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Autore: ButterflyOfTheWords    10/06/2012    3 recensioni
Eppure che colpa potevo avere io, se ero stata dotata di una fertile immaginazione e di scarso coraggio? Al mondo c’erano molte persone, alcune del tutto incapaci di “sognare qualsiasi cosa”, così razionali da trovare la bellezza solo nella fredda matematica, altre del tutto incapaci di sottostare a schemi, perennemente inserite nel loro mondo di fantasie, infine qualcuno aveva avuto la fortuna di poter fare entrambe le cose. Non era il mio caso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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Ero a scuola e camminavo per il corridoio. Il silenzio avvolgeva tutto quanto, come se fossi in una bolla. Era più tardi del previsto, perché il torneo di pallavolo si era prolungato oltre l’orario. Per fortuna quel giorno ero salita in auto: avrei potuto tornare a casa senza preoccuparmi dei bus.
Afferrai lo zaino che avevo lasciato in classe e corsi giù per le scale. Nell’istante in cui svoltavo sul pianerottolo, decisa a raggiungere il pian terreno, con la coda dell’occhio vidi Marco. Camminava, come me poco prima. Andava nella direzione opposta alla mia, forse verso la sua aula.
Ci pensai: probabilmente aveva perso il pullman, per un motivo o per l’altro. Forse..
- Marco! – gridai, conscia che tanto nessuno mi avrebbe sentita, a parte lui.
Si fermò e si girò, in fondo al corridoio.
- Giulia..come mai qui?
Mi avvicinai, temendo quasi che potesse sparire da davanti ai miei occhi, da un istante all’altro.
- Torneo di pallavolo.
- Io esame di ecdl. L’ho dato per ultimo. Così devo aspettare fino alle 6.00 per il pullman.
- Ho la macchina. Vuoi un passaggio?
Lo dissi di getto, senza neanche pensarci due volte. Poi mi assalirono mille dubbi: forse era troppo? Forse non avrei dovuto! Magari mi avrebbe derisa per la mia guida..
- Non disturbo?
- No, nessun problema. – mi morsi la lunga.
- Allora va bene, devo solo prendere lo zaino. Aspettami qui.
Attesi e mi sentii scoppiare di emozioni. “Andiamo, Giulia, devi stare calma. Se no guiderai malissimo! Lui lo capirebbe subito, è un ragazzo. Loro le sanno queste cose! Sangue freddo!”.
Tornò e ci avviammo all’auto.
- Dov’è?
- In quel parcheggio accanto al benzinaio. Panda rossa! – esclamai, mostrandogli le chiavi. Era strano: quante volte avevo pensato di guidare con lui accanto? Io ero più grande, ero quella patentata.
Aprii e lo lasciai salire, mentre con calma mettevo le cose nel bagagliaio e cercavo l’iPod.
Mi sedetti e gli porsi il piccolo aggeggio.
- Attaccalo al cavo e scegli cosa ascoltare.
- La strada è così breve che farò in tempo a scegliere ben poco.
- Già. Peccato. – sorrisi. Misi in moto e mi concentrai sulla manovra che dovevo fare per uscire dal parcheggio.
Partimmo e ingranai le marce cercando di non pensare. Non dovevo pensare che al mio fianco c’era il ragazzo di cui ero innamorata da un anno e mezzo.
- Come stai, Giulia? – domandò, mentre una canzone alquanto tamarra invadeva l’abitacolo.
- Bene, credo. Tu?
- Anche io..ho passato l’ultimo esame. Ho finito, finalmente.
- Conoscendoti..100 %?
- Sì..a pieni voti.
- Non avevo dubbi. – sorrisi. Ero più rilassata. E stavo viaggiando in modo sciolto.
- Per arrivare a casa mia, passa dal ponticello.
Annuii e procedetti.
- Quanto tempo era che non parlavamo a tu per tu? – chiesi.
- Non lo so..forse qualche mese.
- Tanti mesi. Secondo me per noi due è sempre stato imbarazzante.
- Sì! Anche io lo penso..ma non so perché. Di solito non sono timido.
- Oh, io lo sono anche normalmente. Con te però, è tutto diverso.
Misi la freccia e superai un paio di ciclisti che procedevano affiancati. Socchiusi gli occhi, in attesa di una risposta.
- Perché?
- Perché mi mancano le parole e anche l’aria. Mi sembra di dire solo cose stupide. Perciò di solito sto zitta. Tranne in questo caso, perché a quanto pare non riesco a tacere.
Scalai le marce e misi la freccia per imboccare la strada del “ponticello” di pietra.
- Forse è per questo che non ha funzionato.
Me lo domandai. Come se non l’avessi mai fatto!
- Non credo. Non credo che non sia andata per quello.
- E allora perché?
Imboccai il ponte e tacqui, inumidendo le labbra.
- Perché quando mi capitano queste cose, quando arrossisco, quando mi si ingarbugliano le parole tra i denti..di solito sono innamorata. Devo solo abituarmi. Forse non ha funzionato perché non me ne hai dato il tempo.
Non seppe rispondermi.
- Puoi accostare in cima alla salita, sulla destra.
Ricacciai le lacrime indietro, convinta che non se ne fosse accorto.
Eravamo arrivati.
- Può essere che tu abbia ragione. Ma a me non succede mai che manchino le parole, di essere così in imbarazzo. Mai.
- Perché con me sì? Sai..è strano. Solo con me.
- Perché sei diversa dalle altre.
- Grazie..è positivo?
- Credo di sì. – sorrise, finalmente. Lo imitai e deglutii, cercando di nascondere le lacrime, di nuovo.
- Perché piangi?
Non ci ero riuscita. Le lacrime scendevano copiose.
- Dai, basta..non puoi guidare in questo stato fino a casa.
- Scusa. Non so perché..
- Lo so io.
- No, non credo. – sussurrai, afferrando saldamente il cambio e inserendo la prima.
Lui mi guardò, con un velo di tristezza sul viso.
Improvvisamente si avvicinò e mi guardò negli occhi. Dovevo girare il viso, dovevo allontanarmi. L’avevo portato a casa: non poteva solo scendere e andare via?
Non distolsi lo sguardo. Mi ci persi.
Mi baciò. Lo baciai. Non so chi iniziò, so solo che accadde. Fu meglio di quello che ricordavo. Terribilmente meglio.
- A domani.
Scese dall’auto, lasciandomi lì così, a bocca aperta e occhi sgranati. Mi chiesi perché. Non trovavo una risposta.


Spazio all'autrice: Ciao a tutti! Sono nuova del sito, anche se era un po' di tempo che desideravo iscrivermi. Questa è solo una delle tante "storie" che scrivo..ma rileggendola mi piaceva, quindi ho pensato di condividerla. Se qualcuno vuole...mi faccia sapere cosa ne pensa, ne sarei onorata. Non so se aggiungerò altri capitoli..per il momento è così, una storia non finita. Grazie della lettura :) 

  
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