Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: _Meg    05/06/2012    7 recensioni
(...) « Passi dall’offendermi in cucina a paragonarmi al caffè. » alzò un sopracciglio Nick, accendendo il fornello e mettendo la caffettiera sulla piastra.
« Io non ti sto paragonando al caffè. Lo sappiamo entrambi che il caffè è meglio di te. » ammiccò Jeff, posando un bacio sulla testa di Rosie, che emise un mugugno assonnato.
« Come vi siete conosciuti tu e papà Jeff? » chiese Edward, spalmando grossolanamente della marmellata su una fetta di pane « Prima avete parlato di caffè, cioè.. avete detto che vi siete conosciuti con il caffè. »
Nick sorrise e iniziò a preparare il materiale per versare il caffè, posizionando zucchero e cucchiaino davanti al naso del biondo, che in tutta risposta esclamò: « Naturalmente! E ora faremo come nel telefilm.. Ed ecco come ho conosciuto vostro padre! » . Jeff aspettò un cenno di assenso da parte del compagno, e iniziò a parlare.
|Niff, One-Shot, Prima fanficiton su Glee. |
Hope you like it!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Nick/Jeff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Blame It On The Coffee.

 

Jeff Sterling aveva sempre ritenuto importante trovare una maniera per iniziare bene la giornata.

Era perfino riuscito a convincere  Nick a fare colazione al mattino, data la sua nevrastenia mattutina se rimaneva a stomaco vuoto. Ma non era il cioccolato, o un risveglio con un bacio a renderlo felice, bensì..

« Jeff, il caffè! »

Ed ecco Jeff, pimpante e appena sveglio che si accingeva a scendere le scale, come ogni giorno, pregustandosi mentalmente il suo tanto desiderato caffè. Incredibile quanto una bevanda calda dal gusto amaro può influire sul corso della giornata di una persona, come il biondo in questione.  La testa di quest’ultimo fece capolino nella cucina, sorridendo in direzione del marito che non lo vide nemmeno, tanto era impegnato a impedire alla propria prole di versarsi addosso il latte. Jeff approfittò di tale occasione e, lanciando uno sguardo d’intesa con i figli facendo cenno loro di tacere, si avvicinò alle spalle di Nick, pronto a spaventarlo.

Ma lo spavento lo incassò Jeff che, troppo preso dal fare una faccia terrificante, non si accorse della macchia di caffè che gli sporcò la maglietta del pigiama non appena il moro si girò di scatto, rovesciando l’intero contenuto della tazzina addosso al marito.
« Cosa ti salta in mente?! » strillò Nick, poggiando la tazzina sul bancone della cucina e ignorando le risate dei bambini, concentrandosi sulla macchia di caffè sul pigiama azzurro.

« Volevo solo spaventarti.. Ma ti sei girato prima che io potessi urlarti all’orecchio! » si giustificò il biondo, stringendosi i capelli con le dita e constatando la grandezza della chiazza. Solo allora, vedendo che la macchia andava ingrandendosi, lanciò una serie di gridolini acuti, dovuti al contatto che quella bevanda dannatamente calda aveva sulla sua pelle, bruciandola all’istante. « Quanto sei cretino? » sibilò Nick, afferrando un fazzoletto dal tavolo e tamponando l’orribile patacca castana « Neanche i bambini si sporcano così! » continuò, fingendo di non vedere gli sguardi da cucciolo che Jeff gli lanciava, come per scusarsi.

 « Ma aspetta.. Questo era caffè? » disse il biondo, come svegliatosi da un periodo di trance.

« No Jeff, era marmellata di fragole. »

« Nick, non dirmi che mi hai versato addosso il caffè. »

Il silenzio di Nick fece capire a Jeff che in effetti quella macchia era causata dalla bevanda incriminata. Infatti, pochi secondi dopo, Jeff si era staccato dalle grinfie del marito, ancora intento a pulire la maglietta, assumendo diverse espressioni facciali che non facevano presagire nulla di buono.

« Papà Jeff sta bene? » domandò preoccupata la più piccola dei due figli, masticando una fetta biscottata.

« Direi di no. Guardalo, è tutto rosso. » rispose tranquillo Edward, il figlio più grande, dando una pacca alla sorella e ridacchiando sommessamente guardando il padre biondo borbottare qualcosa. Nick si passò stancamente una mano sul viso, cercando di cancellare le tracce di sonno e tentando di placare la crisi nervosa di Jeff.

« Jeff, è solo caffè. Non farne un dramm.. »

« SOLO CAFFÈ, NICK? » sbraitò il biondo, gesticolando nervosamente e facendo passare le mani dai capelli alla macchia.

« Posso fartene un’altra tazzina, tutto sarà come nuovo. Tranne la tua maglietta, ovvio. » sbuffò Nick, non facendo un tragedia di quella macchia. « Nick, quale parte di “Il caffè non si spreca” non capisci? » socchiuse gli occhi Jeff, cercando di respirare quanto più lentamente potesse « Il caffè è sacro, ti è chiaro il concetto? »

« Oh no, adesso inizia. » gemette a bassa voce Rosie, posando la testolina scura sul tavolo e fissando il pavimento.

« Hai idea di quanto io ami il caffè, Nick? Sì, vero? In tanti anni di matrimonio dovresti averlo capito. » soffiò Jeff, prendendo posto in una delle sedie vuote vicino al tavolo « Perché l’hai rovesciato? »

« Jeff, ti ho già ripetuto che è solo caffè. Ora stai calmo, perché te ne faccio un’altra tazzina. » gli scompigliò i capelli il moro, cercando di calmarlo, ma ottenendo solo una vana risata senza spirito « Nick, la prima tazzina di caffè del mattino è sempre la più importante. E tu hai buttato a terra, e su di me, la cosa più buona che posso assimilare durante la giornata. »

« Stai dicendo che cucino da schifo? » lo minacciò con il cucchiaio Nick, guardandolo dall’alto in basso « Non sfidarmi, Sterling. Posso sputarci nel tuo caffè, adesso che ho l’occasione di rifartelo. »

« Chi ha mai detto che cucini da schifo? Okay, potresti anche mettercelo un po’ più di sale, diciamocelo.. però andiamo, il caffè! Non vivo senza. » tentò Jeff, vedendo la rabbia sparire ad un semplice contraccambio di sorrisi con suo marito. « Sai che al caffè ci tengo perché è grazie a lui che ti ho conosciuto. »

« Passi dall’offendermi in cucina a paragonarmi al caffè. » alzò un sopracciglio Nick, accendendo il fornello e mettendo la caffettiera sulla piastra.

« Io non ti sto paragonando al caffè. Lo sappiamo entrambi che il caffè è meglio di te. » ammiccò Jeff, posando un bacio sulla testa di Rosie, che emise un mugugno assonnato.

« Come vi siete conosciuti tu e papà Jeff? » chiese Edward, spalmando grossolanamente della marmellata su una fetta di pane « Prima avete parlato di caffè, cioè.. avete detto che vi siete conosciuti con il caffè. »

Nick sorrise e iniziò a preparare il materiale per versare il caffè, posizionando zucchero e cucchiaino davanti al naso del biondo, che in tutta risposta esclamò: « Naturalmente! E ora faremo come nel telefilm.. Ed ecco come ho conosciuto vostro padre! » . Jeff aspettò un cenno di assenso da parte del compagno, e iniziò a parlare.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           Dalton, Ohio.

« Blaine.. sì, lo so.. No! Sono quasi arrivato.. Stavo prendendo il caffè. »

Jeff Sterling scendeva le scale a tentoni, con gli occhi ancora intorpiditi dal sonno, la cravatta ancora da legare e una fumante tazza di caffè stretta fra le dita. Reggeva con la spalla sinistra il cellulare, scendendo con poca grazia le scale blaterando qualcosa a proposito di un ritardo per le ennesime prove degli Warblers

Troppo preso dalla sua telefonata, Jeff non notò che un'altra persona era intenta a salire le scale e, naturalmente, ci andò a sbattere contro, riversando il contenuto del bicchiere addosso allo sciagurato, che scatto subito indietro per lo spavento. Il telefono di Jeff cadde a terra subito dopo, mentre il proprietario dell'oggetto in questione stringeva convulsamente il bicchiere contenente la sostanza incriminata: caffè.

« Ma sei cretino?! » gli urlò contro il biondo, non sapendo chi fosse il suo interlocutore « Hai idea di quanto è appena accaduto? »

Il moro sgranò leggermente gli occhi, spostando il suo dito indice dalla macchia che andava propagandosi al petto dell'altro

« Non lo so, chiedilo al mio blazer! » lo accusò « Sei tu il deficiente che corre sulle scale con il telefono e il caffè in mano! » « Ah, io? Sei tu quello che.. che stava salendo le scale quando io le stavo scendendo! » ribadì Jeff, braccandogli la strada e fissandolo negli occhi, curioso di sapere fin dove quella conversazione li avrebbe portati.

« Chiedo perdono, Miss Celine Dion, se lei è un pericolo pubblico! » lo apostrofò lo sconosciuto, cercando di passare ma fallendo ogni qualvolta l'altro gli si parasse di fronte. Jeff boccheggiò a vuoto e fece cadere anche il bicchiere, troppo attonito dall'offesa. Come si permetteva quello di fargli cadere il caffè, e perfino di insultarlo?

« Non puoi comportarti così! Io stavo parlando con il leader degli Warblers di una faccenda molto importante, e tu hai interrotto la nostra conversazione! » tentò di giustificarsi Jeff, mantenendo un tono di voce che propendeva all'aggressione. In tutta risposta, l'altro schioccò rumorosamente la lingua percorrendo con lo sguardo la rampa di scale, e poi rispose: « Blaine potrà aspettare. Perché adesso tu mi dici come diavolo ti chiami, così potrò farti recapitare il mio blazer, per far sì che tu lo pulisca a dovere. »

Ma che andava dicendo quello lì?

« Perché dovrei farlo? » lo sfidò il biondo, incrociando le braccia al petto e ignorando il cellulare a terra.

 « Mi hai bruciato la pelle con il tuo schifoso caffè. Potresti degnarti di dirmi il tuo nome, almeno. »

« E se io non volessi? »

« E se io non volessi? » gli fece eco il moro, assumendo una faccia buffa che fece sorridere radiosamente Jeff. L'altro ricambiò il sorriso senza pensarci due volte e, improvvisamente, dalla mente del biondo scomparve il desiderio di vendetta e sangue che lo aveva pervaso pochi secondi prima, perché l'unico pensiero che iniziò a materializzarsi nella sua mente fu quello di ricordare ogni singola sfaccettatura del sorriso dell'altro. « Mi chiamo Jeff. » gli porse la mano, cercando di non ridere ripensando all'assurdo dialogo che avevano appena avuto. « Nick. » disse semplicemente l'altro, stringendo la mano. Jeff si annotò per bene quel nome, sicuro che da lì a poco tempo l'avrebbe dimenticato.

 « Nick. » ripeté il biondo mentalmente, non notando però che pensandolo l'aveva anche detto ad alta voce.

 « No, Tarzan. Io Tarzan, tu Jane. » scoppiò a ridere il moro, passandosi una mano sui capelli. Jeff gli mandò un'occhiataccia, ma ben presto seguì la sua risata.  « Okay, Tarzan. Io ora devo proprio andare, che altrimenti Blaine mi uccide. Lo conosci? Spero di si. » Nick annuì invitandolo a proseguire, come aspettandosi qualcosa di più, qualcosa che ben presto arrivò.

 « Però.. che ne dici se questo pomeriggio mi inviti a bere un caffè? Così ti fai perdonare per avermi sottratto il privilegio di berlo stamattina. »

Nick fece un altro meraviglioso sorriso che Jeff non poté che ricambiare all'istante.

« Con piacere, Jane. » 

 

                                                                                                                                                            Ohio, Caffetteria della Dalton

« Nick, muoviti! » lo spronò Jeff, trascinando sotto gli sguardi ancora assonnati di Thad e Sebastian quel poveraccio di Nick.

« Perché hai così tanta fretta? » borbottò stremato il moro, cercando di opporre un minimo di resistenza e attaccandosi alla manica del blazer di Thad che, prontamente, fece uno scatto a sinistra facendo sbilanciare Nick. « Come perché? Oggi è giovedì, c'è Serenella! » esultò Jeff, girando velocemente un angolo e continuando a correre, venendo pigramente seguito dagli altri due.

« Serenella? Non sapevo che avessi una badante. » lo schernì Sebastian ghignando stancamente. « Lei non è la mia badante. » rispose secco Jeff non guardandolo nemmeno, pronto ad aspettarsi qualsiasi battuta in risposta.

E infatti..

« Hai ragione. Sarà la tua baby sitter, allora »  solo allora il biondo si voltò giusto in tempo per rispondergli con una linguaccia, e poi riprendere a camminare stavolta a passo più lento, considerato il fatto che ormai Nick stava strisciando sul pavimento.

« Jeff, sei un caffeinomane. » si lamentò Thad, stropicciandosi gli occhi come un bambino « Stavo dormendo così bene, e tu mi hai svegliato. »

« Cose che capitano! Muoviamoci, odio il caffè freddo. » strillò Jeff prima di mollare Nick e correre come un pazzo verso la porta di vetro della caffetteria. Dopo pochi secondi, anche gli altri tre arrivarono nella stanza, vedendo il biondo maledetto pagare il suo caffè e sorridere cordiale alla vecchietta in questione: una bassa signora grassoccia con acquosi occhietti celesti e scuri capelli tenuti corti e dall’aria simpatica li squadrò, salutandoli poi con un cenno della mano.    « Uh, Jeff! Buongiorno! » gli diede il buongiorno la cassiera, intenta a ripulire il bancone del bar da qualche briciola.

 « Buongiorno signora Serenella. Potrei avere.. »  « Del caffè? Subito! » trillò la signora in questione, prima di scomparire verso la tanto amata macchinetta del caffè.

Jeff aveva tanto insistito per arrivare presto, perché sapeva benissimo che la sua adorata cassiera gli avrebbe fatto il caffè in tempo lampo, e non avrebbe dovuto aspettare tantissimo come le cassiere degli altri giorni erano solite a fare. Sbuffò irritato quando vide, nel tavolo dove i suoi compagni di merende si erano appartati, Nick che rideva di cuore guardando Sebastian che evidentemente aveva fatto una battuta, ed era riuscito a far sorridere perfino Thad che sosteneva di non sopportarlo.

Ma Jeff aveva capito che sotto quell'odio malcelato c'era un "Epic Bromance". Ciò che lo irritò fu proprio il fatto che era stato Sebastian a far ridere Nick, e non lui. Avvertì un leggero pizzicore alla bocca dello stomaco, ma preferì ignorarlo, dati i suoi pensieri confusi.

La voce della signora Serenella lo riportò sulla terra « Ecco a te. Ti conviene non mangiarti quel moretto con gli occhi, il caffè si raffredda altrimenti. »   Jeff si affrettò a prendere fra le dita il bicchiere bollente e a negare l'evidenza: « Oh no, mi sa che ha capito male.. siamo solo amici, noi due! »

Serenella sorrise, alzando il dito indice come per zittirlo e dirgli di aspettare e prese a frugare nelle tasche, come alla ricerca di qualcosa. Il biondo la fissò dubbioso, come per chiederle silenziosamente conferma di ciò che stesse facendo.

La donna tolse dalla tasca dei pantaloni un ciondolo a forma di cuore e lo aprì, mostrando due foto.

« Questa è mia figlia il giorno in cui si è sposato con quello che oggi è quel signore che lavora qui, e che tu tanto detesti perché pensi che ti sputi nel caffè.. » gli spiegò, e Jeff si stupì nel sentire quelle parole che pensava di aver confidato a Nick tanto silenziosamente, e che invece erano state udite benissimo. « Mentre questo è mio figlio, il giorno in cui si è sposato con quello che è il mio amato genero oggi. »

Jeff spalancò la bocca in un grande sorriso, non sapendo come accidenti rispondere a quella piccola confessione. « Sono molto belli. »

« Naturalmente, so quando sta nascendo una coppia.. e mi sa che quello che dovrebbe aprire gli occhi sei tu, signorino. » la signora lo liquidò con un sorriso, voltando i tacchi e dirigendosi verso un tavolo distante da quello dove gli amici di Jeff erano ancora seduti, attendendo l'arrivo del biondo. Si diresse verso il tavolo, dove Nick e Thad stavano ancora lanciandosi sorrisi divertiti per gli aneddoti di Sebastian che, più che essere gentile, preferì salutarlo con un « Lieto che tu e il tuo allegro beverone ci abbiate raggiunti. »

Jeff si sedette, non si sa se volutamente o casualmente, fra Sebastian e Nick, ricevendo un'alzata di sopraccigli da parte di Thad, che finse di ignorare iniziando a sorseggiare il suddetto beverone. « Come mai hai tardato più del solito? » domandò Nick, fissandolo mentre beveva e catalizzando l'attenzione su di sé. « Serenella era in vena di chiacchiere oggi. » rispose semplicemente « Mi ha parlato di quanto il suo genero gay sia carino. »

Sebastian sogghignò, mettendosi elegantemente le mani nelle tasche del blazer della Dalton e apostrofò « Dovrebbe essersi accorta che anche tu sei evidentemente cotto della qui presente piaga di nome Duvall, allora. » Nick sgranò gli occhi e cercò disperatamente lo sguardo di Thad, troppo concentrato a ridurre gli occhi a due fessure e fissare malamente Sebastian, il tutto mentre Jeff soffocava con il caffè.

« Beh? Harwood, so che provi dei sentimenti verso di me, ma guardandomi così non li nascondi di certo. »  gli ammiccò il bastardo, sventolando elegantemente una mano davanti agli occhi scuri dell'interessato, come per risvegliarlo da un periodo di catalessi.

« A me non piace assolutamente Nick. Non volermene, ma è così. » spiegò Jeff, rivolgendosi a Nick e guardandolo mentre gli sorrideva, suo malgrado.

« Non direi, visto il modo in cui ti sta guardando. » constatò Sebastian, lanciando un fugace sguardo a Thad, che ancora lo fissava come per dire "Ti avevo detto di tacere!"

 « La smettete di parlare come se non ci fossi? E, Jeff, tranquillo. Se mi piacessi te l'avrei già detto, non credi? » iniziò Nick, agitandosi parecchio. « Insomma, non vorrei mai rovinare la nostra amicizia, ma se ne valesse la pena mi butterei. Non che io mi voglia buttare, non sono interessato da quel lat.. »

La risata bassa e sommessa di Sebastian bloccò quell'assurdo monologo.

« La mega sciroppata riguardante l'amicizia l'abbiamo già sentita, non è così Harwood? » Thad annuì sorridente, dando man forte all'altro « Esattamente stamattina, quando c'era Trent che aveva paura di "rovinare la sua amicizia con Jennifer". »

« Due ore di spasso a cercare di far baciare quei due. Ah, quanto ce n'è voluto. Spero che con voi finisca presto questo bel siparietto, così potete andare a rotolare tra le lenzuol..» strillò Sebastian, rizzandosi sulla sedia per il maledetto pizzicotto alla coscia che Thad stesso gli aveva rifilato, come per invitarlo a tacere definitivamente.

Jeff voltò la testa verso sinistra, cercando lo sguardo di Nick, che non tardò a trovare. Ciò che vide in quegli occhi scuri lo lasciò senza fiato.

Menzogna. Bugia. Il tutto malcelato, naturalmente. Si perse in quello sguardo, e si pentì di aver perfino detto ad alta voce di non poter provare qualcosa di più per lui. Si chiese se Nick potesse mai provare qualche sentimento diverso dall'amicizia o dal banale affetto nei suoi confronti. Scorse una luce strana negli occhi dell'altro, e una morsa violenta gli attanagliò la bocca dello stomaco, costringendolo a distendere le labbra in un sorriso impacciato, quasi a voler celare quella mossa inaspettata da parte del suo cuore.

Non seppe esattamente in quale parte di quel muto scambio di sorrisi e sguardi si era ritrovato a pensare che, sì, lui e Nick sarebbero stati proprio una bella coppia. Il cuore di Jeff si sciolse come una noce di burro sul caldo pane tostato esattamente quando dalle labbra sorridenti di Nick uscì un « Non voglio perderti. » Naturalmente, Sebastian fece morire la battuta sarcastica che stava per rivolgere a Thad per un discorso instaurato nel breve tempo di scambi di sguardi di Jeff e Nick, esordendo con una frase alquanto inopportuna. « E ora bacio. Andiamo, lo sappiamo che siete innamorati, smettetela con queste purghe da romanzo della Kinsella. »

Nick interruppe il contatto visivo con Jeff e puntò il suo sguardo irritato verso Sebastian. « Ti ho detto che se mi piacesse Jeff, gliel'avrei già confidato. » « Non trovo motivo per il quale tu non possa confidarti pure ora, Duvall. Coraggio. » lo spronò Sebastian, ignorando i ringhi provenienti da Thad. « Non credo che debba farlo, se non lo sente.. Neppure io lo farei. » lo sconsigliò Jeff, sorseggiando un altro po' di caffè e deglutendolo subito, accogliendo con un sospiro la calda sensazione che gli avvampò lo stomaco subito dopo. « Se allora non ti da fastidio, bacialo. Non proverai nulla, no? » continuò Sebastian, sogghignando in attesa di una risposta.

Risposta che non arrivò perché Nick aveva afferrato Jeff, prendendo possesso delle sue labbra con urgente bisogno.  In realtà Nick stava solo aspettando un'occasione adatta per poter baciare quelle labbra che tanto sapevano di caffè, e Smythe gli aveva dato un ottimo pretesto. Il bacio durò ben poco, e quando i due si staccarono, lo sguardo spaesato di Jeff si concentrò su una persona alle spalle di Nick.

« Jeff?! Sei davvero tu?! » trillò una voce acuta, che il biondo era sicuro di aver identificato.

« C-C-Cassie.. Ciao! Anche tu da queste parti? » domandò il biondo, avvertendo le guance imporporarsi di vergogna.

« Questa non me la devo perdere. » esordì Sebastian, prendendo il suo telefono pronto a filmare tutto. O a specchiarsi.

« Fratello, mi dovevi dire che eri gay. E non mi presenti il tuo amichetto? » sorrise la ragazza, avvicinandosi al loro tavolo.

Thad sghignazzò, riconoscendo il lei la figura che per mesi da piccolo l'aveva tanto assillato affinché andasse a pettinare le bambole in sua compagnia. Quella era Cassie, la sorella piccola di Jeff. Era simile al fratello, per quanto riguardava i capelli. Avrebbe riconosciuto quel biondo tipico degli Sterling ovunque quella strana famiglia sarebbe potuta arrivare. Incrociò per una frazione di secondi il suo sguardo sempre sorridente, quasi vedesse sempre il bicchiere mezzo pieno.

Thad si rammaricò, vedendo la vita dalla parte sbagliata. Perché lui vedeva il bicchiere sempre mezzo pieno. Ma se Sebastian gli guastava la giornata, il bicchiere si riempiva ancora di più.

Sì, di merda.

« Io.. Insomma.. » balbettò sconclusionatamente il biondo, gesticolando nervosamente nella speranza di negare tutto.

Tranne il fatto che quel bacio gli era piaciuto veramente tanto.

« Piacere, sono Nick Duvall. Il ragazzo di tuo fratello, esattamente. » gli porse la mano Nick, annuendo e lanciando un'occhiata a Jeff che gli sorrise per qualche motivo sconosciuto.

« Aw.. quanto siete carini. » esalò la ragazza, facendo sorridere i quattro ragazzi, compreso quel pezzo di marmo di Smythe. Sorrisi che sparirono in una frazione di secondo nell'esatto momento in cui Cassie parlò.

« Bene, io ora vado a dire alla mamma che sei omosessuale. Ci vediamo, Jeffie! » strillò, schioccando un sonoro bacio sulla tempia del biondo e zigzagando via fra i tavoli. L’ultimo rumore che si sentì, fu quello del “click” della videocamera di Sebastian che zoomava sul volto sconcerto di Jeff e quello del caffè di quest’ultimo che cadeva a terra, riversando tutto il liquido sul pavimento della caffetteria.

 

New York, Casa Duvall-Sterling.

Nick quella mattina si svegliò trenta minuti prima di Jeff, come sempre, si diresse verso la cucina del loro appartamento, come sempre, e mise la caffettiera sul fuoco, come sempre. L'unico piccolo particolare che cambiava tutto era una scatolina di velluto blu, posata a fianco del barattolo di caffè macinato. Nick sorrise, ripensando alle peripezie che aveva dovuto affrontare con il suo migliore amico Thad per tenere nascosta la grande sorpresa che avrebbe accolto a braccia aperte Jeff in quella esatta mattina.

Prese la tazzina del caffè di Jeff, la lavò per bene e dentro ci mise un anello, che era un elemento riduttivo per significare tutto l'amore che Nick provava per quel deficiente dalla testa gialla. Avvertì una leggera fitta all'altezza del cuore quando sentì un sonoro « Ouch! » provenire dalla stanza affianco.

Come ogni mattina, Jeff si era alzato e, come ogni mattina, aveva sbattuto la testa alla mensola.  Nick udì dei passi cadenzati e qualche mugugno farsi strada verso di lui, e con una velocità sorprendente, nascose la tazzina del caffè. Quando Jeff entrò nella piccola ma accogliente cucina, la prima cosa che vide fu il sorriso di Nick che gli dava il buongiorno.

Come al solito, il suo cuore fece un piccolo salto alla sua vista, e fece un paio di passi in avanti per posare un bacio leggero sulle labbra del suo ragazzo. « Hey. » gli soffiò Jeff, ingoiando uno sbadiglio e cingendogli i fianchi dolcemente. « Hey. » gli fece eco Nick, assumendo un'espressione accigliata. Il biondo, notando quel repentino cambiamento d'umore, mormorò: « Tutto apposto? »

Nick accennò un sorriso, distogliendo lo sguardo e puntandolo sulla tazzina nascosta dietro un improvvisato nascondiglio. « Solo ansioso. Sto aspettando una chiamata da lavoro.. Non preoccuparti. Ti ho fatto il caff.. »

Neanche il tempo di finire, che Jeff aveva lanciato un gridolino estasiato catapultandosi in tempo record su una sedia vuota e afferrò velocemente la tazzina di caffè, portandosela alla bocca.

Nick si morse un labbro, nervoso come pochi. Non poteva davvero aver commesso un simile errore. Si apprestò a lanciarsi contro la tazzina, cercando di evitare ciò che stava per succedere ma..

« Nick..? » mormorò a labbra strette Jeff, il tono di voce esterrefatto. Il moro non rispose, arrossendo vistosamente e iniziando a sudare freddo.

« Mi hai messo un anello nel caffè? »

Jeff si alzò, posando lentamente la tazzina sul tavolo e avvicinandosi a Nick, rosso di vergogna, con l’anello stretto fra le dita. Solo vedendo in quei meravigliosi occhi, lucidi di sorpresa, Nick si rese conto che non avrebbe potuto tacere ancora per molto. «Volevo proportelo in maniera originale.. e dato che ami il caffè, e molte cose tra di noi sono accadute grazie a quella specie di brodaglia scura.. » occhiataccia da parte del biondo «E.. si, insomma, spero che tu abbia capito cosa intendo, dato che sto morendo di imbarazzo. »

«Oh, Nick. »lo abbracciò Jeff, stringendo ancora l’anello e gettando le braccia al collo del moro che lo accolse al volo, indietreggiando di qualche passo. «Dimmi che è un sì, ti prego. »lo supplicò Nick, facendo ridacchiare Jeff fra le lacrime di commozione «Certo che è un sì, pezzo di cretino! »

Il cuore di Nick fece un salto che Jeff, stretto a lui com’era, non poté ignorare. «Temevi che ti dicessi di no? » mormorò contro la sua spalla il biondo, afferrando saldamente Nick per le spalle. «Chiunque avrebbe temuto una cosa del genere, scemo. Poi ho avuto la geniale idea di mettere l’anello nel caffè.. »

«Ah, perché, c’era pure un anello? » lo prese in giro Jeff, scostandosi di poco per incontrare quegli occhi trasudanti gioia e speranza. Nessuno disse niente, l’anello bianco che Jeff ancora stringeva in una presa mortale e le occhiate innamorate che si scambiavano parlavano da sé.

«Pensi che cambierà qualcosa adesso? » domandò il moro, accarezzando una guancia all’altro. «Ora che mi hai proposto di sposarti, sarai obbligato a scaldarmi il caffè ogni mattina per tutto il resto della tua vita. » sorrise Jeff al sol pensiero.

Nick e caffè, per tutti i giorni della sua vita. Non era poi un’idea tanto male.

«E se mi dimenticassi di farti il caffè, per una giornata? » rise Nick, prendendoci gusto nello scambiare quelle battute con il suo nuovo futuro marito. La faccia di Jeff si fece improvvisamente seria, fulminandolo con lo sguardo.

«Chiederei il divorzio. » replicò secco il biondo, accoccolandosi meglio fra le braccia di Nick, che rispose fintamente scandalizzato: «Ma non siamo ancora sposati e già mi parli di divorzio! Ma che razza di ragionamenti fai? »

«Quelli che farebbe una persona che non ha ancora bevuto il suo caffè per un piccolo contrattempo, Nick. » gli soffiò sulle labbra Jeff, prima di annullare la minuscola distanza fra le loro labbra unendole in un bacio leggero.

Nick sorrise, dandosi dello stupido solo perché aveva pensato che Jeff potesse anche solo lontanamente dirgli di no.
Cercò di immaginare la reazione che Thad avrebbe avuto, venendo a conoscenza che il matrimonio ci sarebbe stato di lì a poco tempo, e si staccò in tempo record da Jeff ricordandosi improvvisamente di una cosa.

«Che hai? » si lamentò Jeff, assumendo un’espressione da cane bastonato. Nick sorrise con aria di sfida, assottigliando gli occhi e mormorando vittorioso: «Devo dire a Thad che mi hai detto di.. »

Jeff parve capire tutto e, infilandosi velocemente l’anello, si lanciò in una corsa folle e disperata alla ricerca del telefono, venendo subito seguito dal moro, urlando: «NO, GLIELO DEVO DIRE IO! »

Per tutto il resto della giornata, la tazzina di caffè che era stata usata per la proposta venne dimenticata sul tavolo della cucina e, per tutto il resto della giornata, Jeff non bevette caffè.

 

 

Jeff concluse il discorso con un leggero sorriso a increspargli le labbra appena macchiate dal caffè sorseggiato lentamente durante la narrazione della storia. Ripensare a tutte quelle cose lo aveva reso felice di aver assentito anni prima a sposare quello che era poi diventato suo marito. Proprio quest’ultimo gli si avvicinò, posandogli un bacio a fior di labbra, che venne interrotto da un improvviso sbottare da parte di Rosie.

«Uffa, perché vi baciate sempre? » si lamentò la bambina, mettendo su un adorabile broncio che fece ridere di cuore Nick. « Perché ci amiamo tanto. Quando sarai più grande, avrai anche tu un fidanzato che ti amerà tanto quanto ti amiamo noi due. » la prese in braccio il moro, stringendola a sé con fare possessivo.

« Non metterle fretta, Nick. » lo sgridò Jeff, bevendo l’ultimo amaro sorso di caffè, pronto ad iniziare la giornata.

«Io ce l’ho già un fidanzato! » li rimproverò la bambina, accoccolandosi meglio fra le braccia del papà moro, che la guardò curioso con un sopracciglio alzato. «E sarebbe? »

Rosie assunse un’espressione  più dolce, guardando il vuoto con aria sognante «Zio Sebastian. » sospirò, imitando le attrici palesemente innamorate che vedeva recitare in televisione quando guardava i film con i papà e con il fratello.

Entrambi i papà scoppiarono a ridere, lanciandosi occhiate veramente divertite. « Guardate che è vero! »

Il papà moro cessò di ridere, sorridendo in direzione della figlia ed esclamando:  « Lo sai che zio Sebastian è fidanzato con lo zio Thad, giusto? » Eddy rise,  andando a sedersi sulle gambe di Jeff, ora voltato verso quel curioso quadretto familiare.  « Lo so.. ma si accorgerà di me! » suonò risoluta la piccola, chiudendo quella conversazione con testardaggine.

A volte sapeva essere peggio di Jeff, pensò Nick allentando la presa su di lei.

Pochi secondi dopo si sentì il citofono di casa Sterling-Duvall scampanellare allegramente, e Jeff fu costretto a posare il figlio a terra e ad incamminarsi verso la porta con aria stanca, ancora in pigiama.  « Sì? » borbottò, ancora assonnato nonostante il caffè e il lungo racconto. Una voce impercettibile strillò dall’altra parte del citofono, obbligando il biondo a rispondere un soffiato « Salite. » Nick lo guardò interrogativo, chiedendogli con lo sguardo chi fosse, ma non ottenne molto, perché in tutta risposta Jeff alzò gli occhi al cielo, appoggiando la schiena al muro, in attesa del bussare di porta.

Una manciata di minuti dopo, delle voci conosciute si fecero spazio nel silenzio del mattino, andando a sbattere con pugni, calci e trillate di campanello per chiedere accesso alla dimora. Il biondo aprì la porta, fingendo un sorriso per quanto disturbato da quella giornata che aveva intenzione di trascorrere in tutta tranquillità a casa sua con la sua amata famiglia. Subito dopo entrarono Thad e Sebastian, l’uno vestito in modo sportivo con la zazzera scura spettinata e un sorriso stampato sulle labbra, e l’altro perfettamente raffinato nel vestire con i capelli sapientemente pettinati e l’immancabile ghigno a increspagli le labbra.

 « Barbie, vestiti. Oggi si esce con Blaine e quel suo fidanzato mezz’uomo per un noiosissimo picnic organizzato da Harwood. » disse quest’ultimo, notando che Jeff ringhiava qualcosa a denti stretti, ma non si oppose per niente. A Jeff piacevano i picnic, ed era sicuro che anche la sua famiglia avrebbe apprezzata, data la foga con la quale si lanciò alla ricerca di vestiario e attrezzature varie. Una ventina di minuti più tardi, l’intera famigliola era pronta ad uscire, armati di cestini e cambi di vestiti per i bambini che, sicuramente, si sarebbero sporcati giocando. Rosie si avvicinò a Sebastian, tirandogli l’orlo della giacca come per chiedergli il permesso di salire in braccio. Permesso che le fu immediatamente concesso, visto l’affetto che Smythe provava per quella zecca anche se si ostinava a negare che in sua presenza diventava estremamente docile. Il moro si voltò, controllando di aver preso tutto il necessario per affrontare quella giornata che sarebbe stata una delle più movimentate in assoluto. Incontrando il sorriso intenerito di Jeff che era rivolto solo a lui, si rese conto che non aveva preso la cosa più importante in quel momento.

La mano di Jeff.

 

 

 

 

Angolo dellautrice.

Ed eccomi qui, dopo mesi che non mi sono fatta sentire, per vostra fortuna, mentre mi accingo a pubblicare la prima Niff slash che ho mai scritto. Premetto che non sono assolutamente portata per la scrittura, e che questa storia è nata all’una di notte dopo aver bevuto quantità industriali di caffè. #IHaveNoRegrets

Comunque, spero che possa piacervi questo mio piccolo delirio sotto forma di one-shot, dedicata tutta a lei.

Lei sarebbe Grace Lyde, ovvero quel meraviglioso animale che ha rischiato la cecità totale leggendo in anticipo questa storia e betandola.

No, davvero, sei la dolcezza. Non so come ringraziarti.

Tornando alla storia, vorrei fare delle puntualizzazioni..

1.        Jeff e Nick, nella mia testa, si sposeranno. E avranno due bambini, e una di loro si chiamerà Rosie. Non dimenticate questo nome, perché ritornerà. *Risata malvagia*

2.       Niente di che, vorrei ringraziare le ragazze di Twitter che mi hanno fatto ridere di cuore con le loro pazzate, facendomi tornare la voglia di continuare questa storia. Tutte insieme appassionatamente, coalizzate contro la signora Hannah Dlaine.

Ho finito con il mio spazio per le confessioni (?). Mi ritiro nelle mie stanze, intenta a guardare Doctor Who e a sfebbrarmi. Sentitevi liberi di lasciarmi commenti, anche negativi, l’importante è farmi sapere il vostro parere su questa cosa partorita al contrario. ç______________ç E donate. (cit. Sebastian)

Alla prossima! :3

_Meg

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: _Meg