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Autore: Harriet    03/06/2012    2 recensioni
Cercare disperatamente un senso in una vicenda che non ne ha, ripercorrendo gli ultimi momenti per trovare il perché...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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SPOILER per la fine della II stagione!





Il Piano

Da persona lucida e matura, John sa che non è sano rimanere attaccato a quello che si è perso. Però è anche abbastanza intelligente da sapere che cercare di andare avanti non significa non sentire una mancanza devastante di quello che si è perso.
Mesi dopo l'evento, vive in un appartamento confortevole dall'altra parte della città rispetto a casa loro, lavora molto ed esce con un gruppo di amici piuttosto piacevole. Ha persino ricominciato a sentire Harry con una certa regolarità. (Però ha smesso di vedere la terapista, constatata l'inutilità della cosa. Del resto non era stata nemmeno in grado di risolvere il problema della sua gamba, due anni prima, no? Settimane di terapia, ed era bastato inseguire un taxi per buttare via il bastone...)
A chi glielo chiede, risponde che non se la cava affatto male, ed è vero.
L'unica abitudine che gli è rimasta (anche se ultimamente è migliorato e sta riuscendo a togliersela) è una cosa che gli capita di fare soprattutto di notte, quando rientra dopo una bevuta o un turno, e le strade di Londra lo sorprendono con un agguato di ricordi.
Allora comincia a rimettere in fila davanti a sé tutti i pezzi e cerca di dare loro un ordine. Prende gli eventi e le parole di quei giorni, tutti gli episodi, persino i dettagli più insignificanti, e li passa in rassegna con estenuante precisione, anche quando la cosa comincia a farsi dolorosa, cercando di trovare un collegamento, di ricomporre un'immagine, di mettere in relazione tra sé una frase, un gesto, un particolare...
Perché lui non era tipo da fare una cosa totalmente a caso. Le persone come lui non si ritrovano a corto di soluzioni. Hanno sempre un piano di riserva.
Le persone come lui non saltano giù dai palazzi senza avere un obiettivo ben preciso. Se ha deciso di farlo, c'era un motivo. Era l'unica cosa da fare.
Era il suo Piano.
E John, che non è mai stato nemmeno lontanamente come lui, cerca di rimettere insieme i pezzi del Piano e dare loro un ordine, per capire come mai fosse tanto importante quel salto a tradimento, quella fine ingloriosa e insensata, quella menzogna da far credere al mondo.
Di solito quei suoi penosi tentativi si concludono con un nulla di fatto, molta frustrazione e un certo quantitativo di rabbia. Allora ritorna al suo appartamento confortevole, con la consapevolezza amara che una risposta non l'avrà mai.
A chi glielo chiede, risponde che non se la cava affatto male, ed è vero. Il mondo va avanti e le cose si fanno più tranquille, più sensate.
E' solo che qualche volta, di notte, l'ombra del Piano si affaccia nella sua mente. In quei momenti la cosa peggiore non è il ricordo, è qualcos'altro. Somiglia alla speranza. Speranza di cosa, lui non lo sa, ma è l'unico nome che riesce a darle. E, davvero, è abbastanza intelligente da sapere che sarebbe meglio se quella speranza non esistesse.








***

Insomma, il concetto di questa storia è: John è un utente di Tumblr. come ammazzare definitivamente l'atmosfera drammatica, se mai c'è stata.
Grazie di essere qui.
Ciao!

   
 
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