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Autore: Vals Fanwriter    07/06/2012    3 recensioni
Era risaputo ormai, poteva addirittura definirsi una legge fisica: lasciare Sebastian ad annoiarsi equivaleva a risvegliare il classico organizzatore di piani malefici che era in lui, come la strega cattiva che vuole avvelenare Biancaneve e, a dirla tutta, la Biancaneve in questione era Harwood.
Per l'onomastico di Thalia, l'altra metà di me.
Thadastian | OS | Fluff, Sentimentale
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per l’onomastico della mia Robs.

 

 

 

Credevi di cavartela con così poco, vero?

Potevo mai scrivere una cosa tanto banale? Direi proprio di no.

Non posso semplicemente buttarla lì e cliccare “aggiungi storia” senza scrivere prima un poema.

Sì, lo so, aspetti da tipo un mese di leggere questa storia ed io infierisco, ma mi conosci: sono la degna seguace di Sebs.

Vorrei dirti un sacco di cose. Vorrei dirti quanto sei stata fondamentale in questi – quanti? – quattro mesi?

Cavolo, sembra passato un secolo, eppure ci conosciamo solo dal famoso “glad you cameFriday (sì, con la F maiuscola, non può essere altrimenti!).

Fin dalla prima sclerata è stato più che ovvio che fossimo gemelle separate alla nascita, di quelle che “ma dove eri nascosta?”,

ed è incredibile come io mi sia affezionata a te, più di quanto non abbia mai fatto con nessun’altra persona.

Semplicemente, il nostro non è fangirlare soltanto – e fidati, trovo che anche questo sia una figata –,

bensì è esserci l’una per l’altra sempre, anche se lontane, anche se abbiamo migliaia di cose da fare,

anche se siamo a lezione al primo banco e il prof ci fissa (ogni riferimento a me stessa è puramente voluto)!

Sgridarci a vicenda e farci rinsavire quando siamo giù di morale viene prima di tutto,

a costo di sentirci dire da qualsiasi essere vivente – sì, pure dai cani – “la finisci di messaggiare col tuo ragazzo”?

No, io ho qualcosa di meglio. *annuisce* Ho il mio Thad!

Sì, perché vogliamo parlarne di quando scattano le 18:00 del pomeriggio e iniziamo a messaggiare come Thad e Seb. Ne vogliamo parlare??

È lo sclero più bello in assoluto e non mi stancherò mai di ridere appresso a quegli stamp.

Ovviamente, quindi, non potevo non scriverti una Thadastian, primo, perché è il tuo otp, secondo, perché, insomma, è impossibile non amarli.

Me li avete ficcati in testa, tu e Somo, e ora sono affetta anche io da Thadastianismo.

Mi sa che avevo un’altra marea di cose da dire, ma me le sono perse per strada.

Poco importa, visto che già mi stai odiando per la lunghezza chilometrica di questa dedica (o forse ti ho addolcita abbastanza?).

L’ultima cosa che voglio aggiungere – nel caso non si sia capito – è che ti voglio veramente tanto bene e che sei indispensabile…

e che spero fangirleremo anche quando avremo ottant’anni, quando Grant avrà i rotolini di ciccia, ma continuerà comunque a twittare le foto dei suoi piedi!

Mi auguro che tu non ti sia sciolta ora, visto che hai ancora circa 2900 parole da leggere (risparmia le emozioni per dopo).

Ti mando un grosso bacio e ti dico finalmente, dopo un papiro immenso…

Buon onomastico, mio dolce Thad.

 

Tuo Sebs.

 

 

~

 

Checkmate

 

 

 

Se Sebastian aveva mai avuto la più piccola intenzione di smettere di giudicare estremamente idiote le serate organizzate dai Warblers, quella decise di fare definitivamente le valigie quella sera. Certo, lui era un tipo abbastanza attivo di solito – in tutti i sensi del termine – ma dato lo scarso numero di selvaggina da catturare, presente in quel locale da quattro soldi, l’unica cosa che poteva realmente fare era sorseggiare la sua birra e fissare sconvolto Harwood e Sterling che cazzeggiavano bellamente, in tutta la loro ridicolaggine, senza contare l’intraprendenza di Duvall, in piedi su un piccolo palchetto ad eseguire un’interpretazione molto fedele di “Princess of China”, le cui parole lampeggiavano sul display di un apparecchio per il karaoke. Alcuni degli altri Warblers invece sembravano ancora sobri – Sebastian era convinto al cento per cento che il trio si fosse scolato una quantità improponibile di alcool, altrimenti non si spiegava tutta quella demenza – seduti composti ad un lungo tavolo a chiacchierare tra loro, o al bancone del pub a far conoscenza con ragazzine incontrate per caso.

Dire che Sebastian si stava annoiando era veramente poco. Diciamo che, semplicemente, ancora un po’ e l’apatia lo avrebbe privato anche di quelle battute sagaci che erano per lui linfa vitale. Non voleva diventare un’ameba, ne andava del suo orgoglio. Doveva trovare un modo per portare un po’ di Smythe in quel mortorio e, allo stesso tempo, rompere le uova nel paniere a Thad Harwood.

Era risaputo ormai, poteva addirittura definirsi una legge fisica: lasciare Sebastian ad annoiarsi equivaleva a risvegliare il classico organizzatore di piani malefici che era in lui, come la strega cattiva che vuole avvelenare Biancaneve e, a dirla tutta, la Biancaneve in questione era Harwood.

In realtà, Sebastian non aveva un motivo vero e proprio per voler rovinare la vita a Thad, però era qualcosa che non poteva evitare. I due battibeccavano continuamente, non vi era tregua e non vi sarebbe stata nemmeno quella sera. Infatti, a parer suo, era tutto troppo tranquillo, tutto troppo spensierato e improvvisamente aveva una voglia micidiale di vedere il cipiglio adirato che spuntava puntualmente sul volto di Harwood ogni qual volta c’era di mezzo lui. Dopotutto, doveva passare in qualche modo quella serata.

Si guardò intorno, abbandonando il boccale di birra sul tavolo, alla ricerca di quel qualcosa che gli avrebbe consentito di compiere la sua missione, eppure nulla. Non trovò niente di particolarmente ispirante. Fu solo quando Duvall smise di cantare, agitando il microfono a destra e a manca, per accogliere gli applausi che erano esplosi in seguito alla sua performance, che il colpo di genio arrivò.

‹‹Chi vuole cimentarsi adesso?›› domandò Nick e, a quel punto, Sebastian non poté fare altro che alzarsi dal suo posto e allontanarsi da esso, con un sorrisino trionfante ed il suo solito passo sicuro.

‹‹Io››.

Nick lo fissò sorpreso, schiudendo leggermente le labbra. Anche Jeff e Thad fecero lo stesso, mentre una risata sfioriva dai loro volti.

‹‹Tu, Smythe?›› domandò il moro, ora con una smorfia dubbiosa.

‹‹Anche io so divertirmi, Duvall›› rispose semplicemente Sebastian, senza cambiare espressione, e nessuno poteva immaginare quanto potesse essere vera quell’affermazione.

Nick scrollò le spalle e gli lanciò il microfono, quando quello fu a qualche passo da lui; dopo di che scese dal palco con un balzo e andò a spettinare il suo fidato compagno platinato con un gesto fulmineo, al che sia Jeff che Thad tornarono a sghignazzare divertiti. Anche il resto della combriccola non si curò più di tanto dello strano comportamento di Sebastian. Tornò tutto alla normalità e ciò fece ampliare maggiormente il ghigno del ragazzo. Poteva agire indisturbato.

Si avvicinò al dj e, con un sorriso smagliante, gli riferì il titolo della canzone che aveva scelto. Il tipo annuì, ma prima di tornare al centro del palco, Sebastian gli sussurrò qualcosa all’orecchio, al che quello fece un altro cenno di assenso.

‹‹Non so come ringraziarti, amico›› esclamò ed, in quel momento, la base del pezzo partì.

Sebastian tenne il tempo con un piede, seguendo il ritmo lento della musica, finché non venne il momento di iniziare a cantare.(1)

 

‹‹Ain’t this what you came for

Don’t you wish you came, oh

Girl, what you’re playing for

Oh, come on...

Come on, let me kiss that

Ooh, I know you miss that

What’s wrong, let me fix that

Twist that››

 

Ancora una volta Jeff smise di ridere, ma stavolta l’ilarità non scomparve dal suo viso. Diede un’occhiata a Sebastian, che mentre snocciolava le parole di quella strofa, aveva un’espressione serissima e volle a tutti i costi condividere con Nick e Thad il pensiero esilarante che gli stava passando per la testa: ‹‹Okay, andate a contare i litri che si è scolato Smythe. Potrebbe tornarci utile in futuro››.

Nick e Thad si spanciarono dal ridere a quella battuta.

‹‹Tra questa e “Princess of China” c’è l’imbarazzo della scelta›› replicò Harwood, beccandosi immediatamente un buffetto da Duvall.

‹‹Non osare offendere i Coldplay›› ribatté Nick, fingendo di tirarsi su le maniche per prepararsi alla lotta.

Thad stava quasi per rispondergli che la sua offesa non era riferita ai Coldplay ma a lui stesso, tuttavia le parole gli si bloccarono in gola, perché fu inondato da un fascio di luce anonimo.

 

‹‹Baby, tonight’s the night I let you know

Baby, tonight’s the night we lose control

Baby, tonight you need that, tonight believe that

Tonight I’ll be the best you’ve ever had

I don’t wanna brag, but I’ll be

The best you’ve ever had››

 

Soltanto dopo che Sebastian ebbe scandito l’intero ritornello, puntando un indice verso di lui, si rese conto che si trattava di uno dei riflettori del palcoscenico, spostatosi dalla figura slanciata del solista e posizionatosi sulla sua. Thad trattenne il respiro basito, mentre Smythe lo fissava con uno sguardo impregnato di finto sentimento, e sobbalzò quando gli arrivò una gomitata da parte di Jeff, ripresosi da poco da quel colpo di scena.

‹‹Sarà il migliore che tu abbia mai avuto, eh?›› lo canzonò e fu allora che si accorse che tutta la sala lo stava osservando.

 

‹‹I hit you with the best flow

Freestyling in the restroom

Till you blowing cigarette smoke

And now the bad’s gone

So what we gon’ do now?

Round two now

Work it out, then we cool down

Cool down››

 

Thad avvampò, prima di riuscire a ribattere all’insinuazione di Jeff.

Qualsiasi suo sforzo di salvarsi sarebbe stato vano. Per gli altri Warblers e per i clienti di quel locale, Sebastian Smythe stava dedicando quella canzone compromettente proprio a lui. E d’accordo, loro due non si sopportavano per niente, ma quello era un colpo basso.

A completare l’opera e a dare una mano all’innata vergogna, che lampeggiava come un’insegna al neon sul suo viso, vi era il suo cuore, che minacciava di uscirgli fuori dal petto ad ogni nota scandita dalle casse del dj.

Quel maledetto... Era troppo bello per essere vero, vederlo spaparanzato sulla sua sedia a non fare danni. Il silenzio era stata l’arma migliore per nascondere i suoi piani machiavellici e quel sorrisino arrogante ne era la prova più evidente. Harwood avrebbe tanto voluto incenerirlo con lo sguardo, in quel momento, se non che ricominciò il ritornello e Nick e Jeff si scambiarono un’occhiata complice, che gli fece salire l’ansia.

 

‹‹Baby, tonight’s the night I let you know›› cantò Sebastian, al che Jeff finse di fare gli occhi dolci a Thad e fece da eco al solista.

 

‹‹Baby, tonight’s the night we lose control››

 

Stavolta sia Nick che Jeff fecero da coro a Sebastian, gettandosi sguardi ogni tanto, con un sorriso più dolce ad ogni verso, per poi riportare puntualmente l’attenzione su Thad che, dal canto suo, li stava odiando con tutta l’anima. Ma da che parte stavano?

 

‹‹Baby, tonight you need that, tonight believe that

Tonight I’ll be the…››

 

Nick intonò il suo “be the best”, che accompagnò il seguito della canzone, e la soddisfazione sul volto di Sebastian crebbe.

 

‹‹Best you’ve ever had

I don’t wanna brag, but I’ll be

The best you’ve ever had››

 

Gli applausi esplosero in sala, alcuni eccitati, altri incerti, dato lo strano contesto in cui era stata esposta quella performance. Thad rimase impalato dov’era, mentre Jeff e Nick si battevano il cinque entusiasti. Era scioccato e imbarazzato e, come se non bastasse, il riflettore del dj era ancora puntato su di lui. Fece un passo indietro, mentre migliaia di occhi lo radiografavano curiosi.

‹‹Piaciuta la canzone, Harwood?›› esclamò Sebastian, appena sceso dal palco, a qualche metro da lui, ma Thad non rispose. Si limitò a voltarsi e a sfrecciare fuori dal locale.

‹‹Thad›› lo chiamò Jeff, ma quello era già sparito, ‹‹Dici che si suiciderà per la vergogna?›› domandò al moro al suo fianco.

Nick fece spallucce. ‹‹Boh, probabile›› rispose.

‹‹Vado da lui››.

‹‹Fermo dove sei, Peeta Mellark›› lo bloccò Sebastian, ‹‹Ci penso io al nano da giardino›› e si avviò anche lui nella stessa direzione in cui si era diretto Thad.

Dal canto loro, Nick e Jeff non poterono fare a meno di restare basiti.

‹‹Com’è che ti ha chiamato?›› chiese Duvall.

‹‹Non ne ho la più pallida idea›› rispose Sterling ed entrambi lasciarono che i loro sguardi vagassero sulla porta d’ingresso del locale che si chiudeva alle spalle di Sebastian.

 

 

 

L’aria fredda e sferzante di quella sera di fine Febbraio colpì Thad in pieno viso, quando uscì dal locale, al che fu costretto a socchiudere gli occhi, che minacciavano di lacrimargli per il troppo vento. Infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, per tenere almeno quelle al caldo, e girò su sé stesso alla ricerca di qualcosa da prendere a calci. La sua attenzione ricadde su una lattina accartocciata, all’angolo del marciapiede, che fu prontamente colpita dal piede del ragazzo, per poi rotolare veloce verso l’ingresso del locale e finire contro la scarpa elegante e laccata di nero di qualcuno.

Thad studiò attentamente il ghigno presuntuoso di Sebastian, con l’occhiata omicida più temibile del suo repertorio.

‹‹Nervoso, Harwood?›› gli domandò il bastardo e Thad fu tentato dall’allettante prospettiva di prenderlo a schiaffi e fargli sparire la goduria dal viso.

Ma se da un lato riuscì a trattenere quell’insana voglia, dall’altro non poté impedirsi di esclamare, in maniera alquanto esasperata e ridicola: ‹‹Grazie tante, Sebastian!››.

‹‹Prego, dolcezza›› e a quel soprannome Thad sentì un brivido scivolargli lungo la schiena, ma era troppo incavolato per prestarvi attenzione. Si limitò a serrare i pugni, per scacciarlo via, mentre l’altro proseguiva: ‹‹Anche se non conosco il motivo per cui mi stai ringraziando››.

‹‹Lo conosci eccome!›› sputò fuori Thad.

‹‹In questo momento mi sfugge›› gli tenne testa Sebastian, con la soddisfazione che cresceva ad ogni battuta.

Harwood sbuffò, con un’aria spossata, e poi prese a fargli il verso: ‹‹I hit you with the best flow... Round two now... Work it out... Tu...!!››.

Stava quasi per elencargli tutti gli insulti che gli venivano in mente, ma Sebastian lo precedette: ‹‹Mi piacerebbe molto, Harwood. Dimmi solo dove e quando›› gli disse, con una nonchalance disarmante, al che Thad acquistò un colorito che si avvicinava molto al bordeaux.

‹‹Eh!?››

‹‹Avanti non fare il timido›› biascicò quel dannato genio del male, iniziando ad avvicinarsi, e Thad istintivamente arretrò, ma non demorse e continuò a rispondergli a tono, pur anche avesse il viso completamente in fiamme.

‹‹Non faccio il timido, semplicemente non ti sopporto!››

Nonostante avesse usato un tono abbastanza fermo, nei suoi occhi lampeggiava l’incertezza e ciò ovviamente non sfuggì a Sebastian.

‹‹La cosa è reciproca, Harwood, ma al contrario di te, io non nego che saresti passabile, se non ti lamentassi così tanto ogni volta››.

Thad lo vide avvicinarsi ancora e deglutì, allontanandosi proporzionalmente da lui. Doveva trovare qualcosa che fosse all’altezza di quella situazione. Non poteva gettare la spugna e perdere quella battaglia miserevolmente. Moriva dalla voglia di vederlo sconfitto.

‹‹E di grazia, cos'è che sarebbe passabile? L’oggetto contundente che si proietterà sulla tua testa tra qualche secondo?››

Sentì la parete fredda dell’edificio sfiorargli i palmi delle mani e successivamente la sua schiena aderì ad essa. Fantastico, era giunto al capolinea!

Dal canto suo, Sebastian non perse tempo e fece ancora qualche passo verso di lui. Era in trappola.

‹‹Intendevo...›› sibilò, abbassando notevolmente il tono di voce, cosa che non giovò per niente all’inspiegabile agitazione di Thad. Posò le mani sulle spalle di quest'ultimo, dopo di che le fece scivolare lentamente su per il suo collo, sfiorandoglielo con la punta delle dita.

‹‹Che hai un bel corpo›› concluse il nemico, mentre Thad rabbrividiva nel sentire il suo respiro caldo accarezzargli il viso, data la pressoché nulla distanza che li divideva.

Il moro rimase impalato e rigido per qualche istante, le labbra di Sebastian che si facevano sempre più vicine alle sue, poi il suo cervello metabolizzò la situazione.

Lui era Thad Harwood e quello che stava per baciarlo era Sebastian Smythe, suo nemico giurato, che lo aveva appena messo in ridicolo davanti all’intero pub, e ancora adesso, a una spanna dalle sue labbra, aveva quel fottuto sorrisino vittorioso sul volto. Ergo, Sebastian era uno stronzo.

Nonostante quelle elucubrazioni, ci mise qualche secondo ad impedirsi di cedere.

Diamine, perché avrebbe dovuto lasciarlo fare? Certo, Sebastian era bello, aveva quello sguardo che t’incantava, era slanciato e tutte quelle caratteristiche non dispiacevano mica a Thad. Ma ecco, bastava sentirlo aprir bocca che l’apparenza andava a farsi benedire e lui odiava il suo essere dannatamente presuntuoso, perciò...

Ci riuscì. Mise le mani sul suo petto e, a quel punto, le sentì tremare, però trovò ugualmente la forza di spingerlo via e di urlargli istericamente contro: ‹‹Vaffanculo, Smythe!››.

Si allontanò da lui, quel tanto che bastava a scrollarsi di dosso quella serie di sensazioni scomode che gli erano scoppiate dentro. Ma non servì a molto. Il cuore gli batteva forte, aveva caldo e il contrasto con l’aria fredda della sera gli aveva fatto venire la pelle d’oca.

Osservò cauto la reazione di Sebastian, pronto a ricevere una delle sue solite risposte sagaci.

Quest’ultimo infatti si voltò e continuò a punzecchiarlo, esclamando: ‹‹Ci andrei volentieri, ma sembra che tu non abbia voglia giocare con me e, da che mondo è mondo, certe cose è più divertente farle in due››.

Thad rosicò parecchio nel constatare che non riusciva a trovare una risposta abbastanza acida che facesse tacere Sebastian una volta per tutte. Continuò a fissarlo con uno sguardo che, se avesse potuto, lo avrebbe volentieri ucciso e, dopo che il suo cervello ebbe lavorato a sufficienza, rinunciò e girò su sé stesso, incamminandosi senza una meta precisa.

‹‹Dove stai andando?›› domandò Sebastian.

‹‹Mi sono rotto… Torno alla Dalton›› buttò lì Thad, con un tono brusco.

Il ghigno sul volto di Sebastian si spense gradualmente, ad ogni passo fatto dall’altro ragazzo. Boccheggiò un paio di volte e stranamente si ritrovò a pensare che, no, Thad non doveva andarsene. Non adesso che stava iniziando a divertirsi un po’, ci tenne a precisare una parte del suo orgoglio.

‹‹Avanti, Harwood›› lo chiamò, con l’intenzione di fermarlo, ‹‹Era solo uno scherzo!››.

Nessuna risposta.

‹‹Thad!››

Ancora nulla.

‹‹Cazzo, sei troppo permaloso! Il Thad che mi piace avrebbe risposto al fuoco col fuoco!››

Thad si fermò e sgranò gli occhi, mentre il suo cuore accelerava di nuovo.

‹‹Il Thad… che ti piace?›› si ritrovò a chiedere, non riuscendo a credere alle proprie orecchie.

‹‹Ehm… Il Thad a cui mi piace rompere le palle! Che hai capito!?›› puntualizzò Sebastian e, nonostante quella fosse una delle sue solite frecciatine, Thad fu costretto a sorridere per l’incertezza che vi aveva letto. Per una volta, Sebastian non sembrava un’idiota dal cuore di pietra, sembrava umano. E ne ebbe la certezza nel momento in cui si voltò a guardarlo e scorse il leggero rossore di cui erano cosparse le sue gote. Per un momento, sentì di avere un’altra occasione per metterlo al tappeto e quella consapevolezza trasformò il suo sorriso sincero e intenerito, in uno combattivo.

‹‹Quindi, mi stai invitando a rientrare e a dedicarti una canzone imbarazzante per ripicca?›› gli chiese, con aria di sfida.

Sebastian sembrò riprendersi subito da quel breve momento di vulnerabilità ed abbozzò una smorfia, alzando gli occhi al cielo e fingendosi pensieroso: ‹‹Veramente, ti stavo invitando a tornare insieme alla Dalton per divertirci a modo mio, approfittando del fatto che siamo entrambi mezzi ubriachi e che il platinato e Chris Martin non siano nei paraggi a ficcare il naso in affari che non gli riguardano, ma... mi accontento anche della canzone›› rispose, per poi tornare ad osservarlo con la sua solita faccia da schiaffi.

Thad abbassò lo sguardo e scosse la testa, ma non era arrabbiato. Se avesse voluto arrabbiarsi per ogni battuta maliziosa che la bocca di Sebastian era in grado di sputare fuori, non avrebbe avuto vita lunga. Piuttosto preferiva rimboccarsi le maniche per dimostrargli cos’era capace di fare il Thad Harwood che piaceva a Sebastian. Dio, avrebbe usato quella citazione a suo discapito, fino alla morte!

Ridacchiò al pensiero e l’altro lo fissò stranito.

‹‹Che c’è?›› fece Sebastian.

‹‹Nulla, nulla›› replicò Thad, riservandosi la possibilità di usare quell’arma per le occasioni importanti, quelle in cui era a corto di idee per esempio.

‹‹Sputa il rospo›› gli ordinò l’altro, mentre Thad si avvicinava a lui per rientrare nel locale.

‹‹Ho solo trovato la canzone perfetta per la nostra sfida››.

Sebastian lo osservò passargli accanto ed erano così vicini che sentì una fitta attraversargli lo stomaco.

‹‹Allora, a te la mossa›› sussurrò languidamente, proprio mentre Thad varcava la soglia.

 

 

 

Call me irresponsible

Yes, I’m unreliable

But it’s undeniably true

That I’m irresponsibly mad for you.(2)

 

 

 

Fine.

 

Note:

1) Dovete assolutamente leggere ascoltando la canzone: John Legend, Tonight .

2) Michael Bublé, Call me irresponsible .

 

 

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