Mi lascerai mai sola, Gin?
Come sei bella, con i capelli ramati al vento, che sembrano la gabbia di un raggio di sole, che quando li scogli l’alba mi viene addosso. E gli occhi turchesi limpidi e trasparenti come il cielo, forse persino un po’ troppo belli, che quando gli spalanchi prendono tutto il viso.Eccola, la mia meta, l’unica stella che illumina il buio della mia anima.
Sei appoggiata ad un albero e scruti l’infinità dell’orizzonte al tramonto.
Ti vedo da lontano, talmente pura da far invidia a un angelo, talmente lontana da essere impossibile.
Domani ci sarà la tanto attesa esecuzione della piccola Rukia Kuchiki e dovremo dirci addio, ma tu sei ancora all’oscuro di tutto questo.
Mi avvicino lentamente, perché non voglio spaventarti, ma tu ti accorgi di me e quando girandoti mi vedi la tua bocca si allarga in un dolce sorriso, un bianco angolo di paradiso in cui potrei facilmente perdermi.
-Ciao.
-Ciao. Che stai facendo qui?
-Nulla, pensavo.
-Ah si? E a che pensavi?
-Niente di importante, solo sciocchezze.
È una bugia, si capisce dal mondo in cui eviti il mio sguardo.
-A che pensavi?
Mi guardi sorpresa, e poi nostalgica. I tuoi splendidi occhi si posano sul mio viso e mi guardi seria e ferma:
-Mi lascerai mai sola, Gin?
Mi hai colto alla provvista. Forse sospetti già del futuro?
-No, non sarai mai sola Rangiku. Ti ho trovato e ti ho salvato la vita nel Rukongai e non ho intenzione di lasciarti andare mai.
Anche questa è una bugia, ti lascerò tra poco Rangiku, ma non ho il coraggio di dirtelo, non voglio farti soffrire, i nostri ultimi momenti insieme devono essere incancellabili.
Ma fino a quando dovremo continuare a fingere e a dirci bugie?
Ti avvicini a me e mi abbracci forte, sento il tuo cuore sincronizzato al mio; cingo i tuoi fianchi con le mie braccia e ti stringo forte, come se la nostra vicinanza non bastasse mai.
Sei la mia vita, Rangiku Matsumoto.
Bella da far paura.
Solare da illuminare il sole.
Sei il mio sogno.
Quando il nostro abbraccio si scoglie io mi giro e me ne vado, non posso resistere ancora alla tua espressione in cercasi di risposte a domande non poste, di verità a crimini non commessi.
Mi giro solo per guardarti un’ultima volta, per affondare ancora nel tuo sorriso forzato e stanco. Vorrei poter restare a guardarti ancora e ancora, non mi stancherei mai.
-Sayonara, Rangiku.