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Autore: Eider    06/06/2012    1 recensioni
David ed Emma, la storia del legame di due fratelli.
Missing Moments di "Give me love.", precedenti alla storia. Una breve raccolta dei momenti più significativi per i due fratelli.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sarò sempre al tuo fianco.

 
David ricordava ancora quando venticinque anni prima, accompagnato dal padre era entrato nella camera della madre in ospedale, si era seduto sul letto di fianco la donna che gli aveva messo tra le braccia quel bambolotto -come pensava il piccolo- che subito aveva iniziato a muoversi, il padre dolcemente gli aveva spiegato che quella era un bambina, non un bambolotto. Allora David aveva pensato, tenendola tra le sue piccole braccia "Ho una sorellina!".
La bambina, Emma, era cresciuta ormai e lui da bravo fratello maggiore aveva sempre cercato di proteggerla da qualunque cosa, soprattutto dai maschietti. Una volta quando era venuta a trovarli la zia, gli aveva detto che i fratelli più grandi avevano il dovere di proteggere le loro sorelline e così lui aveva sempre fatto.
 
Nel parchetto dietro casa, Emma stava rincorrendo un bambino dispettoso che le aveva rovinato le sue treccine, appena fatte dalla madre, la piccola aveva paura che lei la sgridasse perciò aveva pregato il bambino di aiutarla a rifarle, ma lui invece aveva iniziato a correre divertito.
Emma era tornata dal fratello con le lacrime agli occhi, lo aveva pregato di rifargli le treccine castane così da non fare arrabbiare la madre.
Erano tornati a casa con la mano stretta l'uno in quella dell'altra, entrambi contenti perché una aveva riavuto le sue treccine e l'altro perché si era preso cura della sorella.
 
A sette anni, quando la piccola Morris aveva scoperto che i maschietti avevano qualcosa di strano e diverso da lei, sotto le mutande, era corsa dal fratello e con le gote arrossate gli aveva chiesto se quella cosa che avevano là sotto le avrebbe fatto del male. Il povero Dave di soli dieci anni era rimasto impalato davanti la sorellina terrorizzata, non aveva saputo cosa dire, era poi andato dal padre chiedendogli aiuto, facendo però impallidire anche il lui.
Beata innocenza.
Il Signor Morris le aveva quindi raccontato di stare alla larga da quella cosa, perciò per molti anni la piccola aveva evitato come la peste, se non peggio, ciò che si nascondeva al di sotto dei pantaloni dei maschietti. Durante le vacanze al mare era scoppiata a piangere quando aveva visto tutti quei maschietti con solo il costume indosso, per un po' di tempo non era riuscita ad andare al mare, ma con il tempo aveva scoperto l'invenzione del padre.
Non c'era niente da temere sotto i loro pantaloni, beh dipendeva dai punti di vista.
 
La mattina del suo dodicesimo compleanno, la giovane Morris aveva scoperto i suoi primi peli sotto le ascelle, e aveva deciso dopo una aver visto una serie di film in cui le ragazze si facevano la ceretta, di prendere le strisce depilatorie della madre. Non l'avesse mai fatto.
La cera le era rimasta incollata all'ascella, Emma aveva provato in ogni modo a farla sparire, ma quella non voleva andarsene.
Un'ora dopo Dave, spaventato dalla scomparsa della sorella nel bagno, aveva spalancato la porta trovandosi davanti un Emma con le lacrime agli occhi e le braccia alzate, che sfregava l'asciugamano con irruenza sotto la sua ascella destra. Dave non era riuscito a trattenersi e alla vista della sorella in quelle condizioni era scoppiato a ridere, finendo piegato su se stesso.
Emma si era limitato ad insultarlo e l'aveva obbligato ad aiutarla. Dopo cinque o sei sfregamenti i due fratelli si erano arresi, optando per usare la crema.
Non avevano mai finito così in fretta un tubetto di crema.
 
All'età di quattordici anni, Emma aveva dato il suo primo bacio. All'età di diciassette anni Dave aveva tirato il suo primo pugno, il malcapitato non era altri che il primo ragazzo della sorella.
Quando il presunto ragazzo di Emma era corso da lei in lacrime e con un vistoso livido sullo zigomo sinistro, aveva rotto il loro fidanzamento. Subito dopo Emma aveva scoperto l'artefice di quella sua prima delusione, per un mese non gli aveva rivolto la parola.
A diciassette anni Dave aveva finalmente capito di essersi preso una cotta per una sua compagna di classe, la dolce e bellissima Caroline. Quando la ragazza l'aveva visto per la prima volta così giù di morale aveva pensato al peggio, e solo dopo aver sentito il racconto del ragazzo aveva compreso il profondo legame che lo teneva stretto alla sorella, quindi gli aveva consigliato di lasciarle sbollire la rabbia e non premerle per perdonarlo.
Aveva funzionato, pochi giorni dopo la sorella era tornata da lui con una barretta di cioccolato mentre lui stava guardando la televisione, si era accollata a Dave e gli aveva offerto la cioccolata -che alla fine aveva mangiato lei- come segno di pace.
Circa due mesi dopo Caroline e Dave erano diventati una coppia.
 
Quando quel primo aprile si era ritrovato davanti la sorella con i capelli scompigliati e le gote arrossate per la corsa, aveva voluto tenerla stretta tra le sue braccia e dirle che sarebbe andato tutto bene, ma non aveva fatto nulla di ciò, si era limitato a guardarla con sguardo spento e arrossato, vedendo gli occhi marroni di Emma riempirsi di lacrime.
Era rimasta in piedi, insensibile ad ogni cosa intorno a lei, come del resto lo erano Dave e Aaron, il padre. Da quel giorno Lucy Bennet non avrebbe più messo piedi a casa, non avrebbe più abbracciato i suoi figli e baciato il marito, non avrebbe sgridato la figlia Emma per l'eccessivo volume dello stereo e non si sarebbe più preoccupata che il figlio Dave svolgesse i compiti, non avrebbe svegliato il marito Aaron alla mattina, troppo stanco per farlo da solo.
Lucy aveva lasciato un vuoto dentro loro, un vuoto che nessuno avrebbe colmato.
 
La sera del ballo Emma non era tornata a casa, Dave lo aveva sempre saputo, ma non era riuscito ad immaginare la sua sorellina in atteggiamenti intimi con qualche invertebrato, non aveva voluto neanche farlo!
Durante tutta la durata del ballo aveva tenuto d'occhio Emma e il suo accompagnatore, l'invertebrato biondo, quando poi aveva visto il biondino fiondarsi sulle labbra della sorella aveva desiderato lasciare Caroline, raggiungerlo e picchiarlo, fortunatamente c'era la sua ragazza che era riuscito a calmarlo.
Un ragazzo moro, barcollando, si era avvicinato ad Emma, portandola via dal biondino. Dave non aveva saputo se esserne sollevato o ancora più preoccupato. Non aveva più visto la sorella.
Era rimasto a dormire a casa di Caroline, la mattina appena tornato a casa si era fiondato in camera della sorella trovandola vuota.
Emma era tornata a casa qualche ora più tardi, non rivolgendogli la parola, evitando il contatto visivo, appena sei anni dopo Dave avrebbe scoperto cosa fosse successo realmente quella notte.
 
Circa un anno dopo Emma si era trasferita in Italia, raccontando di una migliore università per la fotografia, Dave ovviamente non le aveva creduto.
L'anno seguente il ballo Emma si era isolata da resto del mondo, aveva trascorso quasi tutte le sue giornate a casa, ricevendo solo le visite della sua amica Nora.
Dave aveva provato a chiedere a Nora quale fosse il problema, ma la bionda aveva sempre scosso la testa evitando il suo sguardo.
 
Due anni dopo anche il padre li aveva abbandonati, Aaron era morto di solitudine.
Aveva subito chiamato la sorella, sentendo solo il silenzio dall'altra parte dopo la notizia.
Emma non aveva voluto tornare a Londra per il funerale, Dave la capiva.
Il giorno del funerale tutti gli avevano chiesto il motivo della mancanza della sorella, Dave aveva sempre scrollato le spalle, appoggiato dalla fidanzata e Nora.
In cimitero però si era accorto dell'unica persona in disparte, si era tenuta lontana da tutti nascondendosi sotto il suo ombrello nero, poco prima che sparisse aveva alzato di qualche centimetro l'ombrello, scoprendo così il suo volto.
L'aveva riconosciuto, Dave aveva riconosciuto il ragazzo del ballo, colui che aveva portato via la sua sorellina.
 
Una notte tempestata dagli incubi, Emma si era svegliata sconvolta, non aveva guardato l'ora, aveva semplicemente composto quel numero che conosceva a memoria e aveva aspettato che lui rispondesse.
"Emma..ma che..che ore sono?" la voce assonnata, ma famigliare di Dave l'aveva accolta così, riuscendo per qualche secondo a calmarla.
Si era voltata verso la sua sveglia digitale, le quattro del mattino.
"Da te sono le tre..scusa, ma ho avuto gli incubi." aveva mormorato ancora scossa da quei brutti sogni.
Aveva sentito il fratello sospirare e un clic in sottofondo.
"Piccola..che hai sognato?"
"Papà." una parola che aveva smosso Dave.
"Em, va tutto bene. Era solo un brutto sogno. Sai che papà sarebbe orgoglioso di te, come la mamma."
"Ti voglio bene Dave." aveva sussurrato come fosse stato un segreto.
"Anch'io piccola."
"Mi manchi." quante volte si erano ripetuti quelle due parole.
"Sarò sempre al tuo fianco, anche a chilometri di distanza." con quelle parole avevano concluso la telefonata, ed Emma sapeva che sotto quelle parole si nascondevano mille significati.
"Mi manchi." aveva detto a bassa voce, riferito a nessuno in particolare, sul davanzale della sua finestra.

Eccomi qua con alcuni brevi spaccati di vita di Emma e Dave.
Vediamo crescere i due fratelli, tra la serenità e i dolori della vita. 
Devo ammettere che sono molto attaccata a loro, perché Dave è la mia visione di un fratello che ho sempre voluto, e scrivendolo ho rischiato davvero di rubare il fratello a qualcuna, che seguiva i miei standard però! 
Vi aspetto in 
Give me love, che sarà aggiornata a breve, poi adesso iniziando le vacanze e avrò anche più tempo per scrivere!
A presto,
Elisa.


   
 
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