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Autore: Vampiresroads    02/06/2012    2 recensioni
Il viaggio si è concluso e Brian torna a casa dopo cinque anni.
Il suo grande amico Zacky lo aspettava da tempo immemorabile e hanno la loro occasione di rincontrarsi.
Tutto perfetto, o quasi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un tiepido sospiro del vento accompagnava la solitudine in cui la valle era immersa.
Il cappotto non era abbastanza caldo da reggere la neve e l’aria gelida. Ero l’unico essere umano a trovarsi lì in quel momento.
Se gli alberi, ormai secchi e spogli, avessero potuto parlare, probabilmente mi avrebbero umiliato.
Il freddo mi stava quasi portando alle allucinazioni, vedevo le montagne deridermi, il mondo rimpicciolirsi.
Le pene più laceranti per un’attesa che probabilmente si sarebbe rivelata completamente inutile.
-Nessun altro stupido avrebbe fatto questo solo per rivedere un amico. Ah.-
Rivolsi quel pensiero a me stesso, ma sembrava quasi stessi parlando con la morbida neve che consolava la mia fatica nel raggiungere quella valle.
Poi pensai che avevo sbagliato tutto. Dopo anni rincasa il mio migliore amico e lo faccio salire fin quassù?
“Sono una persona orribile”, ripetevo.
-Zacky! Amico mio sei venuto!- Udii quelle parole rincorrermi da dietro, per qualche secondo pensai che fosse ancora la mia illusione, ma una spinta interna mi costrinse a voltarmi.
Balbettai qualche lettera pastrocchiata, poi finalmente riuscii ad alzarmi e a corrergli incontro.
-B…Brian, sei davvero qui. Qui vicino a me, ne sono passati di anni, amico mio. Il freddo mi stava mangiando.
Dio,  sei cambiato. Come stai fratello?-
Dissi tutto ciò senza respirare, senza riprendere fiato.
Lo ammirai con gli occhi di una madre che rincontra il figlio dopo anni di guerra. Era diventato molto più che un fratello per me, credo che mi abbia cambiato completamente, stravolto la vita.
Dopo cinque anni, finalmente,  potevo stringere ancora quel corpo minuto sempre pieno di energie.
-Zacky, io sto bene, benissimo. Il freddo però ci consumerà. L’idea di rivederci qui è stata meravigliosa, ma dobbiamo trovare una parte riparata.-
Era cresciuto tantissimo, quasi non lo riconoscevo. Una frase responsabile? Niente insulti ironici e battute infantili? Il mio Zacky stava davvero crescendo.
-Hai ragione. Credevo di morire durante l’attesa.- Annuii e sollevai lo zainetto che m’ero portato dietro.
-Nonostante non credo sia facile trovare un posto riparato. Forse era meglio evitare stavolta!- Accennò ad una risata sarcastica e continuò:  -Comunque, anche se morissimo entrambi, moriremmo come siamo cresciuti: insieme!- Mi guardò sorridendo e strinse il cappotto.
Camminammo per molto tempo, andando avanti gli alberi scarseggiavano, ma il tempo diventava mite e la neve si scostava lasciando spazio ad un tiepido sole che rese il cammino terrificante più piacevole.
-Ci siamo persi?- Chiedi alzando le sopracciglia e accennando una risatina ironizzante.
-Credo proprio di sì, ma la neve se ne sta andando e potremmo fermarci un po’ qui, non credi?-
Annuii  tentando di mantenere l’atmosfera serena, ci sdraiammo sul morbido tappeto bianco che pian piano si assottigliava e iniziammo a parlare.
-Cos’hai fatto tutto questo tempo, bello?- Chiesi trattenendo il clima allegro.
-Miliardi di cose.-
-Beato te, io ho solo studiato. Non è cambiato quasi nulla.-
-Sì, devo ammettere di esser cambiato molto, ma perlomeno posso dire anche di essere cresciuto.-
-Ho notato!-
-Ti ricordi quando d’estate venivamo qui e costruivamo i rifugi sugli alberi come due scimmie?-
-Sicuro! E poi cercavamo nelle erboristerie una vernice per dipingere gli alberi!- Esplodemmo in una risata breve e sentita.
-Era bello essere stupidi e incoscienti!-
-Come smentirti? Mia madre mi diceva “queste cose le capirai da grande” e io pensavo che, cavolo, non le volevo capire. Non volevo che entrassero nella mia vita.
Oh, avevo ragione.-
-Come darti torto.-
A questa frase seguì un lungo silenzio, interrotto dal vento e dalla sua insistente compagnia.
-Non ho idea di come andrò avanti. Mi manca il supporto.- proseguì.
-Cosa intendi?-
-Niente, per una volta che ci rivediamo dobbiamo divertirci, non credi?-
Scosse la testa e si alzò in piedi fingendo un sorriso.
-Mi interessa.- Lo guardai seriamente, bloccandogli quell’espressione inutile.
-Ero un ragazzo intelligente. Avevo concluso i miei studi e mi ero avviato alla scoperta del mondo e dei suoi piccoli particolari. Avevo raccolto gente durante il mio viaggio e vissuto molte avventure tra i popoli africani e australiani, conosciuto una nuova mentalità orientale e ho imparato cosa significhi lottare per la sopravvivenza. Io e i miei compagni ne avevamo fatto una raccolta e avevo costruito delle cose meravigliose: orologi, tappeti, giocattoli, oggetti vari, cd africani, abbiamo perfino scritto un libro, con molto impegno. Aprimmo un negozio e mettemmo in vendita tutti gli oggetti più belli. Avevamo fatto un lavoro perfetto.-
Ascoltai la sua storia catturato dalla melodia della sua avventura. Immaginai un finale positivo e desiderai di aver vissuto quei momenti con lui. Poi lo vidi torcersi e abbassare lo sguardo.
-Il negozio non andò a gonfie vele. La gente non apprezzava e non ci notava.  Non sapevamo badarlo e i furti erano terribilmente ricorrenti, ma non volevo smettere di lottare.-
-E com’è andata a finire?-
-All’inferno è andata a finire!- diede un pugno sul terreno ormai nudo, tanto da render viola la mano.
-Non può esser andato tutto perduto. Sei sempre stato un mostro a scrivere. Almeno quello deve avere un riscontro positivo!-
-Ho regalato qualche copia durante il viaggio di ritorno, non ne ho idea.-
Scorsi un libro dalla copertina colorata dalla tasca aperta del suo zaino e lo presi senza permesso, iniziando a sfogliarne le pagine.
-È questo il libro, Bri’?-
-Hai indovinato.-
- È meraviglioso. Brian hai scritto un capolavoro.- Commentai leggendo le prime pagine.
-La gente non la pensa così.-
-Ti dispiace se la tengo?-
-Cosa?- Scosse la testa e mi guardò con esitazione.
-La copia.-
-Oh, fai pure, puoi anche bruciarla se vuoi.-
-Chi è la donna di cui parli qui?-
-Sophia?-
-Esatto.-
-Mi ero molto legato a lei, ma il tempo ha cancellato l’affetto e perfino l’amore. È stato tutto nello stesso periodo. Un continuo abbandono.-
-E tu come reagisti?-
-Piansi in silenzio, pensai, riflessi. Poi decisi di tornare a casa ed è ciò che ho fatto.-
Lo abbracciai come un tempo mentre lui tratteneva le lacrime.
-Ti ringrazio Zacky. Sei l’unico che non mi ha mai abbandonato.-
Nascosi il libro dentro lo zaino e continuai a stringerlo.
Non sapeva che avrei  reso famoso quel libro. Era scritto perfettamente, meritava qualsiasi cosa.
Continuai a fissare il suo sguardo perso e disperato, che mi augurai si sarebbe trasformato nel sorriso più bello che il mondo abbia mai visto.

  
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