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Autore: Princess Kurenai    07/06/2012    5 recensioni
La pioggia si abbatteva crudelmente sui dorati palazzi di Asgard, specchio dell'umore del loro tormentato Principe che, con movimenti nervosi, si aggirava nei pressi della Casa dei Guerrieri. Non era solo l'ira quella che lo faceva camminare lungo i corridoi con passo inelegante e celere, era più che altro irritazione dovuta alla poca fiducia che il Re, suo Padre, riponeva in lui e nelle sue doti di guerriero.
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Laufey, Loki, Odino, Thor
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Chronicles of Thunder and Ice
Titolo del Capitolo: Prologo
Fandom: Thor
Personaggi: Thor Odinson
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: What if? (E se…), Alternative Universe
Conteggio Parole: 713 (FiumiDiParole)
Note: 1. Partecipante alla challenge indetta da 500 Themes Italia con prompt: 492. Scegli tu! [Per la gloria del regno]
2. Si tratta di una Alternative Universe dove mi baso un po’ sui comics della Marvel ed un po’ sulla mitologia norrena. In questa fic Loki non è stato adottato da Odino e né quest’ultimo né Thor lo conosco. Thor è ancora un adolescente guerrafondaio e ad Asgard non sono state costruite le mura per proteggerla dai Giganti. Inoltre, Asgard e Jotunheimr – secondo le mie informazioni - sono separati da un fiume: l’Iving. Questo per via dell’assenza delle mura.
3. Per ora questo è solo il prologo per introdurre le prime modifiche che ho apportato alla storia che conoscete.
4. Dedicata alla mia dolce metà :3



{ Chronicles of Thunder and Ice ~
- Prologo -



La pioggia si abbatteva crudelmente sui dorati palazzi di Asgard, specchio dell'umore del loro tormentato Principe che, con movimenti nervosi, si aggirava nei pressi della Casa dei Guerrieri. Non era solo l'ira quella che lo faceva camminare lungo i corridoi con passo inelegante e celere, era più che altro irritazione dovuta alla poca fiducia che il Re, suo Padre, riponeva in lui e nelle sue doti di guerriero.
Tra gli Dei non esisteva nessuno in grado di sconfiggerlo in combattimento.
Era il più rispettato e temuto, e quella fama l'aveva valorosamente guadagnata nel campo di battaglia con i suoi compagni - innumerevoli erano state le volte in cui il suo coraggio aveva salvato Lady Sif e i Tre Guerrieri.
Tant'è che ogni guerriero ad Asgard lo reputava forte e degno figlio del sovrano che in passato li aveva condotti alla vittoria in centinaia di guerre. Tutti erano d'accordo sul renderlo l'immagine della nuova Asgard, giovane e ancora in grado di tenere i Giganti fuori dal loro Regno, e alcuni guerrieri desideravano addirittura che fosse messo a capo delle più importanti campagne nei territori nemici.
Thor stesso, galvanizzato dalla fedeltà dei suoi uomini e dai successi ottenuti, aveva più volte avanzato quella richiesta... ma il Padre degli Dei aveva messo a tacere quelle sue velleità: definendo le sue idee guerrafondaie, infantili e pericolose per le persone a lui care.
Ovviamente lui non condivideva assolutamente quell'indecorosa definizione. Thor combatteva per la gloria di Asgard, e il sangue dei nemici versato sulla sua lama era servito per proteggere le persone che amava.
Suo Padre si era indebolito con il tempo.
Non riusciva a riconoscere le sue doti di stratega e guerriero, ed aveva addirittura perso l'amore per la battaglia che in giovinezza l'aveva caratterizzato.
Ricordava ancora le lunghe storie che gli raccontava quando era ancora un infante. Racconti reali di battaglie che aveva sostenuto e valorosamente vinto.
Infiacchito dalla vecchiaia e dalla crescente debolezza, Odino era arrivato a non desiderare più la morte di quegli esseri inumani che minacciavano Asgard, ma a cercare delle alleanze durature.
Perché lasciarli in vita mettendoli sullo stesso livello degli Aesir?
Erano esseri inferiori e privi di intelletto che mettevano ogni volta a repentaglio la vita della popolazione di Asgard.
Suo Padre non si rendeva conto che quei suoi trattati di pace lo facevano apparire solo come lo zimbello dei Nove Regni?
Thor vedeva in quel suo atteggiamento la rovina della sua amata Asgard, e si sentiva come in dovere di fare qualcosa.
Voleva proteggere il suo popolo dalla minaccia dei Giganti ma erano tutte inutili le discussioni con Odino - fermo nelle sue convinzioni -, e neanche la sua richiesta di poter impugnare Mjolnir veniva presa in considerazione dal Padre degli Dei.
Thor sapeva di essere degno di quell'arma ma suo Padre non lo considerava tale - indegno di un tale potere, l'aveva definito in quel modo.
Un giorno però sarebbe stata sua.
Un giorno molto vicino, come lo bianche sponde del fiume Iving... l'unico ostacolo che divideva Asgard dalla fredda terra degli Jotnar.
Arrestò il suo nervoso incedere, come congelato, e puntò lo sguardo verso la direzione in cui scorreva il fiume.
Aveva visitato più volta Iving, facendo scorrere gli occhi sul gelido territorio oltre le sue acque.
Il confine era lontano solo pochi minuti di cavallo ed era convinto, in quel momento più che mai, che chiunque potesse attraversarlo: amici e nemici.
Non era ancora successo, certo, ma niente impediva a degli Jotnar di attaccare Asgard, uccidendo le coraggiose guardie che pattugliavano i confini ed avanzare, come barbari assetati di sangue, non solo verso gli ignari Aesir, ma anche su Midgard.
Mosso dalle nobili intenzioni di proteggere i due popoli - ed un po' anche per voglia di rivalsa nei confronti del Padre -, Thor iniziò a preparare un piano che, anche se inizialmente avrebbe fatto andare Odino su tutte le furie, avrebbe fatto capire al Sovrano il suo valore in battaglia.
Non sarebbe più stato in grado di negare le sue doti e di impedirgli di impugnare Mjolnir. Perché lui avrebbe messo piede in quelle bianche sponde innevate e, intraprendendo una campagna solitaria, si sarebbe battuto con Laufey: il Re degli Jotnar.
Non sapeva ancora come sarebbe giunto dal Gigante, ma era certo che quando avrebbe rimesso piede ad Asgard l'avrebbe fatto da vincitore e il Padre degli Dei avrebbe smesso di considerarlo solo un adolescente animato da pericolosi desideri guerrafondai.


   
 
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