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Autore: SunriseNina    05/06/2012    6 recensioni
Non ho mai desiderato altro, se non delle persone a cui voler bene.
Delle persone per cui sacrificare tutto me stesso, delle persone con cui ridere e piangere, delle persone per le quali il mio cuore potesse ritornare a vivere e ad agitarsi nel mio petto.
Cosa rimane, ora, delle mie notti ad accarezzarti i capelli nel vincolo delle manette?
Cosa rimane, Light, del tempo passato insieme?
~
Il bambino alza il capo, i suoi sono occhi desiderosi e umidi di pianto: «Dove? Dove sono mamma e papà?»
Il vecchio Watari volge gli occhi al cielo con un sorriso pacato e rassegnato: «Degli angeli li hanno raccolti. Li hanno raccolti e li hanno portati con loro, più in alto delle nubi.»
Anche il piccolo Eru ora leva lo sguardo alle dense nuvole che schermano la volta celeste: sono lì, da qualche parte. Li hanno portati via degli angeli.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rosso. Rosso ovunque.
Rosso che lampeggia, che invade ogni angolo visibile, rosso che palpita.
È questa luce, l’allarme dell’apocalisse, o è il mio sangue che si arresta morente nelle mie vene?
Un tintinnio in terra, è il cucchiaino che mi scivola dai polpastrelli; eppure nella mia testa rimbomba fragoroso come quel suono, quel terribile suono.
Quelle campane funebri.
Il rintocco della vita di chi mi amava che spariva, il tocco minimamente consolante della mano di Watari: è stata davvero così breve la mia infanzia?
È davvero così breve la mia vita?
 




Davvero, non ho mai avuto grandi progetti. È un controsenso, guardando a ciò che sono... Ma è così.
Non ho mai desiderato nulla di più che qualche amico, qualche sfida e qualche dolce, che si sa, sono molto meglio del mondo esterno. Sono un universo parallelo: perché preoccuparsi di essere solo un misero essere vivente, se ti stai inebriando del gusto zuccherino di una saint honoré?
Sfide, la mia intera vita lo è stata.
Amici, l’unico che io abbia mai avuto è il mio cappio al collo.

Pensi che non lo sappia, Light?
Pensi che io sia uno stupido?
Sì, è innegabile, ma per il solo motivo che non ho voluto credere che fossi tu, non ho guardato in faccia la realtà.
La mia mente era plasmata dal mio desiderio, e ora mi scontro contro l’ultima nemica dell’uomo.
La morte.





 

La neve fiocca leggera e triste, ma il piccolo non se ne rende conto. Nulla più importa, ormai. Sono morti.
L’anziano stringe la sua minuta mano nella stretta del palmo: «Sono in un posto migliore.»
Il bambino alza il capo, i suoi sono occhi desiderosi e umidi di pianto: «Dove? Dove sono mamma e papà?»
Il vecchio Watari volge gli occhi al cielo con un sorriso pacato e rassegnato: «Degli angeli li hanno raccolti.
Li hanno raccolti e li hanno portati con loro, più in alto delle nubi.»
Anche il piccolo Eru ora leva lo sguardo alle dense nuvole che schermano la volta celeste: sono lì, da qualche parte.
Li hanno portati via degli angeli.
Apre il palmo, attende qualche secondo e alcuni delicati fiocchi di neve si posano su di esso, sciogliendosi in pochi attimi.
Sono forse le piume delle loro ali?




 

Non ho mai desiderato altro, se non delle persone a cui voler bene.
Delle persone per cui sacrificare tutto me stesso, delle persone con cui ridere e piangere, delle persone per le quali il mio cuore potesse ritornare a vivere e ad agitarsi nel mio petto.
Cosa rimane, ora, delle mie notti ad accarezzarti i capelli nel vincolo delle manette?
Cosa rimane, Light, del tempo passato insieme?
Cosa rimane di quelle insolite e sincere sensazioni che sono sbocciate nella mia mente di solito così razionale e ora terribilmente confusa?
Cenere.
Cenere di una passione che ha celato il suo ardore crescente, impetuoso, fino a questo momento.
E ora cado, precipito nell’oblio della colpa: perché è solo colpa mia, colpa dei sentimenti che avrei dovuto imparare a non covare nei tuoi confronti.

Cado.


 
Due braccia fermano l’impatto tra me e il pavimento: sento il calore di un corpo intorno a me, un corpo che mi stringe, che mi solleva e mi trae in salvo.
È forse un angelo? Mi sto per ricongiungere a loro?
Con la vista offuscata dalla morte scorgo il viso del mio salvatore: è un demone, un demone dal ghigno feroce e dagli occhi vermigli.
“E così, Light… mi ritrovo a morire tra le tue braccia?”
Nulla più mi trattiene in questo mondo.
I sensi cedono, il cuore è ormai paralizzato.





Che triste ironia.
Aspettavo un angelo, e abbandono questo mondo tra le braccia del demone che amo.













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Sarò veloce: una prima persona della morte di Eru (L) con dei chiari riferimenti alla LxLight. Niente baci, niente gesti, niente parole dolci: gli ultimi tremendi pensieri prima della morte, un ricordo doloroso che si riflette nel presente.
Spero vi sia piaciuta ~

Nina.
   
 
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