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Autore: Dragon gio    24/12/2006    4 recensioni
Ciao a tutti! ^ ^ Una breve fiction Natalizia dedicata a Saiyuki, in particolare a Sanzo e Goku! Spero non vi deluda! BUON NATALE!! ^ ^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL REGALO DI SANZO

UN REGALO PER SANZO

Capitolo unico

 

 

“ Come sarebbe la mia vita se l’uomo che mi ha cresciuto, Komyo Sanzo, mio padre, non fosse morto? E’ da un po’ che me lo chiedo, forse da quando sono cominciate queste dannate feste Natalizie, tsk, che seccatura! “

 

“ Quei tre stupidi che viaggiano con me non fanno altro che parlare di regali, feste e tutto il resto, non li sopporto! Lo sanno che odio queste cose, eppure…eppure ora che sto morendo mi piacerebbe bere sakè con loro la vigilia di Natale…e magari comperare un regalo a quella stupida scimmia…”

 

Tsk, che scemo! Parlare di queste cose proprio non è da me…non è da Genjo Sanzo… “

 

 

Un tonfo secco e il suo corpo cadde sulla neve gelida. In un attimo quel candore ghiacciato fu ricoperto di caldo liquido cremisi. Genjo Sanzo era lì steso a terra, circondato dai demoni con una pallottola che a quanto pare gli aveva sfiorato il cuore, ma non era da solo.

 

Tre compagni lottavano come furie poco distanti da lì. Sentiva solo rumori confusi e il suo corpo scosso da forti brividi. Non riusciva a muoversi anche se si imponeva di farlo.

 

- SANZO!!! Sanzo ti prego non chiudere gli occhi!!! SANZOO!!! –

 

Eccola l’unica voce che sovrastava tutto e tutti, una vocina cristallina e squillante come non mai.

 

Goku…perché urli così? Guarda che ti sento, e sono perfettamente sveglio!!

 

-         SANZO!! Rimani sveglio, stiamo arrivando!!!

 

“ Che seccatura, sono sveglio ho gli occhi aperti, li vedi o no stupida scimmia?!

 

-         Non mollare bonzo corrotto!!

-         Sanzo, mi senti?!!

 

“ Ma che hanno da urlare tutti così?! Io…sto bene…non sto mica morendo! Non sto morendo…vero…? “

 

All’improvviso una luce abbagliante avvolse ogni cosa, i demoni, i suoi amici la neve, il sangue e poi avvertì un insolita sensazione di calore avvolgerlo.

 

 

Piano piano riaprì gli occhi d’ametista e li sbatté più volte prima di rendersi davvero conto di dove si trovasse.

Quella stanza, quelle mura, quel letto, possibile fossero così simili al tempio di Kinazan dove aveva vissuto per 13 anni?!

 

Si mise a sedere velocemente con il cuore in gola. Tutta la stanza era avvolta da una luce calda e tenue, le tende delle finestre erano scostate permettendo ai raggi solari di entrare.

-         Ma cosa…?! – biascicò incredulo Sanzo mentre poggiava i piedi nudi sul freddo pavimento di legno, gli era mancata quella sensazione doveva ammetterlo.

Vagò barcollante per la stanza per qualche istante per poi rendersi conto che non aveva addosso alcuna traccia di ferite o bende anzi, perfino le cicatrici fattosi nel corso di quegli anni erano magicamente sparite.

-         Non è possibile… -

Ma ciò che lo riempì più di stupore fu notare la totale assenza del chakra rosso sulla sua fronte. Sanzo si guardava incredulo allo specchio del bagno senza riuscire a spiccicare parola.

-         Ok…che storia è questa?!

Spaventato e disorientato uscì dalla stanza per trovarsi in quel lungo corridoio che conosceva come le sue tasche, quante volte lo aveva percorso da piccolo.

 

Si incamminò deciso anche se aveva il cuore palpitante. Superò il corridoio, girò a sinistra e poi giunse davanti a quella stanza.

Gli tremavano leggermente le mani, non sapeva nemmeno lui se per la paura o per l’emozione, se quello era un sogno doveva esserne certo.

 

Aprì la porta e ciò che vide, o meglio chi vide per poco non lo fece svenire.

-         Buongiorno Koryu! Sei mattiniero oggi! –

Era lì, lui era davvero lì, con il suo sorriso, seduto composto al solito tavolino posto al centro della stanza. La lunga treccia ondeggiò elegantemente mentre Komyo Sanzo si alzava andando incontro a Koryu.

-         Che ti prende? Hai l’aria di aver visto un fantasma! –

-         …in un certo senso è così… -

 

Ok, sto decisamente sognando! Anche se ragionandoci bene devo essere morto in quello scontro! Altrimenti perché sarei qui con mio padre?!

 

-         Oggi abbiamo appuntamento con Gojyo e Hakkai, dobbiamo festeggiare assieme! –

-         F…festeggiare?!

-         Suvvia, non fare finta di niente Koryu! Oggi è Natale, anche tu potresti essere un po’ più buono! Anche se lo so che adori questa festa! –

-         Ma che assurdità stai dicendo?!! Io…non capisco bene…dovrei essere all’inferno in questo momento! Non mi pare che tu abbia fatto qualcosa di male per finire quaggiù con me! –

Komyo Sanzo crucciò la fronte per un istante per poi esclamare candidamente – Koryu, hai alzato troppo il gomito ieri sera?!

-         EH?!! –

-         Te lo dico sempre che non puoi ancora battermi nel bere! –

Sorrideva e tutto intorno a lui pareva risplendere di una pallida ma confortante luce. Era identico a quando lo aveva visto l’ultima volta.

 

Il cuore di Sanzo era stretto in una morsa di nostalgia, rancore, senso di colpa ma soprattutto di incertezza. Era morto? Era vivo? Stava sognando? Quello che gli stava capitando era una punizione oppure un meraviglioso dono prima di andare a marcire nel regno degli inferi per tutta l’eternità?

 

Lui non lo sapeva, non lo sapeva ed aveva paura, una sensazione insolita ma che tante volte si era fatta strada silenziosamente nel suo piccolo cuore di ghiaccio caldo.

La testa gli doleva, non riusciva a pensare più a nulla. Con un gesto di stizza si allontanò da quella stanza, anzi era più corretto dire che fuggì a gambe levate.

 

Corse fuori all’aria aperta, anche il tempio era intatto come lo aveva lasciato, era come fare un viaggio nei ricordi a ritroso nel tempo.

 

“ Cosa ci faccio qui?! Cosa mi succede?!!

 

Le domande di Sanzo non avevano risposte, lo sapeva bene, se lo sentiva. Si mise una mano sul cuore, gli faceva male, sentiva un vuoto.

Improvvisamente si ricordò delle parole di suo padre, dovevano incontrare Gojyo e Hakkai, chissà forse loro avrebbero potuto spiegargli cosa diavolo stava succedendo.

 

 

Gli faceva uno strano effetto camminare per strada vestito in borghese, ma ancora più strano era farlo con accanto Komyo Sanzo.

Le persone li salutavano cordialmente e tutti volevano parlare con Komyo, il bonzo di alto livello in grado di purificare i demoni impazziti.

Almeno qualcosa non era cambiato, anche in questo strano mondo i demoni stavano perdendo la ragione, però lui non era in viaggio, anzi non era nemmeno un “Sanzo”.

 

Si sentiva impotente, quasi fragile all’idea di andare in giro senza un arma e senza il sutra, eppure ricordava perfettamente a memoria la formula per attivare il sutra del cielo demoniaco.

Ma ora quel sutra era custodito da Komyo, anzi si trovava sulle spalle dove lo aveva sempre portato Sanzo.

 

-         Koryu, oggi pranzeremo tutti assieme, d’accordo?!

-         Sì…va bene padre… -

La voce di Sanzo era tremula e rigida, non sapeva come doveva comportarsi in quella situazione, ma allora perché si sentiva così felice?

 

-         Ah, eccoli! Ehi, Hakkai-san, siamo qui!!

E infine eccoli dinanzi a lui, Gojyo e Hakkai. A parte i vestiti differenti, parevano essere quelli di sempre.

-         Buon Natale a tutti e due! Salve venerabile Komyo Sanzo! Koryu, è da tanto che non ci vediamo! – Hakkai fece un cordiale inchino e strinse la mano a Koryu in modo alquanto formale.

-         Ehilà, biondino suadente, come te la passi?! Ti sei trovato finalmente una donna?!Gojyo invece batté amichevolmente una pacca sulla schiena di Koryu, facendolo irritare tremendamente.

-         Non toccarmi, pervertito di un kappa!! Ora non mi chiami più bonzo corrotto?!!

-         Eh?! Ma che stai dicendo?! Non sei mica un Sanzo come il tuo venerabile padre!!

-         Tsk!! –

 

Dannazione sì che lo era invece!! Ma perché tutti e due facevano finta di non ricordare?! Allora anche loro erano diversi come tutto il resto di quel mondo alternativo in cui si era ritrovato.

 

-         Gojyo, un giorno sarà Koryu a succedermi nella carica di Sanzo! Ma temo che dovra’ aspettare ancora un bel po’! Non ho intenzione di ritirarmi così giovane! –

-         COSAA?!! Ma come si può diventare un monaco di così alto rango un senza Dio e un senza Buddha come questo qui?!!

-         Taci, scarafaggio rosso!!!!Koryu avrebbe tanto voluto tiragli l’harisen sulla testa, ma si accorse con delusione di non avere più le ampie tasche della veste sacerdotale dove nascondeva il magico strumento di “persuasione”. Così si accontentò di tirargli un bel pugno sul muso.

-         AHIO!! Ehi, vuoi la guerra?!!

-         Ed eccoli che ricominciano! Aha, Koryu non cambi mai, vero?! – esclamò Komyo Sanzo sospirando divertito.

 

Che giornata insolita, a spasso con Gojyo, Hakkai e Komyo Sanzo, e per di più senza che nessuno per strada lo fermasse per chiedergli di recitare qualche noioso sermone.

Tutto sommato quella situazione cominciava a piacergli, non essere un Sanzo aveva i suoi vantaggi.

Girarono per negozi, le strade erano addobbate a festa e un enorme albero di pino adornato con delle candele faceva bella mostra di sé nella piccola piazza.

 

Si respirava proprio lo spirito Natalizio, strano perché Koryu non aveva mai sentito una simile sensazione salirgli dal cuore.

 

Dopo tanto camminare si fermarono a bere in un osteria dell’ottimo sakè parlando del passato.

Fu così che Koryu scoprì che aveva conosciuto Hakkai e Gojyo quando suo padre Komyo era stato incaricato di scovare un pericoloso criminale di nome Cho Gono.

 

Un leggero senso di amarezza lo pervase, dunque non era stato lui a fare quelle cose. Improvvisamente Koryu capì in parte quell’assurda situazione.

Era come se qualcuno si stesse divertendo a mostrargli come sarebbe stata la sua vita se Komyo Sanzo non fosse morto. A quanto pare questo dettaglio rilevante aveva scatenato una serie di altri eventi insoliti, per esempio il fatto che lui non fosse ancora un Sanzo o che avesse conosciuto Gojyo e Hakkai in un modo diverso.

 

Ma mancava ancora qualcosa. Koryu posò il bicchiere appena svuotato dal buon sakè e si fece pensieroso.

Si concentrò cercando di capire cosa gli mancava, c’era un particolare importante che gli sfuggiva ma non riusciva a ricordare quale fosse.

 

Però ciò aveva davvero poca importanza in quel preciso istante. Si sentiva felice come non mai, perfino sulle sue labbra si formarono molti sorrisi quel giorno.

Sorrideva a suo padre in vita, a quei due stupidi che per quanto fossero seccanti riusciva a parlargli senza esplodere d’ira come gli succedeva sempre.

Anche il Natale non gli dava fastidio come al solito, eppure era sempre stata una festa vuota per lui, ma non oggi, non in quel luogo più simile ad un sogno.

 

Anche se i demoni erano impazziti a lui non importava, non era un Sanzo, non doveva viaggiare verso Ovest per ordine di qualche Dio da strapazzo.

Non si sentiva triste nonostante la pioggia fredda e battente che scendeva fuori da quel locale.

Non fumava nemmeno, non ne sentiva il bisogno, non aveva demoni da cui fuggire la notte, non aveva paura di perdere le persone a lui care.

 

Sì, era davvero felice Genjo Sanzo, no, Koryu della corrente del fiume. Confuso da quelle piacevoli sensazioni il giovane si ritrovò a pronunciare parole che non pensava mai sarebbero potuto uscire dalla sua bocca.

-         Vorrei che tutto rimanesse così…non mi importa se questo è un sogno o un incubo…io sono felice… -

Gli altri tre lo squadrarono strano scoppiando a ridere, oggi era davvero strano il loro scontroso amico di scampagnate.

 

 

Era il tramonto quando Koryu e Komyo salutavano il mezzo demone e Hakkai. Nonostante l’ora tarda decisero lo stesso di camminare ancora un po’ per il villaggio, era lo stesso Koryu ad averlo chiesto.

 

Sentirsi rilassato senza dover pensare a nulla era davvero fantastico, ma ancora di più poter conversare con suo padre.

Era come tornare indietro nel tempo, gli dispensava saggi consigli e parlavano del più e del meno, proprio come quando Sanzo era solo “Koryu”, il bambino abbandonato sulle rive di un fiume.

 

 

Tutto era perfetto, forse anche troppo, in un certo senso Koryu avvertiva un controsenso, perfino nel suo comportamento, lui non era mai stato così e poi, cosa era quel senso di vuoto che avvertiva al cuore?

 

La ragione gli fu chiara pochi istanti dopo, quando alzando lo sguardo incrociò due gemme dorate.

Un ragazzo di circa 19 anni con i vestiti strappati e lunghissimi capelli castani lo osservava dall’altra parte della strada.

 

Sul suo viso vi era stampata una tale faccia da stupido che avrebbe voluto prenderlo a pugni!

 

Un improvvisa fitta alle tempie lo fece vacillare, strinse gli occhi sentendo tutto girare intorno a lui.

-         KORYU! Ti senti male?!!Komyo lo sorresse prima che finesse a terra come un sacco di patate.

-         Sì…sto bene padre! Scusa un attimo…-

-         Dove vai?!

-         Torno subito…devo solo… -

 

“ Devo solo….cosa…? Che mi prende…? Io….io… “

Quel ragazzo gli sorrise dolcemente, perché? Si conoscevano? Con passi incerti giunse di fronte a lui.

-         Ehi…tu…mi hai chiamato per caso?!

-         Eh?! Di cosa parli? Io non ho chiamato nessuno! –

 

“ Chiamato?!! Davvero l’ho sentito chiamarmi? Forse…quel vuoto…era una voce? Era quella la voce che ho sentito?!!

La testa di Koryu doleva sempre di più confondendolo e appannandogli la vista, ma non abbastanza per scorgere lo sguardo di terrore che si dipinse sul volto di quel giovane dagli occhi dorati.

 

-         ATTENTO!!! –

 

In un attimo Koryu fu spinto a terra, udì nell’aria il rumore di uno sparo e poi vide cadere all’indietro quel ragazzo.

I capelli castani si sparpagliarono sull’asfalto ancora umido, un fiotto di sangue gli uscì dalla bocca.

Koryu sgranò gli occhi, si rimise in piedi soccorrendo quel giovane. Perché pochi istanti prima aveva avvertito come il rumore di un cristallo che si infrangeva dentro di lui?!

 

-         Ehi…ragazzino…apri gli occhi… -

Alzò di poco il corpo del giovane, un buco all’altezza del cuore sanguinava copiosamente. Era stato un demone, forse voleva mirare a lui, sì perché lui era pur sempre il figlio di Komyo Sanzo lo sterminatore di demoni.

-         Tsk!! Alla fine…non si sfugge al proprio destino…qualcuno deve fare questo sporco lavoro…! -

Un forte colpo di tosse scosse ulteriormente quel corpicino già debilitato dalla fame, bastava guardarlo per rendersene conto.

 

Era leggero e molto magro, non indossava nemmeno delle scarpe. Capì subito che non ce l’avrebbe fatta, anche se Komyo era andato a chiamare aiuto.

Improvvisamente era come se le strade si fossero svuotate, c’erano solo lui e quel giovane.

 

Gli alzò piano la testa, sperava di farlo sentire un po’ meglio, ma non ottenne grandi risultati.

 

Cosa succede…perché mi sento così male…?! Cosa è…questa sensazione?!! Come se avessi dimenticato qualcosa….qualcosa di importante…cosa mi manca in questa vita perfetta?!!“

La mente di Koryu gridava confusa, non capiva più nulla, molte immagini si sovrapponevano.

Frammenti di vita passata, della vecchia vita. La morte del suo maestro, la fuga dal tempio, l’incontro con i Sambutsushin e poi quella grotta. La stessa in cui tutto aveva inizio davvero, dove la sua vita era realmente cambiata.

 

Koryu spalancò gli occhi che aveva tenuto chiusi fino ad un istante prima. Le pupille vitree, la bocca tremava mentre stava per pronunciare quel nome.

 

-         G…Goku… -

 

Lo disse piano, con un tono dolce non molto consono al suo carattere, ma era stato davvero lui da quando si era risvegliato in questa specie di favola?

-         GokuGoku… -

Il tono di voce cambiava poco a poco, l’insicurezza spariva e tutto ciò che era stato quel giorno in quel mondo così strano e felice svaniva dal suo cuore.

 

-         Goku…GOKU!! Svegliati stupida scimmia!!!! – gridò infine con tutto il fiato che aveva in gola.

Il demone socchiuse gli occhi, nonostante il dolore che traspariva dal suo volto riuscì a sorridergli.

-         Goku…? E’…davvero un bel nome…. –

-         E’ il tuo nome, stupido!!

-         Davvero…?! Che bello…speravo tanto che qualcuno mi desse un nome prima che io morissi… -

-         Ma che stronzate dici?!! Tu non morirai qui! E poi hai sempre avuto un nome e non sono stato io a dartelo! Quando ti ho incontrato quel giorno…tu ti ricordavi solo una cosa, il tuo nome! E’ una cosa preziosa non puoi essertene scordato!!

 

Goku rise per quel che poteva, quel giovane con i capelli color oro era davvero strano. Con notevole fatica sollevò una mano e la posò sulla guancia di Koryu.

-         Ma che strano….ho la sensazione…che noi due… saremmo stati…buoni amici…se solo…ci fossimo incontrati in circostanze diverse… -

La mano scivolò lentamente dal volto di Koryu, il battito cardiaco si faceva sempre più debole.

-         Goku…no… -

-         Dimmi….il tuo nome… -

-         Lo sai bene…stupida scimmia!!

-         Non importa se….non vuoi dirmelo…tu per me…sarai il sole….sarà così che ti…ricorderò…-

 

Gli occhi ambrati si stavano chiudendo e Koryu capì che era la fine. Si morse il labbro con rabbia.

-         Sanzo…io mi chiamo Genjo Sanzo…e vedi di non scordarlo stupida scimmia… -

-         Ehe…non lo farò…grazie di….aver sentito…la mia voce…Sanzo… -

Con quell’ultimo anelito di vita Goku gli sorrise per l’ultima volta, anche se era anomalo definirlo così visto che era stato un incontro breve.

 

-         Che stupido….che cosa ci faccio qui?! Sono così…stupido…che senso ha una vita simile?!

Rideva nervosamente, tremava, non lo sapeva nemmeno lui. Stringeva quel piccolo corpo a sé cercando un senso a tutto ciò.

 

-         Koryu…quel ragazzo…è morto? – domandò Komyo Sanzo che pareva essere comparso dal nulla.

-         No padre…io non mi chiamo più Koryu…io ora sono Genjo Sanzo! – affermò alzandosi in piedi con in braccio il corpo senza vita di Goku.

-         E questa…non è la mia vita… -

Ora si leggeva una luce diversa negli occhi di Sanzo, un particolare che non sfuggì al suo interlocutore.

-         Ma sarebbe potuto esserla... –

 

Sanzo sussultò, era vero, quella sarebbe potuta essere la sua vita se quel giorno Komyo non fosse morto.

Ma anche in quel caso avrebbe sofferto, il peso del nome “Sanzo” lo avrebbe perseguitato comunque e cosa più importante, una stupida scimmia ci avrebbe rimesso la pelle inutilmente.

 

-         Questo…era solo uno dei tuoi probabili futuri…Koryu, no scusa…Genjo Sanzo-

-         Ma tu…chi sei…? Perché mi hai mostrato tutto questo?!

-         Chi sia io veramente non ha importanza! Rispondi solo a questa domanda: vuoi tornare indietro? Vuoi tornare alla tua vita di sempre? –

Sanzo non distolse lo sguardo, non fece una piega, conosceva già la risposta.

 

-         Sì…perché questa non è la realtà! - disse pacatamente guardando il volto di Goku che pareva dormire sereno. Nessun dubbio, nessuna incertezza.

-         Ho capito! Sai Genjo Sanzo, spero che tu ti ricorderai di questa tua vita alternativa quando sarai triste… -

-         Mh! Se non fosse stato per questa stupida scimmia sarebbe stato tutto perfetto! –esclamò Sanzo divertito, ma subito dopo il suo volto mutò divenendo serio e accigliato.

-         Troppo perfetto…io non sono fatto per vivere una vita così mielosa! Questo…non sono io…io non sono così debole! –

 

A quelle parole Komyo sorrise di rimando, ora riconosceva il suo discepolo.

 

-         Come puoi vedere…nonostante le apparenze, la tua vita sarebbe potuta essere molto più triste di adesso! Senza quel ragazzo al tuo fianco…senza un amicizia forgiata nel dolore e nel sangue che ti lega a Gojyo e Hakkai…-

 

-         Dolore e sangue? Sì…è vero…noi quattro in fondo non siamo altro che un catorcio assemblato con pezzi raccolti a caso…siamo dei rifiuti… - concluse amaramente il bonzo sbattendo le ciglia perfette e sfoggiando la sua consueta aria arrogante.

-         Eppure sei fiero di ciò…perché anche un rifiuto come dici tu…può illuminare le persone come un sole…può donare la felicità a qualcuno… -

 

Sanzo non comprese bene le ultime parole di quello che in apparenza era il suo maestro.

 

-         Bene! Sei pronto a tornare indietro?!

-         Certo! In realtà avrei dovuto svegliarmi molto prima…ma questo posto assurdo mi ha intorpidito i sensi! –

-         , non è facile resistere a così tanta gioia, non ti pare? –

-         Ma per favore! Io non sono un tipo così sentimentale in fondo! Preferisco di gran lunga tornare ad ammazzare i demoni ed essere di cattivo umore nei giorni di pioggia! E poi, la soddisfazione di puntare la pistola alla tempia di quel pervertito di un kappa mi manca troppo!

-         D’accordo…allora lascio tutto nelle tue mani…Genjo Sanzo Hoshi-

 

A Sanzo si bloccò il respiro in gola dopo quella frase. Quelle parole, erano proprio le stesse che gli disse il suo maestro poco prima di morire.

Improvvisamente capì, capì chi aveva dinanzi, ma perché era così tardo quel giorno?

 

-         No!! Aspetta….aspetta….MAESTROO!!!

 

Di nuovo quella luce bianca lo avvolse, sentiva il suo corpo farsi pesante e poco alla volta perse i sensi senza accorgersene.

 

 

Quando riaprì gli occhi si ritrovò nella stanza d’albergo in cui aveva dormito la notte prima che quel fottuto demone gli sparasse alle spalle.

Ora ricordava tutto nitidamente, era stato tutto un sogno, un sogno bellissimo e crudele.

 

Si mise a sedere facendo attenzione a non muovere troppo la spalla sinistra, avvertiva le fasciature strette e sentiva la ferita appena sopra al cuore pulsare velocemente.

-         AH! Cavolo…sono decisamente tornato alla realtà! – sentenziò trattenendo un grido di dolore per il movimento appena fatto.

Sospirò profondamente, si sentiva la gola secca, avrebbe bevuto volentieri una birra. Peccato che non ci fosse nessuno nella stanza ad assisterlo, così avrebbe dovuto pensarci da solo.

 

Con notevole fatica mise un piede giù dal letto, ma ciò che avvertì non fu il pavimento ma qualcosa di più morbido.

Per lo spavento ritrasse immediatamente il piede, non si ricordava che ci fosse un tappeto vicino al suo letto.

-         Cosa…?!

Non era un tappeto, ma solo una stupida scimmietta rannicchiata sul pavimento avvolta da una coperta spessa e scura.

Sanzo non poté fare a meno di ridacchiare, chissà che mal di schiena l’indomani!

 

Facendo piano a non pestarlo scese dal letto e ciondolando si diresse in bagno. Non c’erano bicchieri così bevette direttamente dal rubinetto.

Si riempì la bocca avidamente di quell’acqua gelida, ma che a Sanzo parve l’acqua della vita, la reale testimonianza che quel sogno assurdo fosse terminato.

Guardandosi allo specchio notò subito il pallore più intenso del solito, evidentemente aveva perso davvero molto sangue quella volta.

 

Inoltre non indossava i suoi vestiti, ma solo un ampia maglia bianca e dei pantaloni di felpa molto comodi.

-         Tsk! –

 

Decise di tornarsene a letto visto i giramenti di testa che continuavano a dargli il tormento dal momento in cui si era rimesso in piedi.

Si sedette stancamente sul letto dando le spalle al piccolo demone che russava beatamente per terra.

Le tende della finestra erano socchiuse e Sanzo scostandole appena si accorse che stava nevicando.

 

Voltando lo sguardo notò la sveglia sul comodino, segnava le 24,30 esatte.

 

“ Se non ho dormito troppo oggi dovrebbe essere il 25 Dicembre… “

 

Perso nei suoi pensieri non si accorse della testolina castana che riemerse dal freddo pavimento borbottando qualcosa di incomprensibile.

-         S…Sanzo!!!

Il biondo si girò di scatto per lo spavento, quella voce squillante era capace di farlo sobbalzare in ogni momento.

-         Che c’è?! Perché fai quella faccia da stralunato?!

-         E me lo chiedi anche?!! Hai rischiato di morire!!!

-         Sul serio?! Non me ne sono reso conto… -

Goku rimase immobile ad osservarlo, era felice che si fosse risvegliato, così tanto che non riusciva a trattenere le lacrime.

 

-         Scemo….e io che mi sono preoccupato così… -

Alcune gocce argentee caddero sulle sue guance bronzee.

-         Non starai mica piangendo, stupida scimmia?!

-         A te non deve importare, capito?!!ribatté imbronciato Goku, era davvero buffissimo con quello sguardo arrabbiato.

Sanzo non controbatté, non ne aveva la forze e poi sinceramente dopo quel sogno non voleva litigare con Goku.

-         Va bene, lasciamo perdere…senti un po’, è possibile avere qualcosa da mangiare? –

-         Eh?! Sì certo…vado a vedere se c’è ancora qualche negozio aperto! –

Goku si asciugò quelle piccole lacrime, ora doveva pensare a Sanzo, non c’era tempo per piagnucolare.

-         Non credo che ne troverai la notte di Natale! –

-         Come?! Ma è già… -

Il demonietto schiuse le labbra sottile rimanendo in attesa di una risposta da parte del monaco.

-         Sì, ormai è mezzanotte passata… -

 

Goku non disse niente ma sorrise, un sorriso felice e gioioso. Sanzo si limitò a guardarlo in silenzio, nella sua mente rivide quel Goku morente e un leggero brivido gli pervase il corpo.

 

-         Sanzo, guarda!!

Goku era alla finestra e indicava un punto preciso nel cielo. Sanzo non capì cosa aveva visto e perché fosse così emozionato.

Un attimo dopo comprese, quando vide una luce accecante e udì un grande boato.

-         Non sapevo che facevano i fuochi d’artificio stanotte!!!

 

Il giovane era letteralmente appiccicato a quella finestra, ma il calore provocato dal riscaldamento della stanza faceva appannare i vetri impedendo ad entrambi di vedere lo spettacolo.

Goku cercava di pulire con la mano il vetro, ma dato il grande gelo di quella notte si appannavano nuovamente.

Sanzo rimase a guardare qualche istante Goku che litigava con il vetro per poi sospirare.

 

-         Basta che apri la finestra, stupida scimmia!! – esclamò stizzito il monaco spostando Goku.

Non appena aprì la finestra un ondata gelida invase la stanza, sia Goku che Sanzo rabbrividirono.

Nevicava forte e alcuni fiocchi entravano dalla finestra, Goku li osservò estasiato per poi afferrarne qualcuno.

Sanzo invece inspirò a fondo l’aria fredda, così pura e limpida proprio come gli occhi dorati di quel ragazzino che giocava con i fiocchi di neve.

 

E pensare che avrebbe potuto avere una vita normale, quasi perfetta se non fosse che non ci sarebbe stato Goku.

Quella stupida e petulante scimmietta che aveva liberato da quella grotta anni fa. Ancora adesso poteva avvertire il senso di vuoto e incompletezza che aveva provato in quel sogno quando non riusciva a capire cosa gli mancasse.

 

Possibile che la sua vita fosse così legata a quella di Goku? Come gli aveva detto uno dei Sambutsushin era davvero ironico il fatto che loro due assieme rappresentassero il divino e il demoniaco, strano e pericoloso.

 

Ma la cosa più importante era che lui aveva sentito la “voce” di Goku. Quella voce era riuscito a sentirla perfino in quel futuro alternativo e in qualche modo lo aveva liberato anche lì. Liberato da una vita di stenti e solitudine, ma così facendo Sanzo sarebbe rimasto solo, nuovamente il suo cuore sarebbe stato vuoto.

 

Per sua fortuna la realtà era ben diversa, Goku era vivo e riempiva quel senso di incompletezza, anche se lui ovviamente non lo avrebbe ammesso mai.

Questi pensieri erano troppo intimi e fragili perché Sanzo potesse condividerli con qualcuno.

 

Goku guardava il cielo estasiato, i fuochi d’artificio erano stupendi e coloratissimi, riuscivano perfino a colorare il mondo in bianco e nero di Sanzo.

Facendo piano, il monaco si avvicinò a Goku cingendogli le spalle con un braccio e sussurrò a fior di labbra:

 

-         Buon Natale… -

 

Goku si sentì quasi mancare dallo stupore di quel gesto, il calore che il corpo di Sanzo gli offriva erano qualcosa di unico e magnifico.

Senza riuscire a rispondere si limitò a farsi più vicino al suo mastro e poggiò la testa al suo petto chiudendo gli occhi ambrati.

Timidamente alzò un braccio esile e con esso circondò la vita di Sanzo. In realtà si aspettava di venire rimproverato, ma quando alzò il volto ciò che vide fu unicamente il raro sorriso di Sanzo.

 

Gli occhi di Goku si allargarono, vedeva solo il profilo di Sanzo eppure lui senza distogliere l’attenzione dal cielo innevato e dai fuochi d’artificio sorrideva.

Rimasero così per lunghi minuti, senza aprire bocca ma in fondo non c’era bisogno.

 

L’incanto però finì e Sanzo si scollò di dosso la scimmietta con la consueta grazia.

-         Adesso basta smancerie, chiudi questa finestra prima che ci prendiamo una broncopolmonite!! –

-         Eh?! –

-         Avanti, muoviti! –

 

Ed eccolo il Sanzo di sempre. In fondo Goku era rincuorato dal suo comportamento, se avesse continuato a comportarsi così gli avrebbe chiesto se avesse battuto la testa.

 

-         Sanzo, vuoi mangiare qualcosa? Posso sempre svegliare Hakkai! –

-         No…sono molto stanco, preferisco dormire… -

Il bonzo si coricò, improvvisamente si era sentito fiacco e gli occhi gli si chiudevano.

-         Sanzo….stai bene…? – Goku gli si avvicinò preoccupato.

-         Sì…ho perso molto sangue…mi sento un po’ debole…. – La sua voce era fievole e il respiro si faceva rilassato. Neanche si rese conto di essersi assopito.

 

Goku gli sistemò le coperte mentre sorrideva dolcemente come un ebete, o almeno questo gli avrebbe detto Sanzo se fosse stato ancora sveglio.

Era strano vedere Sanzo debole o ferito, dava l’impressione di avere bisogno di protezione. Il giovane gli carezzò piano la chioma bionda bisbigliandogli “buonanotte”.

Anche se gli dispiaceva lasciarlo solo se non la sentiva di dormire ancora per terra, aveva la schiena a pezzi dopo neanche tre ore di sonno!

 

Facendosi coraggio raccolse il cuscino e la coperta abbandonati sul pavimento e uscì dalla stanza, anche se era certo che non sarebbe riuscito a chiudere occhio ugualmente dopo tutte quelle emozioni.

 

 

 

Sanzo sentiva il corpo leggero, non avvertiva alcun dolore, era come se si trovasse sospeso a mezz’aria.

Un tiepido calore lo avvolgeva, lo avvertiva chiaramente, provava molta quiete e pace. Tentò di muoversi ma i muscoli del corpo non rispondevano, neanche gli occhi si riaprivano. Per quante volte tentò di svegliarsi non vi riuscì, eppure sentiva attorno a sé delle presenze, delle voci.

Udiva rumori distinti, ne era certo. Poco a poco riemerse da quello stato di sonno profondo e mentre lo faceva percepiva nuovamente il suo corpo.

Le ciglia si mossero lentamente e due iridi violacee misero a fuoco la stanza illuminata dalla luce del giorno.

 

Il primo gesto che gli fu possibile fare fu quello di muovere la testa, i ciuffi biondi si mossero spargendosi sul cuscino.

Aveva leggermente caldo, forse era anche sudato ma non ne era certo, non sentiva ancora molta sensibilità nel resto del corpo.

 

Schiuse le labbra secche senza riuscire a emettere alcun suono, si sentiva svuotato di ogni forza.

 

-         Sanzo… -

 

Tutto un tratto Sanzo si ritrovò il volto di Hakkai che lo scrutava con la solita espressione apprensiva.

-         Come ti senti? –

Ora la voce di Hakkai non sembrava lontana mille miglia, riusciva a sentire tutto alla perfezione.

Il monaco sorrise beffardo, non riusciva a parlare ma i suoi sguardi lo facevano già.

-         Hai avuto la febbre alta stanotte, per questo ti senti così debole… -

Una pezza imbevuta d’acqua fresca venne adagiata con cura sulla sua fronte da Hakkai. Sanzo sospirò profondamente richiudendo gli occhi ancora leggermente stanchi.

 

-         Riposati pure, tanto è ancora presto…abbiamo tempo prima che sia l’ora di pranzo! –

 

L’ora di pranzo? Ah, già, oggi era Natale. Sicuramente quei tre scemotti lo volevano festeggiare come avevano fatto già l’anno precedente.

Peccato che le sue condizioni pessime non gli permettevano nemmeno di replicare.

 

Le ore passarono lente e Sanzo le percepì tutte sulla sua pelle, ma la cosa non gli dette fastidio. Era in una fase di sonno leggero quindi riusciva a sentire tutto quello che accadeva attorno a lui.

 

Udì chiaramente quei due casinisti di Goku e Gojyo che traficcavano con i mobili mentre Hakkai li sgridava per il troppo rumore.

Sanzo voleva sapere cosa combinassero ma ancora non se la sentiva di svegliarsi, il sonno lo faceva ancora da padrone.

 

Quando fu l’una passata, una mano gentile lo scosse leggermente. Sanzo mugolò riaprendo a fatica gli occhi di ametista.

-         Svegliati Sanzo, è ora di mangiare!! – esclamò Goku tutto raggiante.

-         Tsk…stupida scimmia! Per una volta che dormivo così bene…. –

Il risveglio non era stato dei più dolci, ma se si lamentava così voleva dire che stava già meglio.

-         Guarda qua, ha cucinato tutto Hakkai!!

Goku mostrò a Sanzo tutti i manicaretti apparecchiati su un tavolino malconcio che si reggeva in piedi per miracolo.

-         Ben svegliato bonzo corrotto! Accidenti, come al solito Babbo Natale non mi porta mai il regalo che vorrei davvero! –

Gojyo stava recuperando alcune sedie e le stava sistemando con cura attorno al letto di Sanzo.

-         E sarebbe, Gojyo?

-         Una pupa tutte curve che sia disposta a passare il Natale con me!! Invece come al solito devo passare questa festività con tre uomini, non è giusto!! –

-         Piantala pervertito di un kappa o te le suono!! –

-         Devi solo provarci, microbo!!

-         Ma quanto baccano che fate…. – borbottò Sanzo massaggiandosi le tempie esasperato, forse era meglio rimanere in quel bel sogno fatto la notte prima.

-         Sanzo, te la senti di mangiare qualcosa? –

-         Tsk! Faresti prima a dire “Sanzo cosa mangi?” –

La punta di arroganza con cui Sanzo rispose ad Hakkai fece tirare un sospiro di sollievo ai presenti. Il giovane monaco non se ne era reso conto, ma questa volta aveva davvero sfiorato la morte.

Quando Hakkai aveva richiuso la ferita lo avevano subito portato da un medico, ma egli aveva asserito che era caduto in uno stato di coma e non sapeva se si sarebbe mai risvegliato.

 

Ma come ripeteva Gojyo da qualche giorno “i miracoli esistono”, e per loro fortuna o sfortuna a seconda dei punti di vista, Sanzo si era salvato e aveva riaperto gli occhi proprio la notte di Natale.

 

Goku aiutò Sanzo a sedersi sul letto e si preoccupò di porgergli alcune pietanze.

-         Tieni qua! Prendi anche questo, e anche questi sono buonissimi!! Ah, e poi ci sarebbe…-

-         Ehi, ehi stupida scimmia lascia qualcosa anche a noi! Non crederai che Sanzo mangerà tutta quella roba?! –

-         Se è per fare un dispetto a te Gojyo potrei anche farlo! – asserì ridacchiando il monaco, anche se mangiare tutte quelle portate era davvero impensabile per uno come lui.

-         Sanzo è debole e ha bisogno di nutrirsi, così tornerà in forma!!

-         Vorrai dire, così potrà tornare a spararci! –

-         Togli quel “potrà” e sostituiscilo con un “può”!!

Senza alcun preavviso e sorprendendo tutti, Sanzo estrasse da sotto le lenzuola l’inseparabile harisen.

Con due colpi ben assestati stese il kappa, lasciando a bocca aperta Hakkai e Goku.

-         Accidenti…si vede che sono debole, di solito riesco a farti venire un bernoccolo molto più grande! –

-         Ma sei matto?!! Mi hai fatto un male cane?!! E tu saresti malato?!!!

Gojyo si era alzato ed era alquanto irritato per il trattamento subito, al contrario Goku esplose in una calda risata.

 

Fra battute e insulti i quattro pranzarono allegramente, quando arrivò il momento del dolce Goku però si volatilizzò nel nulla.

I tre amici lo videro ritornare tutto sorridente e con in mano una busta da cui estrasse quattro adorabili cappelli di Babbo Natale.

- Cosa questa roba?!!

- Non vedi? Sono cappelli e sono da mettere!!

Goku ne passò uno ad ognuno di loro, ma Gojyo e Sanzo non erano entusiasti dell’idea. Hakkai intenerito da quel gesto  lo indossò subito, anche se ammetteva che era un pochino imbarazzante.

-         Dai, ragazzi dovete indossarli tutti!! Li ho comperati apposta con i pochi soldi che avevo!!-

-         Io quella roba non la metto, scimmia!!!

-         Ma perché, cattivoo!!

-         Passo pure io! –

Anche Sanzo restituì il cappello a Goku come fece Gojyo. La delusione che si dipinse sul suo volto era straziante e comica allo stesso tempo.

-         Potreste anche indossarli, tanto chi vi vede?!

-         Non te la prendere Goku! Li indosseremo solo noi due! –

Goku non rispose, ma abbassò gli occhi scrutando il pavimento, sperava davvero che il suo gesto venisse apprezzato per quanto fosse infantile.

Al bonzo non sfuggì quell’amarezza che offuscava il volto sempre sorridente di Goku.

-         Perché è così importante per te, Goku?!

-         Eh?! Ecco…il fatto è che quest’anno siamo stati così impegnati a combattere che non abbiamo avuto il tempo di farci dei regali…così ho pensato che almeno questi…. –

Le mani di Goku stringevano i due cappellini che erano stati respinti, Gojyo fu il primo a sentirsi in colpa per averlo rifiutato.

-         Ehe…e va bene, tanto non ci vede nessuno… - Il kappa afferrò un cappello dalle mani di Goku e lo indossò.

-         Gojyo… -

-         No, no! Niente commenti per favore, almeno quelli risparmiameli!!! – ribatté imbarazzatissimo il giovane.

Ora rimaneva Sanzo, ma lo sguardo poco benevolo del biondino non lasciava speranze.

-         Ormai….manchi solo tu… -

-         Ti ho detto di no! E poi, non eri sempre tu quello che dice che a Natale non sono i regali che contano?!

Il ragazzo si fece assorto per un attimo, poi abbassò di nuovo il volto e arrossì leggermente.

-         …sì è vero! In effetti per me…il regalo più bello è quello di poter passare un altro giorno con voi… -

 

Tutti e tre gli amici rimasero sorpresi da quella frase, ma considerando che era stato Goku a pronunciarla non era poi così strana.

-         Aha, smettila stupida scimmia! Così ci fai arrossire!!!

Gojyo cominciò a punzecchiare la scimmietta e a fargli battutine a raffica prendendolo in giro, ma in realtà, come Hakkai e Sanzo era felice che Goku avesse detto una cosa simile su di loro.

 

Sanzo osservava la scena, vedeva quei tre scalmanati con quei ridicoli cappelli e per un attimo gli parve che il mondo si fosse fermato.

Ripensò a quel sogno, quel mondo che sarebbe potuto essere e si rese conto che quella felicità alla fine si sarebbe rivelata vuota e senza senso per un tipo come lui.

 

Guardando quella stupida scimmia si accorse anche che il regalo più bello che poteva aver ricevuto lo aveva sempre avuto accanto negli ultimi anni.

Non che qualcosa fosse cambiato in lui, ma ora nel suo cuore vi era una luce in più che avrebbe illuminato le sue notti di pioggia senza fine.

 

Sospirando si decise a mettere anche lui quel dannato cappello, fra le risate generali.

 

 

“ Hai ricevuto un dono davvero prezioso quest’anno per Natale Sanzo…non dimenticarlo mai! “

 

 

A Sanzo parve di udire una voce, si guardò attorno ma non vide nessuno. Una voce che non era una vera voce, ripensando a queste parole capì chi poteva aver parlato.

Guardò fuori dalla finestra e rimase a contemplare i fiocchi di neve che danzavano leggiadri nell’aria.

 

“ Grazie…padre… “

 

 

 

Nevicava forte quel giorno di Natale e mentre tutti erano intenti a scambiarsi doni e farsi felicitazioni, quattro amici bevevano sakè ridendo e prendendosi a pugni di tanto in tanto…

 

 

FINE

24/12/2006

 

 

 

 

Ciao a tutti!!! ^ O ^ Sono felice di poter pubblicare oggi che è la vigilia una fiction Natalizia, anche se ammetto che di Natalizio ha poco! ^ ^’ Non è un gran che ed è nata da un momento di follia, non credevo nemmeno io che ne avrei scritta una così! O_O’ E’ una di quelle storie che una volta iniziate devi finirle di scrivere subito e stranamente ce l’ho fatta, spero solo che non ne abbia risentito di qualità! U///U’  Se ci sono ancora errori di grammatica vi chiedo scusa, l’ho corretta più volte ma qualcosa mi sfugge sempre, sorry!!! ç . ç’

 

Sanzo rischia di essere OCC, è stato difficile descriverlo questa volta, spero non vi deluda troppo! Lui è uno che non si emoziona facilmente, ma ho pensato che magari di fronte all’uomo che lo cresciuto potesse sciogliersi un po’! ^///^’’

 

Nella speranza di avervi allietato la vigilia vi auguro Buon Natale felice anno nuovo a tutti voi!!! ^___________^

 

E ovviamente ancora un sentito GRAZIE a chi ha commentato la mia precedente fic Lost Children!! I vostri commenti sono stati il regalo più bello di tutti!!! ç//////////////////ç

 

AUGURI A TUTTI!!!

By Dragon gio!! ^_-

 

 

 

  
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