CAPITOLO 1
Drrrrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnn
Un animaletto azzurro spuntò
da sotto le coperte di un letto, con gli occhi semi chiusi e il muso
assonnato.
-Davis, è da mezz’ora che la
sveglia suona. Non sarebbe meglio alzarsi?-
- Sta’ zitto,
Chibimon…-
-Ma Davis…- pigolò supplicante il digimon
cercando di scuotere con le piccole zampine la mano del
ragazzo.
Questi però continuò a
dormire pacificamente nonostante il rumore assordante e le proteste
dell’amico.
O almeno lo fece finché
un’altra presenza non si fece bruscamente sentire.
-Davis, spegni quella
maledetta sveglia!- urlò qualcuno fuori della porta della stanza. - Daviiiss,
spegniiilaaa!-
Il ragazzo si girò
borbottando dall’altra parte.
-Davis!!-
-Uhm…-
Una giovane donna arrabbiata
apparve improvvisamente nella stanza, vestita solo con un accappatoio e un
asciugamano attorno i capelli.
Camminò pesantemente fino al
comodino del ragazzo, spense con un gesto brusco la sveglia e scrollò malamente
il ragazzo ancora avvolto dal piumone.
-Davis, ti vuoi svegliare?-
gli urlò addosso e funzionò.
Infatti Davis si alzò subito
seduto, spaventato.
-Ma ti sembra questo il modo
di svegliare le persone, Jun?- esclamò quando si rese conto della
situazione.
Jun alzò le spalle
indifferente e uscì, lasciandoli soli.
-Al giorno d’oggi non si può
neanche dormire! – si lamentò imbronciato Davis, scendendo dal letto e
incominciano a prepararsi.
-Devi andare a scuola. –
disse Chibimon con un’ovvia affermazione.
-Lo so che devo andare a
scuola, Chibimon!
-Ma allora perché ti lamenti
tutte le mattine?- chiese innocentemente il digimon osservandolo mentre si
metteva la divisa.
-Perché non…- stava
rispondendo Davis ma le parole gli morirono in gola quando lo sguardo gli cadde
sulle lancette dell’orologio.
Le sette e
mezza.
-Aahh, sono in
ritardassimo!- urlò e si precipitò fuori dalla stanza, raccattando con una sola
mano la borsa e la giacca e con l’altra infilando Chibimon dentro una tasca,
anche se evidentemente quello spazio era troppo piccolo per il povero
digimon.
Andò in cucina per bere un
goccio di latte prima di uscire e ignorò le occhiate divertite dei genitori
seduti al tavolo a fare colazione.
-Sei in ritardo, Davis. –
gli disse il padre leggendo svogliatamente il giornale con un caffè in mano.
-Lo so!-
Prese al volo una merendina
che la madre gli lanciò, si mise le scarpe e indossò la
giacca.
-Ciao mamma, ciao papà! –
disse già con il fiatone.
-Ciao rospo!- gridò la
sorella dalla sua camera.
E finalmente riuscì ad
uscire di casa.
Corse il più velocemente
possibile per le strade fino a raggiungere la stazione e riuscì a prendere
appena in tempo il treno.
Si tenne ad uno dei tanti
corrimani, i sedili erano già tutti occupati, e sospirò: anche questa volta ce
l’aveva fatta!
-Ehi, Davis!- qualcuno
sussurrò il suo nome.
Il ragazzo si guardò un po’
intorno per capire chi lo avesse chiamato ma nessuno pareva interessato a lui su
quel treno: c’era gente che dormiva, che leggeva una rivista o che ascoltava la
musica o che semplicemente non stavano facendo nulla come lui, ma nessuno che
conosceva e che potesse chiamarlo.
-Davis! Davis!!-
Davis si sbatté una mano
sulla fronte: ma che stupido! Era Chibimon!
Si spostò verso il fondo del
vagone e senza farsi notare tirò fuori dalla tasca l’amico
digimon.
-Davis, finalmente!- esclamò
questi sottovoce aggrappandosi alla sua manica.
-Mi spiace, amico. Adesso ti
metto dentro lo zaino, così stai più comodo. -
-No! Non posso starti in
braccio? Nello zaino soffoco. - si lamentò Chibimon con gli occhi
enormi.
-Ma… veramente… quando avevo
dodici anni poteva ancora andare perché ero un bambino ma adesso mi prenderanno
in giro!-
-E tu di’ che sono un
pupazzo per la tua ragazza. Dai, per favore!-
Davis lo fissò indeciso per
qualche istante ma alla fine come poteva rifiutare qualcosa al suo caro
digimon?
-Va bene. - disse sospirando
e prendendolo in braccio –Ma questa è l’ultima volta che lo faccio, sia
chiaro!-
-Si, si!- cinguettò tutto
felice Chibimon.
-E adesso stai zitto. - gli
disse prima di girarsi e accorgersi che era quasi arrivato alla sua
meta.
-Ma guardate che tenero quel
ragazzo con un pupazzo in mano! Chissà chi sarà la fortunata!- esclamò una
ragazza alle sue amiche per poi scoppiare a ridere.
Davis era arrivato a scuola
in tempo e, con Chibimon ancora in braccio, stava varcando i cancelli conscio
del fatto che tutti lo stessero guardando.
Sospirò
pesantemente.
Le ragazze, che
stupide!
Andò avanti per la sua
strada, questa volta non voltandosi davvero né a destra né a sinistra. Solo
arrivato al suo armadietto si concesse di distendersi e sospirò
nuovamente.
- Chibimon, mi raccomando,
io ti chiudo qua ma tu devi stare tranquillo. Durante la pausa pranzo ti verrò a
tirare fuori e ti porterò da Wormmon, va bene?- gli chiese aprendo l’armadietto
e posando delicatamente il digimon dentro.
Si commosse un po’ davanti
all’espressione sconsolata e triste del piccolo draghetto, perciò gli
sussurrò:
-Mi spiace sul serio, amico,
ma non posso fare altrimenti; non posso portarti in classe, ti scoprirebbero…-
gli elargì una breve carezza sulla testolina, sorridendo.
-Va bene, Davis, non ti
preoccupare…-
-Grazie, amico. Ci vediamo
fra poco!-
E stava già per andare
quando si ricordò di una cosa.
Aprì lo zaino e tirò fuori
due oggetti che sapeva avrebbero rallegrato il digimon.
-Ah, Chibimon! Ti ho preso,
per non farti annoiare troppo, quelle patatine che ti piacciono tanto e il
videogioco, quello degli alieni, ti ricordi?-
Il digimon sorrise, felice,
agitandosi chiuso dentro quel piccolo spazio.
-Grazie mille, Davis! Sei un
vero amico!-
Davis si passò la mano nei
capelli imbarazzato, lo salutò per l’ultima volta e chiuse l’armadietto; si posò
di nuovo lo zaino in spalla e fece per voltarsi quando...
- Davis, ma con chi stai
parlando?-
Si girò di scatto e rise,
ancora più in imbarazzo.
-Che bello vederti di prima
mattina, Kari!- esclamò prendendo sotto braccio l’amica e portandola lontano –Ma
non dovresti già essere in classe? Fra poco suona! Forza su,
andiamo!-
La ragazza lo guardò mezza
divertita e mezza scocciata.
-Non dirmi che hai portato
di nuovo Chibimon a scuola! Povero digimon, con quello che gli hai fatto passare
l’ultima volta…-
-Non è stata colpa mia se
l’ho dimenticato… il rappresentante di classe mi aveva tenuto così tanto a
pulire che alla fine ero stanco e me ne sono dimenticato!-
-Penso che prima o poi
Chibimon diventerà santo a forza di sopportarti, Davis. In ogni caso, perché non
lo porti all’aula di informatica? TK ha l’ora libera adesso e potrebbe pensarci
lui, almeno non sta rinchiuso nell’armadietto. – propose Kari con un pallido
sorriso; sempre composta, la ragazza.
Davis sorrise di rimando e
corse via.
-Grazie Kari, sei una vera
amica!- urlò scomparendo dietro ad un angolo del
corridoio.
-Che bello, ora andiamo da
Wormmon e Ken!- esclamò con la voce squittante il
draghetto.
-Si, sei contento?-
-Tanto! Era da molto che non
li vedevamo! Tra i tuoi allenamenti di calcio, la scuola e Digiworld oltre che
per necessità non ci frequentiamo spesso…-
-Hai ragione. – confermò
Davis aprendo con un calcio la porta della sala di
informatica.
Dentro però non c’era
nessuno.
-Dovrà ancora arrivare. –
disse tra sé e sé, chiudendosi la porta alle spalle e posando Chibimon su un
tavolo.
Si sedette a sua volta e
tirò fuori il cestino del pranzo.
-Quando
arrivano?-
-Non lo so, Chibimon, fra
poco penso. – rispose e intanto gli porse un pezzo del suo panino. –Dagli
qualche minuto e saranno qua. -
-Va bene, Davis.
-
E infatti dopo qualche
istante comparvero dalla porta altri due personaggi molto
conosciuti.
-
Wormmon!-
- Chibimon,
finalmente!-
Ken sorrise entrando e
salutò l’amico.
-Ciao, Davis. -
-Ehilà, Ken, come te la passi?
Ken avanzò nella stanza e
trasferì il suo digimon dalle sue braccia al tavolino, accanto a
Chibimon.
-Molto bene, ti ringrazio.
Spero che anche tu stia bene. -
-Oh, si,
grazie!-
Subito i due digimon
incominciarono a ridere e a saltellare felici, giocando insieme e
scherzando.
I digi-prescelti li
guardarono a loro volta per un po’ sorridendo finché Davis non si
riscosse.
-Allora, Ken, cosa mi dici
di bello?-
-Oh, niente di particolare.
La scuola va bene e anche a casa è tutto tranquillo. -
-Meno male! Ho saputo da TK
che avevi litigato con tua madre ultimamente. -
-Si, è vero, ma ora è tutto
a posto. E’ solo un po’ troppo ansiosa.–
-Eh, già. Tutti i genitori
diventano più apprensivi man mano che cresciamo, è un dato di fatto!- esclamò
Davis elargendogli un’affettuosa pacca sul braccio.
Ken chinò un po’ la testa
sorridendo imbarazzato.
-Si, è vero.
-
Finirono il pranzo in
silenzio, con i due digimon schiamazzanti come unico rumore nella
stanza.
Davis non riusciva a capire
quello strano mutismo e l’imbarazzo che istintivamente collegava ad esso: ma
perché si sentiva arrossire ogni volta che Ken lo guardava negli occhi o non
sapeva mai cosa dire quando stavano da soli?
Sembrava quasi la sensazione
che provava per Kari qualche anno prima, ma non era possibile, Ken era un suo
amico… no?
Sospirò più e più volte,
forse per smorzare un po’ l’attenzione, non accorgendosi però che l’altro lo
guardava impensierito quando lo faceva.
Alla tredicesima volta Ken
decise che era ora di smetterla.
-Cosa c’è,
Davis?-
Davis sobbalzò sorpreso
sulla sedia.
-Sei triste? Non fai altro
che sospirare… vuoi che qualcun altro ti aiuti per la ricerca? Magari io non
sono la persona giusta. -
-Oh, no, Ken, cosa dici? A
me fa piacere stare in tua compagnia! E poi chi altri potrebbe aiutarmi? Tu sei
sicuramente il più bravo. -
Ken arrossì e
sorrise.
-Bene, allora incominciamo.
Accendi il computer. -
Davis si alzò in piedi e si
accostò al marchingegno elettronico e schiacciò il pulsante
blu.
Ken intanto stava cercando
qualcosa dentro lo zaino.
-Ti ho portato un po’ di
materiale su Nobunaga Oda; credo che ti verrà una relazione abbastanza lunga, ci
sono troppe informazioni importanti su di lui. -
-Lo penso anch’io ma la
professoressa ha insistito che la facessi su quello lì… - brontolò Davis
accomodandosi di fronte al computer.
-Devo andare su internet?-
domandò Davis prendendo in mano il mouse non appena il computer si
accese.
-Si, in questo modo potremmo
vedere se ci sono altre notizie, o anche solo per avere più fonti. –
-Bene. –
Si collegò con pochi click
ma c’era qualcosa che non funzionava bene.
-Perché adesso fa così?-
mugugnò il digiprescelto cliccando alla rinfusa.
Parava bloccato ma c’era una
finestra aperta che continuava a lampeggiare e occupava gran parte dello
schermo.
Ken avvicinò il viso per
osservare meglio la scritta a grossi caratteri sulla finestra, ma nonostante
tutto non seppe dargli un significato: era formata da segni che Ken non aveva
mai visto, completamente senza senso.
La cosa che però lo
incuriosì di più fu l’immagine subito sotto alla scritta, un animale viola che
assomigliava molto ad un digimon.
-Chiudi quella finestra!- praticamente urlò a Davis
alzandosi
di scatto in piedi.
-Ma non ci riesco!- protestò
lui incominciando a schiacciare qualche tasto sulla testiera finché lo schermo
non divenne improvvisamente nero.
-Io non ho fatto niente, lo
giuro!- esclamò Davis alzando in aria le mani in segno di
scusa.
Ken non poté rispondere
perché inaspettatamente una luce si espanse dal suo digivice e sentì la solita
sensazione di essere catapultato in un altro mondo.
Non sapeva né come né perché ma erano finiti a Digiworld.
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Ciao a tutti!
Dato che il nuovo capitolo di Cristalli di neve è ancora in prosecuzione e assolutamente non adatto a questo periodo di festa ho deciso di regalarvi il primo capitolo di Non aprire gli occhi^^!
Spero che vi piaccia e se avete un pochettino di tempo tra regali, cenoni e pranzi con i parenti mi fareste veramente felice con anche breve commentino!
Vi auguro un BUON NATALE E UN FELICE ANNO NUOVO!
bacio
Schwan
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