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Autore: Morwenna    10/06/2012    2 recensioni
-Come diamine ti sei conciata Elizabeth?! Sembri una dannata monaca di clausura!-
Lunedì 12 Ottobre, un normalissimo, palloso giorno di inizio autunno.
Faceva freddo, troppo freddo per essere solo una mattinata di mezza stagione, e il vento era tagliente come la lingua della vecchia donna ai piedi della scalinata di marmo.
Quella donna, Elizabeth appunto, era la creatura più perfida e immonda della terra.
Amava fumare costose sigarette svizzere, adorava inveire contro Geoffrey, l'autista, ma solo quando si alzava di buon umore, ma il suo hobby preferito era criticare e sbraitare cattiverie a sua nipote, Elizabeth, che peraltro portava proprio il suo stesso nome. E lei naturalmente lo odiava.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Feuillemort, like dead red leaves.

Prologo






-Come diamine ti sei conciata Elizabeth?! Sembri una dannata monaca di clausura!-
Lunedì 12 Ottobre, un normalissimo, palloso giorno di inizio autunno.
Faceva freddo, troppo freddo per essere solo una mattinata di mezza stagione, e il vento era tagliente come la lingua della vecchia donna ai piedi della scalinata di marmo.
Quella donna, Elizabeth appunto, era la creatura più perfida e immonda della terra.
Amava fumare costose sigarette svizzere, adorava inveire contro Geoffrey, l'autista, ma solo quando si alzava di buon umore, ma il suo hobby preferito era criticare e sbraitare cattiverie a sua nipote, Elizabeth, che peraltro portava proprio il suo stesso nome. E lei naturalmente lo odiava.
Bess, che si faceva chiamare così per negare a sé stessa il legame che aveva con “La Vecchia Stronza”, a volte solo “La Vecchia”, altre solo “La Stronza”, si limitava a fissare la sua cara e amata nonna, trattenendo con tutte le forze che aveva in corpo le risate
Perché sebbene fosse una gran carogna, la Vecchia, ogni volta che andava in escandescenza, assumeva i tratti di uno spauracchio in fiamme, ed era maledettamente comica oltre che grottesca.
Bess incrociò le braccia e sorrise sarcastica, piegando la testa di lato, con i capelli color “Setter Irlandese”, come le ricordava sempre affettuosamente sua nonna, che ondaggiavano pigramente al vento.
La vecchia, diversamente da qualsiasi altra nonna, non era propriamente la vecchietta casa e chiesa che ogni domenica andava a messa.
Nonna Liz era più il tipo che imprecava a tutta voce passando davanti a parco giochi affollati, scommetteva all'ippodromo ogni singola domenica, e si ubriacava di Scotch ad ogni party al quale era invitata.
Inoltre sosteneva apertamente di collezionare fucili e schioppi di ogni genere, e ogni qualvolta le si presentava l'occasione alzava la gonna per mostrare la sua leggendaria cicatrice che si era procurata durante una caccia alla volpe.
La sua voce gracchiante dovuta al fumo compulsivo e l'odore acre che tentava di coprire con litri di N° 5 erano ciò con cui Bess aveva dovuto convivere per tredici anni.
Ne aveva appena quattro quando dovette lasciare casa sua, dopo il tragico incidente nel quale erano stati coinvolti i suoi genitori.
Ancora ricordava quel giorno, proprio come se il tempo non fosse mai passato...



«Quel pomeriggio si trovava nel giardino di casa sua.
C'era il sole, stranamente, e faceva piuttosto caldo, di certo nessuno si sarebbe mai aspettato di ricevere la notizia che i propri genitori erano stati travolti da una valanga durante un'escursione.
Almeno, non durante una giornata del genere, apparentemente così perfetta, così soleggiata.
Si ricordava sua nonna, seduta sulla sua sedia a dondolo, intenta a leggere una rivista di caccia, la sigaretta fra indice e medio, l'immancabile bicchiere di Scotch sul tavolino di fianco a lei.
Bess aveva passato gran parte della mattinata all'ombra, sotto il ciliegio, a sfogliare un libro a figure colorate per bambini.
Gliel'aveva regalato sua madre, poco prima di partire per l'Austria, la domenica precedente.
All'inizio aveva storto il naso, di solito riceveva regali molto più entusiasmanti di uno sciocco libriccino dalle pagine spesse, che a quanto le era parso parlava di conigli.
Solo quel giorno l'aveva preso in mano per la prima volta, e incredibilmente aveva scoperto che non era poi così male, anzi, la fiaba le era piaciuta così tanto che non si era nemmeno mossa dall'albero per andare a mangiare.
Ma mentre sfogliava l'ultima pagina per la settima volta, quella dove il coniglio tornava finalmente a casa dalla sua famiglia, lo squillare del telefono le fece alzare lo sguardo.
Sua nonna, che aveva appoggiato la rivista sul tavolino era parecchio contrariata per l'interruzione della sua siesta e brontolando come di suo solito entrò in casa per rispondere.
Bess, che aveva deciso che ormai la storia del coniglietto l'aveva stancata, osservava incuriosita sua nonna, attraverso la porta a vetri del salotto, che annuiva piano al telefono dandole le spalle.
Dopo qualche minuto uscì nuovamente in veranda, ma non si sedette, né tornò a leggere e a fumare.
Aveva stranamente lo sguardo spento, come se tutta la sua grinta e la verve che la caratterizzavano erano state risucchiate all'interno del telefono.
Non piangeva però, ma era visibilmente triste, di quella tristezza che ti lascia così, vuoto e senza alcuna emozione, solo con il tuo dolore.
Nonna Liz poi si era avvicinata a lei, e si era seduta, appoggiando la schiena contro il tronco dell'albero.
-Elizabeth, che cosa stai leggendo?- chiese abbozzando un sorriso, con la sua voce gracchiante ma stranamente gentile.
Bess era piuttosto perplessa, di solito sua nonna passava il tempo a borbottare fra sé e sé cose che lei non capiva, e di rado si interessava a quello che lei faceva.
Quella telefonata doveva averla proprio scombussolata per bene.
Probabilmente si trattava dell'ippodromo, magari aveva perso una bella somma e in quel momento era troppo arrabbiata per fare qualsiasi altra cosa.
Bé, di solito, non appena riceveva notizie del genere sbraitava per ore nella cornetta, dopodiché iniziava scagliare ogni oggetto che le capitasse a tiro.
Bess si disse che comunque non era affar suo l'argomento di quella telefonata, dopotutto lei aveva solo quattro anni, certe cose nemmeno le capiva.
Perciò ricambiò il sorriso, incurante del fatto che una grossa lacrima aveva iniziato a farsi strada sul volto di sua nonna, e iniziò a raccontarle per sommi capi la storia del coniglietto Benny che aveva perso la via di casa.»



-Insomma Elizabeth, ti vuoi dare una mossa?! Non importa, ti cambierai in macchina! Per Giove! Io la mando a fare shopping con l'autista, e lei mi torna a casa con certi stracci da plebea! Ma è mai possibile che...- la Vecchia scomparve gracchiando come una cornacchia dietro le siepi del cortile diretta alla macchina che le attendeva, parcheggiata in fondo al viale.
Bess si strinse le spalle e scosse la testa rassegnata.
Sua nonna doveva sempre avere voce in capitolo su tutto, persino sul suo abbigliamento!
La ragazza adorava farsi accompagnare a Londra per fare shopping, ma puntualmente, ogni volta che tornava a casa soddisfatta per i suoi acquisti, sua nonna bocciava lapidariamente qualsiasi capo avesse comprato, dalle borse ai calzini.
Quel giorno, che sarebbe tornata al College per il suo penultimo anno, aveva deciso di vestirsi elegante, almeno per il primo giorno visto che poi, per il resto dell'anno avrebbe dovuto portare la divisa.
Aveva scelto un maglione lungo a strisce bianche e nere orizzontali, un paio di pantacollant neri e un paio di francesine basse beige.
Scosse la testa, perfettamente consapevole che comunque, sua nonna non sarebbe cambiata e avrebbe continuato ad essere l'irritante befana che era sempre stata.
Dopo un ultimo sguardo al suo abbigliamento perfettamente normale, strinse la custodia della sua chitarra e si girò a guardare per l'ultima la villa o meglio, la casa in cui era stata costretta a trasferirsi.
Non l'aveva mai percepita come una vera e propria casa, piuttosto come un luogo di transizione che avrebbe lasciato non appena avesse trovato il suo vero e proprio luogo di appartenenza.
Solo il Preston, il college che frequentava da quando aveva undici anni, era il posto che, per così dire, era quasi degno di essere chiamato casa.
Lì aveva i suoi amici, trascorreva gran parte dell'anno, e soprattutto era lontana chilometri da sua nonna e dal suo caratteraccio da vecchia bisbetica.
-Hai intenzione di diventare parte integrante delle scale o degnarci della tua presenza qui in macchina? Muovi il culo Elizabeth! Si torna a scuola!- gridò sua nonna dal finestrino dell'auto, una nuvola densa di fumo uscì dall'abitacolo insieme alle sue parole.Come non detto.
Bess sobbalzò e si apprestò verso la macchina.
Dopo quasi un'intera estate di semi prigionia, trascorsa in biblioteca, l'unico luogo nel quale poteva permettersi di evadere dalla realtà, e anche l'unica zona della casa dove sua nonna non si azzardava a mettere piede, poteva finalmente riprendere la sua vita sociale.



Morwenna's Corner

- Dopo svariati tentativi di dare una forma al casino che avevo in testa, finalmente, sono riuscita a scrivere e a tracciare la trama generale di questa storia.
Confesso che parecchie volte ho cercato di ignorarla e comprimerla dentro uno dei tanti cassetti del mio Archivio Cerebroles... ehm Cerebrale, ma mi tormentava ogni volta che ci pensavo, per cui per liberarmi da questo demone sono stata costretta a pubblicarla.
Non è nulla di pretenzioso, ma spero che la troverete interessante, anche perché vi anticipo che non sarà la solita cazzata piena di cliché (scusate la presunzione), magari ci infilerò dentro qualche banalità qua e là, ma siamo nella categoria del “Romantico” non in quella del “Fantasy” perciò non vi prometto nulla di assurdo. :D
Questo è solo l'inizio, diciamo, il preambolo di questa long, perché teoricamente ho intenzione di prolungarmi in una narrazione decisamente arzigogolata e ricca di colpi di scena (e spero anche di riuscirci :p).
Avete appena conosciuto Bess, la protagonista, della quale vi ho donato una piccola presentazione, che come avete letto è orfana e vive con l'odiosa nonna.
Sebbene quest'ultima sia una gran rompiballe, ho cercato di dare al suo brutto caratteraccio un nota comica, con parolacce e hobby piuttosto curiosi per la sua età.
Aggiornerò ogni mercoledì (spero), e... bé, vi prego, fatemi sapere che ne pensate, correggetemi, criticatemi, insul... no, anzi, non siate troppo cattivi. Comunque io accetto apertamente ogni tipo di critica, non mi offendo se mi trovate da dire per qualcosa che ho scritto, e apprezzo molto molto volentieri i consigli. 
Con ciò vi saluto e aspetto taaaaaaaaaante recensioni da parte vostra con altrettanti pareri e consigli :D

Liebe grüße, Morwenna.
   
 
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