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Autore: Poppy    24/12/2006    2 recensioni
Di solito si tende ad aver paura di cose che non si conoscono... ma se questa cosa avesse gli occhi gialli e uno sguardo spaventoso? Chi vorrebbe davvero conoscere quello che a tutti appare come un mostro?
Genere: Romantico, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daisuke Motomiya/Davis, Ken Ichijoji, Taichi Yagami/Tai Kamiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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digimon 1

CAPITOLO 1

 

Drrrrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnnnnn

Un animaletto azzurro spuntò da sotto le coperte di un letto, con gli occhi semi chiusi e il muso assonnato.

-Davis, è da mezz’ora che la sveglia suona. Non sarebbe meglio alzarsi?-

- Sta’ zitto, Chibimon…-

 -Ma Davis…- pigolò supplicante il digimon cercando di scuotere con le piccole zampine la mano del ragazzo.

Questi però continuò a dormire pacificamente nonostante il rumore assordante e le proteste dell’amico.

O almeno lo fece finché un’altra presenza non si fece bruscamente sentire.

-Davis, spegni quella maledetta sveglia!- urlò qualcuno fuori della porta della stanza. - Daviiiss, spegniiilaaa!- 

Il ragazzo si girò borbottando dall’altra parte.

-Davis!!-

-Uhm…-

Una giovane donna arrabbiata apparve improvvisamente nella stanza, vestita solo con un accappatoio e un asciugamano attorno i capelli.

Camminò pesantemente fino al comodino del ragazzo, spense con un gesto brusco la sveglia e scrollò malamente il ragazzo ancora avvolto dal piumone.

-Davis, ti vuoi svegliare?- gli urlò addosso e funzionò.

Infatti Davis si alzò subito seduto, spaventato.

-Ma ti sembra questo il modo di svegliare le persone, Jun?- esclamò quando si rese conto della situazione.

Jun alzò le spalle indifferente e uscì, lasciandoli soli.

-Al giorno d’oggi non si può neanche dormire! – si lamentò imbronciato Davis, scendendo dal letto e incominciano a prepararsi.

-Devi andare a scuola. – disse Chibimon con un’ovvia affermazione.

-Lo so che devo andare a scuola, Chibimon!

-Ma allora perché ti lamenti tutte le mattine?- chiese innocentemente il digimon osservandolo mentre si metteva la divisa.

-Perché non…- stava rispondendo Davis ma le parole gli morirono in gola quando lo sguardo gli cadde sulle lancette dell’orologio.

Le sette e mezza.

-Aahh, sono in ritardassimo!- urlò e si precipitò fuori dalla stanza, raccattando con una sola mano la borsa e la giacca e con l’altra infilando Chibimon dentro una tasca, anche se evidentemente quello spazio era troppo piccolo per il povero digimon. 

Andò in cucina per bere un goccio di latte prima di uscire e ignorò le occhiate divertite dei genitori seduti al tavolo a fare colazione.

-Sei in ritardo, Davis. – gli disse il padre leggendo svogliatamente il giornale con un caffè in mano.

-Lo so!-

Prese al volo una merendina che la madre gli lanciò, si mise le scarpe e indossò la giacca.

-Ciao mamma, ciao papà! – disse già con il fiatone.

-Ciao rospo!- gridò la sorella dalla sua camera.

E finalmente riuscì ad uscire di casa.

Corse il più velocemente possibile per le strade fino a raggiungere la stazione e riuscì a prendere appena in tempo il treno.

Si tenne ad uno dei tanti corrimani, i sedili erano già tutti occupati, e sospirò: anche questa volta ce l’aveva fatta!

-Ehi, Davis!- qualcuno sussurrò il suo nome.

Il ragazzo si guardò un po’ intorno per capire chi lo avesse chiamato ma nessuno pareva interessato a lui su quel treno: c’era gente che dormiva, che leggeva una rivista o che ascoltava la musica o che semplicemente non stavano facendo nulla come lui, ma nessuno che conosceva e che potesse chiamarlo.

-Davis! Davis!!-

Davis si sbatté una mano sulla fronte: ma che stupido! Era Chibimon!

Si spostò verso il fondo del vagone e senza farsi notare tirò fuori dalla tasca l’amico digimon.

-Davis, finalmente!- esclamò questi sottovoce aggrappandosi alla sua manica.

-Mi spiace, amico. Adesso ti metto dentro lo zaino, così stai più comodo. -

-No! Non posso starti in braccio? Nello zaino soffoco. - si lamentò Chibimon con gli occhi enormi.

-Ma… veramente… quando avevo dodici anni poteva ancora andare perché ero un bambino ma adesso mi prenderanno in giro!-

-E tu di’ che sono un pupazzo per la tua ragazza. Dai, per favore!-

Davis lo fissò indeciso per qualche istante ma alla fine come poteva rifiutare qualcosa al suo caro digimon?

-Va bene. - disse sospirando e prendendolo in braccio –Ma questa è l’ultima volta che lo faccio, sia chiaro!-

-Si, si!- cinguettò tutto felice Chibimon.

-E adesso stai zitto. - gli disse prima di girarsi e accorgersi che era quasi arrivato alla sua meta.

 

-Ma guardate che tenero quel ragazzo con un pupazzo in mano! Chissà chi sarà la fortunata!- esclamò una ragazza alle sue amiche per poi scoppiare a ridere.

Davis era arrivato a scuola in tempo e, con Chibimon ancora in braccio, stava varcando i cancelli conscio del fatto che tutti lo stessero guardando.

Sospirò pesantemente.

Le ragazze, che stupide!

Andò avanti per la sua strada, questa volta non voltandosi davvero né a destra né a sinistra. Solo arrivato al suo armadietto si concesse di distendersi e sospirò nuovamente.

- Chibimon, mi raccomando, io ti chiudo qua ma tu devi stare tranquillo. Durante la pausa pranzo ti verrò a tirare fuori e ti porterò da Wormmon, va bene?- gli chiese aprendo l’armadietto e posando delicatamente il digimon dentro.

Si commosse un po’ davanti all’espressione sconsolata e triste del piccolo draghetto, perciò gli sussurrò:

-Mi spiace sul serio, amico, ma non posso fare altrimenti; non posso portarti in classe, ti scoprirebbero…- gli elargì una breve carezza sulla testolina, sorridendo.

-Va bene, Davis, non ti preoccupare…-

-Grazie, amico. Ci vediamo fra poco!-

E stava già per andare quando si ricordò di una cosa.

Aprì lo zaino e tirò fuori due oggetti che sapeva avrebbero rallegrato il digimon.

-Ah, Chibimon! Ti ho preso, per non farti annoiare troppo, quelle patatine che ti piacciono tanto e il videogioco, quello degli alieni, ti ricordi?-

Il digimon sorrise, felice, agitandosi chiuso dentro quel piccolo spazio.

-Grazie mille, Davis! Sei un vero amico!-

Davis si passò la mano nei capelli imbarazzato, lo salutò per l’ultima volta e chiuse l’armadietto; si posò di nuovo lo zaino in spalla e fece per voltarsi quando...

- Davis, ma con chi stai parlando?-

Si girò di scatto e rise, ancora più in imbarazzo.

-Che bello vederti di prima mattina, Kari!- esclamò prendendo sotto braccio l’amica e portandola lontano –Ma non dovresti già essere in classe? Fra poco suona! Forza su, andiamo!-

La ragazza lo guardò mezza divertita e mezza scocciata.

-Non dirmi che hai portato di nuovo Chibimon a scuola! Povero digimon, con quello che gli hai fatto passare l’ultima volta…-

-Non è stata colpa mia se l’ho dimenticato… il rappresentante di classe mi aveva tenuto così tanto a pulire che alla fine ero stanco e me ne sono dimenticato!-

-Penso che prima o poi Chibimon diventerà santo a forza di sopportarti, Davis. In ogni caso, perché non lo porti all’aula di informatica? TK ha l’ora libera adesso e potrebbe pensarci lui, almeno non sta rinchiuso nell’armadietto. – propose Kari con un pallido sorriso; sempre composta, la ragazza.

Davis sorrise di rimando e corse via.

-Grazie Kari, sei una vera amica!- urlò scomparendo dietro ad un angolo del corridoio.

 

-Che bello, ora andiamo da Wormmon e Ken!- esclamò con la voce squittante il draghetto.

-Si, sei contento?-

-Tanto! Era da molto che non li vedevamo! Tra i tuoi allenamenti di calcio, la scuola e Digiworld oltre che per necessità non ci frequentiamo spesso…-

-Hai ragione. – confermò Davis aprendo con un calcio la porta della sala di informatica.

Dentro però non c’era nessuno.

-Dovrà ancora arrivare. – disse tra sé e sé, chiudendosi la porta alle spalle e posando Chibimon su un tavolo.

Si sedette a sua volta e tirò fuori il cestino del pranzo.

-Quando arrivano?-

-Non lo so, Chibimon, fra poco penso. – rispose e intanto gli porse un pezzo del suo panino. –Dagli qualche minuto e saranno qua. -

-Va bene, Davis. -

E infatti dopo qualche istante comparvero dalla porta altri due personaggi molto conosciuti.

- Wormmon!-

- Chibimon, finalmente!-

Ken sorrise entrando e salutò l’amico.

-Ciao, Davis. -

-Ehilà, Ken, come te la passi?

Ken avanzò nella stanza e trasferì il suo digimon dalle sue braccia al tavolino, accanto a Chibimon.

-Molto bene, ti ringrazio. Spero che anche tu stia bene. -

-Oh, si, grazie!-

Subito i due digimon incominciarono a ridere e a saltellare felici, giocando insieme e scherzando.

I digi-prescelti li guardarono a loro volta per un po’ sorridendo finché Davis non si riscosse.

-Allora, Ken, cosa mi dici di bello?-

-Oh, niente di particolare. La scuola va bene e anche a casa è tutto tranquillo. -

-Meno male! Ho saputo da TK che avevi litigato con tua madre ultimamente. -

-Si, è vero, ma ora è tutto a posto. E’ solo un po’ troppo ansiosa.–

-Eh, già. Tutti i genitori diventano più apprensivi man mano che cresciamo, è un dato di fatto!- esclamò Davis elargendogli un’affettuosa pacca sul braccio.

Ken chinò un po’ la testa sorridendo imbarazzato.

-Si, è vero. -

Finirono il pranzo in silenzio, con i due digimon schiamazzanti come unico rumore nella stanza.

Davis non riusciva a capire quello strano mutismo e l’imbarazzo che istintivamente collegava ad esso: ma perché si sentiva arrossire ogni volta che Ken lo guardava negli occhi o non sapeva mai cosa dire quando stavano da soli?

Sembrava quasi la sensazione che provava per Kari qualche anno prima, ma non era possibile, Ken era un suo amico… no?

Sospirò più e più volte, forse per smorzare un po’ l’attenzione, non accorgendosi però che l’altro lo guardava impensierito quando lo faceva.

Alla tredicesima volta Ken decise che era ora di smetterla.

-Cosa c’è, Davis?-

Davis sobbalzò sorpreso sulla sedia.

-Sei triste? Non fai altro che sospirare… vuoi che qualcun altro ti aiuti per la ricerca? Magari io non sono la persona giusta. - 

-Oh, no, Ken, cosa dici? A me fa piacere stare in tua compagnia! E poi chi altri potrebbe aiutarmi? Tu sei sicuramente il più bravo. -

Ken arrossì e sorrise.

-Bene, allora incominciamo. Accendi il computer. -

Davis si alzò in piedi e si accostò al marchingegno elettronico e schiacciò il pulsante blu.

Ken intanto stava cercando qualcosa dentro lo zaino.

-Ti ho portato un po’ di materiale su Nobunaga Oda; credo che ti verrà una relazione abbastanza lunga, ci sono troppe informazioni importanti su di lui. -

-Lo penso anch’io ma la professoressa ha insistito che la facessi su quello lì… - brontolò Davis accomodandosi di fronte al computer.

-Devo andare su internet?- domandò Davis prendendo in mano il mouse non appena il computer si accese.

-Si, in questo modo potremmo vedere se ci sono altre notizie, o anche solo per avere più fonti. –

-Bene. –

Si collegò con pochi click ma c’era qualcosa che non funzionava bene.

-Perché adesso fa così?- mugugnò il digiprescelto cliccando alla rinfusa.

Parava bloccato ma c’era una finestra aperta che continuava a lampeggiare e occupava gran parte dello schermo.

Ken avvicinò il viso per osservare meglio la scritta a grossi caratteri sulla finestra, ma nonostante tutto non seppe dargli un significato: era formata da segni che Ken non aveva mai visto, completamente senza senso.

La cosa che però lo incuriosì di più fu l’immagine subito sotto alla scritta, un animale viola che assomigliava molto ad un digimon.

-Chiudi quella finestra!- praticamente urlò a Davis alzandosi di scatto in piedi.

-Ma non ci riesco!- protestò lui incominciando a schiacciare qualche tasto sulla testiera finché lo schermo non divenne improvvisamente nero.

-Io non ho fatto niente, lo giuro!- esclamò Davis alzando in aria le mani in segno di scusa.

Ken non poté rispondere perché inaspettatamente una luce si espanse dal suo digivice e sentì la solita sensazione di essere catapultato in un altro mondo.

Non sapeva né come né perché ma erano finiti a Digiworld.

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Ciao a tutti!

Dato che il nuovo capitolo di Cristalli di neve è ancora in prosecuzione e assolutamente non adatto a questo periodo di festa ho deciso di regalarvi il primo capitolo di Non aprire gli occhi^^!

Spero che vi piaccia e se avete un pochettino di tempo tra regali, cenoni e pranzi con i parenti mi fareste veramente felice con anche breve commentino!

Vi auguro un BUON NATALE E UN FELICE ANNO NUOVO!

bacio

Schwan

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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