Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Padmini    02/06/2012    4 recensioni
Da Londra arriva un messaggio misterioso per Elle: cinque semi di mela e un biglietto da visita. Una nuova sfida tra il detective e Kira, che stavolta avrà come palcoscenico i luoghi dove Elle è cresciuto ...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, L, Light/Raito, Watari
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Padmini
Buongiorno. Questa è una storia nata a sei mani. Io cerco semplicemente di riportare le idee nate da tre teste pazze appassionate di Death Note e di Sherlock Holme (vabbè, forse Edo non è così fan di Sherlock). Io sono Padmini, la ‘scrittrice’. Le idee, però, vengono da tutti e tre. Spero vi piaccia. Bacioni
Edoardo
Salve, sono Edoardo. Essendo appassionato di Death Note, mi sono fatto coinvolgere Da Padmini in questo bel progetto per cui nutro il massimo entusiasmo. Non ho mai scritto seriamente, quindi mi limito a inserirmi in un lavoro già strutturato da Padmini, correggendo eventuali errori, riempiendo vuoti narrativi e aggiungendo dettagli affinchè il racconto abbia quel tocco di realismo in più.
Raimonda
 
 
 
 
 
1 gennaio 2007
 
Un continuo viavai animava la sala grande del ristorante, ormai quasi pronta per la grande cena di quella sera. Camerieri, cuochi e decoratori andavano avanti e indietro sistemando e controllando ogni cosa perché tutto fosse perfetto.
Anche Elizabeth, la segretaria del presidente, vagava agitata di qua e di là, chiamava i vari responsabili per capire a che punto fossero i preparativi.
“Stai tranquilla” le disse il capo cuoco dandole una leggera pacca su una spalla “Per stasera sarà tutto pronto, vedrai. Non è la prima volta che organizzo una cena di queste dimensioni e ho tutto sotto controllo. Puoi andare a riferire al signor Goodman che non ha di che preoccuparsi”
“Grazie Louis” gli rispose lei con un sospiro “Il fatto è che sono sotto tensione. Il signor Goodman è ancora più agitato di me. Non fa altro che chiedermi a che punto sono i preparativi, se gli invitati principali hanno risposto agli inviti … è da un mese che mi tormenta! In più, da ieri, è ancora più agitato!”
“Sono sicuro che dopo stasera gli passerà tutto, così potrai rilassarti anche tu”
 
John Goodman, il presidente dell’associazione “A better future”, era seduto nel suo ufficio, solo.
Aveva appena cacciato la sua segretaria con la scusa di farle controllare i tavoli. Aveva bisogno di stare solo.
Da un mese a quella parte era agitato. Era normale, in fin dei conti. Aveva pianificato quella cena di capodanno per raccogliere i fondi per gli orfanotrofi inglesi da almeno una decina di mesi e sapeva che tutto doveva essere perfetto. Ne avevano parlato troppo nel suo ambiente per poter tollerare anche un minimo errore. Tuttavia non era quello, in quel momento, a preoccuparlo.
Aveva totale fiducia in Elizabeth, la sua segretaria, nei cuochi che aveva assunto personalmente e nello staff che si sarebbe occupato del servizio in sala. Tutto personale di alta qualità. Solo i migliori professionisti erano stati chiamati per quella che sarebbe stata definita la cena dell’anno.
Aveva invitato i maggiori esponenti politici, i direttori di almeno una ventina di orfanotrofi sparsi in tutta l’Inghilterra e aveva dato ordine di far preparare una cena altrettanto sontuosa anche per i bambini che sarebbero rimasti nei loro istituti.
I giornali ne parlavano da mesi. Nell’aria si respirava un forte senso di aspettativa. Eppure lui era tranquillo, da quel punto di vista.
Non poteva negare di essere stato un po’ scostante in quell’ultimo mese, ma la mattina precedente si era svegliato fresco e riposato. Ormai il più era fatto. Perché darsi pena inutilmente? Era tutto pronto, tutto perfetto. Cosa c’era di stonato in quella scenetta idilliaca?
 
La busta.
Quella stramaledetta busta.
Gli era arrivata il mattino precedente con la posta e il giornale. Non c’era segnato il mittente. Aveva sbuffato sonoramente quando Elizabeth gliela aveva posata sulla scrivania insieme al resto della corrispondenza. Lui odiava le lettere senza mittente.
Inoltre doveva per forza trattarsi di uno scherzo. Quando la prese in mano la busta sembrava vuota. Stava per cestinarla quando vide qualcosa in controluce. Guardò attentamente. Era un puntino nero.
Incise la parte superiore della busta con il suo tagliacarte e guardò dentro. Imprigionato tra due pezzettini di nastro adesivo, c’era un seme di mela. Lo fece scivolare fuori sulla mano aperta e lo esaminò con attenzione.
Un seme di mela. Un innocuo seme di mela. Non era da lui spaventarsi per così poco, eppure quel misero seme ebbe il potere di sconvolgerlo.Forse un avvertimento?Un messaggio in codice di qualche organizzazione mafiosa? Aveva già letto, da qualche parte, l’esistenza di messaggi simili. Un velo di preoccupazione gli scese addosso come una cappa e da qual momento non ci fu modo di porre rimedio alla sua tensione.
Chi gli stava vicino poteva benissimo associare tutto questo all’ansia per la cena imminente e lui aveva lasciato che ci credessero. Era rimasto alzato tutta la notte e la mattina dopo pesanti occhiaie deturpavano il suo viso sempre perfetto.
Quando era arrivato in ufficio, poi, aveva cacciato chiunque si fosse intrattenuto con lui per più di dieci minuti, con la scusa dei controlli per la cena, ed era rimasto a contemplare il muro davanti a se, cercando risposte che non potevano arrivargli.
Guardava il muro, ma ogni tanto spostava lo sguardo al seme di mela e al biglietto da visita posato sulla sua scrivania.

                                                           Sherlock Holmes – Consulente Detective 

Non sapeva se chiamare o no. Non poteva chiamare Scotland Yard. Un’inchiesta ufficiale avrebbe fatto troppa pubblicità. Nonostante questo esitava anche a contattare il detective privato.
 
Non sembrava essere passato tanto tempo da quando era arrivato in ufficio, quella mattina, quindi si stupì di sentirsi chiamare da Elizabeth.
“Signor Goodman” disse la segretaria entrando “Sono arrivati i direttori degli orfanotrofi e anche qualche politico. Dovrebbe venire giù ad accoglierli”
Goodman, preso alla sprovvista, sembrò riemergere dal mondo dei suoi pensieri.
“Si, Elizabeth” disse distrattamente “Arrivo. Arrivo”
Scese le scale come un automa. Passando dal bagno si dette una sciacquata veloce al viso e si guardò. Doveva farcela. Dopotutto era solo uno stupido seme di mela! Ci voleva ben altro per spaventarlo! O no?
Annuì a se stesso, per darsi coraggio, sperimentò uno dei suoi sorrisi migliori e si diresse verso l’ingresso, dove lo attendevano i suoi ospiti.
 
Si fece fotografare insieme a loro. I giornalisti erano molti, affamati di foto e di qualche notizia con cui riempire le loro prime pagine. Sorrisi, abbracci, baci. Fingere di ricordare i nomi di tutti, farsi aiutare da Elizabeth per questo. Tutti dovevano sentirsi importanti, quella sera. Il protagonista sarebbe stato lui, ma doveva far sentire allo stesso modo ognuno dei suoi ospiti.A nessuno di loro importava qualcosa di quei bambini senza genitori, costretti a vivere insieme in quelle sottospecie di caserme. Erano tutti lì solo per mettersi in mostra.
Non gliene importava nulla neanche a lui, a dire il vero. Perciò, perché giudicarli? Avanti! Facciamo sfilare la superbia! Che cominci anche stasera il circo mediatico di questi Santi moderni!
 
La serata procedeva bene. Le portate erano tante e gustosissime e arrivavano con puntualità ai vari tavoli. Nessuno era imbronciato per l’attesa, anzi. Tutti sorridevano, gustavano cibi e bevande e ridevano di gusto per l’atmosfera serena e allegra che Goodman era stato in grado di creare.
D’altra parte, come si può non gioire di se stessi quando si è consapevoli di tutto il bene che si sta facendo al mondo? Politici, direttori di orfanotrofi, giornalisti… tutti erano lì per ostentare la propria bontà. Perché lo facevano? Perché mettevano le loro facce davanti a quei progetti umanitari? Per vanità? Per ottenere maggiori voti alle prossime elezioni? Per avere una promozione dal direttore del giornale? Goodman ogni tanto si poneva queste domande. Le quali, però, riguardavano anche lui.
 
Questo pensava, John Goodman, seduto sul posto d’onore, mentre guardava i suoi ospiti ingozzarsi di cibo. Pensava e non mangiava. Si sentiva come un re davanti al suo popolo, accorso lì solo per venerarlo.
Poi, all’improvviso, i suoi pensieri cambiarono. Tutto si fece scuro. Un dolore insopportabile gli oppresse il petto e lo costrinse a serrare gli occhi.
Non capì subito ciò che gli stava accadendo. Poi la riposta lo travolse come un fiume in pena. Era la sua punizione? Guardò un’ultima volta i volti felici dei commensali. Erano davvero felici e spensierati? Oppure, come lui, nascondevano un orrendo segreto?
Improvvisamente tutte quelle facce beate si trasformarono in orridi demoni.Forse, proprio ciò che lo aspettava dall’altra parte.
Non ebbe il tempo di pensare ad altro.
L’ultima cosa che vide fu il torsolo di una mela sul pavimento.
Poi più nulla.

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Padmini