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Autore: Il Saggio Trentstiel    06/06/2012    9 recensioni
-Il preside è occupato al momento, aspettalo qui fuori.-
Tyler annuì e ringraziò con un borbottio la monumentale segretaria seduta davanti a lui.
[...]
... Fece per sedersi su una seggiola posta fuori dall'ufficio del preside, ma la mancò clamorosamente e si schiantò al suolo.
-Oh poverino, ti sei fatto male?-
Tyler alzò lo sguardo e si sentì mancare.

Finalmente anche questa Tyler/Lindsay è nata!
Un incontro a scuola tra i due, corredato di incidenti alla Tyler, fraintendimenti e tanto nonsense alla Lindsay!
Dedicata a Eimì per il suo compleanno :3
[AU!; Het!]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lindsay, Tyler
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Dedicata a Eimì, la versione femminile e più credibile di Tyler in circolazione :3
Tanti auguri piccolo disastro ambulante :D












Era bellissima, una vera dea!
Sempre perfetta, sorridente, allegra...
-Oldring?-
Adorava tutto di lei, dalla sua risata alla sua fissazione per i lucidalabbra.
Era assolutamente priva di difetti...
-Oldring?-
Perché mai una bellezza simile si sarebbe dovuta accorgere di uno come lui?
Uno che tentava invano di brillare in qualche sport, senza riuscirci...
-Oldring!-
Tyler sobbalzò e si guardò attorno: tutti i presenti nella classe lo stavano fissando, a partire dall'irosa professoressa O'Halloran.
La donna socchiuse malignamente gli occhi ed incrociò le braccia.
-Ti disturba se ti chiedo di elencarmi i tratti salienti della mia spiegazione?-
Il ragazzo deglutì, abbassò lo sguardo e... Eccola lì, l'illuminazione!
Il libro di chimica, aperto all'inizio del decimo capitolo, faceva capolino da sotto il suo banco, e Tyler lesse rapidamente le prime righe capitategli sotto gli occhi.
Puntò il suo sguardo verso la professoressa, trattenendo a stento un sorriso di sollievo.
-Certo prof! Dunque, ha cominciato illustrandoci la legge delle ottave di Newlands, passando poi ad esaminare nel dettaglio la tavola periodica di Mendeleev...-
Tyler parlò a ruota libera per un paio di minuti, mentre attorno a lui i compagni erano completamente ammutoliti: qualcuno, profondamente colpito, stava addirittura riprendendo di nascosto la scena con il cellulare.
La professoressa sembrava basita come tutti i suoi alunni, ma non fece alcunché per interrompere la dettagliata spiegazione di Tyler.
Qualche banco dietro al castano, un biondo con una camicia rosa accuratamente sbottonata ridacchiava senza pudore: Tyler, ancora preso dalla sua mirabile prova di loquacità, non se ne accorse neppure.
Fu soltanto quando notò lo sgradevole colorito paonazzo che stava lentamente assumendo il volto della O'Halloran che cominciò a pensare che qualcosa, forse, non stava andando per il verso giusto.
-... E i metalli pesanti... Ehm, prof? Si sente bene?-
La donna scosse il capo a scatti, dirigendosi poi alla cattedra: spalancò con forza un cassetto, rischiando di scardinarlo, estrasse un foglio e vi scrisse rapidamente qualcosa.
Nel più completo silenzio, rotto unicamente dai suoi borbottii irritati, si avvicinò a Tyler e gli consegnò il foglietto.
-Dal preside. Adesso. Subito. Immediatamente. Senza discutere.-
Stupito, Tyler prese il foglio con mani tremanti e si alzò in piedi, avvicinandosi alla porta dell'aula: cosa aveva combinato per meritarsi quel viaggetto in presidenza? Aveva forse esagerato nel definire addirittura aristocratici alcuni dei gas nobili più diffusi?
Aveva appena appoggiato la mano sul pomello della porta quando la voce della professoressa lo fece voltare.
-Tanto per chiarire... Oggi ho parlato di Shakespeare. Sono la professoressa di letteratura, emerito babbuino!-
Tyler sentì distintamente il mondo crollargli addosso.
Come aveva fatto a confondere la docente di letteratura con quella di chimica?
Oh, certo, stava pensando a lei...
Un sorriso rilassato gli si dipinse sul volto, e niente e nessuno sarebbe riuscito a farlo sparire per un po' di tempo.
Neanche la prospettiva di una nota disciplinare.
Neanche le risate dei suoi compagni di classe.
Neanche un acuto dolore al naso, segno che per la quinta volta in quella settimana aveva tirato la porta invece di spingerla.
Tyler continuò a sorridere come un ebete ed uscì finalmente dall'aula.
Blaineley O'Halloran cominciò a scrivere mentalmente la sua lettera di dimissioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Il preside è occupato al momento, aspettalo qui fuori.-
Tyler annuì e ringraziò con un borbottio la monumentale segretaria seduta davanti a lui.
Era davvero orrenda, tanto che tra gli studenti si vociferava che si trattasse di un uomo travestito da donna: Tyler non prestava orecchio a queste dicerie, convinto che nessun uomo avrebbe mai indossato di propria volontà tailleur, tacchi a spillo ed occhiali con la montatura dorata.
Era inoltre convinto che quella C. posta prima del cognome della segretaria fosse l'iniziale di Corinne. O Cassie, forse.
Cassie Hatchet, sì, suonava bene!
Perso in questi pensieri, fece per sedersi su una seggiola posta fuori dall'ufficio del preside, ma la mancò clamorosamente e si schiantò al suolo.
-Oh poverino, ti sei fatto male?-
Tyler alzò lo sguardo e si sentì mancare.
No, non poteva essere... Forse l'azione congiunta della caduta e dell'incontro ravvicinato con la porta dell'aula gli stava procurando delle visioni...
Deglutì a vuoto e aprì la bocca per rispondere qualcosa di intelligente.
Anzi, qualcosa e basta.
Tutto quello che gli uscì detto fu una specie di “Ghi-hi-hih” privo di senso e decisamente umiliante.
La ragazza davanti a lui batté le palpebre un paio di volte, poi sorrise.
-Ghi-hi-hih anche a te! Sei straniero? Oh, che bello, magari sei Francese!-
Nuovamente Tyler riuscì soltanto a blaterare qualcosa di inconsulto: incredibile, lei riusciva a disattivare tutti i suoi neuroni!
Impresa tra l'altro piuttosto semplice, visto il loro numero esiguo.
La ragazza sorrise di nuovo e, con gli occhi spalancati per la curiosità, continuò a tempestare di domande Tyler.
-Parigi è davvero così bella? E sono buoni i cruasàn e le escargò?-
Pian piano si era abbassata sempre di più, finendo infine per sedersi sul pavimento accanto al ragazzo che, dal canto suo, stava per avere un collasso.
Non solo lei era vicinissima a lui, ma gli stava anche parlando!
Sorrise, e a questo punto lei si batté una mano sulla fronte.
-Oh, che sciocca, tu non capisci l'inglese! Vediamo...- tossicchiò e proseguì -Tu! Capire! Mia! Lingua? Quale! Essere! Tuo! Nome? Mio! Essere! Lindsay!-
Tyler fece per rispondere, ma la minacciosa segretaria sbucò fuori dall'ufficio brandendo un rotolo di fogli come se si trattasse di una spada.
-Volete smetterla di berciare?-
Squadrò i due con aria minacciosa per qualche secondo, poi rientrò nella sua stanza imprecando a mezza voce contro gli “studenti deficienti più simili ad animali che ad altro”.
Non appena la giunonica assistente del preside fu nuovamente sparita, Tyler tirò un sospiro di sollievo e sorrise all'indirizzo della ragazza.
-Tyler. Mi chiamo Tyler.-
Ottimo, era riuscito a non balbettare e a non produrre suoni inesistenti!
All'udire il suo nome Lindsay si voltò di scatto e lo fissò sgomenta.
-Sei tu Tyler?-
Il castano, sgomento quanto lei, annuì lentamente: Lindsay parve riflettere per qualche istante -oppure, più probabilmente, stava tentando di organizzare un discorso lineare-, poi riprese a parlare, del tutto dimentica della presunta estraneità del ragazzo.
-Ci sono tante persone che parlano di te!-
Tyler sorrise compiaciuto: elogiavano la sua indubbia abilità negli sport oppure la sua coinvolgente simpatia?
-Dicono che sei un imbranato, un ragazzo che si crede divertente ma non farebbe ridere neanche i gatti... O forse erano i polli?... Beh, comunque, dicono anche che sei stupido e non sanno come tu sia riuscito ad arrivare all'ultimo anno di liceo senza interventi divini!-
Il mondo si era fermato in quel momento per Tyler.
Insulti.
Nient'altro che insulti.
Prese per i fondelli.
Umiliazioni.
Il tutto confessato dalla voce che più di ogni altra aveva imparato ad amare.
-Io non la penso così!-
Sicuramente anche lei lo credeva un invertebrato... Imbacuccato... Oh, insomma, quella parola offensiva che avevano utilizzato i suoi compagni!
-Secondo me sei un ragazzo simpatico.-
Non vi era alcun dubbio che lo reputasse profondamente antipatico: perché altrimenti non gli avrebbe mai rivolto la parola?
-In più... Sei molto carino...-
Di certo poi lo considerava... Cosa?
Tyler puntò i suoi occhi castani in quelli azzurri della ragazza, la gola improvvisamente secca e le palpitazioni a mille.
-Puoi... Ripetere?-
Lindsay sorrise ed annuì vivacemente.
-Il Canada ha una superficie di circa...-
-No, non in quel senso!- la interruppe Tyler -Intendevo... Quello che hai detto poco fa...-
Lei abbassò lo sguardo, un grazioso rossore che cominciava a tingerle le gote.
-Oh, avevo capito male, scusami...-
I battiti di Tyler cominciarono a rallentare fino a tornare alla normalità.
Come poteva anche solo aver pensato che quella ragazza fosse troppo per lui?
Era perfetta, la sua anima gemella, la metà della, ehm... Era la pera? Beh, macedonie a parte, era così simile a lui che non poteva che accadere qualcosa.
Infatti qualcosa avvenne.
Lindsay chinò il capo e cominciò a piangere.
-Co...? No, non piangere!-
Inutile.
La bionda si era coperta il volto con le mani e stava singhiozzando rumorosamente, biascicando qualcosa a Tyler.
-S-scusa, è che... Gli al-altri chiamano s-stupida e antipatica anche m-m-me...!-
Il ragazzo le posò una mano sulla spalla ma, vedendo che quel gesto non sortiva alcun effetto, decise di osare ulteriormente: abbracciò Lindsay, che poggiò immediatamente il volto sulla sua spalla.
-Dai... Non è per niente vero... Sei dolce, simpatica, sempre sorridente...-
Tyler riuscì in pratica a confessare i suoi sentimenti a Lindsay, senza pensarci.
Mancava soltanto un “Ti amo” sdolcinato in chiusura e avrebbe concluso!
-... In più sei bellissima...-
Lentamente, senza più piangere, Lindsay allontanò il volto dalla spalla di Tyler: il ragazzo lanciò una rapida occhiata alla sua tuta -quella cremisi, la sua preferita!-, trovandola pulita ed asciutta.
Che strano, pensò, Lindsay piange lacrime asciutte?
La bionda arrossì nuovamente, celando un sorriso imbarazzato con una mano.
-Dici davvero?- sussurrò.
Tyler annuì, altrettanto imbarazzato, e si passò una mano tra i capelli.
I suoi occhi non sono neanche arrossati, rifletté subito dopo, notando l'ennesima stranezza.
Fu Lindsay a svelare il mistero, sconvolgendo profondamente Tyler.
-Non stavo piangendo davvero...- cominciò -... E non è neanche vero che gli altri mi chiamano stupida o antipatica... Beh, forse qualcuno sì... L'ho detto per...- esitò, mordendosi un labbro -... Per darti un po' di trasporto morale e perché...-
Tacque, rossa in volto quasi quanto la tuta di Tyler.
Il ragazzo deglutì, ancora colpito dalla rivelazione di Lindsay, tanto da non notare la sua palese interruzione del discorso.
Il pesante silenzio che minacciava quasi di soffocare i due venne interrotto ancora una volta dalla ragazza.
-Sai che ti osservo da tanto tempo?-
Tyler sgranò gli occhi.
-Sei una...- tentennò, cercando il termine giusto -... Stalker?-
Lindsay scosse il capo, l'espressione interdetta.
-No, sono della Bilancia, ma cosa c'entra l'oroscopo adesso?-
Oroscopo?
-Comunque... Non conoscevo il tuo nome, anzi, credevo ti chiamassi Trevor... E non avevo il coraggio di parlarti...-
Trevor?
E perché mai stava dicendogli quelle cose? Mica era un animale pronto ad aggredirla, avrebbe potuto rivolgergli la parola tranquillamente!
A meno che...
-Lindsay...- intervenne esitante Tyler -... Per caso io ti... Interesso?-
La bionda fece per rispondere, ma venne interrotta dall'arrivo della professoressa O'Halloran.
-Oldring! Ancora qui a cincischiare? Devo farti ottenere una sospensione?-
Le strida della donna attirarono nel corridoio la segretaria Hatchet, la cui espressione truce svanì non appena individuò la professoressa.
-Miss...- cominciò esitante -... Dovrebbe gentilmente abbassare la voce...-
La docente squadrò la segretaria con aria divertita.
-Ha ragione, Miss... O forse dovrei dire Mister?-
L'assistente del preside avvampò e prese a sussurrare rabbiosamente all'indirizzo della O'Halloran.
-Eravamo d'accordo che non l'avresti detto a nessuno! Sai che il preside mi ha costretto!-
Tyler e Lindsay seguirono il sempre più acceso scambio di battute tra docente e segretaria senza capirci granché.
Lindsay si avvicinò all'orecchio di Tyler.
-Chi è quella signora bionda?- sussurrò, ottenendo solo un singulto spaventato come risposta.
Proprio mentre sembrava che la O'Halloran avrebbe aggredito la segretaria, rea di averla chiamata Mildred, dall'ufficio uscì un'altra persona.
Non molto alto, con folti e lucenti capelli neri, un sorriso divertito che gli aleggiava perennemente sul volto ed un costoso ed impeccabile completo scuro addosso, il preside McLean fissava le due litiganti a braccia conserte.
-Avete finito, signore?-
La O'Halloran e la segretaria annuirono, ansanti: il preside ghignò.
-Molto bene! Dunque, Mildred...- la professoressa ringhiò, punta nell'orgoglio -... Torna in classe! Tu, Chef, rimettiti al lavoro!-
Quando le due donne si furono allontanate, rivolse finalmente lo sguardo sui due ragazzi, ancora seduti sul pavimento.
-Voi due che ci fate qui?-
Tyler stava ancora pensando a che razza di nome potesse essere Chef, specie se affibbiato ad una donna, ma lui e Lindsay passarono all'uomo due foglietti nello stesso preciso istante: il preside li afferrò, li lesse rapidamente e sospirò con fare teatrale.
-Cattivoni, non si fa!- esclamò, agitando un dito ammonitore verso di loro -Vi punirei, ma ho molto da fare con la mia Jacuz... Con delle pratiche urgenti! Tornate nelle vostre classi!-
Ciò detto, rientrò nell'ufficio, lasciandosi dietro una scia di silenzio stupito e sollevato.
Niente punizioni?
Niente richiami, note, sospensioni?
Tyler sospirò e si rialzò di scatto, scagliando i pugni in aria.
-Oh sì, sono salvo!-
-Ehm... Anch'io sono salva?-
Il ragazzo sorrise a Lindsay e le porse una mano per aiutarla a rialzarsi: la ragazza la strinse e si tirò su, finendo però per piantare il tacco di uno dei suoi stivali nel piede di Tyler.
-Oh mio Dio, scusami!-
Tyler ostentò un'espressione stoica, rovinando l'effetto con il suo continuo saltellare su un piede solo.
-Non fa niente, sono una roccia!-
Si batté una mano sul petto e rischiò di perdere l'equilibrio, ma Lindsay riuscì ad afferrarlo in tempo per un braccio.
-Strano, pesi meno di un sasso...- commentò, mollandogli il braccio ma prendendolo per mano.
Come se si trattasse della cosa più naturale del mondo.
Rischiando di far svenire Tyler.
I due si allontanarono in silenzio dal corridoio antistante la presidenza vagando senza meta per la scuola: a breve ci sarebbe stata la pausa pranzo, dunque non aveva senso tornare in classe.
In più, avrebbero potuto godere della reciproca compagnia ancora per un po'!
-Perché sei stato convocato dal preside?- domandò d'un tratto Lindsay, fermandosi a metà di un corridoio.
Tyler si strinse nelle spalle.
-Ho dato una risposta sbagliata alla professoressa, e lei si è parecchio arrabbiata!-
Lindsay fece un'espressione esasperata.
-Queste professoresse... Si arrabbiano per un nonnulla! Pensa che una di loro mi ha mandata dal preside perché stavo scrivendo sullo specchio del bagno con il mio lucidalabbra alla fragola, il...-
-Il tuo preferito.- concluse Tyler, arrossendo di botto subito dopo.
La ragazza gli sorrise, apparentemente felice.
-Come fai a saperlo?-
-Ecco... Quando passi nei corridoi... Profumi sempre di fragola... Anche adesso...-
Tyler sentiva parecchio caldo, sebbene la temperatura di quei giorni fosse piuttosto mite.
Per evitare imbarazzanti domande sul rossore che, sicuramente, stava impadronendosi del suo volto, fu lui a porre una domanda a Lindsay.
-Cosa stavi scrivendo sullo specchio?-
Lindsay si strinse nelle spalle e minimizzò con un rapido cenno della mano.
-Soltanto una parola: Trevor.-
D'istinto Tyler allontanò la mano da quella di lei: magari quel Trevor era il fidanzato di Lindsay, e sarebbe stato poco simpatico farsi trovare mano nella mano con la sua ragazza... Sebbene l'idea di un altro al fianco di Lindsay lo devastasse interiormente.
Magari però era soltanto un ragazzo che le piaceva... In questo caso avrebbe potuto farle cambiare idea!
-Questo Trevor è... Un ragazzo che ti piace?-
La bionda inclinò il capo da un lato, aggrottando appena le sottili sopracciglia.
-Mi piaceva...- lo corresse, e Tyler sentì il cuore fare capriole nel suo petto -... Adesso mi piace un'altra persona.-
Il castano sospirò.
-Anche a me...-
Lindsay si portò le mani alla bocca, sconvolta.
-Anche a te piaceva Trevor?-
Tyler si affrettò a tranquillizzarla, scuotendo con forza il capo.
-No, no! Intendo dire che anche a me piace una persona!-
-Oh.- fu l'unico commento di Lindsay.
Pesante ed opprimente il silenzio tornò a farla da padrone tra i due ragazzi.
Entrambi fissavano il pavimento, entrambi tacevano, entrambi sembravano aver paura anche solo di aprir bocca.
Tyler strinse i pugni, continuando a fissarsi le scarpe da ginnastica: cosa fare? Parlare? Tacere? Fuggire?
Si sentiva esattamente come alla sua prima partita di hockey: teso, spaventato, preoccupato...
Era così nervoso che, appena entrato in campo, scivolò e sbatté la testa sul bordo del campo: commozione cerebrale, dissero i medici.
Idiozia intrinseca, commentarono i suoi compagni di squadra.
Quella volta aveva fallito, aveva fatto sì che il nervosismo avesse la meglio.
In quel momento però, con Lindsay, non avrebbe dovuto fallire.
Alzò di scatto la testa, scoprendo che la ragazza lo stava fissando già da un po': sorrise imbarazzato.
-Lindsay...-
-Sì, mi interessi.-
Tyler boccheggiò e barcollò, riuscendo per non si sa quale miracolo a rimanere in piedi.
Se l'era per caso sognato?
Certo, doveva essere un sogno, o un'allucinazione!
Lindsay non poteva aver detto quelle esatte parole!
-A dire il vero...- aggiunse timidamente, facendosi pericolosamente vicina a lui -... Mi piaci proprio...-
Il volto della ragazza si avvicinava sempre di più a quello di Tyler, ancora paralizzato.
Quando finalmente le labbra di Lindsay incontrarono le sue, riuscì a ritrovare la mobilità.
Le braccia, fino a quel momento mollemente abbandonate lungo i fianchi, si mossero a cingere la vita di Lindsay; le labbra si schiusero appena, rispondendo con entusiasmo a quel bacio insperato; il cervello, invece, rimase spento ed immobile com'era sempre stato.
Lindsay interruppe il bacio dopo un tempo indefinito -ma, per Tyler, fin troppo breve-, abbracciando poi di slancio il ragazzo.
-Mi piaci più del lucidalabbra alla fragola...- sussurrò, affondando il volto nell'incavo della sua spalla.
Tyler le accarezzò i capelli.
-Mi piaci tanto da farmi confondere tra chimica e letteratura...-
Tyler Oldring era felice in quel momento.
Solo un dubbio atroce continuava a ronzargli in mente.
Chi era quel maledettissimo Trevor?

   
 
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