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Autore: Francy_92    06/06/2012    5 recensioni
[REVISIONE IN CORSO]
Alexander e Catherine stanno insieme da sei anni; sono diventati genitori molto giovani e con il passare del tempo alcuni problemi sembrano insormontabili se non chiariti a dovere. Uno dei problemi che minacciano il loro rapporto è il lavoro di Catherine. Nonostante lei cerchi di risolvere la situazione Alexander ne ha già presa una!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salve ragazzi e ragazze. Poichè non ho molto da fare ho deciso di incasinarmi le giornate, più di quanto non siano già, con un'altra bella storiella.
Insomma bella... Vabbè...
In questo capitolo c'è una sorta di prologo e conoscerete già i personaggi principali.
Pubblicherò un capitolo a settimana e visto che oggi è Mercoledì, pubblicherò ogni Mercoledì.
Spero che la storia vi piaccia anche se non viene detto molto qui, però non si può mai sapere :D
QUI potrete trovare il link del mio gruppo su facebook. Chi vuole farne parte è il benvenuto ;)
Quindi, dopo questo, non resta altro che dirvi... Buona lettura!! ;) A Mercoledì! :*
Baci, Francy.


We can find love within us
 
-Prologo-

 
Pov Catherine
 
È da più di venti minuti che rigiro fra le dita questo affare.
Lo odio.
Odio che la mia vita stia per cambiare così drasticamente e odio che adesso sia proprio io a trovarmi in questa situazione.
Il test è risultato positivo da ben dieci minuti. Gli altri dieci mi sono servivi per prendere coraggio e farlo.
Ebbene si, sono incinta!!
Adesso devo dirlo ai miei genitori che, nell’altra stanza, ignorano cosa mi stia succedendo. Ma cosa ancora più terribile è che devo dirlo al diretto interessato: Alexander, il mio ragazzo da un anno quasi. Non so come la prenderà, ma sicuramente resterà a bocca aperta. Come del resto lo sono io.
Oh dio…” penso portandomi le mani ai capelli.
«Catherine, tesoro, sei lì?» mia madre, giustamente, mi chiama. In fondo, sono chiusa in bagno da circa mezz’ora.
«Si mamma, arrivo» rispondo guardando ancora il test.
Dovrei dirlo a lei e a mio padre, ma come faccio?!
Forse dovrei parlarne con Alex prima…
Altro dilemma.
Prendo il cellulare dalla tasca dei jeans e provo a scrivergli un messaggio.
Dobbiamo parlare…” provo. Ma no, non va!
Ciao tesoro… possiamo vederci per parlare?” provo ancora, ma non va nemmeno questo. Si torturerà nell’attesa.
Meglio optare per qualcosa di normale. “Ehi… ti va di vederci?”. Lo invio e attendo, nel frattempo esco dal bagno.
«Tesoro, stai bene?» chiede mia madre appena mi vede.
«Si, tutto bene. Tra poco esco con Alexander»
«Va bene. Stai attenta, ok?»
Le sorrido e la abbraccio. «Certo»  rispondo, ma mi sento un’ipocrita.
Stare attenta… ormai è tardi per stare attenti. «Vado a prepararmi»
Dopo aver indossato una maglietta pulita, riprendo il cellulare e noto la busta dei messaggi sullo schermo. Apro e leggo “Certo che mi va. Un quarto d’ora e sono da te. Ti amo
Sorrido per quelle parole.
Alexander è sempre stato cotto di me. Ci siamo conosciuti grazie ad alcuni ragazzi della nostra compagnia di amici e inizialmente a me non piaceva tanto, soprattutto non mi piacevano i suoi comportamenti. Troppo cattivo con gli altri. Con me non è mai stato così perché gli son piaciuta da subito, dice lui…
Ci siamo messi insieme il giorno dopo San Valentino e tra un mese circa dovremmo festeggiare il nostro primo anno insieme, se non mi lascia, è chiaro…
La vibrazione del cellulare sul comodino mi dice che Alex è giù che mi aspetta.
Afferro la giacca e vado a salutare i miei genitori.
«Stai attenta» dice mia madre mentre mio padre mi sorride e mi lascia un bacio sulla fronte.
Chissà se saranno ancora così buoni con me dopo avergli detto del bambino.
Rivolgo a loro un ultimo sorriso ed esco di casa, trovando Alex appoggiato alla macchina.
«Ciao» mi saluta sorridendo mentre cammina verso di me.
«Ciao» saluto anche io e quando mi abbraccia dimentico quello che dovrò dirgli da lì a qualche minuto.
«Come stai?» chiedo.
«Adesso bene» scioglie l’abbraccio e mi bacia. «Tu?»
«Adesso bene» rispondo allo stesso modo e gli sorrido.
«Dove vuoi andare?» chiede mentre mi fa salire in macchina.
«Andiamo al parco. Camminiamo un po’, ti va?»
«Certo»
Il viaggio è silenzioso e più volte ho percepito il suo sguardo preoccupato su di me. E’ preoccupato, ma non chiede nulla.
È questa una delle cose che amo di Alex. Quando capisce che c’è qualcosa che non va non chiede, non ti pressa. Aspetta semplicemente che sia tu a parlare.
Io, in realtà, sono semplicemente terrorizzata. Non so come potrei iniziare ad introdurre il discorso. Non so nemmeno che fare se lui dovesse restare in uno stato di profondo shock.
Quando parcheggia, sento già l’ansia piombarmi sulle spalle. Peggio della faccina rosa sul test.
«Dobbiamo parlare» dico appena entriamo nel parco, al momento, un enorme distesa di bianco.
Mi pento di aver detto così, ma in qualche modo dovrò pur iniziare, no?
«Vuoi lasciarmi?» chiede lui guardandomi e stringendo più forte la mia mano. Nemmeno mi ero resa conto che eravamo mano nella mano.
«Che dici? No, non voglio lasciarti. Ti amo, ricordi?»
«Oggi non me lo hai detto»
«Scusami, è vero» Avevo tante di quelle cose per la testa che l’ultimo mio pensiero era dirgli “ti amo”.
«Ok, quindi che devi dirmi?»
Mi fermo e faccio lo stesso con lui proprio dietro una panchina, nel caso in cui ce ne fosse bisogno.
«Ehm… Ci amiamo, vero?» chiedo.
Lui sorride e annuisce «Si, ci amiamo»
Sorrido anche io e un po’ mi sento in imbarazzo «Beh… di solito da questo amore due persone danno inizio ad una… ad una… vita» prendo la sua mano e, con la mia, la poggio sul mio ventre, sotto il caldo giubbotto «E in questo momento c’è il nostro amore dentro di me»
Ho guardato per tutto il tempo Alexander negli occhi e adesso li vedo un po’ fuori dalle orbite. Credo che quella panchina serva adesso.
«Vuoi… vuoi sederti?» chiedo deglutendo.
Lui annuisce semplicemente e toglie la sua mano dal mio ventre. Lo faccio sedere sulla panchina, togliendo la neve sopra di essa e lo guardo, mentre lui continua a fissare il vuoto.
«Alex?»
«Dammi… dammi solo un… un minuto» dice continuando a guardare davanti a sé.
Annuisco  e gli prendo la mano stringendola forte.
Lui non stringe. Non sta reagendo né bene né male e io non so come interpretare… lui.
Dopo circa cinque minuti buoni di silenzio tra di noi, fa un respiro profondo e si volta a guardarmi.
«Da quanto lo sai?» chiede guardandomi.
Cerco di decifrare il suo sguardo, ma niente, non riesco a vedere nulla.
«Uhm… circa un’ora»
Annuisce e dopo qualche secondo il suo braccio mi circonda le spalle e mi sento stringere contro il suo corpo e soltanto in questo momento posso tirare un enorme sospiro di sollievo.
«Ce ne occuperemo insieme. Lo cresceremo insieme»
Lo guardo negli occhi e mi sta sorridendo. «Davvero ti va bene?»
«Si, nonostante sia presto. Ti amo e un giorno mi sarebbe piaciuto avere un figlio da te»
Scoppio a ridere e nello stesso momento a piangere, ma lui mi stringe forte al suo corpo e mi bacia la testa.
«Avremo un bambino» dico asciugando una lacrima.
Lui mi guarda, sorride e tocca di nuovo la mia pancia. «Avremo il nostro bambino»

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SO?!?! Che ne pensate?!
Ve lo avevo detto già sopra. Non trovate molti indizi su che piega può prendere la storia o forse già immaginate, però, non vi resta che attendere soltanto una settimana! ;)
Baci, a presto!!
Francy

   
 
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