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Autore: hithisisfrollah    05/06/2012    7 recensioni
«Al momento Reth non è in casa.»
«E non sa che fine ha fatto?»
«Sarà a caccia di procioni. Oggi è mercoledì.»
«A caccia di procioni.»
«Precisamente.»
sì, sono tornata. temete gente sana di mente, temete.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Il locale era pieno di gente, il soffitto era basso, c'era poco spazio tra i tavoli e coltri di fumo si diradavano in quel poco di ossigeno rimasto con lentezza. 
Posizionai meglio il microfono e mi sedetti sullo sgabello, la mia fedele acustica in grembo e il solito tremore alle dita.
Uno strascico d’emozione che mi trascinavo dietro ogni volta. Anche se lì nessuno mi calcolava.  
Nessuno era lì per sentire me, ero solo un sottofondo incolore ad una serata scialba passata in un pub. 
Ero certa che anche se avessi stonato, nessuno se ne sarebbe accorto. Come non si accorgevano dei testi o di come le canzoni scorrevano velocemente riempiendo il tempo. 
Suonai i nuovi pezzi che avevo scritto in quel mese. Uno era uscito fuori mentre aspettavo l'autobus, un altro quando rimasi chiusa fuori casa, un altro in macchina con mio zio. Il fatto era che l'ispirazione mi colpiva solo in date circostanze, non esisteva per me il classico "mi siedo, prendo carta e penna e scrivo qualcosa". Per non parlare di questa cosa assurda di scrivere prima i testi e poi dover pensare alla melodia da affiancarci. In genere sono cose che vanno di pari passo, per me, ma non nell'ultimo mese. 
Sono successe cose strane nell'ultimo mese. No, non strane. Sono cose e basta.

Quindi ho buttato fuori la mia coinquilina, dopo che l'ho trovata a frugare tra la mia roba in cerca di soldi. 

Ho trovato lavoro in un negozio di musica nel quartiere, ma non si prospetta eccitante. 

Mia madre ha smesso, di nuovo, di parlarmi. Routine. 

Ho perso il mio plettro preferito, quello che mio padre mi aveva regalato al mio dodicesimo compleanno, quello che Kurt Cobain usò la prima volta che si esibì al Reading. E mi sento un pezzo di merda acciaccato al suolo dallo pneumatico di una Jeep. 

Il signor Parsons mi ha detto che non vuole più che suoni nel suo locale. C'era da aspettarselo.  
E poi ho scritto tutta questa roba sulla mia vita, che un po' mi deprime, ma sembra che al tipo seduto al tavolo sotto il palco piaccia. 

 

L'ultimo accordo strozzato chiude la canzone e il mio concerto. Che è davvero un parolone in questo caso. 
Non si leva nessun applauso, ma ci sono abituata. Capisco perché Parsons non mi vuole più tra i piedi. Rovino i giovedì sera. 
Rimetto Leo nella sua custodia e sgattaiolo via dal palco, sospirando. 

«E' vero che vai via, allora.» disse Chelsea, avvicinandosi a me con un vassoio pieno di bicchieri dal contenuto traballante. Aveva una smorfia di disappunto sulle labbra.
«Già. E' stato bello finché è durato.» le sorrisi, facendole un cenno con la mano e uscendo dal locale. 
Probabilmente quella sera avrei mangiato i soliti popcorn burrosi guardando le repliche di NCIS. Come ogni giovedì sera. 

 

Da quando avevo mandato via Lory, casa mia sembrava decisamente più grande. E più silenziosa. 
Avrei voluto chiamare mia madre, ma mi ricordai le sue ultime parole da genitrice ferita nel profondo ed ebbi un moto di stizza. 
Capivo di essere stata una totale delusione per chiunque mi avesse conosciuto, ma ormai credevo ci fossimo tutti passati sopra. C'è chi diventa un chirurgo con l'hobby del golf, per esempio mio fratello maggiore James, e chi diventa la commessa di un negozio di musica sull'orlo del fallimento con l'hobby dell'autocommiserazione, per esempio io. 
Lanciai il pacco di popcorn nel microonde e andai ad accendere la tivù. C'era solo CSI a quell'ora e mi maledii per essere passata al supermercato per comprare altre schifezze. Mi avvicinai alla mensola sopra la tivù e scartabellai i vari dvd che avevo collezionato negli otto mesi in cui avevo abitato quel buco. 
La custodia malridotta di Ghost mi fece pensare a quell'idiota di Carl e a quanto baciava bene. E a come avessi sbattuto fuori di casa anche lui, dopo quasi due mesi di convivenza. 
Beh, almeno avevo scoperto un altro mio talento: sbattere fuori di casa la gente. 
Non è cosa da tutti, mi dicono. Aggiungiamolo alle cose di cui dovrei essere orgogliosa. 

 

«Ciao Reth! Sono Ray.» 
Il cellulare aveva squillato per un bel po', mentre dormivo e sbavavo sul divano. 
Mi risvegliai e mi asciugai la guancia, intontita, prima di rispondere. 
«Oh, ciao. Dimmi tutto.» 
Ray era un vecchio amico del liceo. Un ragazzone dalla chioma indomabile e un ottimo chitarrista. Avevamo frequentato dei corsi insieme e mi aveva insegnato a suonare un po' di batteria. 
«Volevo chiederti se domani hai impegni, uhm... nel pomeriggio.» 
«In realtà sarebbe il mio primo giorno di lavoro.» brontolai, pensando alla faccia da boxer del mio nuovo capo.
«E' che... io e alcuni ragazzi abbiamo messo su una band, ma ci manca un chitarrista. E io ho subito proposto te, così gli altri vogliono sentirti e conoscerti.» 
Uh, una band. Sarebbe una svolta per la mia vita del cazzo.
Cominciai ad accarezzare l'idea di accorciare il mio già corto periodo di prova part time al Music Corner. 
«Quindi sarebbe una specie di provino?» 
«Una specie. Ci sarebbe anche un altro ragazzo e siamo indecisi...» 
«Beh, allora vedo di raggiungervi verso le... sei. Va bene verso le sei?» 
«Okay, alle sei. Grazie mille, Reth, a domani!» 
Quando agganciai mi sentii un tantino strana. Mi sentii strana per Ray, che, insomma, dopo non so quanto tempo, mi chiamava così alle undici di sera per chiedermi di fare un provino come chitarrista per la sua band di perfetti sconosciuti. 
E mi sentii strana per me, che, insomma, avevo detto di sì senza neanche pensarci troppo.
Capii che il mio livello di disperazione doveva aver raggiunto vette leggendarie e sbuffai.
Forse diventare un chirurgo con l’hobby del golf non sarebbe stato male. 

Cazzo, i popcorn.

 

 
Lessi di nuovo il numero civico che mi ero scritta sul palmo della mano e guardai di fronte a me.
Sì, era proprio quella la casa. Spostai lo sguardo verso destra e vidi un garage, che doveva essere il famoso luogo del provino.
Mi avvicinai e, titubante, bussai. Un clangore precedette uno schiocco e la porta del garage iniziò ad alzarsi.
Rivelò un Ray più alto di quanto ricordassi e altri tre tizi, che intuii dovessero essere i ragazzi della band.
«Ciao, Reth! Come stai?» chiese lui di slancio, facendomi entrare.
«Bene, grazie.» dissi con un sorrisetto. Boh, è che sorridere mi veniva spontaneo. Sul serio, spesso avrei voluto strapparmi le labbra.
«Allora ti presento la band.» fece, spostandosi vicino agli altri. «Lui è Gerard.»
Capelli neri, abbastanza alto, occhi un po’ scavati e chiari. Mi strinse la mano frettolosamente e io mormorai un Piacere, Aretha.
«Lui è Mikey, fratello di Gerard.»
Occhiali, capelli castani, alto, niente occhi chiari di Gerard. Mi sorrise un po’. Sì, si somigliavano.
«E lui è Matt.»
Bassino, capelli scuri, occhi idem, bacchette alla mano.

 
Beh, il resto fu un tantino imbarazzante. Erano tutti tesi, tutti così attenti ad ogni mio movimento, e mi sentii a disagio.
Come primo approccio non fu proprio esaltante come pensavo.
Suonai qualcosa dal mio repertorio, poi provammo qualche loro canzone e scoprii che Gerard aveva una voce sorprendente. Dall’aspetto non l’avrei detto. Né dalla sua vocetta. 
Alla fine mi scrollai di dosso la tensione e tutti si congratularono. Risi quando Matt disse che dall’aspetto non sembravo neanche una chitarrista.
«L’avevo detto che dovevate sentirla prima di fare i maschilisti del cazzo.» disse Ray, appoggiando un braccio intorno alle mie spalle.
«Sarà difficile scegliere, adesso.» sospirò Mikey, guardando suo fratello. Lui non sembrava affatto ad un bivio, anzi. E poi non mi aveva parlato per tutto il tempo.
Il ragazzo che si contendeva il posto in quella band con me doveva avere già il suo fan club.
Poco male, io neanche volevo venirci in questo garage muffoso.
Ci bevemmo una birra e parlammo di niente, dei vecchi tempi del liceo e di musica.
Il ragazzo non si era presentato, quindi quando levai le tende dal garage, immaginai Gerard che strillava sulla mia incompetenza e su quanto sarebbe stato sbagliato prendermi tra loro.
Cazzo, non ero stupida. Era l’unico che mi guardava di sbilenco e non aveva accennato a complimentarsi per quella prova d’assolo che m’avevano fatto fare. Che era andata alla grande, per inciso.
Ero convinta che non voleva neanche che facessi quel provino merdoso.
E io avevo lasciato il lavoro prima per questo. Avrei voluto farmi lo sgambetto da sola e cadere faccia a terra, sbucciandomi ogni parte del corpo raggiungibile dall’asfalto.

Decisi di fare di nuovo un salto al negozio, giusto per fare da zerbino un altro po’ e beccarmi una ramanzina e una minaccia di licenziamento. Non sono mai abbastanza quelle della mia collezione.   

 

 

 «Resti fino alla chiusura, Lloyd.» borbottò Howard Montagna Di Lardo. Alias il mio nuovo capo. Alias il mio nuovo peggior nemico.

Mi fece un cenno che non ricambiai e uscii.
Quando non fu più in vista, scavalcai il bancone della cassa e mi fiondai in mezzo agli scaffali di cd. Emisi un sospiro rassegnato quando vidi l’ultimo disco dei Foo Fighters bellamente fisso al suo prezzo di ventidue dollari e settantacinque.
E poi si lamentava perché non c’era mai un’anima qui dentro. Dio, chi vuoi che compri un cd ad un prezzo del genere?
Mi voltai e guardai negli angoli del soffitto quelle piccole telecamere bianche che fissavano l’interno il negozio.
Presi in mano il cd e lo strinsi un po’.
Decisi che avrei buttato il nastro della sorveglianza. Potevo farlo, ero dello staff adesso. Certo che potevo.
Magari avrei lasciato i ventidue dollari e settantacinque nella cassa quando Howard mi avrebbe pagato il primo stipendio.
Ma dubitavo che sarei arrivata al primo stipendio.
Focalizzai la copertina del cd. Avevo davvero così bisogno di rubarlo? O volevo solo fare un dispetto a Howard?
E poi da quando i Foos erano diventati così importanti? Okay, mi piacevano tanto, ma-

«Ti decidi a prenderlo o no?»
Sobbalzai, senza respiro e sgranando gli occhi.
Rimisi a posto il cd tutta tremante.
«Non sono mica uno sbirro. Prendilo e basta, non c’è nessuno.»
Perché un ragazzino mi stava incitando a rubare un cd? Un ragazzino carino, poi. Con la faccia pulita.
Presi un respiro e scossi la testa.
«Ci sono io. Sono la nuova cassiera.»
La cosa era ai limiti dell’imbarazzante. Avrei preferito ritrovarmi in topless all’Oprah Show piuttosto che in quella situazione.
Che esempio stavo dando a quel ragazzino? Oddio, uccidetemi, sono troppo pessima per vivere. 
«Complimenti, allora. Sei una lavoratrice nata.» disse ridacchiando. Poi prese a sfogliare con gli occhi tutti i cd di quello scaffale, come se nulla fosse.
In tutta onestà mi sembrava molto da stronza tornare dietro al bancone. Molto da me, alla fine.
«Credo ti convenga bruciare il nastro delle telecamere prima di andare via. Non si sa mai.» aggiunse il ragazzino.
«Sì, c’avevo già pensato.»
«Non mi sorprende.» ghignò.
«Guarda che io non sono una ladra.» sbottai, cercando di salvare il salvabile. Ch’era infinitesimale rispetto alla parte andata a puttane.
«Ci scommetto.»
Non capii se era sarcasmo ben celato o davvero mi credeva. Abbassai gli occhi sulle mie scarpe per un momento.
«Comunque è orario di chiusura. Se devi comprare qualcosa fa in fretta.» borbottai, allontanandomi.
Erano appena le otto, e CiccioBomba Howard mi aveva detto di chiudere alle nove meno dieci, ma sinceramente me ne sbattevo.
La giornata poteva anche finire lì per me, e tanti cazzi degli orari.
«Vabbè, tornerò domani.» disse lui.
Scrollai le spalle e aspettai di sentire il rumore della porta chiudersi.

Dopo tre secondi volai di nuovo verso lo scaffale per prendere quel dannato cd. Se dovevo addirittura bruciare un nastro, che almeno ne valesse la pena. L’avevo messo nella fila sbagliata, davanti a quello dei Deep Purple.
Ma non c’era.
Quel brutto figlio di puttana.

 








sì, lo so che ho altre ff da aggiornare e blablabla, ma questa qui volevo troppo scriverla. 
è meglio delle altre, secondo me. 
siete fighe tutte quante se mi lasciate una recensione çç
e vi regalo un unicorno col boa fucsia (?)
sciao, belle gioie <3

  
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