DISCLAIMER: vorrei tanto possedere Arthur, ma no, né lui né nessun altro mi appartiene .__. Neanche Merlin, no *sigh*

Arthur vorrebbe dire che è un’idea stupida e noiosa, e che lui ha di meglio da fare, ma sta zitto perché sospetta che se lo dicesse – per la centesima volta – Merlin poi lo strozzerebbe con la sua stessa sciarpa e riuscirebbe pure ad ammazzarlo, perché è Merlin e quando decide di fare qualcosa, sta’ pur certo che ci riesce.

Quindi, nonostante dentro di sé stia borbottando come una teiera sul fuoco, tira su con il naso – rosso e screpolato, perché ha il raffreddore da giorni e Merlin non ne tiene conto, l’insensibile – e segue ubbidientemente – beh, non proprio – l’altro su per la collina.

-Smettila di tenermi il muso.- Merlin rotea gli occhi, afferrandogli una mano guantata e trascinandolo per raggiungere la fila.

-È una cosa stupida,- sbuffa lui, stringendosi poi nel pesante giaccone di piume. Merlin rotea di nuovo gli occhi – lo fa un numero considerevole di volte, quando è in sua compagnia. Una volta Gwaine ne ha contate trentacinque nell’arco di ventiquattro ore. Arthur non aveva potuto fare a meno di mollare uno scappellotto a entrambi – e avanza con la fila. Ormai manca poco. -Stupida e inutile,- sente di dover sottolineare nel frattempo, facendo però un nuovo passo avanti verso la loro meta. -E io sono raffreddato!- borbotta ancora, agitando un fazzoletto usato davanti agli occhi dell’altro. Un attimo dopo, uno starnuto gli fa strizzare gli occhi e serrare le mascelle con forza – e per poco non si morde pure la lingua, dannazione.

Merlin lo guarda con un misto di divertimento e rassegnazione.

-Se davvero non te la senti, possiamo anche non farlo.

-Davvero?- domanda dubbioso, perché nonostante tutto gli sembra tutto troppo facile; dopotutto è solo dalla sera prima che stanno battibeccando, no? Merlin non è mai così facile da convincere – e no, Arthur non ammetterà mai che quello è uno dei motivi per cui si è preso questa pazzesca cotta per quel cretino dalla orecchie a sventola. Certi segreti andranno con lui nella tomba.

-Sì,- dice l’altro ragazzo, ciondolando da un piede all’altro, con il naso all’insù nell’aria gelida di Febbraio. -Se non ti senti bene... lo capisco davvero. Sono sicuro che capirebbe anche Morgana,- aggiunge dopo uno strategico attimo di silenzio.

Merda, Morgana non lo lascerebbe vivere se lo scoprisse.

Merda.

Un sospiro sancisce la sua sconfitta e la risata vittoriosa di Merlin gli riempie le orecchie mentre viene spinto a salire sulla maledettissima mongolfiera – ma nulla gli impedisce di farlo con aria contrita (che Merlin invece definirebbe come mettere il broncio ma Merlin non capisce niente, quindi non è importante) mentre prendono quota.

Merlin si guarda attorno con un sorriso luminoso che potrebbe fare a gara con il sole che li sovrasta – anzi, per quanto lo riguarda non c’è partita – e si gode l’orizzonte che, lentamente, si apre davanti ai loro occhi. Ed è bello come solo Merlin sa esserlo, in modo del tutto sorprendente e anticonvenzionale, in un modo che gli toglie ogni volta il fiato e Arthur pensa che magari non è poi così stupida come idea – anche se sente il freddo infilarglisi nelle ossa e minacciare di bloccarlo a letto per giorni con la febbre. E se succederà costringerà Merlin a fargli da schiavo per tutto il tempo, perché non ha alcuna intenzione di soffrire da solo – e gli si accosta un po’ di più, toccandogli la spalla con la sua. Merlin si volta e lo bacia di slancio, circondandogli il viso con le mani, e Arthur decreta che no, decisamente non è stata una cattiva idea quel viaggio in mongolfiera, ma questo Merlin non dovrà mai saperlo.

Fine.