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Autore: Escapist96    06/06/2012    4 recensioni
E' una one-shoot che avevo scritto il giorno dopo il concerto, ancora totalmente immersa nel mondo-Nightwish grazie a quella serata meravigliosa.
Le protagoniste sono due ragazze, che si chiamano come me e una mia amica con me al concerto, ma purtroppo non siamo noi... magari...!
Bhe, in ogni caso, questa one-shoot è la realizzazione del sogno di due ragazze, di due fan :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tuomas Holopainen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Grazie a tutti!”
La voce di Anette si diffonde per l’ultima volta, con le note di Imaginaerum ancora di sottofondo, attraverso il microfono prima che le luci sul palco si spengano. Il concerto è finito… Peccato. E’ stato bello! Mentre ero lì, tra la folla urlante del parterre, non potevo fare a meno di pensare a quanto avrei voluto che non finisse mai, a quanto avrei voluto che continuassero a suonare per sempre, in modo che questa serata magica non si concludesse. Sono qui da ore, ormai, ho ascoltato due band prima che loro arrivassero, ma il vero spettacolo per me sono stati i Nightwish. Ovviamente, è per loro che sono venuta qui, per loro che sono pochi  metri dal palco, schiacciata dai giganti che mi circondano, insieme a Giulia, una mia amica. E’ per poterli, finalmente vedere. A guardarmi, nessuno penserebbe che io possa trovarmi qui, a un concerto metal. Me l’hanno detto tutti, i miei amici. –Non sembri una ragazza da metal!- dicevano. Eppure lo sono. Sono qui.
Ho visto Anette mentre cantava meravigliosamente, perfetta. Ho visto Tuomas, il mio amato Tuomas, suonare quella sua tastiera ad organo con mani magiche e ridere più volte in queste due ore. Ho visto Marco, Jukka e Emppu che suonavano al loro meglio. Tutti loro sono stati fantastici. Chi non li conosce non lo può capire, mi dico sempre. Chi non li conosce non può capire l’emozione che ho provato quando Anette applaudiva noi, i loro fan, per come abbiamo cantato The islander  o quando ci ha ringraziato per essere così numerosi.
Tanto meno possono capire quello che ho sentito dentro di me vedendo Tuomas dal vivo. Tuomas…
Ancora stordita dalla musica, dalla calca e dalla felicità, esco dal forum insieme a Giulia. Non riusciamo a smettere di parlare, di ricordare l’ingresso spettacolare quando è caduto il telone bianco, a metà di Storytime, di ripeterci a vicenda i momenti che ci sono piaciuti di più. Amaranth. Sentire la mia canzone preferita dal vivo è stato indimenticabile!
La folla sembra volerci trascinare via e dobbiamo sforzarci per resistere e non cadere. Ci spostiamo di lato, a fatica. Adesso non c’è più tanta gente, qui dove siamo. Quest’ingresso è vuoto. Tutti stanno uscendo da quello principale. Senza respiro, ci appoggiamo al muro alle nostre spalle e scoppiamo a ridere.
“Ce l’abbiamo fatta” mi dice lei, con gli occhi che brillano. “Li abbiamo visti!”
Giulia conosce la musica dei Nightwish da tre anni, molto più di me, che li ho scoprti nemmeno cinque mesi fa. Sono tre anni che spera in un loro concerto vicino a noi. Tre anni che li aspetta. Capisco quello che prova e so per certo che è ancora più emozionata di me, per quanto mi sia difficile immaginarlo.
Io annuisco e sciolgo la coda in cui mi ero raccolta i capelli. “Li abbiamo visti!” confermo. Tra le labbra, comincio a canticchiare il ritornello di Dead to the world -è stata la prima volta che la sentivo cantata da Anette- mentre cominciamo a tornare verso il parcheggio, dove ci aspetta mia zia per riportarci a casa.
Sento un cigolio dietro di me, come di una porta che viene aperta e mi volto a guardare, curiosa. Nessuno dovrebbe poter usare quest’uscita. C’è un uomo, ancora avvolto nell’ombra, che esce furtivamente e si appoggia al muro, esattamente dove stavamo noi un attimo fa. Riesco a intravedere dei capelli lunghi che gli ricadono sul petto e mi sembra di conoscerlo.
Per un attimo mi manca il fiato. Potrebbe davvero essere lui?
In silenzio, perché lui non si accorga di noi, chiamo Giulia sfiorandole il braccio e le faccio cenno di guardare indietro. La sento sussultare e questo conferma i miei sospetti. Non possiamo sbagliarci in due. Una dietro l’altra, avendo cura di non farci vedere né dall’uomo né dalla gente che continua ad affollare lo spiazzo davanti al forum, torniamo indietro, camminando rasenti al muro, coperte dalle ombre dell’edificio. Non vogliamo spaventarlo e non vogliamo che se ne vada. Ma abbiamo il respiro corto e il nostro cuore –o almeno il mio, ma credo che per Giulia sia lo stesso- sta battendo troppo forte… ho paura che ci senta, ma evidentemente siamo abbastanza silenziose perché riusciamo ad arrivare a meno di un metro da lui prima che ci noti.
“Tuomas Holopainen”
E’ la voce di Giulia la prima a risuonare tra noi. Io non riesco a parlare, nemmeno a credere alla fortuna che ho avuto. Senza farmi vedere, mi do un pizzicotto sul braccio per assicurarmi di star vivendo la realtà.
“Who are you?”
Lui ha un accento strano. Mi ricordo di aver letto da qualche parte che nel posto dov’è cresciuto c’erano i russi in passato, forse è per questo.
“Olen Martina” rispondo con un sorriso, ritrovando la voce e rivolgendogli la parola con più disinvoltura di quanta non ne senta dentro di me. Non so perché gli ho parlato in finlandese… sarà che è la prima volta, da quando ho imparato le poche frasi che conosco, che lo posso mettere in pratico. Poi indico la mia amica. “On Giulia”
Non mi ricordo alcuni termini… ma so di aver detto delle parole giuste. Non è stato difficile per adesso. Spero solo che non pensi che io sappia parlare la sua lingua…
Ma è ovvio che lui lo crede, invece. Dopotutto ho detto appena un paio di cose e non si può notare la mia, altrimenti evidente, ignoranza… Mi dice qualcosa, che non capisco.
“Sorry, I… I don’t speak that much Finnish…” mormoro.
“Oh!”
Sembra sorpreso. Davvero credeva che fossi nordica? “Then, nice to meet you girls” ci sorride, tornando all’inglese fluidamente.
Questa volta è Giulia a restare senza parole mentre Tuomas ci tende una mano e lei gliela prende esitante. “Ni-nice to meet you…” replica, con l’emozione dipinta sul volto.
“Then… can we take a picture?”
Di nuovo, appaio più sicura di me stessa di quanto io non sia, ma sono contenta che sia così.
“Certo!” esclama. “Venite qui!”
Ringrazio il fatto di aver studiato bene l’inglese.
Ci stringiamo a lui, incredule e senza fiato, ma senza voler perdere quest’occasione.
Un flash nella notte milanese che ha visto il sogno di due ragazze avverarsi.
Un rapido saluto e un autografo sulle nostre magliette.
Poi Tuomas scompare, al di là della porta attraverso la quale era arrivato.
 

Sometimes a dream turns into a dream
 

NOTE DELL'AUTRICE

Spero che questa one-shoot semplice, senza alcuna pretesa, dettata solo dall'eccitazione che il concerto della propria band preferita può portare, vi sia piaciuta :) Ho deciso di postarla perchè l'ho ritrovata per caso sparsa sul mio computer e non mi andava di vederla lì, tutta sola soletta...
Bhe, che dire? Magari succedesse una cosa simile...
Grazie a chi leggerà e/o recensirà questa one-shoot!
Marty
ps: E siamo a due fic sui Nightwish che, nemmeno a farlo apposta (sul serio, me ne sono accorta solo dopo aver dato i titoli), hanno come titolo un pezzo della canzone Cadence of her last breath dei Nightwish :) Una canzone bellissima *-*
 

  
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