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Autore: Crystin    08/06/2012    1 recensioni
Sono ritornata con la mia seconda Fan fiction! Un nuovo personaggio, più potente comincerà a far parte della Night Class...Si chiama Makenna e ha 16 anni.
"Londra, ecco perché abitavamo qui. A Londra il sole esce raramente e questo ci fa stare meglio. Ecco perché loro volevano che andassi alla Cross Accademy. Era un luogo sicuro per i vampiri. Ci era stato anche Kuran Kaname e Kuran Yuki, nostri alleati." spero di avervi incuriositi e spero vi piaccia...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Scoperte dolorose

Correvo. Correvo confusa perché non capivo più cosa stava succedendo, impaurita per quello che i miei genitori erano e per quello che io ero. Perché tenermelo nascosto per sedici anni? Poi la notizia bomba. Sto per uccidere Jordan, il mio ragazzo perché avevo sete, perché nessuno prima di allora si era degnato di dirmi quello che ero. Correvo ma non andavo verso un posto sconosciuto anzi, andavo nel luogo dove avevo trascorso gran parte della mia infanzia. Si ero arrabbiata con i miei genitori e lo so che i miei nonni sono anche loro dei vampiri e che neanche loro mi hanno detto la verità ma sono stati i miei genitori a impedirglielo. Correvo verso la periferia di Londra, verso la villa dei miei nonni materni. Londra, ecco perché abitavamo qui. A Londra il sole esce raramente e questo ci fa stare meglio. Ecco perché loro volevano che andassi alla Cross Accademy. Era un luogo sicuro per i vampiri. Ci era stato anche Kuran Kaname e Kuran Yuki, nostri alleati. Avevano ucciso tutti i puro sangue eccetto la nostra famiglia, perché i miei parenti erano gli unici che li sono stati accanto sempre e comunque e anche perché siamo più potenti di loro. Suonai al campanello del portone e mi aprì Jerome.  Corsi fino ad arrivare alla villa dove c’erano i miei nonni ad aspettarmi sapendo già cos’era successo.
“Tesoro, non fare cosi dai…non è la fine del mondo! Adesso Jordan sta bene no?”  mi disse amorevole mia nonna.
“Si nonna, ma come minimo lo devo lo devo lasciare e poi non è solo questo. Perché me lo hanno tenuto nascosto? È questo che io non capisco!” chiesi io triste.
“Per paura di una reazione esagerata…”mi disse calmo il nonno mentre ci dirigevamo verso il divano del soggiorno.
“Nonno se me l’avessero detto prima non avrei reagito cosi! Sarei stata attenta e sarei andata alla Cross Accademy! Oppure sarei rimasta qui ma di certo non sarebbe successo quello che è successo con Joe!” i miei nonni mi guardavano tristi e comprensivi.
“Comunque ho deciso, io vado alla Cross Accademy! Non posso rischiare di fare del male a qualcun altro. Almeno li sarò con dei miei simili.” Mi guardarono sorridendo.
“Va bene tesoro, faremo come vuoi tu. Adesso vai a cambiarti e a dormire un po’. Ti calma un pochino e starai sicuramente meglio.”  Detto cosi mi diressi verso la mia camera al secondo piano. La casa dei miei nonni era la mia seconda casa, dove andavo negli weekend, e li avevo anche una parte dei miei vestiti e la mia camera personale. Mi misi il pigiama e andai a sdraiarmi. Avevo il letto a baldacchino ed era morbidissimo cosi come i cuscini. La camera era di un rosa quasi bianco. Non ricordo cosa sognai so solo che la mattina sarei andata dai miei genitori e li avrei comunicato tutto nonostante i miei nonni avessero già detto tutto. Poi avrei dovuto lasciare Jordan, il che sarebbe stata la cosa più brutta del mondo almeno per me, ma se era per il suo bene avrei fatto questo e altro. Mi svegliai e scesi giù.
“Buon giorno tesoro! Oggi sarà la tua prima colazione da vampiro. Ci sono delle pasticche speciali che danno le ‘proteine’ del sangue ma non sono sangue. Sai le hanno inventati quelli della Night Class di un po’ di anni fa…”
“Ah, ok, buon giorno anche a voi!” Mi sedetti alla metà del tavolo con nonno alla destra e nonna alla sinistra e cominciai a bere quelle che dovevano essere le pillole inventate dalla Night Class. Erano buone. Finito di mangiare salii su. Era estate ma a Londra faceva freddo cosi decisi di mettere una maglia a maniche lunghe rossa con sopra un gilet nero, i pantaloni bianchi e le Superga rosse. Presi  il cellulare, che era l’unica cosa che mi ero portata, salutai i nonni e salii in macchina. Abitavo in centro città, ma ieri sera, a quanto pare, avevo corso velocissima. La macchina mi lascio sotto l’appartamento dei miei. Suonai il campanello e mia madre o mio padre aprirono. Salendo con l’ascensore gli occhi cominciarono a diventarmi lucidi. Arrivata al penultimo piano aprii la porta di casa. I miei avevano comprato due appartamenti e li avevano uniti, mentre in un piano ce ne stavano tre. Sopra di noi, all’ultimo piano abitava Jordan. Casa sua era grande, quasi come la mia. Lui e la sua famiglia avevano l’ultimo piano tutto per loro ma al contrario di quanto si possa pensare, la casa non era grande come la mia, solo che loro avevano la veranda. Aprii la porta e i miei mi guardarono tristi.
“Prima che voi due mi diciate qualcosa, volevo chiedervi scusa. Ieri sono stata una stupida e un’immatura a scappare via cosi. Mi dispiace tantissimo.” Dissi e scoppia a piangere. Maledetta la mia emotività!
“Tesoro siamo noi che dobbiamo chiederti scusa. Dovevamo dirtelo e il tuo comportamento di ieri è più che giustificabile. Stavi per uccidere il tuo ragazzo e questo ti ha scioccata! Siamo stati degli stupidi, scusaci ancora tesoro!” disse mio padre mentre venivano ad abbracciarmi. Dopo che mi spiegarono tutto, io capii. Capii la responsabilità che avevo sulle spalle e che non riguardava me soltanto, ma anche altri. Per fortuna ero molto responsabile e matura quando serviva. Dopo che mi spiegarono tutto mi sono anche resa conto di voler andare alla Cross Accademy. All’interno di Bellhagg Wood , a 172 miglia da Londra e a circa 25 miglia da Manchester si trovava la tanto ambita Cross Accademy. L’unica strada che ci passava era l’A57 detta anche Snake Rd. Per andarci ci mettevamo più di tre ore, per la precisazione (secondo Google maps) 3 ore e 17 minuti ma tutto dipendeva dal traffico. Tra una settimana saremmo andati a visitare la Cross Accademy e poi saremmo partiti per le vacanze. Ma ora c’era una cosa molto importante e dolorosa da fare: lasciare Jordan. Salii le scale che conducevano a casa sua. L’ascensore conduceva solo al mio piano che sarebbe stato l’ultimo se i suoi non avessero ristrutturato la mansarda e l’avessero resa una casa. I miei e i suoi, sfortunatamente erano anche amici. Prima di uscire di casa mia madre mi aveva detto che Joe non aveva ne segni ne si ricordava qualcosa. Arrivata davanti alla sua porta suonai. Venne ad aprirmi Adam, suo fratello.
“Ciao Makii!! Come va?” mi chiese entusiasta. Adam aveva gli occhi verde chiaro era un po’ paffuto ed era alto come me. Ci andavo molto d’accordo anche perché lo conoscevo da quando eravamo piccoli.
“Ciao Adam! Io bene e te? Senti devo parlare di una cosa molto importante a Jordan…”
“Anch’io bene. Comunque vieni, Joe è nella veranda di su, sta fumando come al solito…” disse facendo una faccia schifata. Arrivai in cucina per poi nel soggiorno che io chiamavo il soggiorno illuminato mentre l’altro era il soggiorno ombra e salii le scale a chiocciola che conducevano nella veranda di sopra.
“Hey…” lo salutai. Lui mi guardo, sorrise e si avvicinò. Mi abbracciò e mi baciò. Come potevo mollarlo? Era cosi dolce e premuroso. Poi le immagini della scorsa notte, il SUO sangue nella mia bocca e nelle mie mani, la sua espressione impaurita…DOVEVO. Nonostante lo amo, nonostante non voglio perché ci tengo troppo è proprio per questo che devo lasciarlo. Non posso esporlo ad altri rischi.
“Ciao cucciola!  Scusa, ieri ho rovinato tutto, mi sono addormentato.” Mi disse dispiaciuto. “Comunque com’è andata dai nonni. Sai tua madre, appena mi sono svegliato, mi ha detto che i tuoi nonni hanno mandato una macchina a prenderti perché dovevate parlare di qualcosa…”
“Non ti preoccupare per ieri sera. Dai miei nonni è andata bene, beh abbiamo parlato della Cross Accademy…e del fatto che tra una settimana dovrò andare a visitarla perché l’anno prossimo andrò a frequentarla. “ mi guardò muto e con una faccia tristissima.
“Ma perché? Non avevate già affrontato il discorso e avevate deciso che non ci andavi?”
“Si ma sono andata a controllare alcune cose e beh è una scuola perfetta. Ne abbiamo parlato ancora e mi hanno convinta.” Sembrava che il mondo li crollasse addosso, come avrebbe reagito se li avessi detto che l’avrei lasciato?
“E noi come faremo? È a tre ore da qui e..” non riuscì a concludere la frase.
“Mi dispiace Joe, ma non ci sarà più un noi. Mi mancherai.” I suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Ma perché? Insomma stiamo cosi bene insieme, almeno a me è sembrato cosi!”
“Io sto bene con te, te lo giuro. Ma DEVO lasciarti! Non voglio ma devo farlo, forse un giorno potrò spiegarti il perché e tu non hai la più pallida idea di quanto mi faccia male ferirti. Scusami Joe. Devi solo sapere che io, nonostante tutto TI AMO!” dissi e feci per andarmene.
“Se davvero mi amassi non mi lasceresti e visto che lo stai facendo non mi ami davvero!” disse cercando di rimanere calmo.
“Io ti amo e non hai idea di quanto mi costi lasciarti. La scelta di credermi o meno è tu ma come ti ho detto devo lasciarti. Non ho altra scelta, io…” non feci in tempo a finire la frase che mi urlò contro.
“C’è sempre un’altra scelta! SEMPRE! La devi solo cercare.” In quel momento mi arrabbiai. No, decisamente non hai idea di quanto mi costi dirti questo Jordan!
“Dimmi Jordan! Se tu senza volere mi fai male ma sai che lasciandomi puoi evitarlo cosa faresti?!” dissi io urlando a mia volta.
“Cercherei un modo per non farti del male…”disse lui a voce normale.
“E se lo avessi cercato ma non ci fosse cosa faresti?” dissi io triste.
“Io…non lo so…non so se avrei la forza di farlo. Io ti amo Makenna e non voglio che tu mi lasci, non importa quanto male potresti farmi e se non me lo dici perché mi faresti male i tuoi buoni motivi li hai ma non lasciarmi ti prego.” In quel momento, vedendo le lacrime nei suoi occhi, anche i miei si inumidirono e dovetti raccogliere tutte le mie forze per dirli quello che li ho detto tra singhiozzi.
“Jordan, ti prego! Mi stai rendendo le cose più difficili. Ho raccolto tutte le forze per dirti tutto questo, per favore, ti scongiuro smettila e accetta le cose come stanno. Ricordati che ti amo e che questo lo faccio per proteggerti! Ti prego non insistere più!” in quel momento lui si rassegnò e mi disse
“Vattene e basta…” a sentirmi dire quello con il tono di voce freddo, come solo lui sapeva fare, mi si spezzo il cuore ma era meglio cosi. Sarebbe stato più facile dimenticarmi se mi avesse odiato. Prima di uscire da casa sua entra nella sua camera. Vidi la nostra foto sulla scrivania e lì li lasciai il bracciale che li avevo preso quando ero andata a Cambridge. Poi salutai Adam che mi guardava curioso e andai a casa. Mia madre mi guardò triste. Aveva sentito tutto, ovviamente, cosi come mio padre. Andai a cambiarmi in camera mia e uscii nel balcone. Dal piccolo balcone che c’era nella sua stanza lui poteva vedere il mio balcone. Per la prima volta dopo tanto tempo non facevo foto dando le spalle al paesaggio e con la macchina fotografica diretta verso l’alto. Questa volta non fotografavo Joe ma fotografavo Londra. La mia amata e odiata Londra. Mi sarebbe mancata. In quel momento sentii i passi di Joe nel balcone. Cercava di fare piano, in effetti un essere umano non si sarebbe accorto di niente ma un vampiro si. Non mi girai. In quel momento fu lui a parlare.
“Era da tanto che non ti vedevo fare foto al paesaggio…” disse calmo.
“Preferivo altri soggetti, la cui bellezza era più sorprendente del paesaggio urbano londinese. E sinceramente li preferisco ancora certi soggetti.” Mi girai nel dirlo e sentirselo dire lo sorprese. Joe era molto fotogenico ed era un bravo modello.
“Devo andare a modificare certe foto cosi posso portarmele con me.” Dissi per poi andarmene. Che giornata lunga, ed era ancora solo mattina. 

Ciao ragazzi, sono tornata. lo so che non ho ancora finito l'altra ff ma fa niente mi ispirava troppo la stroria di Makenna.
Spero vi piaccia ciaooo!! :)

  
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