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Autore: koorime    02/06/2012    3 recensioni
Tony si dirige, nottetempo, nella Casa di Serpeverde per una questione molto importante.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Titolo Titolo: Notturno
Fandom: Avengers/Harry Potter!AU (AvengersRPita)
Pairing/Personaggi
: Loki/Thor, Tony/Steve (solo nominato)
Rating
: Pg13
Charapter
: 1/1
Beta
: no one
Words
: 1304 (fiumidiparole)
Genere
: commedia
Warning
: slash, stupid e senza senso
Summary
: Tony si dirige, nottetempo, nella Casa di Serpeverde per una questione molto importante.
Note
: scritta per la seconda missione del Cow-t di maridichallenge. I personaggi e gli avvenimenti si rifanno a quelli dell’AvengersRPitalia su Twitter ♥
Questa storia è una sorta di breve spin-off di una long che devo ancora finire di scrivere. Abbiate fede, prima o poi ce la farò.

DISCLAIMER: vorrei tanto possedere Loki, ma no, né lui né nessun altro mi appartiene .__. Neanche Tony, no *sigh*

 

Tony Stark era un genio e sentiva il bisogno compulsivo di dimostrarlo a qualcuno.

Non che non lo sapesse praticamente tutta Hogwarts – e il resto del Mondo Magico, ma quelli erano dettagli - ma il campo di studi questa volta era atipico e molto riservato, e non credeva avrebbe apprezzato che lui sbandierasse i risultati – positivi, assolutamente positivi – dell’ultima applicazione. Era un campo decisamente riservato e timido, e voleva evitare di metterlo in imbarazzo per il resto dei suoi giorni – nonostante apprezzasse ampiamente il rossore che lo colorava in quelle circostanze.

Non poteva, però, neanche tenere la scoperta per sé perché... beh, perché era solo l’ennesima prova del suo genio e c’era una sola persona in tutta Hogwarts con cui avrebbe potuto parlarne. Una sola che non l’avrebbe creduto patetico ed esagerato – okay, magari un po’ patetico sì, ma non l’avrebbe detto, perché era nella sua stessa situazione, forse giusto qualche gradino più in su rispetto a lui e all’oggetto del suo studioossessione, Tony, si chiama ossessione, gli specificò la voce di Pepper nella sua testa.

Ecco perché non poteva andare da lei. Per quello e perché venir sbattuto fuori da delle scale incantate non era mai piacevole, soprattutto quando sapevi sarebbe successo. Rhodey neanche lo aveva preso in considerazione, e qualcosa gli suggeriva che l’amico avrebbe apprezzato.

Quindi continuò a camminare, marciando nel corridoio buio dei sotterranei senza porsi il problema di poter essere beccato a gironzolare per il castello ben oltre l’orario del coprifuoco. Al massimo sarebbe finito a fare una visita notturna al suo Direttore di Casa che, ne era certo, sentiva la sua mancanza.

Fortuna volle, comunque, che nessuno incrociasse il suo cammino fino alla Casa di Serpeverde.

-Grifondoro puzza,- scandì al muro di mattoni, lì dove sapeva esserci l’entrata segreta per la Sala Comune dei Verdeargento. Sbuffò una risata quando la parete cominciò a muoversi, rivelando il passaggio di quei prevedibili serpentelli.

La luce verde del lago che filtrava magicamente dalle finestre lo accolse insieme all’innaturale silenzio notturno. Com’era prevedibile, non c’era nessuno in giro e Tony avanzò senza alcun problema tra divanetti e poltrone – non che se ne sarebbe fatti se la Sala Comune fosse stata stracolma, solo preferiva evitare di perdere tempo in quel preciso istante.

Salì le scale per i dormitori fino alla stanza del settimo anno, lì dove c’era l’unica persona che gli interessava vedere al momento – beh, okay, non esattamente. Ce n’era un’altra che avrebbe preferito vedere da molto vicino, ma tale persona era intenta nel suo giro di ronda da perfetto Capocasa Grifondoro, quindi lui poteva benissimo intrattenersi con l’altro.

Spinse la porta ed entrò con un fruscio; il silenzio era rotto dal ritmico russare di non capiva chi. Non era importante, aveva un serpentello da svegliare e sapeva già dove andare.

Con passo felpato degno di un Auror della Sezione Speciale, raggiunse il secondo baldacchino sulla sua destra e prese un respiro profondo prima di infilarsi al di sotto del pesante tendaggio tirato. Era venerdì notte e non essendoci lezioni il giorno dopo, sapeva già cosa vi avrebbe trovato.

Come c’era da aspettarselo, Thor Odinson, suo compagno di casa, dormiva della grossa abbracciato a Loki, proprietario del letto e fratellastro del battitore Grifondoro che gli dormiva addosso.

Cercò di ignorare il fatto che fossero entrambi nudi e palesemente soddisfatti – davvero, Loki doveva fare qualcosa o l’avrebbero capito anche i gargoyle di quella loro inappropriata tresca – e si concentrò invece su come svegliare l'uno senza l'altro. Alla fine scrollò le spalle e tirò un piede del Serpeverde, ritrovandosi faccio a faccia con la punta di una bacchetta.

-Ehi, ehi, sono io,- sussurrò lui, afferrando la mano armata.

-Lo so, stupido troll di montagna,- sbuffò Loki, abbassando il braccio e strofinandosi gli occhi.

-Dormi con la bacchetta in mano?- continuò l’altro, sopprimendo una risata.

Loki lo guardò per un lungo istante prima di brobottare -Grifondoro,- con un tono offensivo. -Che ci fai qui?

Tony scrollò nuovamente le spalle. -Niente di che,- disse, tirandogli ancora una volta il piede, giusto per infastidirlo. Loki lo ritrasse sotto le coperte, guardandolo male.

-Oh, certo, e sei venuto qui solo per beccarti una maledizione nel cuore della notte,- ironizzò l’altro.

-Non mi sono beccato nessuna maledizione, veramente.

-Non ancora, vorrai dire.

Nonostante la minaccia poco velata, Tony ridacchiò – anzi, a ben vedere fu proprio per quella che lo fece, per poi lanciare uno sguardo all’altro occupante del letto e zittirsi quando si agitò appena nel sonno.

-Forse sarebbe meglio andare da qualche altra parte,- suggerì.

-E scommetto che tu non stia parlando di te stesso e del tuo ego, vero?- domandò Loki. Quando l’altro semplicemente sorrise, lui sospirò. -Va bene,- borbottò, cercando di mettersi a sedere e trovando una strenua resistenza nel braccio che gli circondava la vita. Loki non riuscì a impedirsi di sorridere e Tony roteò gli occhi.

-Sì, sì, siete teneri come due puffole pigmee,- borbottò -Adesso però esci di lì!- Ci pensò un attimo, poi aggiunse: -Prima però infilati qualcosa, non ho alcuna intenzione di vedere il tuo vermicolo.

Quando Loki lo affatturò, Tony non poté dire di non esserselo aspettato – anche se non fu abbastanza veloce da evitarlo.

***

Una volta che Loki si fu finalmente rivestito e riuscirono ad abbandonare il dormitorio – dopo che Loki aveva sussurrato qualcosa a Thor per convincerlo a lasciarlo andare – il camino della Sala Comune li accolse ravvivandosi.

Il Serpeverde si affossò nella poltrona, raccogliendo le gambe al petto e borbottando contro stupidi Grifondoro che non capiscono quando è ora di andarsene; Tony sorrise e allungò i piedi verso le fiamme vive, le mani allacciate sullo stomaco, e l’altro lo studiò con un sopracciglio inarcato.

-Allora?- domandò, nonostante tutto incuriosito. Il sorriso del Grifondoro si allargò appena, mentre si sistemava meglio tra i cuscini.

-Allora cosa?

Il sopracciglio di Loki scattò ancora più in su, in un modo che gli fece chiedere se non fosse un’abilità dovuta al suo essere un metamorfomagus.

-Allora: perché diavolo siamo ancora qui? Che cosa dovevi dirmi di così importante da non poter aspettare che la luna calasse?

-Uhm, niente di che,- rispose Tony, ma le sue labbra si arricciarono in un ghignetto malizioso.

-Spero per te che sia qualcosa in più di niente di che, o dovranno raccoglierti in un’ampolla, Stark,- sibilò, piantandogli la punta della bacchetta nel braccio.

-Ahio, mi fai male!

-Parla, stupido troll!

Tony lo guardò male e mise su la sua migliore espressione di scontentezza – che Pepper chiamava broncio, ma Pepper era malvagia e avrebbe conquistato il mondo, quindi non bisognava ascoltarla – e voltò il viso. Loki lo pungolò ancora un paio di volte prima che quello si decidesse a bloccargli la mano e voltarsi nuovamente verso di lui.

-Te la spezzo, Odinson.

-Laufeyson.

Si guardarono in cagnesco per un lungo istante prima che Tony non riuscisse a trattenere un sorrisetto divertito e cedesse.

-Ero con Steve,- cominciò, tornando ad accomodarsi nella poltrona. -Prima che cominciasse il suo giro. Eravamo insieme. Nel bagno dei Prefetti,- aggiunse, osservandosi con finta noncuranza le unghie delle mani.

-È ancora vergine?- domandò l’altro dopo un lungo silenzio. Tony sbuffò, guardandolo un po’ male.

-Sì.

-Ma eravate insieme, nel bagno.

-Già.

-Nudi?

-Può darsi.

Questa volta fu la volta di Loki di sbuffare, mezzo divertito.

-Stai davvero attentando alla verginità di Steve Rogers, Capitano di voi impavidi Grifondoro, eh?

Tony gli rivolse un sorriso innocente e – proprio per questo motivo – decisamente inquietante. Probabilmente glielo avrebbe detto se proprio in quel momento non avessero sentito una serie di passi alle loro spalle e avessero visto Thor sbucare dalle scale, scarmigliato e con la maglietta infilata al contrario.

-Ho fame, faccio un salto nelle cucine. Volete qualcosa?- chiese infine quello, dopo un tempo infinitamente lungo – nel quale Tony sospettò che forse l’altro fosse sonnambulo.

-No, niente, fratello,- ridacchiò Loki, guardandolo borbottare qualcosa e sparire attraverso l’ingresso. Tony li guardo con un mezzo sorriso sulle labbra e scosse la testa.

-Attento, pixie, qualcuno potrebbe scoprire che hai un cuore,- si sentì in dovere di avvisarlo.

Loki gli infilò la bacchetta in un fianco, facendolo gemere.

Fine.

   
 
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