UN REGALO PER SANZO
Capitolo unico
“ Come sarebbe la mia vita se l’uomo che mi ha cresciuto, Komyo Sanzo, mio padre, non fosse morto? E’ da un po’ che me lo chiedo, forse da quando sono cominciate queste dannate feste Natalizie, tsk, che seccatura! “
“ Quei tre stupidi che viaggiano con me non fanno altro
che parlare di regali, feste e tutto il resto, non li sopporto! Lo sanno che
odio queste cose, eppure…eppure ora che sto morendo mi piacerebbe
bere sakè con loro la vigilia di Natale…e magari
comperare un regalo a quella stupida scimmia…”
“Tsk, che scemo! Parlare di
queste cose proprio non è da me…non è da Genjo Sanzo… “
Un tonfo secco e il suo corpo cadde
sulla neve gelida. In un attimo quel candore ghiacciato fu ricoperto di caldo
liquido cremisi. Genjo Sanzo
era lì steso a terra, circondato dai demoni con una pallottola che a quanto pare gli aveva sfiorato il cuore, ma non era da
solo.
Tre compagni lottavano come furie poco distanti da lì. Sentiva
solo rumori confusi e il suo corpo scosso da forti brividi. Non riusciva a muoversi anche se si imponeva di farlo.
- SANZO!!!
Sanzo ti prego non chiudere gli occhi!!! SANZOO!!! –
Eccola l’unica voce che sovrastava tutto e tutti, una vocina cristallina e squillante come non mai.
“ Goku…perché urli così? Guarda
che ti sento, e sono perfettamente sveglio!! “
-
SANZO!!
Rimani sveglio, stiamo arrivando!!! –
“ Che seccatura, sono sveglio ho gli occhi aperti, li vedi
o no stupida scimmia?! “
-
Non
mollare bonzo corrotto!! –
-
Sanzo, mi senti?!! –
“ Ma che hanno da urlare tutti così?!
Io…sto bene…non sto mica morendo! Non sto
morendo…vero…? “
All’improvviso una luce abbagliante avvolse ogni cosa, i
demoni, i suoi amici la neve, il sangue e poi avvertì
un insolita sensazione di calore avvolgerlo.
Piano piano riaprì gli occhi
d’ametista e li sbatté più volte prima di rendersi davvero conto di dove si trovasse.
Quella stanza, quelle mura, quel letto, possibile fossero
così simili al tempio di Kinazan dove aveva vissuto
per 13 anni?!
Si mise a sedere velocemente con il cuore in gola. Tutta
la stanza era avvolta da una luce calda e tenue, le tende
delle finestre erano scostate permettendo ai raggi solari di entrare.
-
Ma
cosa…?! – biascicò incredulo Sanzo mentre poggiava i
piedi nudi sul freddo pavimento di legno, gli era mancata quella sensazione
doveva ammetterlo.
Vagò barcollante per la stanza per qualche istante per poi
rendersi conto che non aveva addosso alcuna traccia di
ferite o bende anzi, perfino le cicatrici fattosi nel corso di quegli anni
erano magicamente sparite.
-
Non
è possibile… -
Ma ciò che lo riempì più di stupore
fu notare la totale assenza del chakra rosso sulla
sua fronte. Sanzo si guardava incredulo allo specchio
del bagno senza riuscire a spiccicare parola.
-
Ok…che storia è questa?! –
Spaventato e disorientato uscì
dalla stanza per trovarsi in quel lungo corridoio che conosceva come le sue
tasche, quante volte lo aveva percorso da piccolo.
Si incamminò deciso anche se aveva il
cuore palpitante. Superò il corridoio, girò a sinistra e poi giunse davanti a
quella stanza.
Gli tremavano leggermente le mani,
non sapeva nemmeno lui se per la paura o per l’emozione, se quello era un sogno
doveva esserne certo.
Aprì la porta e ciò che vide, o
meglio chi vide
per poco non lo fece svenire.
-
Buongiorno
Koryu! Sei mattiniero oggi! –
Era lì, lui era davvero lì, con il suo sorriso,
seduto composto al solito tavolino posto al centro della stanza. La lunga
treccia ondeggiò elegantemente mentre Komyo Sanzo si alzava andando
incontro a Koryu.
-
Che ti prende? Hai l’aria di aver visto un fantasma! –
-
Bé…in un certo senso è così… -
“ Ok,
sto decisamente sognando! Anche
se ragionandoci bene devo essere morto in quello scontro! Altrimenti perché
sarei qui con mio padre?! “
-
Oggi
abbiamo appuntamento con Gojyo e Hakkai,
dobbiamo festeggiare assieme! –
-
F…festeggiare?! –
-
Suvvia,
non fare finta di niente Koryu! Oggi è Natale, anche
tu potresti essere un po’ più buono! Anche se lo so che adori questa festa! –
-
Ma
che assurdità stai dicendo?!! Io…non capisco bene…dovrei essere all’inferno in questo momento!
Non mi pare che tu abbia fatto qualcosa di male per finire quaggiù con me! –
Komyo Sanzo
crucciò la fronte per un istante per poi esclamare candidamente – Koryu, hai alzato troppo il gomito ieri sera?! –
-
EH?!!
–
-
Te
lo dico sempre che non puoi ancora battermi nel bere! –
Sorrideva e tutto intorno a lui
pareva risplendere di una pallida ma confortante luce. Era identico a quando lo aveva visto l’ultima volta.
Il cuore di Sanzo
era stretto in una morsa di nostalgia, rancore, senso di colpa ma soprattutto di incertezza. Era morto? Era vivo? Stava sognando? Quello
che gli stava capitando era una punizione oppure un
meraviglioso dono prima di andare a marcire nel regno degli inferi per
tutta l’eternità?
Lui non lo sapeva, non lo sapeva ed aveva paura, una sensazione insolita ma che tante
volte si era fatta strada silenziosamente nel suo piccolo cuore di ghiaccio
caldo.
La testa gli doleva,
non riusciva a pensare più a nulla. Con un gesto di stizza si allontanò
da quella stanza, anzi era più corretto dire che fuggì
a gambe levate.
Corse fuori all’aria aperta, anche
il tempio era intatto come lo aveva lasciato, era come fare un viaggio nei
ricordi a ritroso nel tempo.
“ Cosa ci faccio qui?! Cosa mi succede?!! “
Le domande di Sanzo
non avevano risposte, lo sapeva bene, se lo sentiva. Si mise una mano sul
cuore, gli faceva male, sentiva un vuoto.
Improvvisamente si ricordò delle
parole di suo padre, dovevano incontrare Gojyo e Hakkai, chissà forse loro avrebbero
potuto spiegargli cosa diavolo stava succedendo.
Gli faceva uno strano effetto
camminare per strada vestito in borghese, ma ancora
più strano era farlo con accanto Komyo Sanzo.
Le persone li salutavano
cordialmente e tutti volevano parlare con Komyo, il
bonzo di alto livello in grado di purificare i demoni
impazziti.
Almeno qualcosa non era cambiato,
anche in questo strano mondo i demoni stavano perdendo la ragione, però lui non
era in viaggio, anzi non era nemmeno un “Sanzo”.
Si sentiva impotente, quasi
fragile all’idea di andare in giro senza un arma e
senza il sutra, eppure ricordava perfettamente a
memoria la formula per attivare il sutra del cielo
demoniaco.
Ma ora quel sutra
era custodito da Komyo, anzi si trovava sulle spalle
dove lo aveva sempre portato Sanzo.
-
Koryu, oggi pranzeremo tutti assieme, d’accordo?! –
-
Sì…va
bene padre… -
La voce di Sanzo
era tremula e rigida, non sapeva come doveva comportarsi in quella situazione,
ma allora perché si sentiva così felice?
-
Ah,
eccoli! Ehi, Hakkai-san,
siamo qui!! –
E infine eccoli
dinanzi a lui, Gojyo e Hakkai.
A parte i vestiti differenti, parevano essere quelli di sempre.
-
Buon
Natale a tutti e due! Salve venerabile Komyo Sanzo! Koryu,
è da tanto che non ci vediamo! – Hakkai fece un
cordiale inchino e strinse la mano a Koryu in modo alquanto formale.
-
Ehilà,
biondino suadente, come te la passi?! Ti sei trovato
finalmente una donna?! – Gojyo
invece batté amichevolmente una pacca sulla schiena di Koryu,
facendolo irritare tremendamente.
-
Non
toccarmi, pervertito di un kappa!!
Ora non mi chiami più bonzo corrotto?!! –
-
Eh?!
Ma che stai dicendo?! Non sei mica un Sanzo come il tuo venerabile padre!!
–
-
Tsk!! –
Dannazione sì che lo era invece!! Ma perché tutti e due facevano
finta di non ricordare?! Allora anche loro erano diversi come tutto il resto di
quel mondo alternativo in cui si era ritrovato.
-
Bè Gojyo, un giorno sarà Koryu
a succedermi nella carica di Sanzo! Ma temo che dovra’ aspettare
ancora un bel po’! Non ho intenzione di ritirarmi così giovane! –
-
COSAA?!!
Ma come si può diventare un monaco di così alto rango un senza Dio e un senza Buddha come questo qui?!! –
-
Taci,
scarafaggio rosso!!!! – Koryu
avrebbe tanto voluto tiragli l’harisen
sulla testa, ma si accorse con delusione di non avere più le ampie tasche della
veste sacerdotale dove nascondeva il magico strumento di “persuasione”. Così si
accontentò di tirargli un bel pugno sul muso.
-
AHIO!!
Ehi, vuoi la guerra?!! –
-
Ed eccoli che ricominciano! Aha, Koryu non cambi mai, vero?! – esclamò Komyo Sanzo sospirando divertito.
Che giornata insolita, a spasso con Gojyo, Hakkai e Komyo Sanzo, e per di più senza
che nessuno per strada lo fermasse per chiedergli di recitare qualche noioso
sermone.
Tutto sommato
quella situazione cominciava a piacergli, non essere un Sanzo aveva i suoi vantaggi.
Girarono per negozi, le strade
erano addobbate a festa e un enorme albero di pino adornato con delle candele
faceva bella mostra di sé nella piccola piazza.
Si respirava proprio lo spirito
Natalizio, strano perché Koryu non aveva mai sentito
una simile sensazione salirgli dal cuore.
Dopo tanto camminare si fermarono
a bere in un osteria dell’ottimo sakè
parlando del passato.
Fu così che Koryu
scoprì che aveva conosciuto Hakkai e Gojyo quando suo padre Komyo era
stato incaricato di scovare un pericoloso criminale di nome Cho
Gono.
Un leggero senso di amarezza lo pervase, dunque non era stato lui a fare
quelle cose. Improvvisamente Koryu capì in parte quell’assurda situazione.
Era come se qualcuno si stesse
divertendo a mostrargli come sarebbe stata la sua vita se Komyo
Sanzo non fosse morto. A quanto pare questo dettaglio
rilevante aveva scatenato una serie di altri eventi
insoliti, per esempio il fatto che lui non fosse ancora un Sanzo
o che avesse conosciuto Gojyo e Hakkai
in un modo diverso.
Ma mancava ancora qualcosa. Koryu posò il bicchiere appena svuotato dal buon sakè e si fece pensieroso.
Si concentrò cercando di capire
cosa gli mancava, c’era un particolare importante che gli sfuggiva
ma non riusciva a ricordare quale fosse.
Però ciò aveva davvero poca importanza
in quel preciso istante. Si sentiva felice come non mai, perfino sulle sue
labbra si formarono molti sorrisi quel giorno.
Sorrideva a suo padre in vita, a
quei due stupidi che per quanto fossero seccanti riusciva a parlargli senza
esplodere d’ira come gli succedeva sempre.
Anche il Natale non gli dava
fastidio come al solito, eppure era sempre stata una
festa vuota per lui, ma non oggi, non in quel luogo più simile ad un sogno.
Anche se i demoni erano impazziti a lui non importava, non era un Sanzo,
non doveva viaggiare verso Ovest per ordine di qualche Dio da strapazzo.
Non si sentiva triste nonostante
la pioggia fredda e battente che scendeva fuori da
quel locale.
Non fumava nemmeno, non ne sentiva
il bisogno, non aveva demoni da cui fuggire la notte, non
aveva paura di perdere le persone a lui care.
Sì, era davvero felice Genjo Sanzo, no, Koryu della corrente del fiume. Confuso da quelle piacevoli
sensazioni il giovane si ritrovò a pronunciare parole che non pensava mai sarebbero potuto uscire dalla sua bocca.
-
Vorrei
che tutto rimanesse così…non mi importa se questo è un
sogno o un incubo…io sono felice… -
Gli altri tre lo squadrarono strano scoppiando a ridere, oggi era davvero
strano il loro scontroso amico di scampagnate.
Era il tramonto quando Koryu e Komyo salutavano il mezzo
demone e Hakkai. Nonostante
l’ora tarda decisero lo stesso di camminare ancora un po’ per il villaggio, era
lo stesso Koryu ad averlo chiesto.
Sentirsi rilassato senza dover
pensare a nulla era davvero fantastico, ma ancora di più poter conversare con
suo padre.
Era come tornare indietro nel
tempo, gli dispensava saggi consigli e parlavano del più e del meno, proprio
come quando Sanzo era solo “Koryu”,
il bambino abbandonato sulle rive di un fiume.
Tutto era perfetto, forse anche
troppo, in un certo senso Koryu avvertiva un
controsenso, perfino nel suo comportamento, lui non era mai stato così e poi,
cosa era quel senso di vuoto che avvertiva al cuore?
La ragione gli fu chiara pochi
istanti dopo, quando alzando lo sguardo incrociò due gemme dorate.
Un ragazzo di circa 19 anni con i
vestiti strappati e lunghissimi capelli castani lo osservava dall’altra parte
della strada.
Sul suo viso vi era stampata una
tale faccia da stupido che avrebbe voluto prenderlo a pugni!
Un improvvisa
fitta alle
tempie lo fece vacillare, strinse gli occhi sentendo tutto girare intorno a
lui.
-
KORYU!
Ti senti male?!! – Komyo lo
sorresse prima che finesse a terra come un sacco di
patate.
-
Sì…sto
bene padre! Scusa un attimo…-
-
Dove
vai?! –
-
Torno subito…devo solo… -
“ Devo solo….cosa…? Che mi
prende…? Io….io… “
Quel ragazzo gli
sorrise dolcemente, perché? Si conoscevano? Con passi incerti giunse di
fronte a lui.
-
Ehi…tu…mi
hai chiamato per caso?! –
-
Eh?!
Di cosa parli? Io non ho chiamato nessuno! –
“ Chiamato?!! Davvero l’ho sentito
chiamarmi? Forse…quel vuoto…era una voce? Era quella la voce che ho sentito?!! “
La testa di Koryu
doleva sempre di più confondendolo e appannandogli la vista, ma non abbastanza per scorgere lo sguardo di terrore che si dipinse sul volto
di quel giovane dagli occhi dorati.
-
ATTENTO!!!
–
In un attimo Koryu
fu spinto a terra, udì nell’aria il rumore di uno sparo e poi vide cadere
all’indietro quel ragazzo.
I capelli castani si sparpagliarono sull’asfalto ancora umido, un fiotto di sangue gli
uscì dalla bocca.
Koryu sgranò gli
occhi, si rimise in piedi soccorrendo quel giovane. Perché pochi istanti
prima aveva avvertito come il rumore di un cristallo
che si infrangeva dentro di lui?!
-
Ehi…ragazzino…apri
gli occhi… -
Alzò di poco il
corpo del giovane, un buco all’altezza del cuore sanguinava copiosamente. Era stato un
demone, forse voleva mirare a lui, sì perché lui era pur sempre il figlio di Komyo Sanzo lo sterminatore di
demoni.
-
Tsk!! Alla fine…non si sfugge al proprio destino…qualcuno
deve fare questo sporco lavoro…! -
Un forte colpo di tosse scosse
ulteriormente quel corpicino già debilitato dalla
fame, bastava guardarlo per rendersene conto.
Era leggero e molto magro, non
indossava nemmeno delle scarpe. Capì subito che non ce l’avrebbe
fatta, anche se Komyo era andato a chiamare aiuto.
Improvvisamente era come se le
strade si fossero svuotate, c’erano solo lui e quel
giovane.
Gli alzò piano la testa, sperava
di farlo sentire un po’ meglio, ma non ottenne grandi risultati.
“ Cosa succede…perché
mi sento così male…?! Cosa è…questa sensazione?!! Come
se avessi dimenticato qualcosa….qualcosa di
importante…cosa mi manca in questa vita perfetta?!!“
La mente di Koryu
gridava confusa, non capiva più nulla, molte immagini si sovrapponevano.
Frammenti di vita passata, della vecchia vita. La morte del suo maestro, la fuga dal tempio, l’incontro con i Sambutsushin e poi quella grotta. La stessa in cui
tutto aveva inizio davvero, dove la sua vita era realmente cambiata.
Koryu spalancò gli occhi che aveva
tenuto chiusi fino ad un istante prima. Le pupille
vitree, la bocca tremava mentre stava per pronunciare
quel nome.
-
G…Goku… -
Lo disse piano, con un tono dolce
non molto consono al suo carattere, ma era stato davvero lui da
quando si era risvegliato in questa specie di favola?
-
Goku…Goku… -
Il tono di voce cambiava poco a
poco, l’insicurezza spariva e tutto ciò che era stato quel giorno in quel mondo così strano e felice svaniva dal suo cuore.
-
Goku…GOKU!! Svegliati stupida scimmia!!!! – gridò infine con tutto il fiato che aveva in gola.
Il demone socchiuse gli occhi,
nonostante il dolore che traspariva dal suo volto riuscì a sorridergli.
-
Goku…? E’…davvero un bel nome…. –
-
E’
il tuo nome, stupido!! –
-
Davvero…?!
Che bello…speravo tanto che qualcuno mi desse un nome
prima che io morissi… -
-
Ma
che stronzate dici?!! Tu non
morirai qui! E poi hai sempre avuto un nome e non sono
stato io a dartelo! Quando ti ho incontrato quel
giorno…tu ti ricordavi solo una cosa, il tuo nome! E’ una cosa preziosa non
puoi essertene scordato!! –
Goku rise per quel che poteva, quel
giovane con i capelli color oro era davvero strano. Con notevole fatica sollevò
una mano e la posò sulla guancia di Koryu.
-
Ma che strano….ho la sensazione…che noi due… saremmo
stati…buoni amici…se solo…ci fossimo incontrati in circostanze diverse… -
La mano scivolò lentamente dal volto di Koryu, il battito cardiaco si faceva sempre più
debole.
-
Goku…no… -
-
Dimmi….il
tuo nome… -
-
Lo
sai bene…stupida scimmia!! –
-
Non
importa se….non vuoi dirmelo…tu per me…sarai il sole….sarà così che ti…ricorderò…-
Gli occhi ambrati si stavano
chiudendo e Koryu capì che era la fine. Si morse il
labbro con rabbia.
-
Sanzo…io mi chiamo Genjo Sanzo…e vedi di non scordarlo stupida scimmia… -
-
Ehe…non lo farò…grazie di….aver sentito…la mia voce…Sanzo…
-
Con quell’ultimo
anelito di vita Goku gli sorrise
per l’ultima volta, anche se era anomalo definirlo così visto che era stato un
incontro breve.
-
Che stupido….che cosa ci faccio qui?! Sono
così…stupido…che senso ha una vita simile?!–
Rideva nervosamente, tremava, non
lo sapeva nemmeno lui. Stringeva quel piccolo corpo a sé cercando un senso a tutto ciò.
-
Koryu…quel ragazzo…è morto? – domandò Komyo
Sanzo che pareva essere comparso dal nulla.
-
No
padre…io non mi chiamo più Koryu…io
ora sono Genjo Sanzo!
– affermò alzandosi in piedi con in braccio il corpo
senza vita di Goku.
-
E questa…non è la mia vita… -
Ora si leggeva una luce diversa
negli occhi di Sanzo, un particolare che non sfuggì
al suo interlocutore.
-
Ma sarebbe potuto esserla... –
Sanzo sussultò, era vero, quella sarebbe potuta essere la sua vita se quel giorno Komyo non fosse morto.
Ma anche in quel caso avrebbe
sofferto, il peso del nome “Sanzo” lo avrebbe
perseguitato comunque e cosa più importante, una
stupida scimmia ci avrebbe rimesso la pelle inutilmente.
-
Questo…era
solo uno dei tuoi probabili futuri…Koryu, no scusa…Genjo Sanzo… -
-
Ma
tu…chi sei…? Perché mi hai mostrato tutto questo?! –
-
Chi
sia io veramente non ha importanza! Rispondi solo a questa
domanda: vuoi tornare indietro? Vuoi tornare alla tua vita di sempre? –
Sanzo non distolse lo sguardo, non fece
una piega, conosceva già la risposta.
-
Sì…perché
questa non è la realtà! - disse pacatamente guardando il volto di Goku che pareva dormire sereno. Nessun dubbio, nessuna incertezza.
-
Ho
capito! Sai Genjo Sanzo,
spero che tu ti ricorderai di questa tua vita alternativa quando
sarai triste… -
-
Mh! Se non fosse stato per questa stupida
scimmia sarebbe stato tutto perfetto! –esclamò Sanzo divertito,
ma subito dopo il suo volto mutò divenendo serio e accigliato.
-
Troppo
perfetto…io non sono fatto per vivere una vita così mielosa! Questo…non sono io…io non sono così debole! –
A quelle parole Komyo sorrise di rimando, ora riconosceva il suo discepolo.
-
Come
puoi vedere…nonostante le apparenze, la tua vita
sarebbe potuta essere molto più triste di adesso! Senza quel ragazzo al tuo
fianco…senza un amicizia forgiata nel dolore e nel
sangue che ti lega a Gojyo e Hakkai…-
-
Dolore
e sangue? Sì…è vero…noi quattro in fondo non siamo altro che un catorcio
assemblato con pezzi raccolti a caso…siamo dei rifiuti… - concluse amaramente
il bonzo sbattendo le ciglia perfette e sfoggiando la sua consueta aria
arrogante.
-
Eppure
sei fiero di ciò…perché anche un rifiuto come dici tu…può illuminare le persone
come un sole…può donare la felicità a qualcuno… -
Sanzo non comprese bene le ultime
parole di quello che in apparenza era il suo maestro.
-
Bene!
Sei pronto a tornare indietro?! –
-
Certo!
In realtà avrei dovuto svegliarmi molto prima…ma
questo posto assurdo mi ha intorpidito i sensi! –
-
Bé, non è facile resistere a così tanta gioia, non ti pare? –
-
Ma per favore! Io non sono un tipo così sentimentale in fondo!
Preferisco di gran lunga tornare ad ammazzare i demoni
ed essere di cattivo umore nei giorni di pioggia! E
poi, la soddisfazione di puntare la pistola alla tempia di quel pervertito di
un kappa mi manca troppo! –
-
D’accordo…allora
lascio tutto nelle tue mani…Genjo Sanzo
Hoshi… -
A Sanzo
si bloccò il respiro in gola dopo quella frase. Quelle parole, erano proprio le
stesse che gli disse il suo maestro poco prima di
morire.
Improvvisamente capì, capì chi aveva dinanzi, ma perché era così tardo quel
giorno?
-
No!!
Aspetta….aspetta….MAESTROO!!! –
Di nuovo quella luce bianca lo avvolse, sentiva il suo corpo
farsi pesante e poco alla volta perse i sensi senza accorgersene.
Quando riaprì gli occhi si ritrovò nella
stanza d’albergo in cui aveva dormito la notte prima che quel fottuto demone gli sparasse alle spalle.
Ora ricordava tutto nitidamente, era
stato tutto un sogno, un sogno bellissimo e crudele.
Si mise a sedere facendo
attenzione a non muovere troppo la spalla sinistra, avvertiva le fasciature
strette e sentiva la ferita appena sopra al cuore pulsare velocemente.
-
AH!
Cavolo…sono decisamente tornato alla realtà! –
sentenziò trattenendo un grido di dolore per il movimento appena fatto.
Sospirò profondamente, si sentiva la gola secca, avrebbe bevuto volentieri una birra. Peccato che non ci
fosse nessuno nella stanza ad assisterlo, così avrebbe dovuto pensarci da solo.
Con notevole fatica mise un piede giù dal letto, ma ciò
che avvertì non fu il pavimento ma qualcosa di più morbido.
Per lo spavento ritrasse immediatamente il piede, non si
ricordava che ci fosse un tappeto vicino al suo letto.
-
Cosa…?! –
Non era un tappeto, ma solo una stupida scimmietta rannicchiata sul pavimento avvolta da una
coperta spessa e scura.
Sanzo non poté fare a meno di
ridacchiare, chissà che mal di schiena l’indomani!
Facendo piano a non pestarlo scese dal letto e ciondolando
si diresse in bagno. Non c’erano bicchieri così bevette
direttamente dal rubinetto.
Si riempì la bocca avidamente di quell’acqua
gelida, ma che a Sanzo parve l’acqua della vita, la
reale testimonianza che quel sogno assurdo fosse terminato.
Guardandosi allo specchio notò subito il
pallore più intenso del solito, evidentemente aveva perso davvero molto
sangue quella volta.
Inoltre non indossava i suoi vestiti, ma solo un ampia maglia bianca e dei pantaloni di felpa molto comodi.
-
Tsk! –
Decise di tornarsene a letto visto i giramenti di testa
che continuavano a dargli il tormento dal momento in cui si era rimesso in
piedi.
Si sedette stancamente sul letto dando le spalle al
piccolo demone che russava beatamente per terra.
Le tende della finestra erano socchiuse e Sanzo scostandole appena si accorse che stava nevicando.
Voltando lo sguardo notò la sveglia sul
comodino, segnava le 24,30 esatte.
“ Se non ho dormito troppo oggi
dovrebbe essere il 25 Dicembre… “
Perso nei suoi pensieri non si accorse della testolina
castana che riemerse dal freddo pavimento borbottando qualcosa di incomprensibile.
-
S…Sanzo!!! –
Il biondo si girò di scatto per lo
spavento, quella voce squillante era capace di farlo sobbalzare in ogni
momento.
-
Che
c’è?! Perché fai quella faccia da stralunato?! –
-
E
me lo chiedi anche?!! Hai rischiato di morire!!! –
-
Sul
serio?! Non me ne sono reso conto… -
Goku rimase immobile ad osservarlo,
era felice che si fosse risvegliato, così tanto che
non riusciva a trattenere le lacrime.
-
Scemo….e
io che mi sono preoccupato così… -
Alcune gocce argentee caddero sulle sue guance bronzee.
-
Non
starai mica piangendo, stupida scimmia?! –
-
A
te non deve importare, capito?!! – ribatté
imbronciato Goku, era davvero buffissimo con
quello sguardo arrabbiato.
Sanzo non controbatté, non ne aveva la forze e poi sinceramente dopo quel sogno non
voleva litigare con Goku.
-
Va
bene, lasciamo perdere…senti un po’, è possibile avere
qualcosa da mangiare? –
-
Eh?!
Sì certo…vado a vedere se c’è ancora qualche negozio aperto! –
Goku si asciugò quelle piccole
lacrime, ora doveva pensare a Sanzo, non c’era tempo
per piagnucolare.
-
Non
credo che ne troverai la notte di Natale! –
-
Come?!
Ma è già… -
Il demonietto
schiuse le labbra sottile rimanendo in attesa di una
risposta da parte del monaco.
-
Sì,
ormai è mezzanotte passata… -
Goku non disse niente ma sorrise, un
sorriso felice e gioioso. Sanzo si limitò a guardarlo
in silenzio, nella sua mente rivide quel Goku morente
e un leggero brivido gli pervase il corpo.
-
Sanzo, guarda!! –
Goku era alla finestra e indicava un
punto preciso nel cielo. Sanzo non capì cosa aveva
visto e perché fosse così emozionato.
Un attimo dopo comprese, quando
vide una luce accecante e udì un grande boato.
-
Non
sapevo che facevano i fuochi d’artificio stanotte!!! –
Il giovane era letteralmente
appiccicato a quella finestra, ma il calore provocato dal riscaldamento della
stanza faceva appannare i vetri impedendo ad entrambi di vedere lo spettacolo.
Goku cercava di pulire con la mano il
vetro, ma dato il grande gelo di quella notte si
appannavano nuovamente.
Sanzo rimase a guardare qualche istante
Goku che litigava con il vetro per poi sospirare.
-
Basta
che apri la finestra, stupida scimmia!! – esclamò
stizzito il monaco spostando Goku.
Non appena aprì la finestra un ondata gelida invase la stanza, sia Goku
che Sanzo rabbrividirono.
Nevicava forte e alcuni fiocchi
entravano dalla finestra, Goku li osservò estasiato
per poi afferrarne qualcuno.
Sanzo invece inspirò a
fondo l’aria fredda, così pura e limpida proprio come gli occhi dorati
di quel ragazzino che giocava con i fiocchi di neve.
E pensare che avrebbe potuto avere
una vita normale, quasi perfetta se non fosse che non ci sarebbe stato Goku.
Quella stupida e
petulante scimmietta che aveva liberato da quella
grotta anni fa.
Ancora adesso poteva avvertire il senso di vuoto e incompletezza che aveva
provato in quel sogno quando non riusciva a capire
cosa gli mancasse.
Possibile che la sua vita fosse
così legata a quella di Goku? Come gli aveva detto
uno dei Sambutsushin era davvero ironico il fatto che
loro due assieme rappresentassero il divino e il demoniaco, strano e
pericoloso.
Ma la cosa più importante era che
lui aveva sentito la “voce” di Goku. Quella voce era riuscito a sentirla perfino in quel futuro alternativo e in
qualche modo lo aveva liberato anche lì. Liberato da una vita di stenti e
solitudine, ma così facendo Sanzo sarebbe rimasto
solo, nuovamente il suo cuore sarebbe stato vuoto.
Per sua fortuna la realtà era ben
diversa, Goku era vivo e riempiva quel senso di incompletezza, anche se lui ovviamente non lo avrebbe
ammesso mai.
Questi pensieri erano troppo
intimi e fragili perché Sanzo potesse condividerli
con qualcuno.
Goku guardava il cielo estasiato, i
fuochi d’artificio erano stupendi e coloratissimi, riuscivano perfino a
colorare il mondo in bianco e nero di Sanzo.
Facendo piano, il monaco si
avvicinò a Goku cingendogli le spalle con un braccio e
sussurrò a fior di labbra:
-
Buon
Natale… -
Goku si sentì quasi mancare dallo
stupore di quel gesto, il calore che il corpo di Sanzo
gli offriva erano qualcosa di unico e magnifico.
Senza riuscire a rispondere si
limitò a farsi più vicino al suo mastro e poggiò la testa al suo petto
chiudendo gli occhi ambrati.
Timidamente alzò un braccio esile
e con esso circondò la vita di Sanzo.
In realtà si aspettava di venire rimproverato, ma quando
alzò il volto ciò che vide fu unicamente il raro sorriso di Sanzo.
Gli occhi di Goku
si allargarono, vedeva solo il profilo di Sanzo eppure
lui senza distogliere l’attenzione dal cielo innevato e dai fuochi d’artificio sorrideva.
Rimasero così per lunghi minuti,
senza aprire bocca ma in fondo non c’era bisogno.
L’incanto però finì e Sanzo si scollò di dosso la scimmietta
con la consueta grazia.
-
Adesso
basta smancerie, chiudi questa finestra prima che ci prendiamo
una broncopolmonite!! –
-
Eh?!
–
-
Avanti,
muoviti! –
Ed eccolo il Sanzo
di sempre. In fondo Goku era rincuorato dal suo
comportamento, se avesse continuato a comportarsi così gli avrebbe chiesto se avesse battuto la testa.
-
Sanzo, vuoi mangiare qualcosa? Posso sempre svegliare Hakkai! –
-
No…sono
molto stanco, preferisco dormire… -
Il bonzo si coricò,
improvvisamente si era sentito fiacco e gli occhi gli
si chiudevano.
-
Sanzo….stai bene…? – Goku gli si
avvicinò preoccupato.
-
Sì…ho perso molto sangue…mi sento un po’ debole…. – La sua voce
era fievole e il respiro si faceva rilassato. Neanche si rese conto di essersi
assopito.
Goku gli sistemò le coperte
mentre sorrideva dolcemente come un ebete, o almeno questo gli avrebbe
detto Sanzo se fosse stato ancora sveglio.
Era strano vedere Sanzo debole o ferito, dava l’impressione di avere bisogno
di protezione. Il giovane gli carezzò piano la chioma bionda bisbigliandogli “buonanotte”.
Anche se gli dispiaceva lasciarlo solo
se non la sentiva di dormire ancora per terra, aveva la schiena a pezzi dopo
neanche tre ore di sonno!
Facendosi coraggio raccolse il cuscino e la
coperta abbandonati sul pavimento e uscì dalla stanza, anche se era certo che non
sarebbe riuscito a chiudere occhio ugualmente dopo tutte quelle emozioni.
Sanzo sentiva il corpo leggero, non
avvertiva alcun dolore, era come se si trovasse sospeso a mezz’aria.
Un tiepido calore lo avvolgeva, lo
avvertiva chiaramente, provava molta quiete e pace. Tentò di muoversi
ma i muscoli del corpo non rispondevano, neanche gli occhi si
riaprivano. Per quante volte tentò di svegliarsi non
vi riuscì, eppure sentiva attorno a sé delle presenze, delle voci.
Udiva rumori distinti, ne era certo. Poco a poco riemerse da quello stato di sonno
profondo e mentre lo faceva percepiva nuovamente il suo corpo.
Le ciglia si mossero lentamente e
due iridi violacee misero a fuoco la stanza illuminata dalla luce del giorno.
Il primo gesto che gli fu
possibile fare fu quello di muovere la testa, i ciuffi biondi si mossero
spargendosi sul cuscino.
Aveva leggermente caldo, forse era
anche sudato ma non ne era certo, non sentiva ancora
molta sensibilità nel resto del corpo.
Schiuse le labbra secche senza
riuscire a emettere alcun suono, si sentiva svuotato
di ogni forza.
-
Sanzo… -
Tutto un tratto Sanzo si ritrovò il volto di Hakkai
che lo scrutava con la solita espressione apprensiva.
-
Come
ti senti? –
Ora la voce di Hakkai
non sembrava lontana mille miglia, riusciva a sentire
tutto alla perfezione.
Il monaco sorrise beffardo, non riusciva
a parlare ma i suoi sguardi lo facevano già.
-
Hai
avuto la febbre alta stanotte, per questo ti senti così debole… -
Una pezza imbevuta d’acqua fresca venne adagiata con cura sulla sua fronte da Hakkai. Sanzo sospirò
profondamente richiudendo gli occhi ancora leggermente stanchi.
-
Riposati
pure, tanto è ancora presto…abbiamo tempo prima che
sia l’ora di pranzo! –
L’ora di pranzo? Ah, già, oggi era
Natale. Sicuramente quei tre scemotti lo volevano
festeggiare come avevano fatto già l’anno precedente.
Peccato che le sue condizioni
pessime non gli permettevano nemmeno di replicare.
Le ore passarono lente e Sanzo le percepì tutte sulla sua pelle, ma la cosa non gli
dette fastidio. Era in una fase di sonno leggero quindi riusciva a sentire
tutto quello che accadeva attorno a lui.
Udì chiaramente quei due casinisti
di Goku e Gojyo che traficcavano con i mobili mentre Hakkai li sgridava per il troppo rumore.
Sanzo voleva sapere cosa combinassero ma ancora non se la sentiva di svegliarsi, il
sonno lo faceva ancora da padrone.
Quando fu l’una passata, una mano
gentile lo scosse leggermente. Sanzo mugolò riaprendo
a fatica gli occhi di ametista.
-
Svegliati
Sanzo, è ora di mangiare!! –
esclamò Goku tutto raggiante.
-
Tsk…stupida scimmia! Per una volta che dormivo così bene…. –
Il risveglio non era stato dei più
dolci, ma se si lamentava così voleva dire che stava
già meglio.
-
Guarda
qua, ha cucinato tutto Hakkai!!
–
Goku mostrò a Sanzo
tutti i manicaretti apparecchiati su un tavolino malconcio che si reggeva in
piedi per miracolo.
-
Ben
svegliato bonzo corrotto! Accidenti, come al solito
Babbo Natale non mi porta mai il regalo che vorrei davvero! –
Gojyo stava recuperando alcune sedie e
le stava sistemando con cura attorno al letto di Sanzo.
-
E sarebbe, Gojyo? –
-
Una
pupa tutte curve che sia disposta a passare il Natale
con me!! Invece come al solito devo passare questa
festività con tre uomini, non è giusto!! –
-
Piantala pervertito di un kappa o te le
suono!! –
-
Devi
solo provarci, microbo!! –
-
Ma quanto baccano che fate…. – borbottò Sanzo
massaggiandosi le tempie esasperato, forse era meglio
rimanere in quel bel sogno fatto la notte prima.
-
Sanzo, te la senti di mangiare qualcosa? –
-
Tsk! Faresti prima a dire “Sanzo
cosa mangi?” –
La punta di arroganza
con cui Sanzo rispose ad Hakkai
fece tirare un sospiro di sollievo ai presenti. Il giovane monaco non se ne era reso conto, ma questa volta aveva davvero sfiorato la
morte.
Quando Hakkai
aveva richiuso la ferita lo avevano subito portato da
un medico, ma egli aveva asserito che era caduto in uno stato di coma e non
sapeva se si sarebbe mai risvegliato.
Ma come ripeteva Gojyo da qualche giorno “i miracoli esistono”, e per loro
fortuna o sfortuna a seconda dei punti di vista, Sanzo si era salvato e aveva riaperto gli occhi proprio la
notte di Natale.
Goku aiutò Sanzo
a sedersi sul letto e si preoccupò di porgergli alcune pietanze.
-
Tieni
qua! Prendi anche questo, e anche questi sono buonissimi!!
Ah, e poi ci sarebbe…-
-
Ehi,
ehi stupida scimmia lascia qualcosa anche a noi! Non
crederai che Sanzo mangerà
tutta quella roba?! –
-
Se
è per fare un dispetto a te Gojyo
potrei anche farlo! – asserì ridacchiando il monaco, anche se mangiare tutte
quelle portate era davvero impensabile per uno come
lui.
-
Sanzo è debole e ha bisogno di nutrirsi, così tornerà in forma!! –
-
Vorrai dire, così potrà tornare a spararci! –
-
Togli
quel “potrà” e sostituiscilo con un “può”!! –
Senza alcun preavviso e
sorprendendo tutti, Sanzo estrasse da sotto le lenzuola l’inseparabile harisen.
Con due colpi
ben assestati stese il kappa, lasciando a bocca
aperta Hakkai e Goku.
-
Accidenti…si
vede che sono debole, di solito riesco a farti venire un bernoccolo molto più grande! –
-
Ma
sei matto?!! Mi hai fatto un male cane?!! E tu saresti malato?!!! –
Gojyo si era alzato ed era alquanto
irritato per il trattamento subito, al contrario Goku
esplose in una calda risata.
Fra battute e insulti i quattro
pranzarono allegramente, quando arrivò il momento del dolce Goku però si volatilizzò nel
nulla.
I tre amici lo videro ritornare
tutto sorridente e con in mano una busta da cui
estrasse quattro adorabili cappelli di Babbo Natale.
- Cosa questa roba?!! –
- Non vedi? Sono cappelli e sono
da mettere!! –
Goku ne passò uno ad ognuno di loro,
ma Gojyo e Sanzo non erano
entusiasti dell’idea. Hakkai intenerito da quel gesto lo indossò subito,
anche se ammetteva che era un pochino imbarazzante.
-
Dai,
ragazzi dovete indossarli tutti!! Li ho comperati apposta con i pochi soldi che avevo!!-
-
Io
quella roba non la metto, scimmia!!! –
-
Ma
perché, cattivoo!! –
-
Passo
pure io! –
Anche Sanzo
restituì il cappello a Goku come fece Gojyo. La delusione che si dipinse sul suo volto era straziante
e comica allo stesso tempo.
-
Potreste
anche indossarli, tanto chi vi vede?! –
-
Non
te la prendere Goku! Li indosseremo solo noi due! –
Goku non rispose, ma abbassò gli occhi
scrutando il pavimento, sperava davvero che il suo gesto venisse
apprezzato per quanto fosse infantile.
Al bonzo non sfuggì quell’amarezza che offuscava il volto sempre sorridente di Goku.
-
Perché
è così importante per te, Goku?!
–
-
Eh?!
Ecco…il fatto è che quest’anno siamo stati così
impegnati a combattere che non abbiamo avuto il tempo di farci dei regali…così
ho pensato che almeno questi…. –
Le mani di Goku
stringevano i due cappellini che erano stati respinti, Gojyo
fu il primo a sentirsi in colpa per averlo rifiutato.
-
Ehe…e va bene, tanto non ci vede nessuno… - Il kappa
afferrò un cappello dalle mani di Goku
e lo indossò.
-
Gojyo… -
-
No,
no! Niente commenti per favore, almeno quelli risparmiameli!!!
– ribatté imbarazzatissimo il giovane.
Ora rimaneva Sanzo,
ma lo sguardo poco benevolo del biondino non lasciava speranze.
-
Ormai….manchi solo tu… -
-
Ti
ho detto di no! E poi, non eri sempre tu quello che dice
che a Natale non sono i regali che contano?! –
Il ragazzo si fece assorto per un
attimo, poi abbassò di nuovo il volto e arrossì leggermente.
-
Bé…sì è vero! In effetti per me…il regalo più
bello è quello di poter passare un altro giorno con voi… -
Tutti e tre gli amici rimasero
sorpresi da quella frase, ma considerando che era stato
Goku a pronunciarla non era poi così strana.
-
Aha, smettila stupida scimmia! Così ci fai arrossire!!!
–
Gojyo cominciò a punzecchiare la scimmietta e a fargli battutine a raffica prendendolo in
giro, ma in realtà, come Hakkai e Sanzo
era felice che Goku avesse detto una cosa simile su
di loro.
Sanzo osservava la scena, vedeva quei
tre scalmanati con quei ridicoli cappelli e per un
attimo gli parve che il mondo si fosse fermato.
Ripensò a quel sogno, quel mondo
che sarebbe potuto essere e si rese conto che quella
felicità alla fine si sarebbe rivelata vuota e senza senso per un tipo come
lui.
Guardando quella stupida scimmia
si accorse anche che il regalo più bello che poteva aver ricevuto lo aveva
sempre avuto accanto negli ultimi anni.
Non che qualcosa fosse cambiato in lui, ma ora nel suo cuore vi era una luce
in più che avrebbe illuminato le sue notti di pioggia senza fine.
Sospirando si decise a mettere anche
lui quel dannato cappello, fra le risate generali.
“ Hai ricevuto un dono davvero
prezioso quest’anno per Natale Sanzo…non
dimenticarlo mai! “
A Sanzo
parve di udire una voce, si guardò attorno ma non vide
nessuno. Una voce che non era una vera voce,
ripensando a queste parole capì chi poteva aver parlato.
Guardò fuori
dalla finestra e rimase a contemplare i fiocchi di neve che danzavano
leggiadri nell’aria.
“ Grazie…padre… “
Nevicava forte quel giorno di
Natale e mentre tutti erano intenti a scambiarsi doni e farsi felicitazioni,
quattro amici bevevano sakè
ridendo e prendendosi a pugni di tanto in tanto…
FINE
24/12/2006
Ciao a tutti!!!
^ O ^ Sono felice di poter pubblicare oggi che è la vigilia una fiction
Natalizia, anche se ammetto che di Natalizio ha poco! ^ ^’ Non è un gran che ed
è nata da un momento di follia, non credevo nemmeno io che ne
avrei scritta una così! O_O’ E’ una di quelle storie che una volta
iniziate devi finirle di scrivere subito e stranamente ce l’ho
fatta, spero solo che non ne abbia risentito di qualità! U///U’ Se ci sono ancora errori di grammatica
vi chiedo scusa, l’ho corretta più volte ma qualcosa mi sfugge sempre, sorry!!! ç . ç’’
Sanzo rischia di essere
OCC, è stato difficile descriverlo questa volta, spero non vi deluda troppo! Lui
è uno che non si emoziona facilmente, ma ho pensato che magari di fronte all’uomo
che lo cresciuto potesse sciogliersi un po’! ^///^’’
Nella speranza di avervi allietato
la vigilia vi auguro Buon Natale felice anno nuovo a tutti voi!!! ^___________^
E ovviamente ancora un sentito
GRAZIE a chi ha commentato la mia precedente fic Lost Children!!
I vostri commenti sono stati il regalo più bello di tutti!!!
ç//////////////////ç
AUGURI A TUTTI!!!
By Dragon gio!! ^_-