Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Vals Fanwriter    10/06/2012    2 recensioni
Quindi, in sostanza, in camera, alle quattro del mattino, non dovrebbe volare una mosca. È per questo che non mi spiego cosa cazzo sia questo rumore infernale di ferraglia. C’è per caso un terremoto, oppure semplicemente quel deficiente di Harwood ha deciso di anticipare le pulizie di primavera?
Thadastian | OS | Pseudo-demenziale, pseudo-fluff
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Stanotte ho sognato una cosa stranissima:

mio fratello che, in preda al sonnambulismo, mi pugnalava.

 

… sei sicura di stare bene?

 

Non sono pazza!

 

Forse era meglio che sognavi i Thadastian.

 

Aspetta. Ho appena avuto un flash di Thad sonnambulo… senza pugnali però…

 

~

 

Sleepwalking

 

 

 

Di solito, non sono un tipo che dorme molto. La sera, di ritorno dalla mia consueta battuta di caccia allo Scandals, sono ancora abbastanza sveglio, data l’enorme quantità di adrenalina di cui il mio corpo è costantemente fornito. Quello che faccio, per mettere a riposo sia la mente che il fisico, è una bella doccia – è utile soprattutto per rilassare i muscoli – e con estrema calma, mi preparo per quelle quattro o cinque ore di sonno, a cui sono abituato ormai da tempo immemore. Sì, il mio ego non mi permette di starmene buono più del dovuto ma, allo stesso tempo, se mi si priva di quel breve istante di quiete, il dolce e posato Smythe si trasforma nell’incredibile Hulk… E questo il mio coinquilino lo sa perfettamente. Rarissime volte ha provato a disturbare il mio sonno, il più per rompermi le uova nel paniere, e con l’andare del tempo ha imparato che Sebastian Smythe va lasciato poltrire fino a che non è completamente carico e pronto per contrattaccare. Qualsiasi reazione del sottoscritto, successiva ad un risveglio indesiderato, equivale a morte certa per il colpevole di tale affronto. Quindi, in sostanza, in camera, alle quattro del mattino, non dovrebbe volare una mosca. È per questo che non mi spiego cosa cazzo sia questo rumore infernale di ferraglia. C’è per caso un terremoto, oppure semplicemente quel deficiente di Harwood ha deciso di anticipare le pulizie di primavera?

Sollevo le palpebre a fatica, ma le richiudo quasi subito. La luce del bagno è accesa e, anche se flebile, mi acceca quasi come un faro. Maledico quel nanerottolo, perché di sicuro, a causa sua, ho un aspetto terribile. Stavo facendo anche un bel sogno, per quanto mi ricordo. Come osa fare tutto questo baccano?!

Mi metto a sedere, ancora con gli occhi serrati, e cerco di svegliarmi abbastanza da permettere alle mie gambe di reggermi e di raggiungerlo per potergliene dire quattro. Intanto il rumore continua e non capisco se stia prelevando il water dal pavimento o cosa. Finalmente il mio corpo decide di collaborare. Mi alzo, barcollo per un attimo e poi finalmente riesco a visualizzare il letto disfatto di Harwood davanti a me. Faccio qualche passo e, giunto alla soglia del bagno, mi aggrappo letteralmente allo stipite della porta, per evitare di crollare a terra sfinito.

‹‹Harwood, che diamine stai-?››

Neanche il tempo di biascicare quella frase, in un tono pateticamente assonnato, che il rumore termina. Inquadro Harwood: è in piedi davanti alla cassetta medicinale, avvolto dal suo vomitevole, ma inspiegabilmente sexy, pigiama azzurro… e per un momento, questo piccolo particolare sembra distrarmi, se non che poi apre bocca e trovo che la sua risposta sia veramente troppo semplicistica per risultare reale.

‹‹Ho sete››

Okay, diciamo che l’Harwood che conosco io mi avrebbe invitato molto poco elegantemente a farmi gli affari miei, ma non mi soffermo più di tanto su quel pensiero. C’è qualcosa che proprio non quadra. La cassetta medicinale aperta, per esempio, o la bottiglietta bianca che si sta portando alle labbra.

Bottiglietta bianca…

A quel punto, mi sveglio completamente e mi scapicollo su di lui alla velocità della luce, strappandogli il flacone di acqua ossigenata dalle mani.

‹‹Ti ha dato di volta il cervello?!›› grido istericamente, mentre lui assume un cipiglio infastidito, seppure il suo sguardo sia stranamente vuoto e inespressivo, ‹‹Posso capire che non sopporti il fatto che io non ti sbavi dietro, ma queste cose alla Romeo e Giulietta non attaccano, Harwood! Io non pongo fine alla mia vita insieme a te, chiaro?››.

La sua espressione si fa interrogativa e replica, a mo’ di disco rotto: ‹‹Ma io ho sete!››.

Decisamente c’è qualcosa che non va.

‹‹Vado a comprare l’acqua››.

Harwood mi risponde così, poi porta le braccia davanti a sé, inizia a camminare e per poco non inciampa nel tappeto, ma io lo afferro in tempo, tirandolo per il colletto del pigiama, mentre la verità si fa strada dentro di me.

‹‹Cazzo, non sarai mica sonnambulo?››

Rimugino su questa cosa per qualche secondo e, dopo aver fatto due rapidi conti, dico addio al mio buon umore. Harwood cammina e parla nel sonno ed io ho dormito sì e no un paio d’ore. Perfetto, starò scazzato per tutta la giornata. Sbuffo sonoramente e, quando ritorno alla realtà, il nano da giardino è scomparso dalla mia vista.

Che cavolo!

Esco dal bagno di corsa ed eccolo lì che abbassa la maniglia della porta della nostra camera, per andare a comprare dell’acqua in un bar evidentemente chiuso. Perché il piccolo genio mica sa che i commessi stanno dormendo, esattamente come qualsiasi essere vivente razionale e con un minimo di senno dovrebbe fare? Eh, no, lui è sonnambulo. Cosa può farci?

Mi precipito alla porta e, spalmandomi completamente su di essa, la richiudo con un colpo secco.

‹‹Fermo dove sei!››

Indiscutibilmente, un Thad Harwood sonnambulo, in giro per la Dalton alle quattro del mattino, non è proprio innocuo, anzi, direi che è un pericolo pubblico. Lo è da sveglio, figuriamoci da dormiente. Oltretutto voglio caldamente evitare che quegli idioti, tutti zucchero filato e caramello, di Sterling e Duvall mi vengano a castrare per aver lasciato che il loro amico del cuore si suicidasse o, in alternativa, saccheggiasse un distributore di bibite. Quindi, meglio spremere le meningi onde evitare che Puffetta faccia stronzate.

Il bello addormentato – bello? Ma figuriamoci… – cerca di riprendere possesso della maniglia della porta, ma l’unica cosa che trova davanti a sé è il mio petto e, come il demente, inizia a tastarlo. Ha la fronte aggrottata adesso ed avrei voglia di ridergli in faccia, ma la situazione è critica e il mio cervello non è molto pratico di queste cose e soprattutto non è lucido, a causa dell’orario. Se non mi muovo a fermare questo pazzo, ho paura che butterà giù la porta. Sì, butterà giù la porta e me insieme ad essa.

D’accordo, non sarò bravo a trattare coi sonnambuli, ma sono sicuro che i sonnambuli sono più che felici di trattare con me. E almeno in questo sono bravo.

Mi sporgo in avanti e, senza pensarci due volte, poso le mie labbra sulle sue, convinto del fatto che se c’è una cosa che potrebbe riuscire a farlo rinsavire, quella è sicuramente un bacio del meraviglioso e carismatico Smythe. Peccato che, primo, lui non sembra volersi svegliare, secondo, sono io a smarrirmi… Cazzo, ma nessuno mi aveva detto che la bocca di Harwood era così morbida, dolce e…

Che dolore! E ora perché mi ha schiaffeggiato?!

‹‹Un maniaco!››

Ah, ecco perché. Adesso mi crede un maniaco.

Arretra di qualche passo ed io sospiro affranto. Questa farsa sta durando fin troppo e sono quasi tentato dallo svegliarlo con estrema brutalità – diamine, mi ha fatto male, se lo merita! – però non posso. Si sa che svegliare un sonnambulo è pericoloso. E no, non ho compassione per lo gnometto! Semplicemente Sterling e Duvall mi faranno un culo enorme, se scopriranno che è colpa mia… Se! Per un attimo, un pensiero abbastanza malvagio mi attraversa la mente, ma decido quasi subito di accantonare l’idea di colpirlo a sprangate e poi occultarne il corpo… Io ve l’avevo detto. Mai disturbare il mio sonno.

E comunque ha un visino troppo tenero e impaurito, in questo momento, e ciò mi impedisce di cedere alla tentazione di compiere un tale scempio. Però sono quasi sicuro che anche da sveglio mi avrebbe dato del maniaco. Sogghigno leggermente al pensiero, poi torno serio, mi avvicino a lui con cautela – non voglio che mi rompa il setto nasale stavolta – e inizio a parlargli con estrema calma.

‹‹Harwood, sono Sebastian››.

Rilassa le spalle, rimaste rigide per la paura, e il petto smette di andare su e giù al ritmo del suo respiro… fortunatamente, dato che mi ero incantato a fissarlo.

‹‹Ti va di rimetterci a letto?›› gli chiedo molto lentamente, come se stessi parlando con uno che non capisce la mia lingua, il che è abbastanza stupido da parte mia, ‹‹Per dormire… com’è giusto che sia›› preciso. Meglio non lasciare campo libero ai doppi sensi.

Per tutta risposta, Harwood si accosta alla sedia vicino alla scrivania, sulla quale è accuratamente poggiato il mio blazer, lo afferra e poi se lo infila alla rovescia, da sopra al pigiama.

‹‹Ma è tardi›› mugugna nel sonno ed io non posso fare a meno di passarmi stancamente una mano sugli occhi.

Che cosa diavolo ho fatto di male per meritarmi questo?

‹‹Harwood…›› gli dico, mentre il mio cervello lavora ininterrottamente in cerca di una qualche soluzione, ‹‹Oggi è sabato, non c’è lezione›› butto lì.

Lui boccheggia un paio di volte ed è… dannatamente adorabile con quel faccino stupito.

La mancanza di sonno mi gioca brutti scherzi, temo. Non posso averlo appena definito adorabile. Mi viene da vomitare solo a pensarci!

Per mia fortuna – o meglio sfortuna – baby Birba non mi dà il tempo di meditarci. Si siede alla scrivania, con tutto il blazer alla rovescia indosso, e apre il mio quaderno di letteratura.

‹‹Che cavolo stai facendo adesso?›› esclamo nervosamente, accostandomi a lui.

‹‹Compiti›› risponde, impugnando una penna.

Ma magari mi stesse facendo quella maledetta relazione sul futurismo! Compiango il mio amato quaderno, oltraggiato da scarabocchi che non hanno né capo né coda. Non sarà mica il linguaggio Na’vi, questo?

Bando all’ironia, Sebastian, devi fermare questo squinternato, prima che sia troppo tardi.

‹‹Li farai un altro giorno i compiti… Perché… Perché non usciamo?››

Almeno, se uscirà insieme a me, potrò tenerlo d’occhio, penso… basta che molla il mio blazer e il mio quaderno!

La penna gli cade di mano e rotola sulla superficie in legno del tavolo. Mi fissa inespressivo e mi sale l’ansia, perché non so cosa aspettarmi, e invece…

‹‹No, ora sono stanco. Buonanotte››.

Dice così e poi si accascia sulla scrivania, con le braccia incrociate a fargli da cuscino.

Sono basito. Resto immobile a guardarlo senza sapere che cazzo fare. Anzi, sì, so cosa fare… svegliarlo a suon di ceffoni! Tutto questo teatrino per poi addormentarsi come un deficiente?! Ispiro profondamente e quasi ho paura che mi possa uscire il fumo dalle orecchie per la rabbia… ma poi lo guardo… ed è proprio come un angioletto, uno di quei bambini pestiferi che, quando si addormentano e li guardi, ti si stringe il cuore…

Dannato sentimentalismo! Stavolta l’aureola ti ha salvato il culo, Harwood.

Mi chino su di lui e, con un po’ di fatica, lo prendo in braccio. Accidenti, un nano non dovrebbe pesare così tanto, no? Grazie al cielo, il mio letto non è lontano. Sì, il mio letto! Non sia mai che si svegli e inizi a delirare di nuovo! No, no, non se ne parla.

Lo stendo e poi mi corico anche io al suo fianco.

Forse… dovrei abbracciarlo…

Che avete capito?! Se lo tengo stretto a me, almeno non potrà più fuggire e fare eventuali stronzate!

Faccio aderire il suo corpo al mio e – chi l’avrebbe mai detto? – non è neanche una situazione tanto scomoda.

Sento che passerò il resto della notte serenamente… almeno fino a quando questa pulce non si sveglierà e non mi griderà contro tutti gli insulti che conosce, pensando che gli abbia fatto chissà cosa.

Magari mi divertirò inventandomi qualche balla. Del resto, adoro farlo arrabbiare e poi, detto sinceramente, è quello che si merita.

 

Fine.

 

~

 

Noticine random

Ecco, avevo bisogno di trasformare un sogno terrificante in qualcosa di divertente. Sì, quelli all’inizio sono gli sms che ci siamo scambiate io e Thalia ieri mattina ed è stato un colpo di genio. L’abbiamo plottata insieme quindi, se avete letto questa cosa assurdamente scema, è in parte merito suo. Insomma, senza di lei non sarebbe qui e io, come al solito, la ringrazio immensamente. È per te, ciccia, solo per te.

Prima di lasciarvi, ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito, preferito e così via “Checkmate”. Non mi aspettavo proprio che piacesse e spero vivamente che anche questa sia stata di vostro gradimento e che vi abbia fatto sorridere.

Vi abbraccio forte, tutti quanti.

Vals

 

 

Link utili: TwitterFacebook .

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Vals Fanwriter