'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Mia Ikumi(tutti tranne Hana); questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.'
TOKYO MEW MEW
“ROSSO
ED ACQUAMARINA DAL FUTURO”
CAP.1
“SORPRESA: POSSO CHIAMARTI “MAMMA“?!”
Il
suono della sveglia invase la stanza trillando nuovamente, Ryou
si mosse svogliatamente sotto le calde e confortevoli lenzuola apposte sul suo
semplice letto, non che non apprezzasse le cose belle ed eleganti, ma quello
stile di vita sobrio e piuttosto spartano gli si addiceva sicuramente di più.
All’ennesimo trillo della sveglia, decise che era veramente stufo di sentirla
strillare come una gallina impazzita; aprendo appena le palpebre e rivelando
quindi i suoi, decisamente occidentali, meravigliosi occhi chiari, focalizzò la
sua attenzione su quell’aggeggio che gli stava trapanando le orecchie da
diversi minuti, che strano…si disse, gli ricordava
vagamente la voce squillante e infantile di Purin, sorrise appena al pensiero.
Meccanicamente spostò la mano sul piccolo oggettino che imperterrito continuava
a suonare, e lo spense sbuffando per la briga di alzarsi così presto. Decise
che era il caso di sbrigarsi, a momenti
arrivavano le ragazze per aprire il caffè, ed anche se non proprio tutte in
orario (Ichigo naturalmente era dura a perdere le vecchie abitudini), non era
il caso di presentarsi in pigiama…o meglio…in brache e basta. Con rapidità, accompagnata dall’usuale
compostezza che lo contraddistingueva, si recò in bagno dove si abbandonò sotto
il getto caldo della doccia, aveva optato per un bagno all’occidentale,
decisamente più comodo e veloce.
Quand’ebbe
finito, con un gesto secco della mano richiuse il rubinetto della doccia e con
lentezza uscì dal bagno, per rivestirsi in breve tempo.
Com’era
solito fare, prima di uscire dalla stanza, si portò alla finestra e dalla testa
del letto sollevò malinconicamente una cornice scrutandone dolorosamente il
contenuto: la sua famiglia. Tutto ciò che aveva e tutto ciò che aveva perso nel
giro di una paio d’ore, strinse più forte il bordo in un gesto rabbioso, poi
parve calmarsi e fece per depositare, al suo posto, il prezioso oggetto,
contenitore di numerosi ricordi. Improvvisamente però, prima che potesse
compiere il suo proposito, avvenne una cosa del tutto insolita; il cielo, che
un minuto prima brillava illuminato dai primi raggi del sole, aveva preso ad
oscurasi velocemente ed immediatamente dopo un grosso lampo, seguito da un
rapidissimo fulmine, andò a schiantarsi al suolo, per la precisione nel
giardino sul retro del caffè. La luce fu talmente accecante che lo costrinse a
chiudere gli occhi e a portarsi una mano davanti ad essi per riparasi. Non
appena la sua vista tornò normale, riprese a guardare fuori, per verificare i
danni provocati da quell’improvviso stravolgimento temporale, sgranò gli occhi:
il cielo era tornato esattamente come prima. Pose lo sguardo al giardino e, con
stupore si accorse che qualcosa, un oggetto dalla forma sferica, come una
grossa capsula d’acciaio, era fermo al centro di esso, avvolto dalla polvere
che aveva provocato l’impatto con il suolo. Repentinamente dei passi
risuonarono all’interno del caffè, più precisamente su per le scale e dopo
poco, un trafelato Keiichiro, apparve, con viso
preoccupato, sulla soglia della stanza, spalancando rumorosamente la porta.
-
Hai visto?! - domandò sconcertato, avvicinandosi al ragazzo. Ryou annuì, indicandogli con un gesto della testa la
piccola stranezza che ancora immobile giaceva apparentemente inerte al suolo.
-
Cosa può mai essere? - domandò il trentunenne, senza distogliere lo sguardo.
-
Non saprei…sarebbe il caso di accertarsene…-
rispose vago, il bel biondo.
-
Secondo te…appartiene agli alieni? - propose
interrogativo, distogliendo finalmente lo sguardo per portarlo sul suo
interlocutore.
-
Può essere…non sappiamo cosa sia…meglio
agire con cautela…- ammise, stringendo gli occhi per
osservare meglio l’oggetto del loro interesse, inaspettatamente, la piccola
capsula, emettendo uno strano sbuffo, si aprì, dividendosi a metà, rivelando il
suo contenuto; Sia Ryou che Keiichiro
spalancarono la bocca increduli: una bambina, non più grande di 2-3 anni,
apparve alla loro vista. Vestiva una semplice ma incantevole salopette di jeans
abbinata alla candida e rosata camicetta che emergeva da sotto all’abitino, ai
piedi un paio di semplici ballerine alla cinese nere. Una cascata di morbidi
boccoli di un vivace rosso acceso, le ricadeva morbidamente sulle spalle fino
al fondoschiena e i grandi e insolitamente occidentali occhi di un azzurro
acquamarina, dalla bellezza sconvolgente, spiccavano sul faccino dolcemente
infantile, anche per la loro serietà e apparente freddezza. La bimba si
guardava attorno curiosamente, quasi timorosa, portandosi, di tanto in tanto,
un piccolo ditino aggraziatamente paffuto, alla bocca.
-
Ma che diavolo…- Ryou non
credeva ai propri occhi. Guardò Keiichiro che scosse
le spalle in risposta.
Dimenticandosi
completamente dei loro precedenti dubbi, entrambi corsero in giardino, il primo
ad arrivare fu Keiichiro. Non appena lo vide, presa
da una foga improvvisa, la bambina, spalancò gli occhi e gli corse incontro a
braccia aperte.
-
Zio Kei! - esclamò, spiazzandolo del tutto e
gettandosi tra le sue braccia, l’uomo non fece in tempo a riprendersi del tutto
che alle sue spalle comparve Ryou, allora, la bambina,
sorprendendo anche lui, scivolò via dalle sue braccia e si attaccò alla gamba
del nuovo arrivato, stringendosi affettuosamente contro ad essa.
-
Papà! - esclamò entusiasta. Ryou, superato l’evento
che lo aveva completamente lasciato di sasso, si chinò e prese in braccio la
bimba, voltandosi poi verso Kei.
-
Ma che succede qui? - domandò il castano, mettendo affettuosamente una mano sul
capo della bambina.
-
Tesoro…mi dispiace deluderti, ma io non sono il tuo papà…è impossibile! - esclamò Ryou,
guardandola imbarazzato.
-
No, no, no! - rispose, allora lei - That’s right! You are my dad!
- continuò, rivelando un accento decisamente americano ( ragazzi…scusate
la mia ignoranza in inglese…se sbaglio qualcosa
ditemelo!.nda T_T). Inutile
dire che i due poveretti furono sempre più sconvolti.
-
Ehm…andiamo dentro…che
dite? Ne discuteremo davanti ad una bella e calda tazza di the!- propose allora
Kei, sfoggiando uno dei sui migliori sorrisi. Ryou annuì, ancora un po’ stordito. Tornarono dentro e poco
dopo si ritrovarono tutti e tre in cucina a sorseggiare una calda tazza della
deliziosa bevanda.
-
Dunque…tu piccolina, dici di essere la figlia di Ryou…non è forse così? - domandò nuovamente Keiichiro, rivolgendosi nuovamente alla bambina, questa,
dopo aver finito di sorseggiare elegantemente dalla tazza ed averla posata sull’apposito
piattino, si voltò sorridente verso di lui.
-
Yes! - annuì vigorosamente. Il giovane si voltò verso l’amico
-
Parla persino inglese…e con un accento americano
molto forte! - ammise, guardandolo interrogativo.
-
Rifletti…non è assolutamente possibile! Con tutto
quello che abbiamo da fare qui…quando avrei avuto il
tempo di…fare una figlia?! - rispose il biondino,
guardando diffidente la piccola bambina. Keiichiro
dovette ammettere che non era effettivamente possibile.
-
E poi…- riprese il biondo, continuando a scrutare la
bimba - …non penso ti si sfuggito il modo in cui è
arrivata qui…- lo sguardo del ragazzo si fece serio e
pensieroso.
-
Non è da escludere che si tratti di una trappola degli alieni…-proseguì
Keiichiro.
I
due tacquero per una manciata di minuti poi, cautamente, Ryou
si avvicinò con il busto alla piccola e le posò delicatamente una mano sul
capo.
-
Listen…How old are you? - chiese gentilmente, sorridendole appena. La piccola
scosse amabilmente il capo, facendo oscillare i suoi magnifici boccoli rossi.
-
Io parlo anche giapponese…me l’ha insegnato la mia mamma…ho 3 anni…- ammise
sorridendo radiosa.
-
E dimmi piccolina…dov’è ora la tua mamma? - Ryou sorrise nuovamente, strano, era così raro per lui…Ma la piccola non ebbe la reazione che si aspettava,
infatti, abbassò lievemente il capo mentre una grossa lacrima le mozzò per un
istante il respiro.
-
…è lassù! In cielo…-
entrambi a quell’affermazione rimasero spiazzati. Keiichiro
si chinò su di lei e le accarezzò amorevolmente una guancia.
-
Mi dispiace piccolina…- ammise sconsolato, la bambina
scosse ancora il capo e tirò su con il naso.
-
No fa niente…è pattato ommai…
io forte!- scatenando la risata dei due, la piccola tirò orgogliosamente in
fuori il petto.
-
Mi sembra piuttosto chiaro che non posso essere io il padre…anche
se fossi stato con qualcuna, non so della morte di nessuna ragazza ultimamente….probabilmente assomiglio a suo padre e deve
aver identificato me come tale…- propose Ryou, scrutando le reazione della bambina.
-
Senti…non sappiamo ancora il tuo nome tesoro…- azzardò Keiichiro.
-
Mi chiamo Hana! È stata la mia mamma a dammi il nome!
- sorrise, Hana, rivelando una file di sdentata di
denti bianchissimi.
-
E tu sei davvero il mio papà! - replicò all’affermazione di prima, Ryou sospirò, non avevano abbastanza guai?!
-
Ascoltami bene Hana…mi dispiace davvero deluderti ma…-
-
Appetta! - Hana lo
interruppe cominciando a frugare in una delle taschine della sua salopette, ne
tirò fuori diverse photo che osservò con sguardo
malinconico, poi ne porse una ai due ragazzi.
-
Quetta è la mia mamma…più o
meno adetto! - spiegò, i due prima si guardarono
seriamente per poi posare gli occhi sull’immagine e sgranare contemporaneamente
gli occhi: essa ritraeva una ragazza, più o meno sui 17 anni, fisico niente
male, lunghi capelli rossi sino ad appena dopo le spalle e grandi occhi
marroni. Sorrideva ampiamente all’obbiettivo, abbracciata ad un ragazzo, a cui
arrivava a mala pena al petto con lucenti e non troppo corti capelli biondi e
occhi azzurri spendenti e all’apparenza freddi come il ghiaccio, sembrava non
superare i 23 anni ed aveva un’espressione piuttosto seria e indifferente.
-
Diamine Ryou…questi siete tu e Ichigo! - sbottò Kei, abbandonandosi contro lo schienale della sedia su cui
si era seduto.
-
Lo vedo…ma non è possibile! Io e lei non abbiamo mai
fatto una photo simile…sembriamo
quasi…fidanzati!
- constatò Ryou, fissando sbalordito l’oggetto
che aveva tra le mani.
-
Facci caso però…sembrate un po’ più grandi di adesso…soprattutto Ichigo…non
credi? - constatò Keiichiro, tornando serio.
-
Effettivamente…- rifletté l’altro, portandosi una
mano sotto il mento, pensieroso.
-
Ehm…dad…?- Ryou rivolse il
suo sguardo verso la vocina che lo aveva chiamato.
-
In my bag…there is una cosa per te! - la piccola mescolò le due lingue in
un modo alquanto buffo, ma il giovane non ci fece caso.
-
Hai detto che nel tuo zaino c’ è una cosa per me? - chiese, credendo di aver
capito male, ma la Hana annuì vigorosamente.
-
E dov’ è il tuo zaino ora, piccola? - le domandò, gentilmente Keiichiro.
- In the ball! - esclamò felice Hana.
-
Deve riferirsi alla sfera che c’è in giardino… -
anche questa volta, la bambina confermò le loro ipotesi. In fretta si alzarono
e si diressero all’esterno. Esattamente ove l’avevano lasciata, la grande “palla”.
Ryou ne studiò l’interno, sembrava una navicella, la
sollevò, non era molto pesante, e con l’aiuto di Kei
la portò in laboratorio. Al suo interno trovarono ciò che la piccola aveva
detto loro: un grazioso zainetto a forma di coniglio era stracolmo di oggetti
di prima necessità per la piccola e tra tutte quelle cose, spiccava, ben
piegata, una lettera in carta intestata. Ryou la
riconobbe come la propria carta intesta.
-
Che diavolo significa?! - domandò Kei, evidentemente
sempre più confuso.
-
Beh…non ci resta che scoprirlo…-
affermò Ryou, cominciando a scartare la lettera. Passò
velocemente gli occhi su quelle righe scritte in bella calligrafia, sgranando
sempre di più gli occhi azzurri. Quand’ebbe finito la passò al compagno che lo
fissava preoccupato, anche Kei ebbe la stessa
reazione del compagno, rilesse ad alta voce il contenuto della lettera per
essere più sicuro di ciò che leggeva:
Cari Ryou e Kei,
Qui è il futuro Ryou che parla (per la precisione il Ryou
di 26 anni…). Sono consapevole del fatto che
probabilmente non crederete ai vostri occhi, effettivamente ci sono un paio di
cose da chiarire, prima di tutto l’autenticità di questa lettera. Come potrete
vedere oltre alla mia inconfondibile scrittura e firma, ho anche fatto
analizzare la lettera da un notaio di mia fiducia, che ha approntato il dovuto
timbro con firma e relativa data, per affermare l’effettiva validità di tale
documento. Ma non è questo il punto principale…ho
mandato mia figlia nel passato per un motivo preciso. Come lei stessa immagino
vi avrà già rivelato, io e Ichigo siamo i suoi genitori, il problema è che la
mia povera moglie è venuta a mancare all’incirca due anni fa, quando Hana aveva un anno, da questo quindi, il motivo della sua
missione, ho inviato mia figlia nel passato affinché vi possa avvisare per
tempo in modo da scongiurare la morte decisamente prematura di Ichigo…non posso rivelarvi il modo e le circostanze in cui
mia moglie sia morta per motivi che sicuramente voi capirete, come un’influenza
negativa sul corso del tempo e conseguenze decisamente sgradevoli, già questa
mia intromissione non sarebbe dovuta accadere! Le uniche cose che posso
svelarvi sono le seguenti: quando Ichigo avrà 18 anni (e quindi saranno tre
anni che staremo insieme), rimarrà
incinta di Hana, e noi ci trasferiremo in America ma
sfortunatamente dopo Deep Blue,
sopraggiungeranno nuovi nemici che costringeranno le Mew Mew a tornare in campo, Hana
nascerà senza problemi e le cinque ragazze combatteranno i nuovi nemici
riuscendo a batterli…il resto non posso svelarvelo.
Sappiate comunque che con la partenza di Hana per il
suo ritorno a casa, dopo che avrà adempiuto alla sua missione, la vostra
memoria relativa agli avvenimenti legati ad Hana verrà
cancellata, ricorderete tutti i fatti legati alla vostra vita di quel periodo
che però non la includeranno. Non posso svelarvi di più semplicemente perché
gli eventi che verranno modificati nel passato ripercuoteranno su questo
futuro, quindi per evitare sgradevoli incidenti non posso svelarvi altro…Posso però motivare le mie scelta di mandare Hana e non venire io stesso. Ebbene ho pensato fosse giusto
far trascorrere un po’ di tempo alla piccola Hana con
sua madre, prima di tornare, nel caso in cui la missione fallirà. La macchia
del tempo che ho costruito è adattata
alle sue dimensioni e solo lei ne conosce il reale funzionamento…nonostante
sia piccola ha fortunatamente preso (anche sfortunatamente) la mia intelligenza
ma il carattere è quasi del tutto quello di Ichigo.
Dopo questo poche
righe sono costretto a lasciarvi…Mi raccomando,
prendetevi cura della piccola Hana e salvate mia
moglie! Saluti
Ryou Shirogane
P.S. Non dovete
assolutamente studiare la mia macchina del tempo…Ryou
ne capirai il funzionamento in seguito!
I
due ragazzi si guardarono per alcuni istanti senza che nessuno dei due
riuscisse a spiccicare una sola parola.
-
Che bello! Abbiamo un’altra grana! E ora come lo diciamo alle ragazze?! - Keiichiro fu il primo a riprendere la parola.
-
Dirci che cosa? E chi è questa bambina? - la voce chiaramente alterata di Mint si fece largo tra le mura del laboratorio, rendendo
nota la presenza di quattro delle ragazze Mew sulla soglia della stanza (all’appello
mancava solo Ichigo, fortunatamente, pensò Ryou),
interrompendo i discorsi dei due.
Emettendo
un lungo sospiro, Ryou si voltò verso di loro,
cercando le parole per poter meglio spiegare loro la situazione, ma la vocetta allegra di sua figlia lo interruppe prima ancora di
incominciare.
-
Zia Mint! Zia Zakuro! Zia
Purin! Ehm…zia…Retasu… - il ragazzo notò con sospetto
che il tono della piccola era notevolmente cambiato nel pronunciare quell’ultimo
nome, ma non vi diede, per il momento, troppo peso, ritenendo più opportuno
tornare a concentrarsi sulle ragazze che ricevevano allibite gli abbracci e le
feste di Hana.
- Papà…why are they so
surprise?! Non
tanno di me? - domandò la bambina
preoccupata, correndo verso Ryou, e suscitando
ulteriore sgomento nelle povere ragazze.
-
No, piccola, non ancora…- le rispose Ryou, posandole una mano sulla guancia.
-
Bene ragazze…sedetevi…vi devo spiegare alcune cose…- tutti si accomodarono al loro posto e dopo un’esauriente
spiegazione e qualche tazza di the, la situazione fu più chiara a tutti.
-
Bene…ora vi pregherei di mantenere il segreto,
soprattutto con Ichigo! - si raccomandò Ryou,
guardando serio le ragazze davanti a sé.
-
Purin non capisce…perché non dovrebbe sapere nulla
proprio Ichigo che è la diretta interessata? - chiese la più giovane del
gruppo, portandosi una mano a grattare la testolina bionda.
-
Purin, tu come ti sentiresti se sapessi che tra poco morirai?! - le chiese
gentilmente Zakuro. La piccola abbassò il capo e dopo
averci riflettuto per diversi minuti lo rialzo.
-
Beh…Purin sarebbe triste…-
ammise sconsolata.
-
Esatto…vedo che hai capito! - Zakuro
sorrise lievemente, nel tentativo di rassicurarla un po’.
-
Non…non capisco! Cosa mai potrebbe causare la sua
morte?! - Retasu strinse al petto la lettera che le
aveva passato Kei, tutte quelle notizie l‘avevano
resa nervosa, perché Ryou aveva scelto Lei alla fine…scoprì di provare un gran senso di gelosia davvero
lacerante.
-
è esattamente quello che dobbiamo scoprire! - affermò Ryou,
interrompendo il filo dei suoi pensieri. Le ragazze sospirarono tristemente.
-
Su ora…andate a preparare il tutto per l’apertura del
caffè…a momenti arriverà Ichigo! Non vorrete farvi
trovare con quelle facce tristi?! - Kei cercò di
risollevare il morale alle ragazze ma queste si alzarono svogliatamente dal
loro posto.
-
Bene…ora occupiamoci della piccola Hana! - esclamò, rivolto al ragazzo biondo che annuì, per
poi cercare con lo sguardo la bambina senza però un gran risultato.
-
Ma dove…- non fece in tempo a terminare la frase che
un urlo proveniente dal piano di sopra li costrinse a scattare su per le scale.
-
MAMMA! - l’esclamazione gioiosa di Hana fu seguita
subito dopo da un urlo femminile e dal rumore di un gran tonfo. Non appena
giunsero al piano superiore, una scena alquanto comica si presentò davanti ai
loro occhi: una piuttosto sbigottita e trafelata Ichigo, praticamente stesa al
suolo sorretta solo dai suoi stessi gomiti, aveva la piccola Hana piangente letteralmente attaccata al petto e la
guardava come se fosse un‘aliena.
-
Dannazione…- un lieve sussurro uscì dalle labbra di Ryou che scoccò un’occhiata d’intesa a Keiichiro
per poi avvicinarsi alle due il più in fretta possibile.
-
Piccola…mi dispiace, ma io non sono la tua
mamma! - Ichigo guardava le ragazze
supplicandole di aiutarla con lo sguardo.
-
I’m Sorry…- la piccola si staccò lievemente da lei.
-
Non fa nulla piccola…ma dimmi…come
ti chiami? E chi sei? - Ichigo sembrò calmarsi un po’ e Ryou
decise di provare ad aspettare prima di intervenire.
-
My name is
Hana! And I’m your doughter! - Ichigo guardò la bambina con sguardo confuso.
-
Perdonami piccina, ma io capisco molto poco l’inglese…-
ammise la ragazzo, guardando interrogativa Ryou in
piedi davanti a lei.
-
Ignorante! Ha detto che si chiama Hana! - Ryou ringraziò tutti i Kami che
conosceva per l’ignoranza della ragazza in quella lingua - Ed ha anche aggiunto
che è mia lontana parente! - cercò di sviare il più possibile la rossa davanti
a lui, pregando che la piccola non lo contraddicesse.
-
Ma come ti permetti?! - sbottò infuriata Ichigo, le aveva dato dell’ignorante!
-
Di fare cosa?! - il ragazzo sorrise maliziosamente, sospirando silenziosamente
di sollievo, la cosa fece aumentare notevolmente la rabbia della giovane.
-
Di darmi dell’ignorante! - sbottò lei, dimenticando momentaneamente la bambina
ancora aggrappata al suo petto.
-
Dico solo la verità! - rispose sarcastico il biondo prima di incrociare le
braccia dietro la nuca, con il suo solito fare indifferente.
-
Brutto antipatico! Non ti sopporto! - Ichigo andò letteralmente in
escandescenza, la faccia divertita del biondino la mandava in ebollizione.
Prima che Ryou potesse in alcun modo ribattere, la
piccola Hana, ancora aggrappata al petto di Ichigo,
lo afferrò per i jeans, attirando la sua attenzione.
-
Papà! Non litigate! Please! - piagnucolò, mentre un
grosso lacrimone le bagnava la guancia dolcemente
paffuta. Ryou si chinò al suo livello, sotto lo
sguardo completamente stralunato della rossa ancora a terra e le accarezzò una
guancia.
-
T-ti ha chiamato Pa-papà!?
- la povera ragazza era letteralmente spiazzata. Ryou
sbuffò, dopo tutto non gli piaceva mentire…soprattutto
ad Ichigo.
-
Sì…ha perso i suoi genitori da poco…per
qualche tempo me ne occuperò io…e siccome assomiglio
molto a suo padre mi ha identificato come tale…-
spiegò brevemente, sperando vivamente che la piccola non dicesse qualcos’altro
di sconveniente…
-
Ehm…Ichigo…- la rossa, ancora un po’ frastornata,
spostò lo sguardo sulla bambina sopra di sé.
-
Sì…? - dagli occhi della bimba uscirono diverse
lacrime e Ichigo si sentì immensamente triste.
-
Non piangere Hana-chan! Dimmi tutto quello che vuoi!
- lo sguardo si addolcì talmente tanto da lasciare tutti quanti a bocca
spalancata, Ryou compreso che non riusciva a
capacitarsi di quanto bella fosse quella ragazza in quel momento.
-
You…are…uguale alla mia mamma…-
balbettò la bimba incerta, guardandola speranzosa e rapita dal suo magnetico
sorriso - …Can I call you “mum“?! ( “mum” in inglese significa anche mummia, almeno credo, a
quanto ha detto la mia amica inglese…ma voi
intendetela naturalmente come “mamma”!!!) . Ichigo la guardò un attimo confusa
, poi si voltò automaticamente verso Ryou.
-
Ha detto “…posso chiamarti “mamma“?!” - sbuffò il
ragazzo, voltandogli le spalle per non fargli scrutare la sua espressione
turbata, ma tutto si aspettò meno la reazione che ebbe Ichigo. La ragazza osservò
per diversi secondi la bimba, non sapeva perché, ma capì di provare un profondo
affetto per quella bellissima bimba dagli occhi di ghiaccio.
-
Ehm…io…- “ecco…lo sapevo!”
pensò Ryou “…adesso le
spezzerà il cuore!” - …ma sì! Perché no?! Non ci vedo
nulla di male! Certo, Hana-chan, puoi chiamarmi “mamma”!
- la risposta della ragazza lo spiazzò totalmente, facendolo voltare di scatto,
si era aspettato che la ragazza strepitasse in tutte le lingue per l’imbarazzo
e che si sarebbe rifiutata categoricamente, ma mai una cosa simile! Sorrise
appena, guardando la piccola Hana, traboccante di
felicità, abbracciare e contemporaneamente piangere la sua giovane mamma.
Finalmente sono riuscita a capire come si usa questo benedetto HTML!(adesso per davvero!) Ora...non ho nulla da aggiungere se non: commentate!!!!
P.s. i personaggi hanno i nomi originali!