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Autore: alysandstephanie    08/06/2012    2 recensioni
con le sue esili mani imbrattate di fango cercava di coprirsi il viso dalle appuntite pietre che avrebbero potuto sfiorarla. Inciampò.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Era ormai a pochi centimetri dall’uscita che le avrebbe salvato la vita, la grotta stava crollando, era terrorizzata, aveva paura che qualche masso la colpisse. Alcune ciocche della sua treccia ormai scompigliata le ricadevano sul viso, mentre alcune goccioline di sudore scendevano dalla sua fronte, con le sue esili mani imbrattate di fango cercava di coprirsi il viso dalle appuntite pietre che avrebbero potuto sfiorarla. Inciampò.

Tre anni prima.

Il profumo dei pancake appena preparati arieggiava nella stanza. Le flebile luce del mattino attraversava i vetri delle finestre illuminando l’atrio. Charlotte si alzò svogliatamente dal letto portandosi una mano sui capelli rossicci, scompigliandoli ancora di più di quanto avesse già fatto il cuscino. Aveva sognato ancora una volta la stessa scena. Si ritrovò nuovamente a pensare a quel ponte ormai diventato un ricordo ancora più brutto di quanto già fosse. Ricordò l’edera che usava arrampicarsi sulla ringhiera del ponte, che si affacciava sul fiume d’argento. Si ricordò delle battute di suo padre, della risata cristallina della madre, prima che quel ponte decidesse la sorte dei signori Badlaire. Stropicciò i suoi grandi occhi verde acqua come per riprendersi da quei ricordi, mentre si dirigeva verso la cucina. Entrò nella grande stanza e si sedette difronte all’isola. Sbadigliò animatamente mentre da dietro lo zio le porse un delizioso piatto di pancake e le regalò un dolce bacio sulla guancia.
“Buongiorno, bocciolo.”
Un tenero sorriso comparve sul viso della giovane.
“Buongiorno zio, dormito bene?”
Pierre si sedette accanto alla sua tanto amata nipote e sorseggiò un po’ della sua fumante tazza di thè.
“Si, Charlotte. Sei sufficientemente preparata per l’odierna lezione di pianoforte?”
“Certo zio, ho studiato tutto ieri pomeriggio.” Disse la giovane mordendosi il labbro nervosamente. Non aveva avuto tempo di ripetere quel dannato brano, era stata troppo impegnata nel coniugare i verbi in giapponese. Lo zio si rese però subito conto che gli era stata detta una frottola.
“Non dire fandonie, non ho avuto il piacere di sentire il soave suono del pianoforte ieri pomeriggio, mentre stavo quasi per affogare nei libri del mio studio.”
Charlotte si morse nuovamente il labbro inferiore mentre si torturava le mani sotto il grande tavolo. Era stata scoperta.
“Mi spiace, ho provato a raccogliere un po’ di tempo per suonare, ma non ci sono proprio riuscita. Cercherò di organizzarmi meglio la prossima volta, te lo prometto.” Disse mortificata la giovane, con lo sguardo fisso verso una mattonella del pavimento.
“Lo spero.” Apostrofò l’uomo, guardando l’orologio sul suo polso sinistro. “Oh, accidenti, sono in ritardo anche quest’oggi, ci vediamo dopo pranzo bocciolo, fai buon uso delle tue ore scolastiche. Passerò a prenderti alle 14 in punto, ti accompagnerò alla lezione di pianoforte e cercherò di dare spiegazioni alla tua insegnante.”
Non diede il tempo a Charlotte di aprire bocca che si diresse subito verso l’appendi-abiti, dal quale tirò giù -con un po’ di fatica, a causa della sua altezza non molto sviluppata- una formale giacca nera, tipica degli uomini d’affari.
La giovane tirò un sospiro prima di dirigersi verso la sua camera per indossare la divisa scolastica. Prese poi la sua borsa, nella quale infilò il suo inseparabile diario dei sogni. Uscì dalla sua imponente villa, attraversò il lungo viale ricco di lavande profumate e raggiunse la fermata del pullman. Entrò nel veicolo sedendosi in uno dei primi posti, da sola, com’era solita fare. Arrivata davanti all’istituto, si diresse verso la sua classe. Le ore sembravano non passare mai, specie durante la lezione di chimica, nella quale avrebbe dovuto dissezionare una rana, il che le faceva alquanto schifo. Riuscì però, come al suo solito, a prendere una A. Era contenta di andar bene a scuola, di prendere bei voti, le piaceva rendere Pierre orgoglioso di lei. A distoglierla dai suoi pensieri sulla rana fu il collaboratore scolastico, che entrò imbarazzato nell’aula, gridando:
“Charlotte Badlaire è attesa urgentemente in segreteria.”

salve buon lettore, cominciamo col dire che questa è una storia scritta a ‘quattro mani’.
ti ringraziamo per aver perso un po’ del tuo tempo leggendo il primo capitolo della nostra storia, speriamo ti sia piaciuto. ci farebbe piacere conoscere il tuo parere tramite una recensione.
alla prossima, alice e stefania.

  
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