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Autore: newjade    08/06/2012    1 recensioni

-Signorina, lei è in arresto-
-E di cosa sarei colpevole?-
-Coinvolgimento in attività mafiose. Per conto di un certo Sawada Tsunayoshi-
Gelò, mentre sentiva la canna della pistola premuta sulla sua tempia
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kyoko Sasagawa, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aprì la porta di casa sua, trovandosi davanti quattro uomini armati.
-Cosa...?-
Uno di loro le afferò un braccio, strattonandola fuori.
-Lasciatemi!-
Cercò di liberarsi, ma la presa ferrea dell'uomo la costrinse al silenzio.
La spinsero dentro una macchina, ammanettandola.
-Che state facendo?!-, sbottò agitandosi.
Sentì la canna di una pistola premuta sulla tempia: si zittì all'istante, sudando freddo.
-Signorina, lei è in arresto-
Stando attenta a non agitarsi troppo domandò, con un tono piatto: -E di cosa sarei colpevole?-
L'uomo che le era seduto affianco premette ancora di più la pistola sul volto della ragazza.
-Coinvolgimento in attività mafiose. Per conto di un certo Sawada Tsunayoshi-
Gelò.
Come sapevano di Tsuna?
E soprattutto, cosa volevano da lei?
-Cosa otterrete?-, disse in un sussurro. L'uomo che le era di fronte inarcò un sopracciglio, confuso.
-Cosa otterrete tenendomi qui?-, sbottò mentre sentiva gli occhi diventare umidi.
L'uomo emise un ghigno, abbassando i suoi occhiali scuri per guardare dritto negli occhi la ragazza.
-Sappiamo che Sawada tiene molto a te. Sei un ottimo ostaggio, signorina-
Tremava. Ostaggio?
-Perchè....-
-Sarai molto utile ragazza-, concluse l'altro uomo rinfoderando la pistola.
Qualche secondo dopo scesero dalla macchina, entrando in una specie di bunker sotterraneo.
La chiusero in una stanza, da sola, mentre una videocamera la riprendeva.
-Ti terrà d'occhio 24 ore su 24-, disse un uomo che si piazzò davanti alla porta della sua "cella"; la chiuse a chiave, mentre lei si sedette a terra.
E adesso?


-Rapita?!-, gridò il Decimo non appena gli fu riferita la notizia.
-L'hanno presa come ostaggio...che bastardi-, commentò con disprezzo Reborn.
Il ragazzo aveva lo sguardo perso nel vuoto: no, non poteva essere....e se le avessero fatto qualcosa?
Non se lo sarebbe potuto perdonare.
-Vado a prenderla-, disse infine.
Tutti si voltarono verso di lui, compreso Reborn.
-Cosa?-
Tsunayoshi alzò lo sguardo, con una strana luce negli occhi. Si voltò verso Gokudera.
-Voglio i Varia qui, chiamali 'Dera. Yamamoto, avverti tutti i guardiani. E Reborn...-, si fermò, prima di dire:
-Parto per andarla a salvare. Giannini, dimmi dove è stata vista nelle ultime quattro ore e se ha con se il bracciale-
Già, il bracciale.
Un dispositivo di localizzazione che tutti i membri della famiglia erano autorizzati ad indossare.
Si risedette, scosso.
-Riusciremo a trovarla, tranquillo-, disse Reborn cercando di confortarlo. Il ragazzo abbozzò un sorriso, cercando di calmarsi.
-Lo spero, Reborn-


Aveva passato tutta la notte in bianco.
Il cibo che le portavano non era dei migliori, e solo a guardarlo le veniva la nausea.
Erano due giorni che non mangiava.
Sentì la cella aprirsi, e un uomo vestito completamente di nero la trascinò fuori.
-Che volete da me adesso?-, sibilò mentre l'uomo la conduceva in una sontuosa sala.
Sembrava più un salone per dei ricevimenti che un bunker...
-Boss, ecco la prigioniera-, disse freddamente l'uomo mollando la presa.
Lei rimase immobile, non appena vide un ragazzo moro camminare verso di lei: a occhio e croce, avrà avuto la sua stessa età, ed era anche molto attraente.
-Prigioniera? E' un termine così fuoriluogo, non credete anche voi, signorina Sasagawa?-
Le si gelò il sangue, solo a sentir pronunciare il suo nome, voltò lo sguardo altrove.
-Uhm, siamo parecchio diffidenti, non è vero?-, disse il ragazzo sollevandole il volto con due dita, facendo avvicinare il suo a quello di lei: un brivido le percorse la schiena non appena ebbe un contatto con quei pozzi senza fondo che dovevano essere i suoi occhi.
-Mi avete portato un'ostaggio muto per caso?-, disse rivolto all'uomo.
Lui fece per ribattere, ma venne interrotto.
-So parlare, comunque. Grazie dell'interessamento-
Dove aveva trovato tutto quel coraggio, proprio non lo sapeva. Si zittì subito dopo, mentre il ragazzo sorrideva.
-Finalmente sento la tua voce! Quale onore!-, scherzò sorridendo.
Non rispose, se ne stette in silenzio.
-Solo per informarti, sei un ostaggio della più forte famiglia mafiosa in circolazione: i Speranza-
-E tu ne sei il Boss, immagino-, concluse lei sprezzante.
Il giovane le si avvicinò, con un sorriso (anzi, un ghigno) stampato sulla faccia.
-Ritieniti fortunata. A quest'ora dovresti essere morta-
L'uomo in nero la stordì con un colpo.

Erano in viaggio da più di tre ore, ma nessuno sembrava stanco.
Chrome aveva insistito nel voler partecipare, ed era determinata più che mai a riportare la ragazza sana e salva.
-Boss, siamo quasi arrivati-, disse Gokudera svegliandolo dai suoi pensieri.
-Si, grazie dell'informazione-, rispose il giovane Vongola indossando l'anello della famiglia.
Doveva salvarla.
Anche a costo della vita.

Sentì un'esplosione, mentre i sistemi di allarme suonavano tutti assieme creando il CAOS.
La porta della sua cella rimase sigillata, mentre lei, a calci e pugni, cercava di aprirla.
Si accasciò a terra, sfinita.
Riusciva a distinguere un centinaio di passi che correvano per il corridoio, fuggendo.
Lei invece, sarebbe morta lì.
Il braccialetto che aveva al polso si illuminò con violenza, provocando una luce accecante.
-Che cosa...-
Un'altra esplosione, meno violenta della prima.
Il muro della sua "cella" crollò, mentre tra le macerie riusciva a distinguere una figura, in piedi.
E le fiamme, che scoppiettavano sulla fronte del suo salvatore.

Era accasciata in un angolo, e non appena la vide, le volò incontro.
-Stai bene? Ero preoccupato!-, disse di gettò, rimanendo poi sorpreso dalla reazione della ragazza.
Gli era saltata al collo, stringendolo forte.
-Sei venuto! Non ci credo, sei venuto...!-, gridò la ragazza sorridendo. Pensò che fosse uno dei suoi sorrisi più belli.
Un'altra esplosione.
Dovevano scappare: la copertura di Chrome non sarebbe durata a lungo.
-Presto!-, disse poi il ragazzo prendendola per mano e correndo lontano dalla struttura.
Corsero a perdifiato fino ad un mezzo blindato che riportava sulla fiancata lo stemma dei Vongola.
Lei salì, lui no.
Doveva porre fine a quel conflitto.
-No!-, gridò la ragazza mentre cercava di liberarsi dalla presa ferrea di Shamal. Tsuna le sorrise, ma non bastò.
Strattonò Shamal, liberandosi, e correndo verso il ragazzo un secondo prima che potesse spiccare il volo e ritornare a combattere.
Prese il volto di lui fra le sue mani tremanti, posando un leggero bacio sulle sue labbra.


Il contatto fu istantaneo, e ricambiato.
Tsuna le cinse la vita con un braccio, spingendola verso di se. Non appena si staccò, però, ritornò seria.
-Promettimi che tornerai-, sussurrò lei abbracciandolo.
Tsunayoshi le posò un delicato bacio sui capelli, accarezzandole la schiena.
-Tornerò. Promesso-
Detto ciò, spiccò il volo, scomparendo dalla sua vista.
E per l'ennesima volta, cadde al suolo, piangendo.


Perse i sensi, risvegliandosi nella base italiana dei Vongola qualche ora dopo.
-Boss, si è svegliata!-, disse Chrome affacciandosi dalla porta per chiamare qualcuno.
Il Boss.
Tsuna.
Vide i capelli castani del ragazzo, e i suoi occhi nocciola puntati su di lei.
-Come ti senti?-, le domandò stringendole una mano delicatamente.
Lei sorrise, ma non era quello che le interessava.
-Dov'è lui?-, chiese alzandosi dal lettino dell'infermeria.
-Lui chi?-, domandò Sawada confuso.
Kyoko lo guardò scettica, e lui capì.
-Ah, quel pazzo-, sbuffò il ragazzo mentre Kyoko si avvicinava a lui.
-Dov'è-, domandò di nuovo, questa volta con un tono diverso: minaccioso.
Lui rimase per un attimo a guardarla, poi voltò lo sguardo altrove.
-Se ne stanno occupando i Varia-
Kyoko si irrigidì di colpo, mentre sentiva un dolore lancinante alla spalla.
-Ehi, tutto bene?-, chiese prontamente il ragazzo facendola sedere sul lettino.
Gridò, tanto il dolore era forte.
Come si era ferita, poi? Non durante l'esplosione. Nemmeno quando era fuggita.
Quando, allora?
Poi si ricordò: l'uomo l'aveva stordita, forse era quella la causa.
Una normale contusione non bruciava in quel modo.


Uno stemma, come quello dei Vongola, era impresso a fuoco sulla pelle della ragazza.
Lo stemma della famiglia Speranza.
-Pezzi di...-
Diede un calcio alla parete, coprendosi poi il volto con le mani.
Kyoko era da due ore in sala operatoria: non voleva che quel segno persistesse su di lei.
E aveva pregato Tsuna di farlo togliere con la forza.
Il medico uscì di scatto, e non appena vide il ragazzo appoggiato al muro gli corse incontro.
-Allora?-
Lui scosse la testa, abbassando lo sguardo.
-Niente da fare, nemmeno con la chirurgia estetica se ne va. E' come una maledizione, Boss-
Abbassarono entrambi lo sguardo, sospirando.


Quella sera, nella sua camera, Kyoko pensava.
"Causi solo sofferenze a queste persone. Sei INUTILE"
Scosse la testa, mentre delle lacrime le rigavano le guance. Si alzò, guardando fuori dalla finestra.
Si concentrò sulle stelle, e sul cielo nero che gli faceva da sfondo.
In quell'istante, sentì un tocco, caldo, poggiarsi sulla sua spalla. Non si voltò.
-Va tutto bene?-
Lei scosse la testa, continuando a guardare il cielo; si asciugò le lacrime velocemente, ma lui se ne accorse.
-Si. Sto bene-
Lei annuì debolmente. Tsuna le cinse i fianchi, poggiando le sue labbra sul collo candido della ragazza.
Lei si voltò, ritrovandosi ad un millimetro dal volto del Boss.
Come aveva fatto a non accorgersi, in tutti quegli anni, quanto lo amasse?
Tsuna si avvicinò deciso, baciandola quasi con forza; lei rispose con un po' più di grazia, ma con la stessa passione.
Rimasero così qualche secondo, finchè Tsunayoshi non si staccò lentamente, inchinandosi di fronte a lei.
-Kyoko Sasagawa-, disse prendendo dalla sua tasca una scatolina di velluto blu, -Vorresti diventare mia moglie?-
Rimase senza fiato quando vide il gioiello contenuto nella scatolina: un anello d'argento, decorato con sei pietre preziose di colori diversi, piccole, tra cui ne spiccava una più grande, arancione.
-Si...Si!-, disse lei felice, mentre il ragazzo si rialzava in piedi, con il sorriso sul volto.
Prese la mano della SUA ragazza, infilando lentamente l'anello all'anulare della sua futura moglie.
Kyoko contemplò il gioiello, guardando poi Tsuna.
-Sono così felice...-, disse poi abbracciandolo. Il ragazzo la guardò con gli occhi da cucciolo, offeso.
-Un bacio me lo merito, no?-, disse poi in tono scherzoso.
Il contatto durò tantissimo, tanto che iniziarono a ridere, perchè imbarazzante.
Ma a loro non importava.


Guardò per un'ultima volta il suo riflesso allo specchio: l'abito da sposa che le aveva comprato la famiglia era...stupendo.
Il corpetto era decorato con motivi floreali, mentre il resto era una lunga gonna bianca drappeggiata, morbida; l'abito non aveva spalline, e ciò lo rendeva ancora più bello.
Le sue damigelle, Haru e Yuni, la chiamarono tutte eccitate per avvisarla dell'inizio della cerimonia.
Si infilò le scarpe, anche quelle "un regalo della famiglia", bianche di velluto.
Le due damigelle fecero la loro entrata in scena, mentre lei rimaneva ancora dietro le porte.
-Sei pronta?-, le chiese Iemitsu porgendole un braccio, a cui lei si aggrappò.
Aveva chiesto a Iemitsu di accompagnarla all'altare per il semplice motivo che suo padre non era d'accordo sul loro matrimonio.
"Siete troppo giovani", era stata la sua sentenza.
Sua madre invece era seduta accanto a suo fratello Ryohei, radiosa.
La marcia iniziale riempì la volta della chiesa italiana dove la famiglia aveva voluto celebrare la cerimonia.
Mosse alcuni passi, accompagnata da Iemitsu, finchè lui non si sedette in prima fila lasciando la ragazza a suo figlio.
I due giovani si sorrisero, tenendosi per mano.

-Un augurio ESTREMO a te e mia sorella, Sawada!-, gridò Ryohei con le lacrime agli occhi.
-Queste cerimonie sono TROPPO estreme!!-, concluse dando un caloroso abbraccio alla sorella.
Tsuna squadrò Kyoko, sorridendo: se prima era bella, ora era meravigliosa.
Tutta la famiglia era commossa e/o felice per i due sposini.
Anche Hibari.
Stranezza.
-Tutta la famiglia, dite "Vongola"!-, disse euforico il fotografo.
Tutti sorrisero, dicendo assieme "Vongola".
Poi, il Nono in persona, chiese a Kyoko di fare una foto con lui, per ricordo.
La ragazza aveva accettato di buon grado, e dopo lo scatto aveva ringraziato il Nono.
-E per cosa dovrei essere ringraziato?-, domandò l'anziano signore sorridendo alla ragazza.
E lei, con il sorriso più radioso di sempre, gli aveva risposto dicendo:
-Senza di lei, Tsuna non sarebbe ciò che è ora. Questo è ciò che ha sempre sognato, a mio parere. E devo ringraziare solo lei, Nono, se oggi ho potuto coronare il mio di sogno: quello di trovare l'uomo della mia vita-
Timoteo rimase molto colpito da quelle parole, e sorrise alla ragazza.
Si, lei era la donna perfetta per il Decimo, il suo successore.


La festa che seguì dopo, fu una cosa sorprendente. Ma questa, cari lettori, è TUTTA UN'ALTRA STORIA.
  
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