05/06/2012
6 recensioniNon è tempo
Vi è un tempo dell'amore come v'è un tempo in cui si vive nella culla felice. Ma la vita stessa ce ne sospinge fuori.
Friedrich Holderin
Hai voglia di toccarlo.
Vorresti allungare una mano e sentire il fresco contatto della sua pelle contro la tua. Allunghi il braccio, e John si gira nel letto senza accorgersi di nulla. La mano sinistra sta tremando impercettibilmente e la ritrai scottato da un contatto che non c'è stato. Basterebbe un dito. Farlo passare per la sua schiena leggermente scoperta - sentire il suo corpo vivo sotto il tuo tocco per sentirti vivo a tua volta - e poi saresti soddisfatto. Riusciresti a fartelo bastare, per un po'. John respira in maniera pesante e la sua bocca dischiusa ti distrae. Ti manca in una maniera che non credevi possibile - tu che non hai mai avuto bisogno di nessuno, in nessun contesto e in nessuna maniera - ed è difficile accettare come ogni respiro lontano da Baker Street - lontano da lui - ora sia un colpo ai polmoni. E hai ancora voglia di toccarlo, così tanto e così forte. Quando ci riprovi sei incerto su dove posare le dita, ancora tremanti. Sfiori i suoi capelli, la linea della mascella, il collo. Senti il battito cardiaco, regolare e pulito sotto il tuo indice. Le labbra leggermente screpolate. Inspiri il suo profumo e decidi di allontanarti prima di perdere il controllo di te stesso. Non dovresti nemmeno essere qui e ti sbagliavi: non ti è bastato toccarlo in quel modo. Vorresti stringerlo forte - vorresti essere stretto forte -, vorresti baciarlo, spogliarlo, farci l'amore, vorresti toccare ogni lembo della sua pelle e marchiarlo a fuoco con i tuoi sospiri, tu, che non hai mai perso neanche un momento con queste sciocchezze umane. Ma lo sai, non è tempo. Non ora. Non per voi. Esci dalla finestra, così come sei entrato, in punta di piedi. John si rigira nel letto e ti prendi qualche secondo in più per chiedergli di aspettarti. Di avere pazienza.
Puoi farlo per me, John?
In mezzo alla strada, travestito come un barbone ubriaco, la sua immagine soffoca ogni altro tuo pensiero. John è vivo, e lo devi essere anche tu per poter tornare da lui. Anche se il cuore fa così male.
Ps. I'm a Serial Addicted
Angst, Angst everywhere (pure se l'ho messo negli avvertimenti, non credo sia proprio Angst, ma in ogni caso, per me, è stata una sofferenza indicibile scrivere questa mini-oneshot @_@) sappiate che - si parlo con voi, voi che leggerete questa mezza porcata, poveri malcapitati - non ho dimenticato che devo aggiornare la Long (infatti la sto scrivendo, eh *coffa*) ma è un periodo un po' particolare e... boh, avevo bisogno di soffrire per svuotare un po' il mio cuore fffferito. Dopo una nottata praticamente in bianco, ho immaginato così tante scene di ogni tipo su questi due che ho dovuto buttare giù qualcosa. E questo qualcosa è Angst, puro e semplice. E dire che in realtà avrei tanto bisogno di qualcosa di Fluffoso... quanto posso essere scema? *Non sa quello che dice* Spero anche che Sherlock non sia troppo OOC.
In ogni caso, questo è quello che ne è uscito. Un'assoluta porcata ma mi faceva pena a lasciarla lì nel mio pc a prendere muffa.
Che dire, per il resto ci rileggiamo nella Long (e mi sembra inutile dire che i personaggi non sono miei, questa ff non è a scopo di lucro e blablabla) Dietro la schiena *coffa per la pubblicità occulta*
ps. Perché ogni volta le mie note vengono quasi più lunghe dello scritto in sé?
see ya!
Jess