawa.-

Così passarono i sei mesi successivi in veste di fidanzati ufficiali, nel senso che trovarono il coraggio (Hanamichi, più che altro) di confessare ad amici e compagni di squadra di essere una coppia. La notizia non sconvolse minimamente poichè avevano tutti capito tutto già prima che i due iniziassero la storia. Quindi, sostanzialmente, non cambiò nulla: Hanamichi e Rukawa continuavano a menarsi, zero parole dolci o regali, "ti amo" non fu più pronunciato da quella volta perchè sapevano bene di amarsi, che motivo c'era di ripeterselo ogni giorno? Però la volpe incominciò ad uscire con gli amici del suo ragazzo per imposizione di quest'ultimo e con sommo dispiacere del primo.
Anche i genitori di entrambi erano venuti a conoscenza dell'impegno sentimentale, in modo molto blando. I signori Sakuragi avevano sentito il figlio parlare di una certa "Kaede" con Yohei, più che altro lamentarsi dei loro litigi, ma non indagarono ulteriormente perchè negli ultimi mesi il loro Hanamichi era parso più tranquillo e rilassato (nei limiti possibili) ed i suoi occhi confermavano pienamente ciò che provava per la ragazza. D'altro canto, la famiglia di Rukawa aveva notato un accenno di solarità ed espansività nel figlio (sempre nei limiti possibili), giurando di averlo visto addirittura sorridere al telefono. Sentendolo spesso imprecare all'indirizzo di una scimmia rossa, si convinsero che il figlioletto si fosse fidanzato con una ragazza di nome Saru (scimmia, per l'appunto).
Tutto procedeva in modo canonico, insomma.
Una domenica mattina Hanamichi accompagnò la madre al supermercato per aiutarla con la spesa. Il ragazzo, completamente svogliato e assorto in futili pensieri, osservò l'ambiente circostante, soffermandosi sulle coppiette felici che giravano con i carrelli. "L'amore non ha limiti" fu la sua massima del giorno, alla vista di anziani felici, di sposini innamorati e di qualche giovane coppia omosessuale affiatata. Per la prima volta, un'attività così banale come la spesa della domenica gli parve uno dei momenti più intimi e complici che si potesse condividere quando ci si ama. E sempre per la prima volta, desiderò condividere quell'esperienza con Kaede. Si chiese se sarebbero mai andati a convivere, magari dopo il diploma potevano farci un pensierino - aveva visto per caso annunci di monolocali molto convenienti e vivibili.
Già...cosa avrebbero fatto dopo il diploma? Sapeva solo tre cose: niente università, diventare un giocatore professionista e vivere con la volpe. Tuttavia era conscio del fatto che avrebbe dovuto lavorare per mantenersi, non poteva certo campare alle spalle della famiglia se intendeva andare a vivere con il suo ragazzo.
Si voltò verso la madre. Una donna giovane, leggermente più alta della media, dall'aspetto gradevole e solare. Come avrebbe reagito alla scoperta della sua omosessualità? Non aveva mai nemmeno lontanamente pensato in quell'ultimo anno all'eventualità di fare outing con la famiglia, un po' perché credeva fossero fatti suoi e un po' per paura della reazione del padre: aveva avuto un infarto qualche anno prima rischiando realmente di lasciarci le penne e non si era mai del tutto ripreso, tra l'altro era profondamente cambiato dopo quella triste esperienza. Abbassò lo sguardo mestamente e non potè far altro che ammettere con se stesso che non esisteva nemmeno una possibilità remota di far conoscere Kaede ai suoi genitori.
Rukawa si svegliò di soprassalto. Guardò l'orologio sul muro davanti a lui: era appena mezzogiorno ed era domenica, l'unico giorno in cui poteva dormire ad oltranza. Si voltò verso la causa del suo risveglio forzato, un cellulare che squillava imperterrito dal comodino accanto al letto. Era stato il suo ragazzo a costringerlo a comprarselo in modo da agevolare i contatti fra di loro quando non erano assieme ma ora capiva di aver fatto un grosso errore e provava astio profondo per quel dannato aggeggio (più della sua sveglia forse) e così decise che avrebbe spento il telefono di notte d'ora in avanti. Ancora sdraiato a letto, allungò il braccio alla sua destra per afferrare l'oggetto infernale che squillava senza sosta. Sapeva già chi lo cercava, era l'unico numero memorizzato in rubrica.
- Oi...dimmi tutto...- si passò una mano sugli occhi ancora chiusi, cercando di reprimere uno sbadiglio e la voglia di mandare a fare in culo il suo fidanzato per averlo svegliato.
- Alla buon'ora eh? Sai che è la ventesima chiamata consecutiva che ti faccio?! Ti sembra normale tutto questo?! Mettitelo sotto le orecchie, quel cazzo di cellulare! E se succedesse qualcosa di gra-- *TU TU TU*-
Rukawa riattaccò senza pensarci due volte. Non aveva la minima intenzione di sorbirsi lo sproloquio e le urla assassine del rosso appena sveglio. Si rigirò sotto le coperte con lo scopo di riaddormentarsi ma il telefono riprese a squillare.
-...Che vuoi?- rispose gelido.
- Va bene Kaede, facciamo finta che non sia successo niente. Anche stavolta passerò sopra i tuoi comportamenti da animale e non ti prenderò a pugni quando ci vedremo.-
"Animale io, eh?" pensò il moro ma preferì non replicare per amore della pace. -Che succede?Devi dirmi qualcosa?-
Hanamichi sospirò.
- La nostra è una storia seria, Kaede?-
Rukawa sbuffò. Era la tanto attesa paranoia mattutina e quotidiana del suo rossino.
- Certo che lo è, idiota. Che ti prende adesso? Ho fatto qualcosa di male, come al solito?- ma Sakuragi non afferrò la frecciatina ironica lanciatagli dall'altro.
- Io e te non avremo mai le libertà che hanno tutte le altre coppie.-
- Hh, ti sei reso conto adesso che sono un ragazzo?-
Ignorò l'ennesima battuta sarcastica e continuò a dare vita ai suoi pensieri.
- Non possiamo uscire tenendoci per mano e baciarci in pubblico, né potremo mai sposarci e avere figli...non che io voglia sposarmi e avere dei bambini, eh, non fraintendere! Anche se in effetti basterebbe vivere in uno Stato dove è permesso farlo, però io penso al presente e adesso non si può e questa cosa mi fa incazzare di brutto e poi---
Rukawa smise di ascoltare il flusso di coscienza senza senso del compagno per interromperlo con una battuta a suo avviso innocente, -Hn, almeno non sono costretto a farmi vedere in giro con te e la tua faccia da idiota.-... ma che non fu recepita tale dall'altra parte.
-E' così, vero?! Lo so che ti vergogni di me! Altrimenti mi avresti già presentato alla tua famiglia!-
Rukawa non riusciva a crederci. Era fidanzato con un completo idiota.
-Che cazzo stai blaterando? Cos'è sta cosa di conoscere la famiglia, adesso?-
-E' semplice, non mi dai mai dimostrazioni concrete di quanto tu tenga a me! Io ti sto dando tutto, ti ho fatto entrare nella mia vita sotto tutti i punti di vista ma da parte tua non vedo lo stesso.-
Il volpino perse allora le staffe. Quell'idiota lo stava accusando ingiustamente, sfogando su di lui la sua frustrazione per...boh, non sapeva per cosa, forse era semplicemente un idiota senza motivo apparente.
- Sentimi bene, deficiente. Mi pare che tu abbia intenzione di litigare ma io non sono disposto ad assecondare le tue paturnie quindi finiscila.- era stato categorico e glaciale ma era quello che pensava.
-Perchè non mi hai presentato ai tuoi?- chiese a bruciapelo il rosso.
-Perchè TU non mi hai presentato ai tuoi?-  Rukawa rigirò la domanda, gli sembrò lecito.
Hanamichi perse la pazienza.
-Mi hai sempre detto che la tua famiglia è di larghe vedute e non si farebbero problemi ad accettere la nostra storia, quindi mi chiedo perchè ancora non me li hai fatti conoscere! Cazzo, Kaede, voglio una dimostrazione d'amore una volta tanto, non chiedo l'impossibile! Ti ho spiegato che ho una situazione particolare a casa e che per ora non posso farvi incontrare...così questa storia mi sembra incompleta, non mi va di continuare a viverla di nascosto.-
Rimasero in silenzio qualche secondo. Non sapevano che dire e del resto non c'era niente da aggiungere.
Rukawa comprendeva le ragioni di Hanamichi ma il motivo per cui non l'aveva ancora invitato a casa in presenza dei genitori era perchè non pensava che al rosso potesse interessare veramente. Semplicemente non ci aveva mai pensato.
-Ti richiamo dopo.- disse il moro e riattaccò.
Si alzò dal letto, ormai decisamente sveglio, e andò in cucina dalla madre intenta a preparare il pranzo. Il padre era appena rientrato dalla sessione quotidiana di jogging.
-Buongiorno, Kaede, già sveglio?- la signora Rukawa non aveva mai visto il figlio svegliarsi prima di pranzo la domenica.
Kaede, nella più completa tranquillità e indifferenza, fece il suo annuncio:

-Sabato sera si farà una cena a casa e vi presenterò Sakuragi.-

Ci fu un attimo di silenzio.
-Tesoro, chi è Sakuragi?- chiese innocentemente la madre.
Kaede sbuffò. Aveva dato per scontato un po' di cose.
- Sakuragi sta con me. Avevate capito che mi ero fidanzato, no?- si girò e andò in stanza per ributtarsi sotto le coperte.
C'era decisamente qualcosa di trascendentale in quella domenica mattina.
 


Fine cap. 1
  
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