Amore
al formaggio.
(
Day six. )
Finn e Santana si erano
sposati a Las Vegas un
anno prima. Certo, erano un po’ ubriachi e inebriati da tutti
i soldi che
stavano vincendo, ma i loro sentimenti erano veri. Si amavano per
davvero,
quindi, anche se per Finn quello era un matrimonio farlocco, lo
accettava,
almeno era sposato con la donna che amava. Santana aveva sempre detto
che non
era tipa da matrimonio in bianco, con un grande banchetto a cui tutti i
loro
amici avrebbero partecipato, no, lei preferiva che tutti sapessero che
Finn era
di sua proprietà ma che non facessero un grande matrimonio.
Era un po’ spaventata a detta di Finn. Noah Puckerman
continuava a ripetere, in
maniera scherzosa sempre, che Santana era preoccupata per i soldi. Uno
smoking
fatto su misura costava. Ma Finn, oltre che ridere, sapeva che
c’era un qualche
altro problema di fondo. Non si chiese mai perché,
lasciò che i sentimenti di
Santana facessero il proprio corso, quando avrebbe voluto
sposarsi in
maniera ‘ufficiale’ l’avrebbero fatto.
Lui per lei era sempre pronto. Per ora
bastava che si amassero con tutto il cuore, e questo lo facevano
già. Vivevano
una bella vita i due assieme. Nessuna preoccupazione, un lavoro che
poteva
mantenere entrambi, e una voglia di vivere pari a qualunque altra
persona della
loro età e beh, si, un’attiva
vita
sessuale.
Erano
la famiglia
Hudson-Lopez. Si amavano alla follia ed erano tranquilli. Ogni tanto
litigavano
ma il sesso arrabbiato sistemava sempre tutto e poi era una gran bella
soddisfazione far arrabbiare Santana se poi si sfogava così.
Quindi si, non
aveva niente di cui lamentarsi, perché erano felici.
Entrambi, o meglio, questo
è quello che credeva Finn fino ad un paio di giorni prima.
Erano
le sette di sera e
Finn aveva appena terminato il suo ultimo turno allo studio ambientale
in New
York. Si era catapultato a casa perché era davvero molto
stanco. Aveva parlato
tutto il giorno con persone che non sapevano distinguere un albero
millenario
da uno centenario. Che diavolo di scuola avevano fatto per trovarsi
così
incompetenti? Comunque non vedeva l’ora di togliersi le
scarpe e buttarsi sul
letto della sua camera, abbracciare Santana e schiacciare un pisolino
fino a
cena. Ma non fu quello che trovò. Non appena mise piede a
casa, il ragazzo salì
in camera trovando la porta socchiusa e Santana che parlava al
telefono. Kurt,
Brittany, Quinn? Chi?
«No,
non è come dici tu.
Non mi voglio sposare – Santana singhiozzava, mentre parlava
al telefono. Non
poteva essere incinta, avevano usato le precauzioni! –
è lui che non vuole. Se
avesse voluto l’avrebbe già fatto, me lo avrebbe
chiesto. Oh, Quinn. »
Finn
si sporse un po’ per
cercare di intravedere la figura di Santana ma quella schizzava da una
parte
all’altra della stanza, agitata più che mai. Lei aveva assicurato che non voleva
sposarsi perché ‘non
sono fatta da abito bianco.’ Lei
aveva detto ‘Andiamo Finn. Ci siamo
già sposati a Las Vegas, che bisogno
c’è di fare
una cerimonia del genere? È solo uno spreco di soldi.’
Lui si era solo
adeguato alle decisioni che lei aveva preso per entrambi e senza mai
lamentarsi. Che diavolo avrebbe dovuto fare? Al momento si sentiva
circondato
da idioti, compresa Santana, si. Diavolo. E si, oggi aveva le
imprecazioni
facili, ma dopo quello che aveva sentito, cos’altro poteva
dire di diverso? Ora
si sentiva anche uno stupido, e iniziava a far parte della cerchia
d’idioti che
lo circondavano.
Santana
aveva chiuso al
telefono, si era guardata allo specchio constatando che il suo trucco
era
appena colato del tutto, quindi con passo veloce si avviò
verso la porta, trovandoci,
però Finn che la fissava.
«
Che succede? » Chiese,
guardandola.
«
Non ti ho sentito
arrivare. Ci sei da molto? » Iniziò a
preoccuparsi, magari aveva sentito
qualcosa che aveva detto e non voleva mandare tutto a puttane, anche se
era
convinta che lui non la volesse sposare.
«
No, sono appena tornato.
» E lui d’altro canto non voleva litigare,
perché era stanchissimo, davvero.
Non ne aveva la forza.
Il
mattino seguente,
quando fu riposato abbastanza da affrontare quella situazione ci penso
su,
ammettendo a se stesso che non era stato uno dei migliori in quella
relazione.
Non aveva fatto capire a Santana che la amava tanto da volerla sposare,
era
colpa sua. Finn era noto per prendersi le colpe, lo faceva da tutta una
vita
così, questa volta gli venne meglio farlo. Santana comparve
sulla porta del
bagno nel momento in cui, pensieroso, si faceva la barba. Si
girò a guardarle e
le rivolse un sorriso.
«
So che ieri hai sentito
tutto quello che dicevo a Quinn. »
Finn
sbatté delicatamente
la lametta sul lavandino per pulirla dai residui della sua barba. Si
prese del
tempo prima di rispondere alla domanda non tanto domanda di Santana; si
lavò la
faccia accuratamente togliendo ogni residuo di schiuma da barba e poi
si passò
anche il dopobarba, quell’odore che faceva impazzire Santana,
che però al
momento non sembrava avere tanta voglia.
«
Si, ho sentito. » Disse
solo. Si era preparato un intero discorso da fare alla latina, ma nel
momento
più opportuno non gli arrivò niente di sensato da
dirle, quindi lasciò che le
parole gli si strozzassero in gola. Santana gli sorrise, non seppe
perché Finn.
Forse voleva che lo sentisse, forse lei voleva davvero questo
matrimonio.
«
Ero convinto che tu non
lo volessi. »
«
Io voglio le stesse cose
che vuoi tu, Finn. Io voglio te più di qualunque altra cosa.
E se a farti
felice sarà la mia persona con addosso un vestito bianco,
avrò un vestito
bianco. Perché io ti amo, e so che tu mi hai lasciato il mio
tempo quindi è ora
di ripagarti per tanta pazienza. »
Ecco,
quello era un discorso
organizzato non come quelli di Finn, profondi nella sua testa di tre
parole
nella realtà. Sorrise, senza rendersene conto. Lei aveva
capito la sua presa di
posizione, l’aveva apprezzata e questo era quello che
più contava per lui,
davvero. Finn si guardò intorno un attimo, cercando un
qualunque elemento
rotondo.
«
Aspettami un secondo
qui, immobile. Non ti muovere. » Il ragazzo scese velocemente
le scale, andando
in cucina e aprendo uno di quei pacchetti di patatine al formaggio e
rotondi,
certo, non era la cosa più romantica del mondo, ma al
momento quello che
entrambi volevano era una promessa d’amore continuo.
Tornò dunque di fretta
alla ragazza che lo accolse con un sorriso. Si mise in ginocchio e
scoprì la
patatina in modo che Santana, vedendola, scoppiasse a ridere.
«
Santana Lopez… Vorresti
farmi l’onore di diventare mia moglie a tutti gli effetti?
» Chiese con un
sorriso e un sussurro mentre guardava gli occhi della ragazza
assottigliarsi,
in modo tale da vederlo meglio.
«
Ti amo tantissimo, Finn
Hudson. » Con un cenno della mano che Finn aveva in mano,
infilò l’anello di
formaggio che aveva ancora in mano e che si, puzzava. Santana si
portò il dito
alla bocca, mangiandosi l’anello e scoppiando poi a ridere
come passo
successivo.
«
Hai appena mangiato la
nostra promessa!! » Le fece notare Finn, divertito.
«
Quella la conservo
ancora nel mio cuore, quella che mi hai fatto a Las Vegas quando eri
ubriaco le
batte tutte, compreso un anello di formaggio. » Fece cenno al
ragazzo di
alzarsi stampandogli un bacio sulle labbra fini. « per quanto
sia buono! »
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damnhudson's corner.
Ci ho messo meno di quanto
mi aspettassi a fare questo capitolo. Doveva essere per forza
l'argomento che
non mi piaceva, perché era difficile scriverlo per una che
vomita arcobaleni
[cit] come me.
Spero vivamente che vi sia piaciuto questo capitolo, in modo da poter
andare
avanti, tranquillamente.
Sta iniziando a piangermi il cuore dato che il prossimo capitolo
è l'ultimo, ma
almeno avrò concluso e potrò dedicarmi a nuovi
progetti. :D
Magari fatemi sapere se vi è piaciuto, e scusate per il titolo demenziale,
sono
specializzata
in quello XD
- Bacini, Marti.