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Autore: Vals Fanwriter    03/06/2012    3 recensioni
Voleva apparire piccato, con quella frase, ma il tono di voce, improvvisamente basso, aveva soltanto fatto sì che Nick abbassasse le ciglia scure, incantato da quel gioco.
Per il Niff day | Flash Fic | Fluff
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per il Niff day.

 

Premessa: Vi dirò, non ho mai scritto su Nick e Jeff, ma li adoro quasi quanto il mio otp. Loro sono la cosa più dolce e fluffosa che esista e non potevo lasciarmi scappare l’occasione di scrivere su di loro. Certo, temo di aver buttato giù un cliché assurdo, ma capitemi. Dovevo comunque dare il mio contributo. Spero di essere all’altezza di voi altri Niffers. Vi mando un abbraccio e non mi dilungo oltre.

Buon Niff day!

Vale

~

 

Nothing else



 

 

 

 

Non aveva mai desiderato nulla che non fosse averlo vicino, svegliarsi al mattino e vederlo accanto a sé respirare profondamente, ancora avvolto in sogni a lui sconosciuti, nei quali probabilmente erano insieme. In momenti come quelli si sentiva il ragazzo più felice del mondo. Lo stringeva a sé e gli scostava i capelli corvini dalla fronte, ammirando quella bellezza che, senza ogni ombra di dubbio, era lì solo per lui. L’altro sorrideva sereno a quelle moine, accostava la guancia al suo petto e schiudeva le palpebre, ancora assonnato, accarezzandogli lentamente la schiena.

‹‹Ti ho svegliato?›› gli chiese quella mattina.

Sapeva quanto fosse inutile quella domanda, ma non poteva evitare di sussurrargliela sulla pelle e di vederlo sollevare le spalle, con la sua solita smorfia dolce e intrisa di un pizzico di ironia.

‹‹Ho avuto risvegli peggiori›› rispose Nick, alzando lo sguardo su di lui.

Jeff rise a quel punto e si chinò un po’, portando le labbra a pochi centimetri da quelle del suo ragazzo. ‹‹Sei spiritoso stamattina›› soffiò.

‹‹Io sono sempre spiritoso›› puntualizzò l’altro, fingendosi risentito, ‹‹Sei tu che non cogli il mio umorismo››.

Per quanto fosse ancora possibile, Jeff lo avvicinò di più, portando una mano dietro la sua nuca e massaggiandogliela flebilmente con la punta delle dita. I loro nasi quasi si toccavano, i loro occhi non volevano lasciarsi andare, incatenati com’erano, e i loro respiri erano ormai una cosa sola.

‹‹Stai forse dicendo che sono lento di comprendonio?››

Voleva apparire piccato, con quella frase, ma il tono di voce, improvvisamente basso, aveva soltanto fatto sì che Nick abbassasse le ciglia scure, incantato da quel gioco. Approfittò della piega che aveva preso quel discorso e proseguì dicendo: ‹‹Se c’è una cosa a cui non sono lento, però, quella è…››.

Non finì la frase, perché Nick lo aveva preceduto, baciandolo teneramente. Si scostò dopo poco, soltanto per bisbigliare: ‹‹Come vedi, anche io sono abbastanza veloce››.

Si sorrisero divertiti, poi Jeff gli sfiorò la fronte con le labbra, inducendolo a respirare intensamente a seguito di quelle piacevoli attenzioni.

‹‹Dovremmo alzarci per andare a lezione›› gli disse, cercando di costringere anche se stesso a lasciare quel posto caldo e accogliente.

Nick sbuffò in risposta, serrando maggiormente le braccia intorno al suo corpo, per impedirgli di concretizzare quell’idea malsana. ‹‹Mariniamole›› lo pregò con un paio occhioni dolci, ai quali – lo sapeva bene – Jeff non poteva resistere.

‹‹Ma la prof ci farà…››

Di nuovo non riuscì a terminare quel pensiero. La bocca di Nick aveva cominciato a solleticargli il collo, lasciandovi una serie di baci che gli fecero girare la testa. E come faceva a dirgli di no?

‹‹Magari solo le prime due ore›› si arrese, sospirando, mentre iniziava a venirgli la pelle d’oca.

Dubitava che potesse esistere qualcosa o qualcuno che potesse farlo sentire meglio di così. Fin dalla prima volta in cui l’aveva visto, esuberante come suo solito e così adorabilmente scemo, era stato parte integrante della sua vita. Non si erano persi di vista neanche un momento. Erano stati amici, si erano amati in silenzio e si erano confessati, con la promessa di esserci sempre l’uno per l’altro, qualunque cosa fosse accaduta. E ora, semplicemente, stava bene. Non gli serviva altro per potersi definire completo.

Era questa la felicità.

 

Fine.

   
 
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