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Autore: Bethan Flynn    06/06/2012    1 recensioni
Non era possibile. Non poteva essere lui.
Non adesso che finalmente, dopo dieci anni, era riuscita se non a scrollarsi di dosso il peso di quella colpa che l’aveva sempre schiacciata, perlomeno a conviverci.
Howard Link. Il cognome c’era, i due nei pure, gli occhi grigi anche.
Non li aveva mai dimenticati, e non li avrebbe dimenticati mai.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Link, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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-Entra, avanti- Howard rimane impalato sulla porta, la bocca aperta che non si preoccupa in nessun modo di celare lo stupore.
Quello… un Generale?
Osserva ogni dettaglio di quell’uomo: capelli rossi, spettinati e lunghi fino alle spalle, che da chissà quanto tempo non vedevano scorrere l’acqua di una doccia. Una maschera gli copre metà del viso, mentre sull’altra metà è disegnata un’espressione beffarda, annoiata e strafottente, con un ghigno capace di mettere in ridicolo anche il più sicuro degli uomini.
-Scusi la domanda, ma… lei è Marian Cross?- chiede, ancora troppo incredulo per cedere a ciò che i suoi occhi stanno osservando. L’uomo sbuffa sonoramente, stravaccandosi su un divano circondato da bottiglie di rhum –se ti sembro Rie…- dice, fissandolo in cagnesco. Howard trasale a sentire quel nome: allora sa perché è lì.
-Forza, entra e chiudi quella dannatissima porta. Fa freddo- sbotta l’uomo.
Si affretta ad obbedire: non ha di certo fatto quel viaggio per essere buttato fuori da un Generale troppo eccentrico.
Si siede su uno sgabello rivestito in velluto rosso, macchiato di vino, nella migliore delle ipotesi.
-Che cosa vuoi?- gli chiede Cross.
Howard fa un respiro profondo. Spera davvero di poter trovare delle risposte in quell’uomo, altrimenti se ne andrebbe.
-Cerco Rie. Rie Tsubaki. La conosce?- lo guarda dritto negli occhi, determinato.
Si fissano per qualche minuto, poi il generale emette una gigantesca nuvola di fumo, sbuffando.
-Non credo sia il caso che tu la veda- dice, aspirando un’altra boccata di quel sigaro puzzolente che appesta l’aria già pesante.
Howard incassa il colpo.
Ovvio, era sparita, non poteva certo pensare che sarebbe stato facile. Ma non vuole arrendersi, non ora che è arrivato così vicino.
-E perché?- chiede, senza distogliere un attimo lo sguardo da lui, pronto a scattare ad ogni minimo accenno di bugia.
Cross sospira e lancia la bomba –Rie non vuole vederti- Howard non vede menzogna nei suoi occhi, ma quelle parole gli aprono uno squarcio nel petto.
-Perché?- sussurra con un filo di voce. L’uomo si alza, spegne la sigaretta in un posacenere stracolmo e gli batte una mano sulla spalla –so che hai fatto un lungo viaggio, ma non è ancora il momento per voi di rivedervi. Rie non è in grado di capire che ciò che ha fatto non è stato colpa sua- dice.
Howard deglutisce.
Lo sa. Sa cosa stava cercando di farle suo fratello, sa che è stata l’innocence ad attivarsi, per difenderla.
-So che non è colpa sua. Mi basta vederla per poco, solo per dirglielo- lo supplicherebbe, se potesse. Da quando ne ha perso ogni traccia, continua a sentire un vuoto immenso, come se mancasse parte della sua stessa anima.
-So che lo sai. E’ lei che non lo sa. Mi dispiace, ragazzino, non puoi vederla- conclude il Generale, perentorio.
Howard china la testa, sconfitto.

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Un bussare alla porta li fece sobbalzare di schianto.
-Chi diavolo è?- sbottò Rie, staccandosi di botto da lui. Quello strappo le fece male. Avrebbe voluto rimanere in quell’abbraccio all’infinito.
-Fammi entrare, Rie, o sfondo la porta a calci!- la voce aspra del Generale Cross li fece pietrificare sul posto.
Howard sudò freddo –non credo che dovrebbe trovarmi qui- sussurrò. Rie lo acchiappò per un braccio, aprì la porta del bagno e ce lo chiuse dentro senza fare una piega. Poi spalancò la porta della stanza.
-Posso esserle utile, maestro?- fece in tono ironico, ma appena vide la faccia di Cross capì che non c’era proprio niente da scherzare. L’uomo aveva una profonda occhiaia sotto l’unico occhio visibile, ed un’espressione stravolta.
-Che succede?- chiese Rie, allarmata, mentre Cross si buttava sul letto.
-Lvellie è venuto a sapere di Rei- disse tutto d’un fiato –devi andartene, Rie, assieme a lei, o ridurrà a cavie te e lei, innocence o non innocence- la ragazza trattenne il respiro, atterrita.
-Come cavolo ha fatto a saperlo? Chi gliel’ha detto? Parla, Marian, dimmelo!- esclamò afferrandogli un braccio, ma il Generale le accarezzò il viso col dorso della mano –non c’è tempo. Devi andare via ora, subito- mormorò.
-Andarmene? Sono un Generale, domani ho una missione! E poi, dove vado?- la voce di Rie era disperata, ma l’uomo scosse la testa –non ha importanza. Dovunque. Portala via, prima che sia troppo tardi- disse secco, poi si alzò di scatto –devi agire entro stanotte. Cercherò di prendergli più tempo possibile durante la riunione- si avviò alla porta, incurante delle proteste della ragazza –buona fortuna, Rie. Sii forte- fu l’ultima cosa che disse, sfiorandole una guancia.
Rie si accasciò a terra, in ginocchio.
Scappare? E dove sarebbe dovuta andare, con una bambina con stelle al posto delle pupille? Nell’ambito dell’Ordine sarebbe stata una passeggiata rintracciarle, una volta che Lvellie avesse spiegato le sue forze a tutto spiano.
-Rie- sentì la voce di Link alle sue spalle, ma non riuscì a rispondere niente. La sua mente vagava come impazzita fra tutte le emozioni che stava provando.
-Rie, c’è una soluzione- le parole del ragazzo la riscossero lievemente. Si girò verso di lui, in attesa che continuasse –conosco un posto dove Lvellie difficilmente penserebbe di cercare- disse –ma ha ragione Cross, se vuoi fuggire devi muoverti in fretta- Rie annuì, alzandosi –sei certo che questo posto sia sicuro?- chiese.
Howard si sforzò di reggere quello sguardo limpido, segnato dalla preoccupazione. La stava portando nel posto peggiore per lei dell’intero universo, probabilmente, però non aveva altra scelta. Annuì.
-All’uscita principale, fra mezz’ora- mormorò Rie, prima di uscire dalla stanza.
Il biondo rimase fermo per qualche istante.
Stava dicendo addio a tutto quello che era stato fino a quel momento.
Ispettore, cane fedele di Lvellie, che crepasse quel bastardo pazzoide, ligio alle regole e al protocollo.
Se finora si era mostrato così, era stato solo per ritrovare lei. Adesso, niente di tutto ciò aveva più importanza.
Infilò la porta alla svelta.

---

-Rie, ma dove stiamo andando?- la ragazza sorrise, cercando di sembrare il meno tesa possibile mentre stringeva la mano di Rei, trascinandosela dietro nel buio dei corridoi.
-Va tutto bene, Rei, se staremo insieme andrà tutto bene- disse piano, controllando che la via fosse libera.
Attraversarono a passo svelto la sala grande. Link le aspettava davanti al portone, un mantello nero col cappuccio lo avvolgeva, scendendo fino a terra.
-C’è anche lui- la voce di Rei era contrariata, lo sguardo si era adombrato –si, ci sta aiutando. Lui è un amico, Rei. Non devi avere paura- la bambina annuì poco convinta.
Gli occhi grigi si piantarono in quelli azzurri, chiedendo conferma. Rie annuì, decisa.
Link le consegnò due mantelli simili al suo, neri, lunghi fino ai piedi. La ragazza aiutò Rei ad indossarlo, poi si coprì.
-I cavalli sono qui fuori. Andiamo, seguite me- disse il biondo, uscendo.
L’aria fredda della notte pizzicò loro le guance. Rie sorrise, vedendo l’espressione stupita di Rei di fronte alle stelle. La bimba si era bloccata col naso all’insù, ma non potevano perdere tempo.
-Andiamo, Rei. Potrai guardarle mentre cavalchiamo- disse prendendola in braccio e mettendola in sella davanti a sé.
Partirono al galoppo, lasciandosi alle spalle l’Ordine e Lvellie.
Rie sentì solo una punta di rimorso per quei compagni che non aveva mai salutato, ma era sicura che Cross avrebbe in qualche modo fatto sapere loro perché se n’era andata.
Fissò la schiena di Howard per tutto il viaggio, sentendosi come se quel pezzo della sua anima andato miracolosamente a posto avesse scombinato tutti gli altri.
Ore dopo, legarono il cavallo di Rie a quello del ragazzo, permettendole di dormire.

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-Come sarebbe a dire “è sparita”?- la voce di Lvellie rimbombava per i corridoi, mentre il sovrintendente camminava furiosamente, seguito da un trafelato Komui –non so come spiegarlo, ma la bambina non è più nel sotterraneo- disse.
-E l’esorcista? Quella che dovrebbe averne il controllo?- chiese l’altro, brusco.
-E’ in missione, avevo deciso di rimandare l’uso di Rei, volevo che Heb la studiasse ancora- rispose il cinese, impassibile.
Era una balla, ovvio, che faceva il paio con l’avergli detto che in missione con Rie c’erano Allen e Link, anziché Kanda, per non fargli scoprire che il suo amato ispettore aveva deliberatamente cambiato bandiera.
Komui aveva sudato freddo quando Cross gli aveva riferito tutto, ma aveva convenuto che quella di farla scappare era stata la miglior decisione possibile, sul momento. Non erano riusciti a tutelare neppure Allen, che era d’interesse per tutto l’Ordine, dalle pretese di Lvellie, che speranze avrebbero avuto con una cosa del genere?
Quello che non si sarebbe mai aspettato era che ad incasinare tutto ci si mettesse anche quell’Ispettore. Che mai aveva a che fare, lui, con Rie? Non aveva potuto fare a meno di chiederselo.

-Che? Rie se n’è andata?- Allen tappò subito la bocca di Lavi, che prometteva un tono esageratamente alto. Il gruppo di esorcisti si fece subito intorno a loro. L’albino sospirò, fulminando il rosso con lo sguardo –me ne ha parlato il maestro ieri sera. Lvellie è venuto non si sa come a sapere di Rei, e Cross ha detto a Rie di fuggire il prima possibile assieme a lei. Link è andato con loro- aggiunse, per spiegare la strana assenza dell’Ispettore al suo fianco che tutti avevano subito notato.
-Allora si conoscevano- sussurrò Lavi, ma Allen scosse la testa –non ne ho idea. Il maestro mi ha detto di non impicciarmi e di farmi vedere il meno possibile, dal momento che Komui ha raccontato a Lvellie che sono in missione assieme a Link- disse.
-Vorrei fare qualcosa per aiutare Rie- disse Linalee soprappensiero, mentre riaccompagnavano Allen in camera –non dev’essere facile sfuggire ai controlli dell’Ordine, se poi si pensa a quant’è conosciuta- i compagni annuirono mesti.
-In questo momento non possiamo fare granchè. Se Link è andato con lei, vorrà dire che aveva in mente un piano. Non è uno che lascia molto spazio all’improvvisazione- constatò Lavi.
-Non saprei- fece l’albino pensieroso –in questi giorni mi sembrava si più teso, ma non credo stesse meditando una fuga. Del resto, non mi pare che con Rie si parlassero granchè- constatò.
-Che si conoscessero è evidente, comunque- aggiunse Linalee –uno come quel Link non si sarebbe mai defilato dalle sue adorate regole in quel modo, altrimenti-.
La curiosità restò loro incollata.







Note dell'Autrice:

FINALMENTE succede qualcosa! ^^ animo, comincia un po' d'azione. Le note son corte perchè dopo un esame devastante DEVO DORMIRE D:

Rispondo ai commenti ^^

nuirene: hahaha sai quelle volte in cui le cose più OVVIE ti sfuggono? Ecco, a me succede spesso D°X meno male ci sono persone che recensiscono e che me le fanno notare! La storia si fa sempre più intricata, si... e al punto in cui sono arrivata a scriverla sono lì lì per dare di matto perchè non so come andare avanti nè QUANDO, visto che sono in piena sessione d'esami! T^T Grazie mille per i complimenti *_* spero che il capitolo ti sia piaciuto! A presto! :D

rose princess: per la decisione di Rie dovrai aspettare ancora un po' purtroppo! Non posso certo rendergli le cose così semplici! XD Link è SEMPRE tenero, è Rie che non capisce nulla XDXD comunque, riguardo alle intenzioni di James non so come metterla in maniera "politically correct", quindi. Nella versione che avevo scritto all'inizio si capiva chiaramente che voleva abusare di lei bambina -OVVIAMENTE senza riuscirci perchè poi Rie spaccava tutto-, però avevo paura che questo potesse dar noia a qualcuno sul sito, quindi l'ho un po' riadattato. So che è meno comprensibile, ma preferisco così. 
Comunque anche io amo quel capitolo *_* a presto!! :D :D

Ciao a tutti! ^__^

Bethan
   
 
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