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Autore: historygirl93    09/06/2012    6 recensioni
Una chiesa gremita di Nazioni, un'alieno per testimone e Vietnam in abito bianco. per America questo è il giorno più bello di sempre...ma sarà vero?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Vietnam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Star Pairing: AmeViet'
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Hope

 

 

-Ma dove è finita Kim? La cerimonia sta per iniziare- continuava a ripetere Alfred, girando in tondo e tormentandosi le mani.

-Vuoi rilassarti? Vietnam arriverà, starà finendo di prepararsi- disse Inghilterra, osservando l'ex-colonia che non dava segno di seguire il suo consiglio. -E poi è normale che la sposa faccia un po' di ritardo.

Sorvolando completamente su quanto detto dall'inglese, America si mise ad osservare la chiesa in cui doveva essere celebrato il suo matrimonio.

Lungo le colonne e le panche erano state appese ghirlande di rose bianche e gelsomini, Giappone era pronto a immortalare la cerimonia con la sua macchina fotografica di ultima generazione, Austria sedeva all'organo a ripassare la marcia nuziale e Tony stava appostato all'entrata per avvisare tutti dell'arrivo della sposa. Dato che era il testimone dello sposo, l'alieno aveva accettato di mettersi un papillon, a condizione che l'altro testimone non sarebbe stato Arthur. Di conseguenza la scelta era ricaduta su Canada, che se ne stava in un angolino, dimenticato da tutti.

Quasi non ci poteva credere, stava per sposarsi! Si sentiva lo stomaco completamente sottosopra, per la prima volta capiva cosa volesse dire essere agitato.

E se qualcosa fosse andato storto? E se Kim all'ultimo minuto non si sarebbe presentata? Lui avrebbe anche potuto rivelarsi il marito peggiore del mondo!

-Non è che ci stai ripensando?. Gli domandò Arthur, distogliendo l'americano da quei brutti pensieri.

-Ripensarci, certo che no! L'eroe non ha mai ripensamenti!- rise lui, per poi accorgersi che gli occhi dell'inglese si erano riempiti di tristezza. La stessa che tornava ogni 4 luglio.

-Sono solo un po' nervoso e..ti chiedo scusa. Non solo per la frase di prima, ma per quello che è successo tra di noi. Mi comporto tanto da eroe, ma non sono riuscito a salvare la nostra promessa di essere fratelli. Mi dispiace.

Inaspettatamente, Arthur gli spettinò i capelli, come faceva quando Alfred era ancora una sua colonia -Dispiace anche a me per averti sempre trattato male. In realtà volevo nascondere il fatto che soffrivo per aver perso mio fratello, e allo stesso tempo il mio orgoglio per quello che sei diventato. Sono fiero di te.

-Non vorrei interrompere questa chiacchierata a cuore aperto fra te e il fottuto inglese, Al, ma la sposa sta arrivando- si intromise in quel momento Tony, mentre tutte le Nazioni iniziavano a prender posto.

-Ce la puoi fare, Al.- bisbigliò Inghilterra, mentre andava a sedersi di fianco a Sealand, tutto felice perché era stato invitato.

Austria iniziò a suonare mentre Vietnam veniva portata all'altare da Francia.

La ragazza era bellissima, il vestito bianco, senza strascico, fasciava alla perfezione il corpo snello, lasciando scoperte spalle e braccia.

I capelli neri erano lasciati sciolti, trattenuti solo da una coroncina di fiori che comprendeva anche il velo, senza coprirle il viso.

Sembrava risplendere di luce propria.

America non l'aveva mai trovata bella come in quel momento, si poteva quasi dire che se ne stava re innamorando.

Appena gli sposi presero posto davanti a lui, Vaticano prese la parola:- Amatissimi figli, siamo riuniti in questo giorno per unire queste due Nazioni nel santo vincolo del matrimonio. Se qualcuno dovesse conoscere anche solo un motivo per cui questi due giovani non potessero sposarsi, parli ora o taccia per sempre!

Russia sembrò quasi alzare la mano, ma Bielorussia fu lesta ad afferrargliela, stringendola forte:- Non vedo l'ora che tocchi a noi, fratellone.

-Bene. Vuoi tu, Stati Uniti d'America, prendere la qui presente Vietnam come tua legittima sposa, amarla ed onorarla, in prosperità ed in crisi economica, nei periodi di pace e in quelli di guerra, finché entrambi esisterete?- domandò l'anziana Nazione, rivolgendosi allo sposo.

-Sì, l'eroe lo vuole.- rispose in modo allegro, mentre tutti i presenti alzavano gli occhi al cielo. Non cambierà mai! Sembrò essere il pensiero comune.

-E vuoi tu, Vietnam, prendere il qui presente Stati Uniti d'America come tuo sposo, amarlo ed onorarlo, in prosperità ed in crisi economica, nei periodi di pace e in quelli di guerra, finché entrambi esisterete?-

La vietnamita inspirò profondamente, prima di dire con voce chiara e sicura: -Sì, lo voglio.-

Città del Vaticano fece un cenno a Sealand, che procedette svelto a raggiungere la coppia, portando gli anelli.

Mentre si infilavano a vicenda le fedi, i due giovani non smisero di guardarsi negli occhi un solo istante, scambiandosi sguardi pieni di felicità ed amore.

-In virtù dei poteri conferitomi, io vi dichiaro marito e moglie- concluse Vaticano -Ora puoi baciare la sposa.

Accarezzando il volto della novella signora Jones, Alfred si avvicinò, chiudendo gli occhi.

Iniziò a schiudere le labbra quando...

 

 

La musica di Springteen strappò America dal mondo dei sogni, riportandolo nella semioscurità della sua camera da letto.

Sistemandosi i capelli, si diresse verso la finestra, aprendola e facendo entrare l'aria fresca.

Rimase per un po' a guardare il cielo sgombro dalle nuvole, ripensando al sogno appena concluso.

Il suo matrimonio...tutto sommato non era una brutta idea.

Amava Kim, e desiderava passare con lei ogni giorno della sua vita, ma non era sicuro che fosse già tempo di parlare di matrimonio.

Era convinto che ci fosse ancora molto di cui farsi perdonare, anche se Vietnam sosteneva che andava tutto bene.

Prese il cellulare e spense la funzione di sveglia, interrompendo l'esecuzione da parte del Boss di “Born in the U.S.A.”.

Sebbene molti la considerassero una canzone patriottica, parlava dei soldati americani e di quello che hanno vissuto nella guerra del Vietnam e delle futilità commesse durante le battaglie. Futilità che avevano portato a troppe morti inutili, a troppi errori inutili.

Alfred era deciso a farsi perdonare ogni errore commesso.

E sempre parlando di perdono, doveva trovare un modo per riappacificarsi con Arthur.

Era già da molti anni che si era pentito di avergli fatto la guerra per l'indipendenza, avrebbe di gran lungo preferito un dialogo civile, ma l'inglese si era intestardito.

E adesso Inghilterra lo odiava, quando non lo rimproverava come se l'americano fosse ancora un bambino.

Ad America mancava tantissimo il suo fratellone, il suo modello di riferimento, la sua fonte di ispirazione.

Non poteva cancellare gli errori fatti, ma forse era ancora in tempo per farsi perdonare dalle due persone a cui voleva più bene.

Prima però doveva scendere a preparare la colazione per sé, Tony, la balena e Clark.

 

 

Note dell'Autrice:

accidenti, quanto tempo che non aggiorno questa serie.

Niente male l'idea del matrimonio, vero?

La seconda parte spero di averla resa abbastanza bene, secondo me Alfred è molto pentito degli errori che ha commesso con Arthur e Kim, e vuole trovare un modo per farsi perdonare.

Ah, Clark è il nome che ho dato a Nekomerica.

Grazie a chi leggerà/recensirà.

Historygirl93

  
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