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Autore: Reciproco    10/06/2012    3 recensioni
Questo è il racconto di una ragazza, inconsapevole del proprio destino, che dovrà affrontare "i propri demoni" e sconfiggere il suo più terribile nemico.
Ma anche una fiaba semplice con cui spero di dilettarvi e un tentativo di imparare a scrivere.
O forse una strana metafora della mia vita.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Elisa ormai si stava rassegnando, fortunatamente era arrivata un'ombra che le aveva offerto una via di fuga.
Era il gatto, circondato da una nube di fumo, che lo rendeva quasi irriconoscibile.
"Vieni con me, presto", la ragazza lo seguì subito, tenendosi stretta la speranza che l'avrebbe salvata dall'ennesimo spirito che attentava alla sua vita.
Il gatto miagolò qualcosa e si aprì un portale, simile ad un vortice nero e circondato da simboli magici.
Il felino ed Elisa entrarono nel passaggio, seminando il demone.
  Nel giro di pochi secondi vennero catapultati in un altro luogo, una pianura ricca di fiori, che le sembrava vagamente familiare.
Elisa era a corto di parole, le sembrava quasi di essere ancora immobilizzata.
Il gatto iniziò subito a parlare "Ti ricordi cosa ti è successo dieci anni fa?".
"Vagamente" rispose "mi hanno detto che soffrivo di un male inspiegabile e che per curarlo hanno dovuto convocare un guaritore venuto da lontano".
"Un guaritore, anzi un negromante che ha venduto la tua anima ad un mostro" disse con tonò grave.   La ragazza rimase senza parole, si chiese se fosse uno scherzo, non riusciva a crederci.
"Il mostro che ha cercato di prenderti oggi".
"E perché avrebbe offerto me?".
"Perché avevi l'anima di un'innocente da sei pezzi".
"A pezzi? Che razza di anima sarebbe?".
Il gatto mosse i baffi, sembrava in disappunto "Tutti abbiamo l'anima divisa in frammenti, però è molto raro che il numero arrivi a sei. Rischia di disperderne troppo l'essenza e far soffrire il possessore."
"Era quello il male inspiegabile?".
"Sì e paradossalmente quando il negromante ha promesso la tua anima, si è separata definitivamente per cercare di fuggire e si è stabilizzata. In questo momento ne possiedi un pezzo".
Elisa era sbalordita, faceva fatica ad accettare tutto questo, all'improvviso era diventata una ricercata dall'anima a pezzettini, iniziò a montarle la rabbia.
  "Perché diamine dovrebbero offrire la MIA anima? Che dia la sua, quel ladro!" sbottò, il felino che non era abituato a vederla così astiosa cercò di reprimere una risatina.
"La sua non ha valore, probabilmente è già corrotta dalle arti oscure."
La ragazza cercò di calmarsi e riflettere, e gli chiese "Ma come fai a sapere tutte queste cose" e pensò -Perché non me l'hai detto finora?-.
"Come avrai notato, non sono un gatto normale" disse, "ho sentito delle voci sul tuo conto e ho iniziato a cercarti seguendo le loro indicazioni".
"La prima volta che ti ho visto ero quasi sicuro riguardo la tua identità".
  Elisa ripensò alla persecuzione subita da piccola, disse con tono incredulo "Allora le ombre mi hanno perseguitato per questo? Erano assoldate dal demone?".
"No, volevano evitare che il mostro diventasse potente acquisendo la tua anima".
La ragazza scosse la testa, scoraggiata, -era semplicemente un premio da accaparrarsi?- all'improvviso si ricordò degli altri rimasti indietro.
"Dobbiamo tornare al villaggio e dirlo subito ai miei".
"No, è troppo pericoloso, non hanno il potere di scacciarlo via, li metteresti in pericolo".
"Se me l'avessi detto prima avremmo potuto avvisare gli altri!" sbottò la ragazza, pericolosamente vicina alle lacrime.
  Il gatto per la prima volta non sembrava più sicuro di sé "Avresti accettato di scappare via dal villaggio solo perché te lo dicevo io? Avresti potuto convincere gli altri?".
Elisa tremava per la frustrazione, le sembrava di non avere vie d'uscita.
I pensieri le affollavano la mente -Non potrò più rivedere mamma e papà? E Amanda e gli altri? Perché io? Ah! Come ho potuto considerare Uma un problema?-. Di fronte al suo silenzio il felino aggiunse con tono triste "Non volevo farti vivere nell'angoscia, mi dispiace".
La ragazza si avvicinò e abbracciò il gatto, non ce la fece più e scoppiò a piangere.
  
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