Like a prayer

Non sei mai stata tipo da chiesa Santana Lopez.

Per fare contenti genitori e parenti ci sei andata per fare i sacramenti, ma non ci avevi più messo piede dalla messa in cui avevi celebrato la tua cresima.

Lì dentro ti insegnano che se vuoi che accada qualcosa devi pregare, chiedi al Signore, ti dicono, lui ascolta sempre.

Non ricordi quand'è l'ultima volta che lo hai fatto.

Un tempo pregavi, ma hai imparato che inginocchiarsi e pregare per qualcosa non serve mai davvero ad ottenerla, se la vuoi, devi alzarti e prenderla.

A volte nemmeno quello basta.

Non sai se hai mai davvero creduto a quello che ti dicevano, d'altronde sei una persona molto pratica, a te interessa l'adesso, il dopo lascia il tempo che trova.

Ti chiedi come faccia Quinn, quasi le invidi la sua fede, significa avere qualcosa a cui aggrapparsi quando non resta niente.

Tu non hai quel lusso.

Non che tu possa farci niente, essere credenti, come altre cose, non è qualcosa che puoi decidere di essere.

Dicono che la fede sia un dono e tu sei più che sicura di non averlo trovato sotto l'albero di Natale.

Eppure sei quì, alla funzione della sera, seduta su una di quelle scomodissime panche su cui ti costringevi la domenica mattina quando eri una bambina.

Oggi le hai detto che la ami e lei ti ha spezzato il cuore.

Non ascolti minimamente le parole del prete, hai lo sguardo fisso dietro l'altare, sul quel cristo esangue sulla croce e un pensiero per lui ti attraversa fugace la mente prima di tornare sui tuoi problemi.

Ribolli così tanto di pensieri che ti sembra di esplodere, le tue emozioni lottano, si rincorrono e si sovrappongono fra loro e non sai quasi più cosa provi. Quasi.

Rimpianto.

Lei ha scelto Artie.

La vorresti odiare per questo, per aver scelto il Professor X a te, ma puoi davvero biasimarla per aver scelto qualcuno che non ha paura di tenerla per mano nei corridoi o di cantarle serenate al Glee Club?

Quel ragazzo si sente il più fortunato del mondo ad averla e cerca di dimostrarglielo ogni giorno, mentre te hai respinto, ignorato, rinnegato quello che provavi per lei.

Ora ti senti davvero stupida a aver creduto..no ...ad aver voluto credere, che non significasse niente, che il modo in cui mormorava il tuo nome quando la toccavi non ti stringesse il cuore in una morsa.

Avresti dovuto dirglielo prima, forse adesso sarebbe tua.

Forse no, ma non lo puoi sapere.

Hai voluto ignorare la gioia che provavi a stare con lei perchè eri, sei, spaventata e ora la paghi.

Paura.

Paura perchè chiudi gli occhi e vedi Kurt nel cassonetto, le risatine nei corridoi quando passa, gli insulti negli spogliatoi alle sue spalle.

Da molto prima che il Glee Club potesse essere una scusa per accanirsi su di lui, ora hanno solo un motivo in più.

A scuola anche a chi supporta le minoranze o chi sostiene che non ci sia niente di male nell'essere gay distoglie lo sguardo e non fa nulla per impedirlo, siamo amici ma una granita in faccia per te non me la prendo.

Accettazzione un cazzo.

Rabbia.

Rabbia, perchè,in fondo sai di essere come loro.

Perchè anche te hai insultato e preso in giro, hai deriso e ferito.

Non hai mai difeso nessuno, sei sempre stata brava solo a buttare giù le persone.

Giudizi, insulti e disprezzo, anche senza fare outing sei sola, alla fine.

Rabbia perchè non hai controllo sulle tue emozioni e non puoi farci nulla.

Rabbia perchè vorresti poter cambiare la situazione e non sai come.

Rabbia perchè adesso che ti senti con le spalle al muro, ora che non c'è niente che puoi fare o dire, sorge in te forte, profondo il desiderio di pregare.

Di chiedere, sconfitta, a qualcuno più in alto di te di risolvere i tuoi problemi.

La rabbia di sentire così forte la tua fragilità da avere il bisogno di aggrapparti a qualcosa in cui nemmeno credi.

Non ti è mai successo prima e non sai come gestire quello che senti, la terra ti crolla sotto i piedi.

Non puoi parlarne con nessuno e non vedi vie di uscita.

Avresti voglia di prendere il primo treno diretto lontano da Lima e non tornare mai più.

O di buttartici sotto, anche quella è una soluzione.

Disperazione.

Quella che ti ha portato quì oggi, a cercare conforto in quel posto che non visitavi da tempo.

Forse perchè certi problemi non ce li avevi quando ancora venivi quì, non che abbia importanza, andare a messa la domenica non ti avrebbe comunque impedito di diventate quello che sei.

Quando la funzione finisce la gente si alza per andarsene, ma tu rimani ancora un po', vuoi assaporare il silenzio quasi irreale che si respira là dentro quando non c'è nessuno.

L'odore acre dell'incenso e la luce soffusa ti riportano a quel periodo della tua vita in cui se facevi qualcosa di sbagliato era sufficiente confessarlo e recitare una preghiera per essere assolta.

Ma confessare il tuo peccato non basterebbe stavolta per essere perdonata.

Che faccia farebbe il prete, se invece di chiedere perdono perchè hai saltato la scuola, chiedessi perdono perchè ami una ragazza?

Forse dovresti chiedere perdono perchè sei crudele e meschina con tutti, perchè tratti le persone come se fossero spazzatura.

Eppure non riesci nemmeno a sentirti in colpa per questo, anzi rovinare la vita altrui ti fa quasi sentire meglio...ti sei trasformata in un mostro e non ti dispiace nemmeno un po'.

Fra poco la chiesa verrà chiusa, ti alzi e varchi la soglia per andare a casa.

Non hai detto la tua preghiera anche se sei andata in chiesa.

Nel momento in cui avresti voluto mormorarla le parole ti sono morte in gola.

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Ho cercato di immaginare il conflitto interiore di Santana in un momento difficile della sua vita, non so se sono riuscita a esprimere bene quello che volevo dire, sono una principiante, ci ho provato!

Non ho un beta per cui scusate eventuali errori, il mio italiano è un italiano correggiuto!

Grazie di averla letta, se avete voglia lasciate una recensione, mi farebbe piacere ricevere consigli, suggerimenti e opinioni :)