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Autore: makeDreamlast    09/06/2012    6 recensioni
Forse un giorno riusciremo comunque a parlare per dirci quello che non ci siamo detti mai, per quello che conta, se conta.
Dopotutto, a cosa serve rinchiudere le parole nel proprio cuore e gettare la chiave?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Nel cuore di Caty'
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***


Ciao Alex,
 

non ho potuto evitare di mettere il mio nome sulla busta di questa lettera, non ti sarebbe mai arrivata, credo. Molto probabilmente, se non ci fosse stato il mio nome quanto meno l'avresti aperta, ma temo di star scrivendo al vento, sprecando inchiostro e fogli di carta.

Se stai leggendo, a questo punto, ti starai domandando "Ma chi te lo fa fare, allora?"

Me lo fa fare l'orgoglio. Quel piccolo peso sul petto che dopo quasi due anni, non so come né perché, ha deciso di andar via.

Da una parte forse è meglio, dall'altra forse no. Ad ogni modo, giusto o sbagliato che sia, sentivo e sento di doverti scrivere un'altra volta, di doverti scrivere ancora.

Per qualche istante sarò egoista, non penserò ai nostri fidanzati, scriverò come se fossimo semplicemente due persone che si sono appartenute, perché in effetti, per un anno e poco più, siamo stati l'uno il punto di riferimento dell'altro.

So che è sbagliato guardare al passato, so che quando una storia finisce poi non può più essere recuperata, soprattutto se uno dei due è stato tradito. Eri proprio tu a dirmi che "morto un Papa se ne fa un altro". Ma ora che non ho più nulla a cui pensare, penso a come mi sono comportata nelle nostre ultime settimane.

Non l'ho mai detto a nessuno, anche per non ammetterlo a me stessa per prima, e non te l'ho scritto nell'altro messaggio per paura di essere giudicata male (anche se è quello che mi merito), ma ora che l'orgoglio mi ha abbandonata, sento dentro di me il rancore e la rabbia per non averti detto prima quello che sentivo e quello che avevo fatto.

Quindi spero che con questa lettera mi darai modo di liberare tutti i miei sentimenti.

E' talmente stupido che non so nemmeno da dove cominciare.

C'è che forse ricordo ancora le nostre giornate, c'è che forse non le ho mai dimenticate.

C'è che ricordo ancora le nostre giornate e gli odori e i profumi e i luoghi dove abbiamo lasciato un po' di noi.

C'è che non ho buttato via nulla e a volta riapro quella scatola rossa per ricordarmi quello che di bello c'è stato. Ad esempio, ti ricordi quel pupazzetto a forma di orsacchiotto con un cuore in mano con scritto il mio nome? Ce l'ho sul computer. Ti ricordi quel portachiavi con le lettere L O V E in diversi colori? Ce l'ho attaccato alle chiavi. E quel braccialetto elastico in argento che mi aveva dato tua mamma? A volte lo metto al polso destro. Ti ricordi i pupazzetti che mi hai regalato? Sono chiusi nella scatola rossa di San Valentino, a volte li tiro fuori insieme alle cartoline e al profumo che mi avete portato dalla Sicilia. Ti ricordi quel vestito blu con i fiorellini bianchi che mi comprasti alla Baracchina? A volte lo indosso ancora.

Perché in fondo non possiamo negare di essere stati bene.

C'è che riesco a ricordare quasi tutto, meno che la tua voce. Ricordo la tua risata, i tuoi pianti in quelle poche volte che hai sofferto, mi ricordo i tuoi occhi azzurri e le tue mani grandi.

Ma la tua voce... La tua voce è un suono lontano che non riesco più ad identificare.

Sembra quasi una lettera d'amore, in realtà voleva essere solo una lettera di scuse.

Scusa per averti illuso, per averti fatto credere che potevamo avere un futuro.

Scusa per non essere stata come avresti voluto che io fossi e per non essere stata in grado di darti quello di cui avevi bisogno.

A volte penso che se mi sono comportata così è stato perché neanche tu sei riuscito a darmi quello di cui avevo bisogno e quindi, forse, chiedere scusa adesso è tardi.

O forse, l'unico vero motivo che mi spinge a fare tutto ciò è la mancanza di qualcosa, semplicemente.

Forse è che mi mancano alcune cose.

Tipo che mi mancano le tue mani.

Mi mancano i tuoi occhi e il tuo sorriso che a volte ricordo ancora.

Mi mancano le canzoni nella tua macchina.

Mi manca quando facevi almeno trenta chilometri per venirmi a prendere e poi riportarmi a casa.

Mi manca il benzinaio dove ti fermavi sempre, per mettere anche solo cinque euro.

Mi manca essere messa prima di un cellulare, degli amici e delle discoteche.

Mi manca andare a giocare a biliardo nel bar sotto casa di mio papà.

Mi manca andare al Mercatone e fantasticare sui mobili che avremmo usato per arredare la nostra casa.

Mi manca pensare ai nomi che avremmo potuto dare a dei futuri figli.

Mi manca sentirmi protetta da una persona più grande.

Mi manca quando ti bloccavi per colpa del tuo tic e non riuscivi a parlare.

Mi manca essere presa per mano anche solo per venti metri.

Mi manca stare un'ora al telefono alla sera dopo essere tornati da lavoro.

Mi manca sentirti dire che ti avevano aumentato di livello e che ti avevano rinnovato il contratto.

Mi manca andare a comprare il divano al mercatino dell'usato.

Mi manca quando mi chiamavi con il fiatone dopo aver giocato a calcetto il venerd^ sera.

Mi manca quel tuo profumo dolce.

Mi manca quel pacchetto azzurro di Camel.

Mi manca sentirti parlare della Juventus.

Mi manca la Baracchina e mi mancano i gelati che gustavamo nelle giornate più calde.

Mi mancano le sere d'estate passate nei bar a bere un succo o un drink e parlare di tutto.

Mi manca vederti partire per le vacanze e poi vederti tornare.

Mi manca salutarti alle sei del mattino in aeroporto.

Mi manca venirti a trovare nel piccolo appartamento al mare.

Mi manca la gita a San Luca.

Mi mancano i pranzi della domenica a casa tua.

Mi mancano i caldi pomeriggi al terreno.

Mi manca sentirti parlare in dialetto.

Mi manca vederti giocare con tuo cognato e abbracciare i tuoi nipotini. Mi mancano loro.

Mi manca sentirmi parte di una vera famiglia.

E sicuramente mi mancheranno tante altre cose che mi verranno in mente quando avrò concluso la lettera.

Non sono sicura che sia vera e propria mancanza, forse è solo nostalgia di quei ricordi passati insieme. E non so neanche perché ci sto pensando, non so spiegarlo a me stessa, figuriamoci se posso essere in grado di spiegarlo a te.

So solo che forse avremmo dovuto fermarci un attimo e riflettere. Pensare entrambi a quello che stavamo facendo, a quello che stavamo sbagliando, anche se l'errore più grande l'ho fatto io.

Forse dovevamo solo aspettare un po'. Tu dovevi aspettare che io crescessi, ed io dovevo aspettare a scappare.

Ma sai cosa? Sono cresciuta. Ho capito cose che prima consideravo banali.

Ho capito cosa significa amare e, altrettanto, ho capito cosa significa perdere la persona che si ama.

Ho capito cosa vuol dire avere rispetto per gli altri.

Ho capito cos'è il valore di una famiglia, che sia quella che ti ha dato la vita o che sia quella a cui tu vuoi dare vita.

Ho capito cosa vuol dire avere un lavoro che ti mantiene e ho capito cosa vuol dire vivere con una famiglia che non è del tuo stesso sangue, ma che potrebbe diventarlo.

E' solo che tutto questo l'ho capito troppo tardi.

Ho sempre dato a te la colpa per avermi lasciata andar via senza cercare di recuperarmi, perché credevo che se davvero ci tenevi qualcosa lo avresti fatto. Ma forse non ne valeva la pena, tu avevi già capito che sarebbe stato inutile.

E quindi ora è troppo tardi per tornare indietro ma, forse, non è troppo tardi per voler sapere cosa provi e cosa ne pensi.

Non ho più cercato contatti con nessuno di voi credendo che così ti avrei dimenticato più in fretta.

Ma si possono dimenticare le persone che hanno lasciato qualcosa nella nostra vita?

Sono ancora convinta che tutto questo sia inutile, ma c'è qualcosa che mi spinge a farlo.

Forse è solo la paura di dimenticare davvero, un giorno, quello che per poco abbiamo creato.

O forse è solo la paura che tu te ne sia già scordato.

Sai, un giorno ho parlato con Liçia, le ho chiesto se tu ti eri dimenticato di me e lei mi ha detto che non mi avevi mai dimenticata. Ricordo ancora il tuffo al cuore.

Da quando tutto questo è iniziato, spero di incontrarti per caso nei posti che frequenti, così, forse solo per mettere in chiaro le mie emozioni.

Sam comunque è una ragazza davvero carina, oserei dire anche fortunata. E' siciliana come te, si è trasferita qui per te, fa le foto con la tua famiglia, insomma, almeno hai trovato ciò che cercavi.

Non ti darò soddisfazioni descrivendoti ciò che ho trovato io. Ultimamente vi sto mettendo spesso a confronto, anche se so di amarlo e anche se mi rendo conto che perderlo sarebbe l'ultima cosa che vorrei. Mi ha insegnato molte cose, al di là delle risate e dei pianti, io lo chiamo "la colla che tiene uniti i pezzi del mio cuore".

E' solo che, si, a volte mi capita di ricordare quello che c'è stato tra di noi e sentire nostalgia.

Forse a te non capita mai, ma io ogni volta che sento un profumo o vedo un posto di quel periodo, mi faccio prendere dalla tristezza.

E ok, forse non avrai neanche iniziato a leggere ma dovevo liberarmi di tutte le parole che non ti ho detto e se le hai lette fino in fondo, sarò sincera, con il tuo orgoglio non mi aspetto neanche una risposta. Credo di non meritarmela.

Scusa se mi sono intromessa, scusa se ho detto cose sbagliate e fuori luogo e scusa per Sam che sicuramente mi starà odiando con tutta sé stessa.

Forse un giorno riusciremo comunque a parlare per dirci quello che non ci siamo detti mai, per quello che conta, se conta.

Dopotutto, a cosa serve rinchiudere le parole nel proprio cuore e gettare la chiave?
 


Un ciao dovrebbe bastare,
  
Caty.

***


Qui troverai le anticipazioni dei capitoli successivi e delle One Shot in pubblicazione.
Ringrazio Te, lettore, per essere arrivato fin qui e, se lo farai, grazie anche per la tua recensione.
Vostra, Cornelian
   
 
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