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Autore: _only me_    04/06/2012    2 recensioni
Avevo voglia di scrivere ed è venuta fuori questa storia. Amicizie, amori, liti... insomma comune routine.
spero vi piaccia
... Era LUI ad essermi venuto addosso. Non disse niente, rimase lì fisso a guardarmi, io feci lo stesso, lì immobile a fissarlo, ero totalmente immersa in quel momento nella speranze che non finisse. Non so cosa scattò in me, una specie di scossa elettrica mi attraversò completamente il corpo, senza riflettere mi alzai sulle punte e lo baciai...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentivo la pioggia, il ticchettio incessante della pioggia che batteva sulla finestra. Era una sensazione rilassante, nell’ultimo periodo avevano iniziato a piacermi queste giornate cupe, mi piaceva rimanere accucciata sotto le coperte con gli occhi chiusi ad ascoltare questo leggero rumore, mi rilassava.
Ero completamente immersa nel mio torpore fino a quando il martellante DRIN della sveglia non mi riportò alla realtà. Il primo giorno del mio secondo anno al college stava per iniziare; il primo anno non era stato certo ricco di sorprese come mi aspettavo, nessuna amicizia importante, nessun amore inaspettato o meglio nessun amore inaspettato CORRISPOSTO.

Mi alzai velocemente dal letto ancora assonnata, riuscivo a sentire i rumori lontani di mia madre che trafficava in cucina per preparare la colazione e le urla della mia sorellina in cerca di attenzioni. Adoravo la mia piccolina, era l’unica cosa che mi aveva aiutato ad andare avanti negli ultimi mesi, il suo sorriso, le sue guanciotte paffute e soprattutto la sua spensieratezza. Fin piccola assillavo incessantemente i miei genitori nella speranza di convincerli a non farmi restare figlia unica; tutti mi dicevano sempre “ beata te che non hai fratelli o sorelle che ti rompono le scatole non sai quanto sei fortunata ”, li odiavo, loro non capivano o forse io non capivo loro ma poco mi interessava, continuavo a rimanere della mia idea. Avevo perso le mie speranze quando quattro anni fa con grande sorpresa di tutti mia madre annunciò di essere incinta e qualche mese dopo arrivò Ellie.

Andai in bagno e mi guardai allo specchio, rimasi qualche istante a fissare la mia immagine riflessa; ero una ragazza normale non particolarmente bella e nemmeno mi preoccupavo di esserlo; almeno non più. Avevo i capelli neri lunghi, occhi verdi, recentemente ero dimagrita molto ma la mia altezza piuttosto ridotta mi permetteva di mimetizzare per quanto possibile la cosa. Distolsi lo sguardo e inizia a prepararmi; scelsi accuratamente cosa indossare la sera prima, non che ne avessi particolarmente voglia ma mi annoiavo e non avevo altro da fare. Scesi in cucina salutai mia madre, diedi un grosso bacio ad Ellie, la mia piccolina, e uscii di casa.

 Aveva smesso di piovere ma il cielo era ancora coperto da minacciose nuvole grigie. Mi incamminai per raggiungere la metro; il college che avevo scelto non era molto lontano ma avevo comunque deciso di alloggiare al campus per non dover fare continuamente avanti e indietro. Dopo quasi mezz’ora di metro e un’ora di treno arrivai davanti al cancello del MADISON COLLEGE, non faceva parte della tanto acclamata “ IVY league ” ma a me piaceva. Mentre mi ero soffermata a fissare l’entrata del campus una specie di orso poco aggraziato mi salto praticamente addosso, la mia amica Mel aveva fatto una delle sue solite entrate.

“ ciao musona finalmente sei arrivata, pensavo avessi deciso di rintanarti nella tua stanza e non uscire mai più ”

Non risposi e mi limitai a farle la linguaccia. Io e Mel ci conosciamo da una vita, mi è sempre stata accanto momenti belli e brutti nonostante io non sia una persona facile da sopportare. Lei è esattamente il mio opposto capelli lunghi e biondi, occhi verdi in grado di farti cedere con un solo sguardo, piena di vita e con una voglia di divertirsi nettamente al di sopra della media.

“ sai che stasera al campus c’è una super mega festa di inizio anno?! Ho sentito dire che sarà la prima di una lunga serie, dobbiamo assolutamente andarci, ho voglia di fare scintille stasera ”

Mentre diceva questo continuava a saltarmi attorno continuando a sorridere e ad ammiccare, eravamo sicuramente buffe agli occhi degli altri; io che continuavo a camminare senza ascoltarla con la mia aurea nera attorno e lei che zompettava qua e là allegra come non mai.

“ non penso verrò stasera, devo tornare a casa e preparare le cose da portare al campus domani ”

“ non esiste tu ci vieni e non voglio sentire storie. Ti ho sopportata per tutta l’estate con questo tuo atteggiamento da ragazza triste e inconsolabile e  ti ho lasciato fare ma adesso inizia un nuovo anno, una nuova avventura ed esigo un cambio di comportamento chiaro? ”


Aveva detto questo praticamente urlandomi in faccia e puntandomi il dito contro. Era vero, ogni parola. Ho passato l’estate a ciondolare per casa senza combinare niente, completamente da sola visto che i miei genitori e mia sorella erano andati da qualche parte a prendere il sole; più volte Mel ha provato a farmi uscire alla luce del sole ma con scarsi risultati. In realtà uscivo quasi tutti i giorni, camminavo senza nessuna meta precisa, guardavo i negozi, la gente che passava e mi rifugiavo nel mio solito bar.

Era un posto carino l’avevo scoperto per caso mentre vagavo per la città. Non era molto grande e forse proprio per questo mi piaceva; era molto accogliente, mi sedevo ad un tavolo lontano dalla finestra, ordinavo il mio solito caffè e leggevo per ore e ore fino a quando fuori non diventava buio. Ho anche conosciuto Paige la simpatica ragazza un po’ timida che lavorava come cameriera per pagarsi gli studi, a volte durante la pausa si sedeva con me e parlavamo del più e del meno, era divertente parlare con lei, una persona che non conoscevo e che non poteva giudicare la mia vita, il mio passato, ma solo quei momenti di chiacchere passate insieme.

Al bar lavorava anche un altro ragazzo, il figlio del proprietario. Non ci siamo mai rivolti la parola, qualche sguardo ogni tanto niente di più, si chiama Nathan, l’avevo letto sulla sua divisa, Paige era cotta di lui, ed effettivamente potevo anche capire il motivo, era  un bel ragazzo, ma non uno di quelli gasati che si comporta da strafottente perché sa di essere bello; era un ragazzo all’apparenza normale, capelli castani, alto, fisico ben allenato ma erano i suoi occhi a renderlo speciale, erano di un blu intenso che ti catturava. Una volta mi ero soffermata a fissarlo e mi colpirono i suoi occhi quando incrociò il mio sguardo, continuai a fissarlo fino a quando non sentii il cuore aumentare i battiti, abbassai gli occhi e andai via. Ovviamente era fidanzato, così mi aveva detto sconsolata Paige senza suscitare una mia particolare reazione.

Nel frattempo eravamo arrivate nella sala riunioni per ritirare l’orario delle lezioni, quest’anno sarebbe stato sicuramente molto più duro dell’anno scorso; sentivo Mel che borbottava a fianco a me

“ ma dai non è possibile quattro ore di letteratura con quella mummia del professor Garret, e neanche un’ora di laboratorio. Adesso vado in amministrazione e mi sentono ”

Detto questo sparì tra i corridoio. Io ero piuttosto soddisfatta del mio orario, avevo una passione per le scienze e le mie richieste erano state ascoltate. Uscì dalla sala e andai in cerca di Mel, mentre camminavo nei corridoi incontrai alcuni compagni di corso, li salutai con un veloce “ Ciao ” e i relativi “ Come stai? Passate bene le vacanze? ”. Mel diceva sempre che le pubbliche relazioni non erano il mio forte ed in effetti aveva ragione, lei era molto più spigliata di me, soprattutto con i ragazzi. Finalmente arrivai in amministrazione, la porta era chiusa ma non riuscivo a sentire le urla della mia amica, decisi comunque di aspettare lì fuori che uscisse.

Inizia a leggere le locandine affisse alla bacheca, i volantini della festa di stasera coprivano tutti gli altri avvisi, inizia a pensare che forse sarei dovuta andare, era arrivato il momento di mettere da parte tutta la tristezza e la rabbia che mi opprimeva da quando mia nonna è morta. Le volevo un gran bene, era la mia seconda mamma, in pratica mi aveva cresciuta lei, le confidavo tutto, amori, amicizie, liti.
Ricordo ancora quando quella mattina di qualche mese fa mia madre entrò in camera mia con le lacrime agli occhi, mi abbracciò e mi disse “ se ne è andata tesoro ”. Mi crollò il mondo addosso, nessun preavviso, nessuna malattia, un infarto la portò via nel sonno.
 I giorni successivi sono stati insopportabili, mia madre si è fatta forza pensando a me e a mia sorella, io non riuscivo ad andare avanti, non avevo la forza di riprendermi, un pezzo del mio cuore era andato via con lei. È stata Mel a risvegliarmi dal mio stato catatonico un mesetto fa

“ Sam devi reagire, tua nonna non vorrebbe vederti così, fallo per lei vivi! Ci sono io qui con te, so che hai passato tempi difficili ma la vita è una sola vai avanti ”.

Iniziai così piano piano a riprendere vita, molto lentamente, mi affidai quasi completamente a Mel, la mia ancora. Decisi che non appena fosse uscita da quell’ufficio le avrei detto che sarei andata alla festa con lei e immaginai che mi sarebbe saltata addosso come al suo solito, mi scappò un sorriso a quel pensiero. Proprio in quel momento la serratura della porta scattò, alzai lo sguardo ma non fu Mel ad uscire  dalla stanza, uscì LUI.
  
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