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Autore: MiHyeon    07/06/2012    0 recensioni
Da qualche settimana, però, nel suo appartamento stavano accadendo cose davvero strane.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jonghyun, Quasi tutti, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Jonghyun era seduto sulla poltrona della sala, le gambe strette al petto e il viso, con tanto di espressione da cucciolo bastonato- o disperato?- appoggiato sulle ginocchia. Fissava il vuoto davanti a sè, ignorando quanto quella posizione rannicchiata lo facesse sembrare un ragazzino in piena crisi adolescenziale.
Poteva sentire gli occhi troppo grandi del suo amico fissi su di lui.
Contro ogni sua previsione, dopo essersi lasciato andare, sfogandosi dallo stress e tutta l'agitazione accumulata in quei pochi giorni, aveva sentito il fastidioso trillare del campanello di casa sua; si stupì quando, una volta chiesto chi fosse, cercando di mascherare la voce tremante e spaventata, Minho gli ordinò di aprirgli il portone a farlo salire immediatamente.
Il ragazzo non ci pensò due volte, felice che il suo amico non l'avesse preso per pazzo- perchè se era tornato significava questo, giusto?-, e soprattutto perchè la voglia di rimanere solo in quella casa diminuiva sempre di più.
Quando aprì la porta del suo appartamento, Minho lo sorpassò, entrando senza neanche chiedere il permesso e Jonghyun lo lasciò passare, ignorando il suo aspetto leggermente trasandato.
Appena si voltò, vide il suo amico al centro della stanza con le braccia incrociate ed un' espressione più terrificante che seria; per un attimo pensò che di lì a poco l'avrebbe aggredito, lanciandogli addosso insulti per aver rovinato la sua bella uscita.
Con sua sorpresa, invece, Minho parlò con voce calma, con la stessa con cui ci si rivolte ad un bambino svegliato dal suo primo incubo.
"Jonghyun, spero che la tua storiella del ragazzino sia abbastanza convincente per permettermi di scusarti dall'avermi mandato in fumo la serata." disse, tendendo lo sguardo fisso nel suo.
 
Così Jonghyun l'aveva fatto sedere sul divano, iniziando a raccontargli ciò che era accaduto: dalla porta del bagno, alla bustina di tè, all'apparizione, senza tralasciare nessun particolare.
Ed ora erano ancora lì, in silenzio da qualche minuto, ma Jonghyun non se ne curava e non ne era infastidito, gli bastava stare con qualcuno per sentirsi più a suo agio. Il raccontare tutto al suo amico l'aveva fatto rilassare, nonostante non sapeva se l'avesse creduto o meno. L'altro non aveva detto nulla, seguendo attentamente il suo discorso, e il moro giurò di aver visto la sua espressione passare dal sospettosa all'incredula.
Minho, d'altro canto, più il racconto del suo amico andava avanti, più si sentiva a disagio e, ad ogni minimo rumore, esterno o interno che fosse, saltava sul posto guardandosi attorno nervoso.
Le sue reazioni avevano fatto più volte ridacchiare Jonghyun, ma cercava di trattenersi per non irritare ulteriormente l'altro.
Poi Minho sospirò pesantemente, passandosi una mano tra i capelli.
"Quindi sei convinto di avere uno.. spirito, in questa casa?" chiese, nonostante la risposta fosse più che ovvia, difatti il ragazzo annuì. "Potrebbe esserci una spiegazione razionale a tutto questo." disse, e Jonghyun se la sarebbe sicuramente aspettata una risposta del genere, da uno come Minho.
"Trovala." lo incitò, senza reale interesse. Avrebbe potuto dire ciò che voleva, ma lui era sicuro di ciò che aveva visto e sentito.
Minho sembrò rifletterci su qualche secondo, poi prese parola.
"Per la porta del bagno, uno stupido spiffero basta per farla aprire, così come per far muovere la tenda."
"Sono certo che le finestre fossero tutte chiuse quella sera, e ho visto la tenda fermarsi di fronte ai miei occhi, poco prima che la bustina cadesse."
"Non puoi sentire un leggero spiffero, magari c'era e non te ne sei reso conto." sorrise, come se lo volesse rassicurare. "Magari un' impercettibile scossa di terremoto ha fatto sì che la bustina cadesse e-"
"MINHO SO COSA HO VISTO." urlò infine spazientito Jonghyun.
Ci si era rovinato il cervello per pensare ad una spiegazione razionale di tutto quello, e il risultato qual'era stato? Che non esisteva niente di razionale in tutta quella faccenda, nè uno spiffero o un terremoto silenzioso, nè un'ombra o un riflesso dovuto alla stanchezza.
Calò nuovamente il silenzio tra di loro. Jonghyun continuava a fissare il vuoto, sempre nella stessa posizione- non si sentiva quasi più le gambe, ma non aveva voglia di muoversi-, e Minho che si era zittito subito dopo la sfuriata del suo migliore amico, con lo sguardo basso. Allungò poi una mano fino a raggiungere il foglio che l'altro gli aveva mostrato, e prese ad esaminarne la scrittura. Il suo cervello stava lavorando e Minho sapeva che sarebbe arrivato ad una conclusione soddisfacente per entrambi, ma il lavoro non era ancora completato e la risposta era ancora offuscata alla sua mente, anche se la sentiva così vicino.
Jonghyun iniziava a pentirsi di aver urlato a quel modo all'altro. Solitamente era un tipo calmo, e quello non era di certo un comportamento da lui. Era tutto dettato dallo scompenso che gli avevano portato quegli insoliti fatti e sperava che anche il suo migliore amico l'avesse capito.
Mentre Minho continuava a fissare il foglio, con la fronte corrucciata e l'aria di uno che si sta sforzando per arrivare ad una conclusione, il moro pensò che sarebbe stato meglio scusarsi.
 
"Minho- ah.." iniziò, ma l'altro alzò improvvisamente lo sguardo puntandolo nel suo, gli occhi illuminati da una strana luce.
"Taemin." disse soltanto, mentre un sorriso spuntava sul suo volto; Jonghyun lo guardò confuso. "Forse ho ciò che ti serve."
 
Jonghyun alzò di scatto la testa dalle sue ginocchia, guardando stupito l'altro.
"Quindi mi credi?" gli chiese, sgranando gli occhi, con espressione seria.
"Il fratello di Taemin è appassionato di Paranormale! Se solo tu ci parlassi, lui potrebbe aiutarti o qualcosa del genere."
"Quindi mi credi?" ripetè il ragazzo moro, un sorriso appena accennato sulle labbra.
Minho annuì, dicendo che l'indomani avrebbe parlato con il ragazzino e gli avrebbe spiegato la faccenda.
"Probabilmente vi dovrete incontrare per parlarne meglio, sai.." disse poi, vedendo Jonghyun annuire. Sorrise pensando che, mentre quei due avrebbero discusso riguardo quella storia, lui avrebbe finalmente potuto recuperare l'appuntamento andato in fumo con Taemin.
 
 
 
"Sono così sollevato, Minho- ah!" sorrise Jonghyun, trattenendo uno sbadiglio e stendendosi. 
L'altro stava fermo, fissando apaticamente il soffitto della camera del suo amico, voltato sul fianco sinistro. Per la seconda volta in una giornata, il moro l'aveva costretto con lui. Questa volta però non per una semplice uscita, ma per l'intera nottata. 
Avevano già dormito insieme in passato, il problema non era di certo dormire con un altro ragazzo- non è proprio questo la persona per cui hai una cotta?-, la cosa imbarazzante era che il suo migliore amico aveva ben deciso di rintanarsi dietro di lui, accucciato alle sue spalle, con le braccia che gli cingevano la vita e il viso affondato nei suoi lunghi capelli castani.
Minho pensava fosse più un comportamento da Taemin, quello, che da un ormai quasi ventiduenne.
Quando poi sentì il viso del ragazzo strusciarsi sul retro del suo collo, si decise a prendere parola.
"Hyung, è proprio necessario?" chiese voltandosi appena, nonostante fosse consapevole del fatto che non avrebbe potuto vedere l'altro in viso, tanto gli era attaccato.
Jonghyun non rispose, respirò solo più profondamente, facendo rabbrividire il ragazzo tra le sue braccia.
"Hyung!" lo scosse appena, cercando di svegliarlo.
Il più grande borbottò qualcosa di incomprensibile, allentando la stretta attorno la sua vita, così Minho colse l'occasione per voltarsi a fronteggiarlo. Solo data la vicinanza del momento potè vedere chiaramente le occhiaie appena accennate del suo amico, alle quali precedentemente non aveva fatto caso, segno che la scorsa notte aveva dormito davvero poco, e si pentì di averlo risvegliato per un suo capriccio, ora.
Jonghyun lo guardava con gli occhi socchiusi e stanchi, adesso che c'era qualcuno con lui, si sentiva protetto da qualsiasi cosa, cattiva o buona che fosse, e la stanchezza iniziava a farsi sentire pesantemente. Quando sentì una mano del suo amico scorrergli tra i capelli lisci, sospirò chiudendo nuovamente gli occhi.
"Minho- ah..?" lo chiamò dopo qualche minuto.
"Mh?"
"Vedi di non sfogare i tuoi istinti repressi con me, d'accordo?" disse piano, prima di addormentarsi.
Minho si trattenè dallo scoppiare a ridere, limitandosi a strizzare gli occhi, sorridendo con le labbra serrate per non lasciar sfuggire alcun suono e non disturbare nuovamente il sonno del suo migliore amico.
 
 


 
 
 
 
Era di ritorno dal suo turno lavorativo, ma non si sentiva davvero stanco: quel giorno non c'erano stati molti clienti al discount dove lavorava, per cui la giornata non era risultata stressante come al solito. Provava una certo appagamento per aver portato a termine un'altra giornata e per aver svolto il suo dovere.
Si sentiva rilassato, nonostante tutto, e pensò che questa sensazione fosse dovuta alla nottata passata relativamente bene e probabilmente anche alla tisana che Minho gli aveva preparato quando alle quattro di mattina l'aveva svegliato per l'ennesima volta, convinto di aver sentito un rumore.
Si era più volte domandato se ci avesse aggiunto dei tranquillanti o qualcosa di simile, notando il modo attento con cui il suo amico seguiva ogni suo movimento, mentre lui sorseggiava quella bevanda.
Salì le scale del palazzo canticchiando mentre si rigirava le chiavi di casa tra le mani.
Una volta uscito dal negozio dove lavorava, aveva trovato un messaggio di Minho: il fratello di Taemin era entusiasta della notizia e avrebbe cercato di liberarsi entro la fine della settimana.
Jonghyun era felice di questo. Certo, era consapevole del fatto che parlare con quel ragazzo non avrebbe cacciato lo spirito da casa sua, però sapeva, e sperava in cuor suo, che  l'avrebbe aiutato ad affrontarlo. Era inutile negarlo, ormai, quel ragazzino pallido voleva qualcosa da lui, che fosse anche solamente per spaventarlo, ma ci doveva essere qualcosa sotto. 
Altrimenti, perchè proprio lui?
Il suo appartamento era freddo quella sera, ma non importava, fuori era piuttosto caldo, decise così di aprire solo qualche finestra, giusto per far entrare dell'aria pulita. Si piantò poi al centro della sala stiracchiandosi e passandosi una mano tra i capelli.
Alcune ciocche si erano allungate e ora gli solleticavano la base del collo: avrebbe dovuto prendere appuntamento dal parrucchiere al più presto, prima che si fosse ritrovato ad uscire con il codino come Minho. A lui non sarebbe stato bene come al suo migliore amico.
 
Guardò l'orologio e si diede una controllatina intorno: erano quasi le nove, e quel giorno era trascorso normalmente, nulla di strano. Jonghyun non poteva che esserne felice, anche se sapeva che prima o poi qualcosa sarebbe accaduto. Qualcos'altro.
Optò per una doccia veloce prima di stendersi sul divano e vedere un po di TV, solo con un' asciugamano attorno la vita, fino ad addormentarsi, cullato da un vecchio film comico.
 
Venne svegliato qualche ora più tardi da una sorta  di ronzio accompagnato da quello che sembrava un leggero fischio. Mugolò sventolandosi una mano avanti il viso, come a scacciare quel brusio prodotto probabilmente da un insetto, ma niente, quel suono continuava fastidiosamente; gli ricordava terribilmente quella sensazione che si prova pochi attimi prima di svenire. Si voltò verso la finestra della sala e guardò fuori: il cielo era totalmente buio, sarebbe stato difficile capire quanto avesse dormito. La TV era ancora accesa e stava trasmettendo ora una pubblicità di moda.
Provò ad alzarsi e notò che, nonostante continuasse a sentire quel ronzio nelle sue orecchie, non aveva mancamenti.
Decise di ignorarlo, alzandosi per accendere la luce della sala. Si appoggiò contro lo stipite della porta, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi. Spense il televisore, rendendosi conto di non avere nemmeno la voglia di vestirsi per andare a letto- tantomeno di recuperare la cena saltata-, e mentre stava muovendo gli ultimi passo verso l'uscita della stanza, provò una strana sensazione, impossibile da spiegare anche a sè stesso. Era come se quel ronzio soffuso si fosse accentuato, rimanendo però sempre molto leggero nelle sue orecchie. 
Toccò l'interruttore e la casa calò nel buio, la sua mano destra era protesa verso quello del corridoio, e non seppe nemmeno lui perchè lo fece, ma, voltando appena il capo dietro di sè, con la coda dell'occhio potè distinguere nitidamente una sagoma chiara, poco più alta di lui. Era vicino al divano, dove poco prima era steso, e stava ferma, immobile mentre lo guardava.
Jonghyun poteva sentire il suo cuore battere sempre più velocemente, ma non riusciva- o non voleva?- staccare gli occhi da quella figura; un volto che man mano appariva sempre più nitidamente, come se prendesse lentamente sicurezza. E Jonghyun lo riconobbe e lo identificò come il riflesso del giorno precedente.
I suoi occhi iniziavano a far male per l'innaturale posizione, così come il suo cuore che ormai contava troppi battiti al secondo: sarebbe voluto scappare, voltarsi, accendere la luce ed urlare, ma qualcosa in lui gli diceva che se lo avesse fatto, probabilmente sarebbe tutto finito.
Il suo respiro diventava sempre più irregolare, anche se cercava in tutti i modi di mantenersi il più silenzioso possibile.
Non riuscì a trattenersi ancora a lungo: quell'immagine ormai nitidissima sembrava così reale che iniziava ad impressionarlo. Quando poi vide un angolo della bocca di quella figura muoversi, alzandosi appena, ed una fossetta formarsi sulla sua guancia, sbattè forte la mano al muro, facendo sì che la luce illuminasse nuovamente quella stanza, e così come il chiarore divenne padrone di quell'ambiente, in un attimo la sagoma sparì e con lei anche quel fastidioso brusio alle sue orecchie.
"Oh, ti prego!" gemette Jonghyun, voltandosi verso il divano e appoggiandosi al muro, cercando di riprendere fiato. Fissò il vuoto davanti a sè per diversi minuti, colpito da più emozioni contemporaneamente: era spaventato, diamine, aveva visto di nuovo quel ragazzo che poi era misteriosamente sparito.
Era soddisfatto di sè: era riuscito a mantenere un contatto visivo con quella cosa, senza scappare o mettersi ad urlare, come era già successo.
E l'altra emozione cos'era, felicità? Sicurezza?
Era rimasto lì a fissarlo, non aveva cercato di fargli del male, gli aveva sorriso.
 
Con il passare dei minuti, la paura diminuì fino a sparire, lasciando spazio a quella strana felicità mista a sicurezza che gli permise di dormire senza preoccupazioni, almeno per quella notte.








N. d. a
Finalmente sono riuscita ad aggiornare, yeee!
Chiedo scusa per l'immenso ritardo, ma il capitolo era iniziato da un po, mancava solo il tempo e l'ispirazione giusta.. in più l'ansia per il mio esame si era aggiunta alle cose. 
Spero di riuscire ad aggiornare più velocemente ora, continuando anche le altre storie.
Beh, del capitolo che posso dire.. L'ho finito di scrivere alle 2 di notte, ero talmente contenta di averlo finalmente finito che nemmeno volevo mettermi a letto.
Molte di voi l'hanno già capito e io ho voluto dare un indizio in più per scoprire chi è questa 'entità', se così vogliamo chiamarla.
Spero vi sia piaciuto, vi ringrazio per seguire sempre le mie storie, averle aggiunte tra le preferite/ seguite/ ricordate, e per averle recensite.

Chu
~
   
 
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